USA UNDER ATTACK

Sono senza parole, per un discorso che ho sentito da un conoscente di vecchia data. Ho sentito fare delle affermazioni che ancora faccio fatica a digerire. Ecco il mini dialogo

io: “mammasanta, che macello

il mio “conoscente” : “Sono americani, va bene cosi’

questo e’ uno dei casi in cui la bandiera rossa lessa il cervello. Io non ho parole, voi dite la vostra

Antonella

Commenti Facebook

37 commenti

  1. Il sionismo contro la Repubblica Islamica dell’Iran

    di Manuel Negri

    Per comprendere le origini dei recenti disordini avvenuti a Teheran occorre partire, necessariamente, da una analisi degli scenari di politica internazionale e delle strategie di dominio coloniale intessute dagli Stati Uniti d’America. Nel Medio Oriente. La recente elezione di Barak in Israele ha rilanciato il progetto del sionismo internazionalista, frenato dalla condotta politica di Netanyahu, epigono del sionismo nazionalista; con gli immediati contatti avviati con la Siria, Israele e Libano, gli USA intendono contribuire a instaurare nella regione una condizione di totale equilibrio favorevole agli interessi giudaico-statunitensi. Sbrigata la ‘pratica’ Iraq (in realt‡ non ha mai costituito un problema), con la presenza dell’Arabia Saudita che rappresenta oggettivamente la quinta colonna degli USA nella regione, con la Turchia, quale estremo baluardo della Nato (recentemente abbiamo assistito ad un ipocrita e vano tentativo di aggressione proveniente da questo avamposto USA, attraverso un bombardamento aereo sulla linea di confine tra i due paesi e che ha causato la morte di un Pasdaran. Cfr. il “Corriere della Sera” del 19/7/1999, pag.10), col Pakistan fortemente filo-statunitense e l’Afghanistan dei Telebani sostenuti e finanziati dalla CIA, l’unico ostacolo all’arrogante disegno imperialista tracciato dagli USA rimane l’Iran.Di conseguenza, la destabilizzazione della Repubblica Islamica risulterebbe funzionale solo ed esclusivamente agli interessi di potenze straniere favorevoli a creare una spaccatura tra gli alti vertici dello Stato iraniano. Dal tempo della Rivoluzione islamica del 1979, gli Usa ed i sionisti hanno operato in tutte le direzioni per ostacolare lo sviluppo della Repubblica Islamica, utilizzando i mezzi pi? vili e subdoli: finanziando e sostenendo i gruppi terroristi di opposizione interna quali i “Muhjiaeddin e Khalq”, meglio conosciuti come “Munafikun” (gli ipocriti), manovrati e finanziati dalla CIA che, grazie all’appoggio del Congresso statunitense, ha ormai stanziato negli anni milioni di dollari per le attivit‡ terroristiche ed eversive di questo gruppo. Sempre gli Usa hanno armato e finanziato Saddam Hussein perchÈ scatenasse un crudele conflitto contro la Repubblica Islamica dell’Iran, e, sempre dal Pentagono, nel 1991, p arrivato l’ordine al generale ebreo Schwarzkopf di fermarsi davanti a Baghdad e di dimenticare il suo satrapo, poichÈ la presenza nella regione di Saddam Hussein avrebbe potuto prima o dopo servire in funzione antiiraniana. Sono ancora gli Stati Uniti che nel 1995 impongono l’embargo nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran, in maniera assai simbolica, tramite il galoppino Bill Clinton, davanti al Congresso mondiale ebraico. Oggi ci riprovano vanamente infiltrando ed aizzando una parte dei giovani studenti iraniani, manipolati e strumentalizzati da elementi antinazionali al soldo di potenze straniere. Esemplare Ë la confessione di uno dei rappresentanti studenteschi pi? attivi negli ultimi anni, Manouchehr Mohammadi, il quale ha ammesso di essere stato in contatto con gruppi fuorilegge sia in Iran che all’estero, di avere agito su indicazioni ricevute durante la sua recente visita negli Stati Uniti e di essersi adoperato per cavalcare il movimento degli studenti per trasformarlo in una rivolta violenta con l’obiettivo di colpire le fondamenta della Repubblica Islamica. Ha ammesso, inoltre, di essere stato in contatto con un agente in Turchia e di essere stato pagato in valuta iraniana e straniera (cfr. “Il Resto del Carlino e “Repubblica” del 21 luglio 1999). Dietro a questi disordini esiste la presenza di elementi vicini ai servizi statunitensi, nondimeno il ruolo fondamentale di organizzazioni israeliane poichÈ “Öil movimento islamico fu sabotato fin dall’inizio dai giudei, i quali si trovano all’origine di tutte le diffamazioni e gli intrighi antiislamici che durano tuttora. (Ö) Dobbiamo protestare, attrarre l’attenzione di tutti, per far finalmente comprendere al mondo che questi giudei e i loro sostenitori hanno come obiettivo la distruzione dell’Islam e l’instaurazione di un governo mondiale giudaico.”1

    La migliore risposta a questo sobillatori Ë venuta dalla manifestazione di solidariet‡ e di fedelt‡ del popolo della Repubblica Islamica che ha visto riversarsi per le strade di Teheran centinaia di migliaia di uomini e di donne inneggianti all’Ayatollah Khamenei, Guida Spirituale della Repubblica Islamica e custode dei Sacri princÏpi della Rivoluzione.Ora, la manipolazione delle informazioni attuata dai media sotto il diretto controllo degli apparati del Sistema e tendente a presentare una frattura ai vertici della Repubblica Islamica, risulta essere un ipocrita tentativo di destabilizzare il Paese. Da notare che molti articoli pubblicati sui giornali venivano redatti, non a caso, dagli inviati a Gerusalemme. Questo in Italia come negli altri Paesi europei.La Guida Khamenei ed il Presidente Khatami non rappresentano due fazioni opposte, non sono i capi di due schieramenti politici opposti; Mohammad Khatami non Ë il presidente di una democrazia occidentale venduta ai dettami dell’economia e della banca, ma il rappresentante di uno Stato rivoluzionario che traduce in atto le leggi coraniche, vale a dire Leggi divine, immutabili e incontestabili, non sottoponibili al vaglio di artefatte assemblee parlamentari.Il presidente Khatami Ë un esponente dell’autorit‡ esecutiva atta a rendere effettive le Leggi divine e a distribuirle al popolo con i frutti di una giusta legislazione.Nella concezione statuale musulmana sciita, dopo il Governo del Profeta, viene dato compito agli Imam di amministrare la Comunit‡ dei credenti, la Ummah, di fare applicare le leggi, erudire il popolo riguardo la dottrina divina. In assenza di essi, nel periodo dell’occultamento dell’Imam Mahdi, emerge chiaramente il ruolo della Wilayatu ‘l-Faqih.Il Waly Faqi, attualmente l’Ayatollah Seyyed AlÏ Khamenei, Ë dunque il Vicario in terra di Dio, colui che per cosÏ dire fa le veci per attribuzione divina del Profeta e degli Imam.”Nell’Islam, governare significa semplicemente tradurre in atto le leggi coraniche, vale a dire le leggi divine. Quindi, il governo islamico non Ë un governo costituzionale in cui le leggi sono subordinate all’approvazione di individui o di maggioranze.”2 Alla luce di quanto considerato, in questo contesto, il ruolo preponderante dell’Ayatollah Khamenei sar‡ quello di garantire l’integrit‡ e l’unione negli affari interni, impedendo ogni ingerenza straniera e contemporaneamente quella di mantenere l’indipendenza nella gestione dei rapporti politico-diplomatici a livello internazionale.Da parte sua Mohammad Khatami rappresenta uno Stato Tradizionale organico; si atterr‡ semplicemente ai principi divini dell’Islam e non far‡ altro che mantenere ferma la propria intransigenza nei confronti di tutti i nemici dell’Islam e della Repubblica Islamica dell’Iran.Personalmente confidiamo la nostra fiducia e la nostra pi? sincera solidariet‡ all’operato dell’Ayatollah Khamenei, sicuri che sapr‡ gestire con estrema saggezza la situazione, punendo i nemici della Repubblica Islamica e riaffermando davanti al mondo intero la validit‡ delle sempiterna fiamma della Rivoluzione compiuta dall’Imam Khomeyni.

    Nota 1 e 2: “Citazioni” dei discorsi dell’Imam Khomeyni. Ed. Centro Culturale Islamico Europeo, Roma 1983

    Tratto da “Avanguardia” n.163 &endash; Agosto 1999

    Radio Islam in Italiano

    Radio Islam Internazionale

  2. NON SEMPRE GLI U.S.A. SONO STATI QUEGLI EMERITI PALADINI DELLE LIBERT¡ CHE CI VOGLIONO FAR CREDERE DI ESSERE.

    IL TIBET … ANCORA OCCUPATO: CHI MAI LO LIBERERA?Il comitato denominato “Referente diritti umani per il Tibet” nasce con l’ obiettivo di promuovere la difesa della cultura tibetana soprattutto testimoniando e denunciando il genocidio della popolazione tibetana. S’ispira a principi quali la nonviolenza, la democrazia, la tolleranza, la solidariet‡, il dialogo, il rispetto e la giustizia. Esso si propone come strumento di iniziative culturali e politiche trasversali a partiti e associazioni. Agisce in un ambito libero di confronto e privo di ogni forma di condizionamento ideologico.

    Il comitato ha la sede operativa a Bassano del Grappa presso il Circolo Arcobaleno (via Angarano, 147).

    Da tutte le parti del mondo i tibetani in esilio cominciano a fare sentire in modo deciso la loro protesta per il Tibet, invaso dalla Cina da pi? di quarant’ anni e violentemente tenuto sotto il dominio autoritario della Repubblica Popolare.

    La mancanza di parola, pensiero e azione, la violazione di questi ed altri diritti umani non sono le azioni pi? gravi che il governo cinese permette in Tibet: i terribili lager tipici dei governi totalitari massacrano la vita di molti tibetani colpevoli di niente, magari aver cantato una lode al Dalai Lama. Gli abusi di potere vanno dalle forme pi? primitive di genocidio al terrorismo psicologico pi? sottile e alla propaganda martellante. Il popolo e la sua cultura specifica rischiano di scomparire.

    Il mio piano di pace “AffinchÈ sia possibile sviluppare una comprensione e armonia maggiori tra cinesi e tibetani – i primi definiscono ciÚ un rapporto d’unit‡ con la madrepatria – la cosa necessaria per fornire una solida base allo sviluppo del reciproco rispetto Ë la smilitarizzazione, il che significa limitare inizialmente il numero dei soldati cinesi fino al ritiro totale. CiÚ Ë fondamentale. Per mantenere la pace nella regione Ë essenziale ridurre le forze militari sui due versanti della catena Himalaiana. Per questa ragione una delle tesi da me avanzate Ë che il Tibet sia finalmente una zona in cui il criterio ispiratore sia la nonviolenza. Si sa che in Tibet ci sono depositi di scorie nucleari e industrie che fabbricano armi nucleari: una questione grave. Inoltre il paese subisce una deforestazione estremamente dannosa per l’ ambiente, Il rispetto dei diritti umani e infine indispensabile”.

    (XIV Dalai Lama, premio Nobel per la pace)

    Insieme decideremo come attivarci per :

    Sostenere il lavoro del Dalai Lama

    Promuovere iniziative culturali riguardanti i tibetani

    Promuovere le adozioni a distanza di bambini/e profughi

    Contribuire a microprogetti di sviluppo

    Raccogliere contributi per il centro di accoglienza per i nuovi rifugiati a Dharamsala

    Diventare sostenitore del nostro Comitato.

    Cerchiamo compagni di cordata per l’ avventura della solidariet‡ con un popolo massacrato. Organizza nella tua citt‡ tavole rotonde, incontri di informazione con le autorit‡ per stimolare alla solidariet‡ e prospettare progetti di intervento, adozione internazionale a distanza.

    Referente diritti umani per il Tibet

    Luciano Fabris

    Via G. Matteotti, 7 – 36055 Nove (VI)

    Tel. 0424-592339 ab. Fax 0424-829285

    E-mail: fabrisluciano@iol.it

  3. PerchÈ non sono intervenuti in TIBET.

    Non sono forse i difensori delle LIBERT¡ e delle cause difficili?

    Essi sono ipocriti o sbaglio?

    TIBET NEWS ITALIA – N.27

    10 marzo 1959: Cosa avvenne a Lhasa

    Il 10 marzo 1959 la resistenza tibetana allíoccupazione cinese, iniziata nove anni prima, esplose in modo violento. Contravvenendo agli impegni assunti nel Trattato in 17 Punti, sottoscritto nel 1951, in cui Pechino si era impegnata non interferire nella politica del Tetto del Mondo, la persecuzione cinese era andata crescendo. In tutto il Tibet, le proteste contro líoccupazione si erano fatte sempre pi? frequenti e molti tibetani erano fuggiti sulle montagne e si erano uniti ai gruppi della guerriglia.Il 5 marzo 1959, dopo la Festa della Grande Preghiera, il Dalai Lama, comíera sua abitudine, aveva lasciato il palazzo del Potala e si era trasferito nella residenza estiva del Norbulinka. Il 10 marzo avrebbe dovuto assistere ad una rappresentazione teatrale di danze organizzata nella sede dellíEsercito di Liberazione ma le autorit‡ cinesi gli avevano comunicato di presenziare allíevento senza la sua abituale scorta. Temendo che i cinesi volessero portarlo a Pechino, dove sarebbe stato pi? facile influenzare le sue decisioni, alcuni funzionari tibetani sparsero la voce che il Dalai Lama stava per essere rapito. Anche se non esistono prove a conferma di questo piano, la reazione della popolazione di Lhasa fu immediata. Una folla di circa 30.000 tibetani si riversÚ attorno al Palazzo díEstate per di proteggere líincolumit‡ del suo capo politico e spirituale.Attorno al Barkhor iniziarono delle manifestazioni inneggianti al Dalai Lama e al Tibet libero. Alcuni ufficiali cinesi furono attaccati dai dimostranti. Ben presto il malcontento sfociÚ in una vera e propria protesta di massa contro il governo cinese in Tibet. Per circa una settimana líEsercito di Liberazione non intervenne ma, il 17 marzo, le forze di occupazione iniziarono a bombardare la citt‡ e furono effettuati alcuni arresti. Il 20 marzo, líesercito ricevette líordine di occupare la citt‡ che cadde sotto il totale controllo cinese il giorno 22. Il 23 marzo, la bandiera della Repubblica Popolare cinese fu issata sopra il Potala e il giorno 28 dello stesso mese il Consiglio di Stato rese nota líabolizione del governo locale. La mattina del 17 marzo, due bombe caddero nelle vicinanze della residenza del Dalai Lama. Quella stessa sera, il capo politico e spirituale del Tibet prese la via dellíesilio e, il 30 marzo, attraversÚ il confine indiano. Circa 100.000 tibetani lo seguirono e, tra loro, anche molti guerriglieri Kampa che, fino al 1974, continuarono la loro attivit‡ di resistenza ponendo la loro base nella regione del Mustang. Il 1? ottobre 1960, Radio Lhasa diffuse la notizia che 87.000 tibetani erano morti, alcuni in conseguenza diretta dellíinsurrezione, altri nelle violente rappresaglie che seguirono. Secondo dati forniti dal governo tibetano in esilio, circa 430.000 tibetani sono morti a causa dellíinsurrezione e pi? di un milione nel corso dellíoccupazione. Molti tibetani in esilio sono stati testimoni dei maltrattamenti, della malnutrizione e delle dure condizioni carcerarie che, ancora oggi, sono causa della morte di molti detenuti. Sono passati quarantíanni ma le ingiustizie e i soprusi continuano.

    (Tibet Information Network)

    Lhasa, 1988

  4. MAI I NORDAMERICANI DFENDERANNO LE LIBERT¡ DI NESSUNO…………..I LORO INTERESSI SE MAI LI PORTERANNO A TROVARE QUALCHE PRETESTO INTERNAZIONALE UMANITARISTICO….VEDI PERCHE MAI NON HANNO AIUTATO MOLTI PAESI COME PER ESEMPIO IL SACRO TIBET !!!

    BREVE STORIA DELLO STATUS DEL TIBET

    Il Governo tibetano in esilio, guidato da Sua Santit‡ il Dalai Lama,guida spirituale e Capo di Stato in esilio del Tibet, sostiene che il Tibet Ë stato sotto occupazione illegale cinese dal momento in cui la Cina lo ha invaso nel 1949-50.

    La storia dello Stato tibetano iniziÚ nel 127 a.C.; il paese cosÏ come noi lo conosciamo, fu unificato per la prima volta nel 7^ secolo d.C.; e fu una delle potenze maggiori dell’Asia. Un trattato formale di pace fra Cina e Tibet nel 821-823 definiva i confini tra i due paesi e assicurava: “i Tibetani vivranno felici nel Tibet e i Cinesi vivranno felici in Cina.” Il Tibet ha mantenuto relazioni con tutte le nazioni confinanti: Mongolia, Cina, Manciuria, Nepal, India britannica, Russia e Unione Indiana.

    Dal 1911 al 1950 il Tibet riuscÏ ad evitare ogni indebita ingerenza straniera e si comportÚ sotto ogni riguardo come uno Stato del tutto indipendente. I rapporti con la Cina rimasero tesi. Nello sforzo di ridurre le tensioni cino-tibetane i Britannici convocarono una conferenza a tre nel 1913: La conferenza fu un insuccesso, e non riuscÏ a risolvere la divergenza tra Tibet e Cina. Il Tibet ha condotto le sue relazioni internazionali principalmente trattando con le missioni diplomatiche britannica, cinese, nepalese a Lhasa, ma anche attraverso delegazioni governative all’ estero. Durante la Seconda Guerra Mondiale il Tibet rimase neutrale.

    L’INVASIONE DEL TIBET. Il punto di svolta nella storia del Tibet fu nel 1949, quando l’ esercito di liberazione popolare della Cina per la prima volta entrÚ in Tibet.Dopo aver sconfitto il piccolo esercito tibetano, il governo Cinese nel 1951, impose al governo tibetano il cosiddetto accordo per la liberazione pacifica del Tibet. Essendo stato firmato sotto costrizione, l’accordo, in base al diritto internazionale, non era valido. La presenza di 40.000 soldati nel Tibet, la minaccia della occupazione immediata di Lhasa e la prospettiva della cancellazione totale dello Stato tibetano, non lasciavano molte scelte ai tibetani. In conseguenza di una aperta resistenza Tibetana all’ occupazione cinese ci fu un aumento della repressione cinese, comprendente la distruzione di edifici religiosi e l’arresto di monaci e di altri leaders di comunit‡.

    Nel 1959 i moti popolari culminarono in dimostrazioni di massa a Lhasa.La Cina rispose uccidendo 87.000 tibetani.

    Nel 1963 il Dalai Lama ha promulgato una Costituzione per un Tibet Democratico, che Ë stata applicata con successo, per quanto possibile, dal Governo in esilio.

    Nel Tibet la persecuzione religiosa, le gravi violazioni dei diritti umani, la distruzione sistematica degli edifici religiosi e storici da parte delle autorit‡ occupanti non sono riuscite a soffocare la volont‡ del popolo tibetano di resistere alla distruzione della propria identit‡ nazionale. Nel corso dei suoi 2000 anni di storia il Tibet ha subÏto qualche influenza straniera solo per brevi periodi: pochi paesi oggi indipendenti possono vantare un primato cosÏ importante. Molti paesi nel corso dei dibattiti all’O.N.U. hanno fatto dichiarazioni di riconoscimento dello status indipendente del Tibet. Dal punto di vista giuridico a tutta’ oggi il Tibet non ha perso il suo essere Stato. Si tratta di un paese indipendente sotto una occupazione illegale. Il Governo cinese non ha mai sostenuto di aver acquisito la sovranit‡ sul Tibet in base ad una conquista. La Cina infatti riconosce che l’uso della minaccia della forza, l’imposizione di un trattato iniquo o la persistente occupazione illegale di un paese, non possono mai garantire ad un invasore il titolo legale sul territorio. Le sue pretese si basano soltanto su una supposta sottomissione del Tibet ad alcuni dei pi? potenti governanti stranieri della Cina nel 13^ e 18^ secolo.

    LA DISTRUZIONE ECOLOGICA DEL TIBET. La presenza coloniale della Cina in Tibet sta provocando un disastro ecologico: la politica di sfruttamento del territorio che ha portato lo sconvolgimento ecologico di vaste aree del Paese delle Nevi distruggendo il patrimonio naturale.Numerosi testimoni oculari hanno detto che i grandi branchi di antilopi, gazzelle, asini selvatici, yak e pecore allo stato brado che esistevano prima della “liberazione” del Tibet, sono scomparsi. Nonostante questo ai turisti occidentali disposti a pagare somme considerevoli Ë permesso di cacciare. Le autorit‡ di occupazione cinesi hanno messo in opera, dagli anni cinquanta a oggi, un progetto di capillare deforestazione del manto boschivo che ricopriva intere zone del Tibet. Ovviamente i “frutti” di questa dissennata politica di deforestazione vengono goduti solo da Pechino, e nulla rimane ai tibetani.

  5. GIL USA MAI AIUTERANNO NESSUNO: hanno aiutato i comunisti cinesi a sopprimere i tibetani, popolo fiero e indipendente:È questa la Giustizia infinita di cui la CNN parla cosÌ tanto?

    AIUTIAMO IL TIBET:

    COME AGIRE nelle istituzioni

    Invito ad aderire alla campagna europea “UNA BANDIERA PER UNO STATUS DI PIENA AUTONOMIA PER IL TIBET”

    Si invitano tutti coloro gi‡ impegnati negli anni scorsi e quelli ai quali sta a cuore la questione tibetana a presentare nel proprio Comune e in quelli limitrofi l’ordine del giorno qui allegato. Si ricorda che si tratta di uno dei pi? atroci genocidi del ‘900: oltre un milione di tibetani uccisi dal Governo Cinese in cinquant’anni di occupazione militare, 6.000 monasteri distrutti, saccheggi di templi, sterilizzazioni e aborti forzati, pulizia etnica mediante trasferimenti massicci di coloni cinesi in Tibet. Per queste ragioni, chiediamo ai Sindaci ed ai Presidenti di province e regioni di sostenere la causa tibetana ed associarsi alla campagna europea ” una bandiera per uno status di piena autonomia per il Tibet” esponendo la bandiera tibetana dai municipi (oppure allíinterno degli edifici) fino a quando il negoziato tra autorit‡ tibetane e governo della Rep. Popolare Cinese non si sar‡ concluso positivamente. Quindi si chiede ai Sindaci o Presidenti di sottoscrivere líappello allegato e, eventualmente, sottoporre al voto del Consiglio Comunale (provinciale, regionale) la proposta di ordine del giorno. Carissimi, se volete allegare líelenco dei Comuni che gi‡ hanno approvato l’o.d.g., le autorit‡ che gi‡ hanno firmato l’appello e altri documenti li potrete trovare nel sito radicalparty.org/tibet, allestito appositamente per questa campagna europea.

    Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato l’ordine del giorno sul Tibet presentato e firmato dal gr.consigliare Forza Italia, dal gr. consigliare Democratici di Sinistra e dal gr. consigliare Radicali-Lista Bonino. Come avrete notato, la questione attraversa ed interessa tutti gli schieramenti politici, quindi non dovete crearvi problemi nel sottoporre al Sindaco o ai gruppi consigliari l’o.d.g. sul Tibet, a qualsiasi schieramento essi appartengano.

    Come muoversi?

    a) Coinvolgendo un Consigliere qualsiasi. Si suggerisce : se conoscete un consigliere comunale, provinciale o regionale, chiedetegli di presentare l’o.d.g. facendolo sottoscrivere ai consiglieri di altri schieramenti; cosÏ l’o.d.g. seguir‡ il suo corso naturale. Gli estremi dell’acquisto della bandiera vi saranno da me comunicati via fax, direttamente a voi o al Comune.b) coinvolgendo un Sindaco o uníAssessore. Se volete sottoporre l’o.d.g. al Sindaco o allí Assessore Comunale o Provinciale o Regionale, dovete chiedergli un appuntamento (telefonate in segreteria del Comune e vi diranno quando riceve): presentatevi come esponente di una associazioneÖnormalmente viene data priorit‡. All’appuntamento portate tutti i documenti ( soprattutto appello da sottoscrivere per il Sindaco e o.d.g. per il Consiglio); spiegate sinteticamente l’importanza del sostegno di questa campagna di libert‡ e democrazia per un popolo cosÏ martoriato e sottolineate che si tratta di una questione di diritti umani oltre che politici. Gi‡ il Parlamento Europeo ha approvato in tal senso. L’affissione della bandiera Tibetana non dovrebbe creare problemi se effettuata in Municipio a fianco di quella italiana: la legge 142 sulle autonomie locali d‡ discrezionalit‡ al Sindaco. Unica consiglio da dare al Sindaco Ë quello di presentare l’o.d.g. in Consiglio Comunale con la firma in calce di tutti i gruppi consigliari (se possibile): l’approvazione all’unanimit‡ sarebbe importante. Datevi una scadenza e datela al Sindaco: l’ o.d.g. andrebbe presentato attorno al 10 marzo , giorno dell’insurrezione nonviolenta a Lhasa, comunque cíË tutto il tempo necessario.

    Quando le istituzioni vi comunicheranno líadesione alla campagna potete spedire la lettera di ringraziamento con gli estremi per líacquisto della bandiera che trovate qui allegata. Per qualsiasi problema contattatemi; buon lavoro, Luciano Fabris

    Referente diritti umani per il Tibet

    Luciano Fabris

    Via G. Matteotti, 7 – 36055 Nove (VI)

    Tel. 0424-592339 ab. Fax 0424-829285

    E-mail: fabrisluciano@iol.it

    Tibet: proposta di ordine del giorno per un Consiglio Comunale

    Ordine del giorno Nome del Comune, X Gennaio 2001

    OGGETTO: RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEL POPOLO TIBETANO

    Il Consiglio Comunale di XXX,

    viste le risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul Tibet del 1959, 1961 e 1965; le risoluzioni sul Tibet del Parlamento europeo del 14 ottobre 1987, 15 marzo 1989, 15 settembre 1993, 17 maggio, 13 luglio e 14 dicembre 1995, 18 aprile e 23 maggio 1996, 13 marzo 1997, 16 gennaio e 13 maggio 1998, 15 aprile e 6 luglio 2000; le risoluzioni sulle violazioni dei diritti fondamentali in Tibet adottate dal Bundestag tedesco (15 ottobre 1987 e 20 giugno 1996), dalla Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati italiana (12 aprile 1989), dalla Camera dei Deputati belga (29 Marzo 1994 e 28 giugno 1996), dalla Commissione Affari Esteri del Parlamento irlandese (21 luglio 1998); la risoluzione adottata il 23 agosto 1991 dalla Sotto-Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione dei diritti delle minoranze; la risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (D.E. 173, 5 ottobre 1988); le risoluzioni adottate dal Congresso degli Stati Uniti d’America, dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti australiani, dal Parlamento del Liechtenstein e dal Parlamento ceco;

    ricordando che il Tibet fu invaso e occupato nel 1949 e 1950 dalle forze armate del regime di Pechino e che Ë tuttora occupato; che il territorio del Tibet corrisponde all’insieme del territorio invaso ed occupato dall’esercito cinese nel 1949 (ovvero le regioni dell’U-Tsang, Kham e Amdo) e non al solo territorio della cosidetta regione autonoma del Tibet; che la rivolta di Lhasa contro l’occupazione del regime di Pechino (10 marzo 1959) provocÚ la morte e l’incarcerazione di decine di migliaia di persone e l’esilio del Dalai Lama e di altre decine di migliaia di tibetani; i rapporti del 1959 e del 1960 della Commissione Internazionale dei Giuristi sulla questione del Tibet; che la lotta di resistenza del popolo tibetano negli anni ’50 e ’60 provocÚ la morte di oltre un milione di tibetani, cioË di oltre un quinto della popolazione di allora; la distruzione di oltre 6.000 monasteri tibetani, l’incendio di centinaia di biblioteche, il saccheggio di templi, la razzia di tesori religiosi e culturali, le esecuzioni sommarie di decine di migliaia di tibetani eseguite dalle guardie rosse durante la cosiddetta rivoluzione culturale cinese del 1968; le manifestazioni di protesta del 1987-88 contro l’occupazione cinese e la violenta repressione scatenata dalle autorit‡ di Pechino; la legge marziale imposta dalle autorit‡ di Pechino in Tibet nel 1989 e 1990; la trasformazione nel 1992 del Tibet in ‘Zona Economica Speciale’ e il conseguente trasferimento massiccio di coloni cinesi in Tibet, che, in pochi anni, ha reso i tibetani minoranza nel loro stesso Paese, anche a causa della pratica, mai cessata, delle sterilizzazioni e degli aborti forzati delle donne tibetane; che il Governo tibetano in esilio Ë ospitato nella citt‡ indiana di Dharamsala; che si Ë concluso il “Decennio per la decolonizzazione” organizzato dalle Nazioni Unite; ricordando in particolare che l “accordo in 17 punti” firmato sotto costrizione a Pechino dalle autorit‡ tibetane, pur sancendo l’annessione del Tibet alla Repubblica Popolare, garantiva anche la piena autonomia del Tibet e, in particolare, il riconoscimento del suo sistema politico e il pieno rispetto della libert‡ religiosa; che le risoluzioni delle Nazioni Unite 1353 del 1959, 1723 del 1961 e 2079 del 1965 chiedono la cessazione di qualsiasi pratica che privi il popolo tibetano dei suoi fondamentali diritti umani, compreso quello all’autodeterminazione; l’istituzione nel 1965 della Regione Autonoma del Tibet (TAR) da parte delle autorit‡ di Pechino; i molteplici tentativi di dialogo rilanciati nel 1979, dopo la scomparsa di Mao Ze Dong, dal Dalai Lama e dal Governo tibetano in esilio nei confronti delle autorit‡ di Pechino; i tentativi reiterati di rilanciare il dialogo con le autorit‡ di Pechino fatti dal Dalai Lama con il “Piano in 5 punti”, presentato davanti al Congresso americano nel 1987, e con la “proposta di Strasburgo”, presentata davanti al Parlamento europeo nel 1988; il conferimento nel 1989 del Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama; la lettera inviata dal Dalai Lama a Deng Xiao Ping l’11 settembre 1992, nella quale si ribadiva la volont‡ di dialogo delle autorit‡ tibetane con il Governo di Pechino; le manifestazioni nonviolente europee di Bruxelles (1996), Ginevra (1997), Parigi (1998), Londra (1999) per la libert‡ del Tibet e per l’apertura di negoziati sino-tibetani, alle quali hanno partecipato migliaia di cittadini europei e tibetani; facendo propria la risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2000, nella quale il PE “invita i Governi degli Stati membri dell’Unione europea a esaminare seriamente la possibilit‡ di riconoscere il Governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano qualora, entro un termine di tre anni, le autorit‡ di Pechino e il Governo tibetano in esilio non abbiano raggiunto un accordo relativo a un nuovo statuto per il Tibet, mediante negoziati organizzati sotto l’egida del Segretario generale delle Nazioni Unite”; chiede al Governo e al Parlamento della Repubblica di dare immediata attuazione alla Risoluzione del Parlamento Europeo, concorrendo in questo modo a un accordo che garantisca la piena autonomia dei tibetani in tutti i campi della vita politica, economica, sociale e culturale, con le sole eccezioni della politica di difesa e della politica estera; decide di mantenere esposta la bandiera tibetana in un apposito luogo del Comune fino a quando il Governo della Repubblica Popolare di Cina e il Governo tibetano in esilio non avranno concordato un nuovo status che garantisca una piena autonomia per il Tibet;

    impegna il Presidente del Consiglio Comunale a trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti delle Camere, al Presidente e al Primo Ministro della Repubblica Popolare di Cina, al Dalai Lama, al Governo e al Parlamento tibetano in esilio, al Presidente del Parlamento Europeo e al Segretario Generale delle Nazioni Unite

  6. IL GOVERNO INVISIBILE

    Tratto dal primo capitolo del libro “il governo ombra” di Alfredo Lissoni

    Prima parte

    TESCHI E OSSA

    Líestate del Duemila ha visto arrivare, nelle sale cinematografiche italiane, una curiosa pellicola americana del regista Rob Cohen, intitolata ìI teschi – The skullsî. Essa denunziava líesistenza di una setta segreta, attiva negli Stati Uniti, che reclutava ragazzi nei campus per formarli come nuove leve di uníaristocrazia economico-politica il cui scopo era il mantenimento del potere ad ogni costo, e con qualsiasi mezzo. Simbolo della setta, che assicurava immediatamente ai propri adepti soldi sesso e successo, un teschio poggiato su due tibie incrociate, come nello stemma dei pirati. Nella pellicola si affermava altresÏ che la CIA, il servizio segreto americano, era nato allíinterno della setta dei ìTeschiî e che ben tre presidenti statunitensi ne avevano fatto parte. La fedelt‡ al club, si riferiva nella pellicola, funzionava come una sorta di feroce massoneria: apriva le porte al potere, assegnava denaro, chiedeva scambi di favore, oltre ogni limite. CiÚ che non veniva detto, e di cui solo una parte del pubblico era forse al corrente, Ë che la setta dei ìTeschiî esiste veramente (anche se il suo vero nome Ë ìTeschi e ossaî). Come esiste effettivamente negli Stati Uniti (e non solo) un ìgoverno ombraî il cui fine ultimo Ë la distruzione dellíordine costituito per la costruzione di una ìSinarchiaî, un governo unico mondiale retto da uníaristocrazia di potenti, che instaurer‡ un ìNuovo Ordine Mondialeî. Per giungere a questo scopo ogni mezzo Ë lecito, dallíomicidio politico allo sterminio di massa, dal controllo della stampa alla nascita del Grande Fratello telematico che tutto vede e tutto spia; in questa disperata lotta al predominio del mondo entrano in ballo le moderne tecnologie informatiche, i satelliti spia e le guerre batteriologiche; ma hanno un ruolo fondamentale anche le credenze esoteriche, le sette e certe filosofie New Age. E cosÏ il governo ombra pesca aderenti nei movimenti ufologici messianici come pure nel pi? bieco satanismo. Solo fantasie? Sfortunatamente no; i primi ad ammetterlo sono gli stessi protagonisti di questa incredibile congiura a livello planetario.

    GLI ILLUMINATI

    ìUn Nuovo Ordine Mondiale? SÏ, esiste. C’Ë un coordinamento segreto fra le sette sataniche, sia americane che europee, per la conquista del mondo e per la sua riorganizzazione. La religione verr‡ abbattuta e sostituita dal culto di Satana. E i politici saranno rimpiazzati dai sacerdoti del Maligno. Le razze inferiori verranno eliminate e la popolazione drasticamente ridottaî. A dipingere questo apocalittico scenario Ë stato il giovane e biondissimo “Angel”, pseudonimo di un satanista californiano pentito che, nell’ottobre 1989, ha confessato al giornalista televisivo Giorgio Medail l’esistenza di un’antichissima e pericolosa setta infernale, gli Illuminati. ìLa sede di questo movimento sotterraneoî, ha precisato “Angel”, ìË in Scozia, dove vive il capo supremo di tutti i satanisti, il Maestro del Mondo, di cui nessuno conosce la vera identit‡…”.

    Dellíesistenza di un gruppo esoterico di destabilizzatori sociali Ë convinto anche il fisico slovacco Vladimir Terzinsky. ìSi fanno chiamare Gli Illuminatiî, ha detto Terzinsky in una conferenza negli Stati Uniti, ìe hanno gi‡ influenzato segretamente molti politici durante l’ultima guerra mondiale. Le loro idee sono state fatte proprie nientemeno che da Hitler… La setta sarebbe composta da individui eterogenei per classe sociale, credo e razza, tutti accomunati da una fortissima propensione per l’esoterismo e per il complotto politico. Il loro scopo Ë di sovvertire il mondo, portandolo sull’orlo della catastrofe sia politica che economica per poi, con un colpo di stato planetario, prenderne il controllo”.

    Quella che sembra la trama di un thriller fantapolitico Ë in realt‡ la versione moderna in chiave catastrofica della cosiddetta ìteoria del complotto esotericoî. Essa sottintende la possibilit‡ che le sorti dellíumanit‡ siano decise da un ristretto gruppo di personaggi, appartenenti a societ‡ segrete, che si sarebbero infiltrati nei centri del potere politico, economico e militare di ogni paese. Che non si tratti perÚ soltanto di una teoria Ë sfortunatamente dimostrato. Certo, le notizie che occasionalmente fuoriescono da queste sette (in buona parte sataniche) sono molto stringate: il segreto Ë la prima regola, e chi tradisce paga molto duramente. Dai frammenti di informazioni recuperati dagli investigatori (líFBI, ad esempio, Ë spesso sulle tracce di questi sovvertitori dellíordine pubblico) sappiamo dellíesistenza di una ìbaseî, spesso un vero e proprio braccio armato, composto da gruppi di estremisti (satanisti, neonazisti e a volte anche fanatici religiosi di vari credo) che, pur professando filosofie, religioni e culti diversi fra loro, hanno un obiettivo comune molto chiaro: conquistare il mondo e sovvertire líordine sociale, sostituendolo con qualcosa di nuovo e di diverso. Alcuni di essi provengono dallíestrema destra neonazista, altri dal satanismo, altri ancora sono apolitici, ma tutti sono comunque manovrati dai vertici del governo ombra.

    Ufficialmente quella del Nuovo Ordine Mondiale Ë stata per lungo tempo, secondo alcuni politologi, una teoria socio-economica, propugnata dai presidenti Reagan e Bush negli Stati Uniti e da Margareth Thatcher in Gran Bretagna, che prevedeva líabbattimento delle frontiere doganali e la creazione di uníunica grande nazione euro-americana, diretta da un solo organismo. Un progetto abbandonato, si dice, a causa dellíintransigente opposizione di vari gruppi religiosi e laici caratterizzati da un forte nazionalismo, e sostituita nel Vecchio Continente dalla nascita dellíEuropa Unita. Ma la Sinarchia Ë invece una realt‡. Vi aderiscono alcune delle principali famiglie economico-finanziarie internazionali, raggruppate in centri di potere quali la Trilateral Commission, il gruppo Bildeberg, il CFR americano. Vi sono industriali e magnati del petrolio che, entrati in politica o nei servizi segreti, hanno spesso trasformato il governo americano in un docile fantoccio nelle loro mani. Questo Ë líincredibile quadro che emerge dalla rilettura dei documenti pi? scottanti e dalle testimonianze pi? esplosive. Grazie ad essi si scopre che la Sinarchia non disdegna, per il raggiungimento dei propri fini, utilizzare le tattiche pi? disparate, da quelle scientificamente riconosciute (come il controllo delle telecomunicazioni attraverso i satelliti e la rete spia Echelon) a quelle considerate pi? esotiche, come la guerra psichica, la magia nera, la retroingegneria UFO. Combattono la religione, sebbene molti sinarchici si dichiarino apparentemente buoni cristiani, e questo perchÈ il cristianesimo tende ad abbattere le distinzioni tra classi sociali; la Sinarchia invece le esaspera. Non meraviglia dunque che al suo interno vi siano elementi legati al satanismo o al neonazismo (la stessa CIA, braccio armato del Governo Invisibile, nacque con elementi provenienti dalla Gestapo).

    LA CACCIA ALLíANTICRISTO

    La presa di coscienza dellíesistenza di questa terrificante realt‡ ha portato in America, come era prevedibile, ad una vera e propria caccia alle streghe da parte di quegli ambienti religiosi (alcuni dei quali fondamentalisti, sfortunatamente) che hanno deciso di opporsi alla Sinarchia. E si Ë giunti a veri e propri eccessi, nella ìlotta allíAnticristoî (della quale lo scozzese Re del Mondo sarebbe il vicario), con una serie di attentati alla casa di produzione cinematografica statunitense Warner Bros, che ha l’unico torto di avere la propria sede di New York al civico numero 666 (che nel libro dellíApocalisse indica il demonio) e che viene accusata di produrre cartoons che incitano alla violenza; con il boicottaggio della Disney, che nei propri film inserirebbe disegni osceni e subliminali (un fallo ne ìLa sirenettaî, ecc…) e della Procter&Gamble, una multinazionale chimica nota soprattutto per i suoi prodotti per l’igiene personale: accusata ingiustamente da varie sette protestanti di aver stretto un patto con Satana attraverso la chiesa del reverendo Moon e di avere un marchio che ricordava (invero, con molta fantasia) un simbolo satanico, la societ‡ ha visto crollare a tal punto le vendite, da dover cambiare il marchio incriminato. La Procter aveva la sfortuna di pubblicizzare i propri prodotti con il disegno di un vecchietto barbuto, i cui riccioli ricordavano tre 6 in fila; fra gli oltre 60 prodotti distribuiti, la Procter aveva anche il sapone chiamato Ariel, che neanche a farlo apposta Ë uno dei nomi del diavolo. A seguito della campagna di boicottaggio la ditta ha mutato il proprio, antico simbolo sostituendolo con il volto di una ragazza sorridente. Nel mirino Ë finito anche líattore David Hasselhoff, gi‡ stella di ìSupercarî e ìBaywatchî, che qualcuno ha stabilito essere… líAnticristo (ma Ë stato detto anche di Bill Gates). La lotta contro le ditte seguaci del demonio (dal quale riceverebbero, in cambio di un patto satanico, la ricchezza) ha raggiunto líapice nel 1988, quando il gruppo svizzero Crusade ha divulgato in Europa (in Italia grazie ad un gruppo di preti bolognesi) una lista di ìmarchi di fabbricaî (i codici a barre che identificano la casa e il prodotto) attribuiti a ditte sataniche. Al di l‡ della non dimostrata adesione delle ditte al satanismo, líaspetto pi? curioso fu che questa caccia alle streghe venne da una parte scatenata dagli ambienti fondamentalisti cristiani, dallíaltra da quegli stessi movimenti neonazisti (con il libro ìSecret societiesî del nazista Jan Udo Holey) legati proprio alla Sinarchia………

    Fonte: “il Governo Ombra” di Alfredo Lissoni . Edizioni Segno (2000)

  7. IL GOVERNO INVISIBILE

    Tratto dal primo capitolo del libro “il governo ombra” di Alfredo Lissoni

    Seconda parte

    I CREDENTI DEL MALE

    Sebbene il cervello di questo movimento segreto sia in Scozia (patria storica di un certo tipo di Massoneria), le fila vengono oggi tirate dagli Stati Uniti; l‡ ogni anno scompaiono circa diecimila persone, buona parte delle quali, soprattutto in California, finirebbero nelle grinfie dei satanisti. Tale Ë la convinzione di un agente dellíFBI confidatosi nel 1986 con il giornalista italiano Giorgio Medail, in America per un reportage sulle messe nere. Proprio la California, a detta degli esperti, Ë uno degli stati maggiormente a rischio. Sparizioni di persone, da utilizzare per sacrifici umani, avvengono con una certa frequenza lungo líautostrada Highway A1. E S.Francisco altro non sarebbe che il vertice di un triangolo nero che, con Torino e Praga, rappresenterebbe una delle roccaforti dei seguaci del Maligno.

    Se questi dati, indubbiamente esagerati dalla stampa, dovessero avere un minimo di fondamento, allora ci troveremmo di fronte ad una preoccupante mappa della religiosit‡ deviata. Quanti siano i satanisti nessuno lo sa con precisione. Nemmeno essi stessi. Questo perchÈ le loro identit‡, come pure i loro riti, sono strettamente segreti. Di certo si sa solo che non esiste un rituale satanico ben preciso. E sebbene negli anni Sessanta sia stata pubblicata in California addirittura la Bibbia di Satana, i moderni seguaci del demonio hanno riti e liturgie che differiscono da Paese a Paese. Líavvocato Davide Venturini della Congregazione per la Cause dei Santi stima che siano almeno diecimila i gruppi satanici che si rifanno allo gnostico inglese Aleister (Edward Alexander) Crowley, e quindicimila i gruppi neri italiani; secondo un rapporto del Viminale in occasione del Giubileo del 2000, esisterebbero perÚ solo 9 gruppi per un totale di duecento adepti (secondo una ricerca del novembre 1994, gli adepti di sette erano invece pi? di 600.000, cui andavano aggiunti altri 400.000 simpatizzanti. In pratica, due italiani su cento facevano parte – a met‡ degli anni Novanta – di uno dei circa quattrocento movimenti sparsi sul territorio nazionale. E circa tremila aderivano a gruppi satanici). I dati dunque sono confusi. In Francia esistono diverse sette che praticano la magia sessuale ed hanno una forte componente femminile, mentre nei covens (congreghe) inglesi predominano i maschi, molti dei quali si abbandonano a pratiche neopagane o sadomasochiste, talvolta purtroppo con sacrifici di bambini (il 17 marzo 1990 scoppiÚ nel Regno Unito uno scandalo enorme, quando si seppe di bambini partoriti da sataniste per riti sacrificali). In Italia líomicidio rituale Ë invece pressochÈ sconosciuto, mentre Ë ammesso e anzi Ë una pratica obbligatoria nelle conventicole dei narcotrafficanti messicani che si ricollegano al culto azteco di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato (a Matamoros, nellíaprile del 1989, vennero arrestati diversi satanisti narcotrafficanti, guidati dal boss Adolfo Costanzo, che credevano di ottenere dal diavolo líimmunit‡ bollendo in un calderone cuori umani e sacrificando bambini).

    Strutture e credi variano a seconda delle nazioni, sebbene sia lecito ritenere che dietro le principali sette del male vi sia comunque la Sinarchia. Taluni satanisti non sono altro che una degenerazione dei movimenti hippies; sono dei ribelli insofferenti allíautorit‡ costituita che spettacolarizzano il disprezzo della religione solo per dare scandalo. Alcuni di costoro sono noti cantanti rock, come Dio, i Black Sabbath, Marylin Manson ed Alice Cooper (che prende il nome da una strega del passato che terminÚ i suoi giorni sul rogo) che si fingono satanisti ma che di fatto non hanno nulla in comune con i veri adoratori del demonio. I veri satanisti, per contro, non si addobbano con tatuaggi, teschi o croci rovesciate, ma si travestono, pi? subdolamente, da persone rispettabili (tali parevano i supposti partecipanti ai raid satanici del mostro di Firenze, che si dice godesse della copertura di noti esponenti del bel mondo fiorentino). Costoro, a differenza dei seguaci degli antichi culti pre e paleocristiani (come molti gnostici che si rifanno ad Aleister Crowley, o i neopagani) adorano effettivamente il Maligno, il diavolo biblico, il signore del male, convinti che in questo modo non andranno allíinferno ma erediteranno la Terra, e sicuri che il diavolo non sia cosÏ brutto come lo dipinge la Chiesa.

    I satanisti si radunano periodicamente per cantare le lodi al loro signore generalmente il 1? maggio, festa pagana di Lammas, ed il 2 novembre, Halloween (ma non cíË una regola. Altri satanisti italiani prediligono il 31 ottobre, il 2 febbraio, il 30 aprile, il 21 giugno; in buona sostanza le ricorrenze sono collegate alle stagioni, a solstizi ed equinozi). Questi incontri, chiamati in Gran Bretagna sabba quando vi partecipano molti adepti ed esba se in tono minore, avvengono prevalentemente di notte. Solitamente fra la mezzanotte e (per il sacerdote luciferino romano Efrem Del Gatto) le due e tre quarti, nel momento in cui le influenze lunari sarebbero pi? forti ed il momento propizio per le evocazioni demoniache e le pratiche magiche. Durante questi incontri si celebra una messa, che Ë nera in quanto ripete al rovescio quella cristiana. Si evoca il diavolo anzichÈ il Signore, si recita nema anzichÈ amen, si utilizza come altare una donna nuda e ci si scambia un segno di pace congiungendosi carnalmente. Durante queste cerimonie, praticate con diverse varianti a seconda dei vari covens, si Ë soliti raccogliere in un calice, la ìcoppa di Babalonî, gli umori sessuali di tutti i presenti e quindi comunicarcisi. Tale liquido, chiamato amrita, servirebbe a conferire maggiore forza psichica durante gli incantesimi con i quali i satanisti cercano di ottenere vantaggi personali, dalla ricchezza alla giovinezza al successo, ma solo e soltanto attraverso il male procurato ad altri, ottenendo benefici solo attraverso le altrui disgrazie. Durante questi riti viene talvolta portata a termine una pratica segretissima, la costruzione del bambino interno, basata sulla credenza che non tutti gli uomini abbiano uníanima immortale e che pertanto sia necessario costruirsela giorno per giorno. Questo avviene, per i satanisti, con la ritenzione del liquido seminale. Che, in questo modo, andrebbe ipoteticamente ad alimentare il bambino interno, che come tale viene nutrito ed allevato; e battezzato satanicamente con un nome segreto che nessuno dovr‡ mai conoscere, se non si vorr‡ correre il rischio di diventare schiavi psichici, zombi privi di volont‡ in balia dello scopritore del nome segreto.

    Ma la pi? aberrante pratica magica dei satanisti Ë sicuramente líimmolazione di una vittima umana. ìIl vero segreto della Scienza occultaî, ha scritto il demonologo francese Georges Demaix, ìË il controllo del magnetismo umano e la sua proiezione nello spazio. Coloro che ignorano il magnetismo non possono agire. I fluidi umani sono potenti e di una rara efficacia…î E la caccia a questi fluidi sembra essere una delle occupazioni principali del cultori del male. Dicevamo che nel 1990 i giornali della Gran Bretagna riportarono a titoli cubitali la notizia che decine di bambini sarebbero stati rapiti dai satanisti londinesi e sacrificati (qualche anno dopo si scoprÏ di riti pedofilo-satanici su di uníisola vicina a Washington, coinvolti politici di alto livello come il deputato Barry Franks e membri del Pentagono e della CIA, come Craig Spence, ex direttore dello staff di George Bush; Kenneth Lanning, dellíFBI Behavioral Science Unit, dopo otto anni di indagini ha liquidato il tutto come falsit‡). Nel caso della Gran Bretagna molti infanti sarebbero stati figli di coppie sataniche, appositamente allevati per líolocausto finale. Questa abietta forma di rito verrebbe praticata in quanto, al momento del trapasso, il sacrificato sprigionerebbe potentissime energie psichiche che i satanisti utilizzerebbero, oltrechÈ per propiziarsi le divinit‡ infernali, per ottenere il dominio sulle forze della natura. Essendo, fortunatamente, tale costume non esente da rischi e da procedimenti penali, molti adepti del demonio preferiscono ridurre il pericolo operando su cadaveri trafugati dai cimiteri. Queste profanazioni di tombe avvengono talvolta corrompendo i custodi dei cimiteri. Un caso che destÚ scalpore si verificÚ in Italia, a Ioppolo, nel 1984, allorchÈ un necroforo venne colto sul fatto mentre disseppelliva una bimba di cinque anni. Le tombe hanno poi una funzione centrale presso molti gruppi satanici. Angel ha raccontato che la sua setta soleva nascondersi nelle tombe per sfuggire alla polizia; la terra di cimitero sarebbe poi considerata un elemento di primíordine per la realizzazione di filtri e pozioni.

    Il legame di queste settacce (nel 1988 lo studioso Gianluigi Marianini stimÚ in 40.000 i satanisti italiani) con la Sinarchia (gli Illuminati) deriva dal fatto che una delle idee fisse di alcuni gruppi settari dediti al male sia la convinzione dellíimminenza della fine del mondo. Fine che deve essere accelerata per permettere al diavolo di sgominare le forze del bene, incarnate dalla societ‡ borghese e conservatrice, detentrice del potere. ìAlcuni maghi dei secoli passatiî, ha scritto líavvocato Venturini, ìhanno affermato che líAnticristo avrebbe iniziato la sua manifestazione pubblica nel 1996 e che líavrebbe condotta a compimento nel 1999. Questa idea Ë stata ripresa dalla maggior parte dei gruppi satanici, che líhanno poi fatta propria e che tentano di darle corpoî. Per scardinare dalle fondamenta lo status quo molti satanisti anni Ottanta e Novanta hanno cominciato a reclutare tra le loro fila, soprattutto in America, membri dellíesercito ed esponenti della finanza, tutti accomunati dallíidea di un nuovo ordine mondiale. Alcuni di essi hanno effettivamente confessato la loro appartenenza alle milizie nere.

    Oggigiorno gli Illuminati, che di fatto si considerano una antichissima setta di risvegliati (cioË di ribelli alla cultura e alla religione ufficiali, giudicate oppressive e massificanti), vantano – vero o falso che sia – affiliati in tutto il mondo. Utilizzano individui psicolabili per destabilizzare periodicamente le basi della societ‡; pilotano i movimenti neonazisti di tutto il mondo (si pensi alla setta giapponese Aum ShinrikyÚ o ai nazionalisti russi di Zhirinovskij); strumentalizzano e manovrano guru e santoni ed alcune sette New Age per far filtrare nella societ‡ le proprie idee rivoluzionarie. A questo proposito diversi scandali ha suscitato, fra il 1985 ed il 1998,

    la scoperta che molti moderni Rasputin da anni manovrano i principali capi di stato: in America líastrologa Joan Quigley indicava a Reagan i giorni fasti e nefasti per firmare i trattati di proliferazione nucleare (e per líastrologia impazzivano anche Nancy Reagan ed il generale Schwarzkopf, il comandante dellíoperazione ìTempesta nel Desertoî contro Saddam Hussein) e la medium inglese Rosemary Altea sosteneva di essere il consigliere di fiducia della famiglia Clinton. E se Bill dormiva con sul comodino una copia del libro de ìLa profezia di Celestinoî (del padre della Next Age James Redfield), Hillary, da parte sua, organizzava sedute spiritiche con la parapsicologa Jean Houston, che líaveva convinta di essere la reincarnazione della regina Caterina di Russia e grazie alla quale la first lady cerca di evocare lo spirito di… Ges? e del Mahatma Gandhi. In Russia il ruolo della Houston líha ricoperto la discussa guaritrice georgiana Djuna Davitashvili, una ciarlatana che ha avuto in cura prima Breznev e poi Eltsin; e cíË anche il teleguaritore Anatoli Kashpirovski, ex consigliere di fiducia del leader ultranazionalista Zhirinovskij e del ministro degli esteri Gennadj Gherassimov allíepoca del mandato di Gorbachov; qualche anno fa si Ë poi saputo che molti alti papaveri sovietici avevano tutti un astrologo personale e che la CIA intendesse sfruttare la loro credulit‡ intervenendo sui loro operatori dellíocculto. Non Ë certo migliore la situazione in Gran Bretagna, ove grande scandalo vi Ë stato quando la cartomante greca Vasso Kortesis ha venduto ai tabloid londinesi le confidenze della sua cliente Sarah Fergusson, líex consorte del principe Andrea díInghilterra. La Kortesis ha rivelato che líex duchessa di York era una grande appassionata di magia ed occultismo, credulona al punto da chiamarla ìmammaî. Anche Lady Diana e Dodi Fayed avevano un astrologo personale, Rita Rogers, che aveva previsto per i due un futuro di amore e di felicit‡. Contro la mania per líocculto dei reali díInghilterra ha tuonano nientemeno che líarcivescovo di Canterbury (il papa dei protestanti) Lord Runcie, che ha rivelato che Carlo díInghilterra Ë stato manipolato ed allontanato dalla religione dal santone reincarnazionista sudafricano Laurens Van Der Post; infine, il dito Ë stato puntato in passato dai media anche contro il guru indiano Sri Chinmoy, che addestrava personalmente i funzionari dellíONU, e contro il santone Sai Baba, che ebbe in passato stretti legami con la famiglia Craxi.

    In molti si sono domandati quanto possa essere pericolosa líinfluenza di alcuni dei sopracitati personaggi sui leader delle due principali superpotenze. E che tanti sospetti non siano ingiustificati Ë stato dimostrato dallíattentato con il gas nervino al metrÚ di Tokyo, nel ë95, di cui parleremo in seguito. Líepisodio ha infine spinto i media a domandarsi se non vi sia effettivamente una regia occulta (quella sinarchica) dietro sette e santoni, con scopi destabilizzanti.

    Un classico esempio di attacco mascherato alle istituzioni fu la strage a Bel Air del 1969, durante la quale perirono sei persone, compresa Sharon Tate, la bellissima moglie di Roman Polanski. Tale eccidio era stato ordinato da un pazzoide fanatico a nome Charles Manson, un satanista che amava farsi identificarsi alternativamente in Dio e Satana e che aveva raccolto un gruppetto di hippies sbandati in un ranch, líOld Spahn, ribattezzato Family, la famiglia Manson. Di questa congrega di sbandati Vincent Bugliosi, il procuratore incaricato delle indagini sulla strage di Bel Air, scrisse: ìQuasi tutti i membri della Family avevano maturato una profonda e radicata ostilit‡ verso la societ‡î. Lo stesso Bugliosi si convinse che i mansoniani intendevano ordire líHelter Skelter, un complotto su larga scala ìper provocare una gigantesca carneficina e fuggire nel deserto da dove Manson sarebbe stato richiamato un giorno per governare il mondo.î Molti satanisti credono che per ottenere tale scopo sia necessario stipulare un patto col diavolo, per ottenerne i favori: danaro, protezione o successo dellíimpresa. Si ritiene che gli adepti possano stipulare il patto per ottenere un dono, uno e uno soltanto, in cambio dellíanima e in genere per soli venti anni, come Ë documentato nella tradizione stregonesca sin dal XVI? secolo. Nel tentativo di prolungare questi favori i satanisti cercano di piegare il diavolo ai propri voleri servendosi dellíincantesimo della mano di gloria. Si tratta di una pratica oramai pressochÈ scomparsa e consistente nel procurarsi la mano mummificata di un impiccato (operazione tuttíaltro che agevole) da utilizzare come portacandele per affascinare il diavolo. Nei trattati stregoneschi rinascimentali si dice infatti che il demonio provi uníattrazione irresistibile per questo amuleto e che, pur di potere restarsene a contemplarlo in santa pace, sia disposto a concedere qualsiasi favore al possessore della mano, che, in questo modo, acquista la gloria, cioË i poteri, del demonio (tematica parzialmente ripresa nellíultimo film di Polanski, ìLa nona portaî; qui líamuleto Ë in realt‡ un libro magico con le figure dei tarocchi). Líultima mano di gloria in circolazione si trova nel museo personale dello studioso torinese Lorenzo Alessandri, pittore e grande esperto di satanismo. Dal 30 aprile 1966 esiste anche una chiesa ufficiale per il culto del male. Si trova a S.Francisco, Ë una palazzina in legno di tre piani, tutta nera, tappezzata internamente da drappi rossi, maschere diaboliche, fruste e crocefissi rovesciati. La sua frequentazione Ë libera, come pure il culto Ë autorizzato, essendo in America ammessa per legge qualsiasi religione. Vicario e fondatore di questa chiesa Ë líungherese Anton Szandor La Vey, un ex domatore di leoni dal fascino mefistofelico, che vanta migliaia di aderenti non solo negli States ma anche in Europa e Canada. La Vey ha scritto nel 1969 una bibbia satanica che in pochi anni Ë diventata un best seller ed il cui comandamento principale Ë fa ciÚ che vuoi; ha inoltre pubblicato ìIl rituale satanicoî (1972), che codifica i riti. I due libri hanno venduto nel mondo oltre 300.000 copie. La Vey sostiene che Satana voglia il bene dellíumanit‡ e che sia contrario alla mortificazione della carne e della volont‡. Per questo motivo i satanisti si sentono autorizzati a fare tutto ciÚ che vogliono, soprattutto il male. La Vey ha operato per anni assieme alla biondissima moglie e alla figlia Karla, dispensando sacramenti (ovviamente satanici) e celebrando matrimoni e creando anche una moda. Uno dei pi? discussi matrimoni satanici, celebratosi a Louisville nel Kentucky fra il locale vescovo nero ed una sacerdotessa di Satana, ha attirato centinaia di curiosi. Inseritosi, con i suoi discepoli, profondamente nellíambiente hollywoodiano, La Vey ha ispirato film come ìIl sosia di Luciferoî e ìInvocazione a mio fratello demonioî (nel quale recitÚ egli stesso). Dopo vari scismi, il suo credo Ë stato portato avanti dalle figlie. Contro queste chiese sataniche si sono mossi molti esperti dellíocculto, come il ricercatore Jeremy Kingston, che ha dichiarato: ìLa setta di La Vey si sta espandendo, ma molti studiosi di occultismo sostengono che Ë molto rischioso avere a che fare con la magia nera. E un fatto accaduto nel 1967 sembra avvalorare questa ipotesi. La sera del 29 giugno un uomo di mezza et‡ crollÚ sul pavimento del suo appartamento a S.Francisco, urlando con voce di donna ëNon voglio morireí. Lui e la sua famiglia, tutti membri della setta di La Vey, riconobbero in quella frase la voce di Jayne Mansfield, la nota attrice erede di Marilyn Monroe, segretamente seguace di La Vey. In quello stesso momento Jayne, che aveva dichiarato di volersi staccare dalla setta, sarebbe morta in un incidente díauto dopo essere stata maledetta da La Vey…î La morte dei singoli seguaci, se non addirittura dellíintero coven, non Ë un evento raro. Non Ë difatti infrequente che questi gruppi concludano la propria esistenza in un bagno di sangue. Non potendo mutare la realt‡ circostante, vari adepti decidono di cambiare il proprio stato di esistenza togliendosi la vita, entrando in questo modo, a loro dire, in uníaltra dimensione (lo stesso fecero molte sette New Age ed ufologiche, dalla Higher Source ai Solariani di Luc Jouret). Questíidea folle Ë molto antica e risale al 1300. Margareth Murray, nota studiosa di stregoneria e paganesimo, ha scritto nel libro ìLe streghe nellíEuropa occidentaleî (Garzanti, 1978): ìIl sacrificio del dio delle streghe era compiuto in Francia, Belgio e Gran Bretagna. Lo studioso James Frazer ha rilevato che la vittima umana, dio o vicario, non soltanto soggiaceva al suo destino, ma spesso lo anticipava dandosi la morte o mettendosi spontaneamente nelle mani del suo sacrificanteî. Questa stessa rassegnazione al sacrificio Ë stata rilevata nei settari del XX? secolo. Susan Atkins, una delle adepte della Family Manson, ha scritto nel suo memoriale ìFiglia di Satana figlia di Dioî: ìDovevo morire per tutta la gente. Loro non lo sapevano, non sapevano ma stavo per morire per loro…î Non tutti gli adepti del demonio adorano la stessa entit‡. I cosmisti, come la setta francese della Cosa astrale, credono in uníentit‡ spaziale, una forma di energia che permea líuniverso. I satanisti venerano invece il diavolo biblico, líautentico avversario di Cristo, il signore del Male, líangelo ribelle allíautorit‡ politica e religiosa. I luciferiani e i diabolici, invece, credono in una versione eretica della figura del diavolo. Sono cioË convinti che il dio cristiano fosse un Signore geloso, intenzionato a tenere Adamo come uno schiavo imbelle recluso in Paradiso, e pensano che líintervento del serpente, che ha regalato allíuomo la conoscenza, ci abbia liberati dalla tirannia di Dio. Per questo i luciferiani venerano un idolo di matrice templare, il baphomet, un demone con una candela accesa tra le corna: la candela della conoscenza che con la sua luce rischiara le tenebre dellíignoranza voluta da Dio. Gruppi luciferiani in Italia sono i seguaci di Efrem del Gatto (vero nome Sergio Gatti). Da non confondersi con gli adoratori del Maligno sono i neopagani, che recuperano gli antichi culti greco-romani; i seguaci della Wicca, la religione dellíEuropa occidentale precristiani; e i draconiani, un gruppo gnostico convinto che divinit‡ aliene abbiano da sempre controllato energeticamente il nostro pianeta. Decisamente satanici gli yezidi o adoratori del Pavone, un gruppo eretico in campo islamico, convinto che non un serpente ma il sopracitato pennuto abbiano affrancato líuomo dalla schiavit?, con il compito di distruggere le forze del bene. Bene che, come si sa, Ë sempre relativo, specie se dietro le quinte operano i sinarchici.

    LE PSICOSPIE

    Ma la magia nera non Ë líunica tecnica ìalternativaî praticata dai sinarchici, che hanno un notevole serbatoio anche nellíuniverso delle facolt‡ extrasensoriali. La prima delle notizie esplosive uscÏ nel novembre del 1991: la Psi Tech, una societ‡ americana con sede nel Maryland, aveva spiato per conto delle Nazioni Unite gli arsenali segreti di Saddam Hussein servendosi di… un team di veggenti!

    Grazie ad una squadra di potenti sensitivi, il direttore della Psi Tech Edward Dames, un ex ufficiale della CIA, aveva cosÏ tracciato una mappa precisa delle installazioni segrete del dittatore irakeno. I telepati della Psi Tech avevano individuato due centrali per la costruzione di armi batteriologiche, i cui piani sarebbero stati poi consegnati al Pentagono. La notizia stupiva in quanto il governo americano, gi‡ nel 1988, aveva dichiarato di non avere nessuna intenzione di servirsi di medium e sensitivi in quanto “tutti i test effettuati per stabilire l’esistenza di poteri paranormali erano risultati negativi”. Ma evidentemente, dietro le quinte, le cose andavano diversamente. Non solo, nel novembre del 1995 dagli archivi della CIA, il servizio segreto americano con sede a Langley in Virginia, fuoriusciva la notizia che per oltre ventíanni, e per la modica spesa di 32 miliardi di lire, i servizi segreti USA si erano serviti di medium e sensitivi per le loro attivit‡ clandestine (o ìblack projectsî). In particolare, per rintracciare il leader libico Gheddafi nel 1986; per liberare il generale Dozier sequestrato in Italia dalle Brigate Rosse; per scoprire, nel 1979, dove fossero i nuovi sommergibili atomici dei sovietici ed infine per individuare le centrali al plutonio dei nordcoreani. I sensitivi, sei potenti telepati la cui identit‡ non veniva rivelata, operavano presso la base di Meaden, Washington, nellíambito del programma ìStargateî (la porta delle stelle). Il gruppo, per cercare di frugare a distanza nella mente del nemico, si serviva soprattutto della telepatia. Nel 1994 il Congresso degli Stati Uniti aveva posto il veto a questo tipo di esperimenti, giudicati inutili e costosi, ma i servizi della Difesa avevano protestato sostenendo che ìle facolt‡ extrasensoriali esistono e vanno sfruttateî. I sei veggenti, in particolare, avrebbero individuato, nel corso degli anni, sommergibili sovietici e campi di addestramento libici per terroristi. Quanto ai fiaschi, come la mancata individuazione di Gheddafi, i portavoce della Difesa rispondevano: ìErano, sono e saranno inevitabili. Quando i nostri i top gun bombardarono Tripoli nella speranza di uccidere Gheddafi i nostri sensitivi indicarono con precisione il bersaglio: ma quella notte il colonnello non dormÏ sul posto e scampÚ alla morte. La colpa, dunque, non Ë dei sensitivi…î.. Líinchiesta sui veggenti di Meaden Ë stata condotta, per conto del Congresso, dalla professoressa Jessica Utts dellíUniversit‡ della California e da Ray Hayman dellíUniversit‡ dellíOregon. Mentre la prima ha dichiarato che le ricerche meritavano di proseguire, Hayman si Ë detto totalmente scettico, visto che i sensitivi ci avevano azzeccato solo nel 15% dei casi. Da allora il Governo avrebbe sospeso i finanziamenti; ma sappiamo invece che lo spionaggio mentale continua ugualmente, grazie ai fondi in nero della CIA. I russi, del resto, fanno altrettanto, e da pi? tempo rispetto agli americani. Gi‡ nel 1940 girava per il Cremlino Wolf Messing, un ebreo polacco ricercato dai nazisti non solo per le sue origini ma per la sua profezia della fine di Hitler qualora questi avesse attaccato la Russia. Intimo di Stalin, Messing non lesinava dare mostra dei propri poteri di controllo mentale. In un occasione il polacco riuscÏ a penetrare nella casa di campagna del leader sovietico, in barba alla rigidissima sorveglianza armata, suggestionando mentalmente le guardie del corpo e facendo credere loro di essere Lavrenti Beria, l’onnipotente capo della polizia segreta sovietica. Ma la possibilit‡ di boicottare i nemici psichicamente grazie all’uso di sensitivi Stalin l’avrebbe messa in pratica, a detta del parapsicologo Massimo Inardi, “nel 1953, quando la scoperta di soggetti dotati di facolt‡ telecinetiche fece balenare, presso le Forze Armate, l’idea di un loro utilizzo a scopo pratico, come l’intercettazione telepatica di piani strategici, il disturbo di strumentazioni tattiche (missili, aerei, radio…), fino alla neutralizzazione a distanza degli armamenti nucleari”. In quell’anno Ë nata la psicotronica, o ìscienza delle reali energie umaneì, cosÏ Ë stata ribattezzata la parapsicologia nella CSI.

    La ricerca ha fatto passi da gigante da quando il governo ha messo le mani su medium e sensitivi dalle capacit‡ a dir poco eccezionali. Come nel caso dei telepati Karl Nikolaev e Yurij Kamenskij che dal 1965 hanno eseguito difficili esperimenti di comunicazione mentale anche a centinaia di chilometri di distanza, con risultati ritenuti talmente sbalorditivi da spingere il Cremlino ad istituire differenti istituti di ricerca sui fenomeni ESP non solo nella capitale, ma anche a Novosibirsk, Odessa, Zhaporozhje, Taganrog e Alma Ata. E questi studi si sarebbero spinti cosÏ avanti al punto che, nel dicembre del 1992, la stampa mondiale ha riportato la notizia – quanto seria non si sa – che i sovietici possiedono una macchina psicotronica in grado di amplificare a comando i desideri, permettendo a sensitivi opportunamente manovrati di uccidere a distanza! I dettagli di quest’arma provengono ovviamente da fughe di notizie, raccolte in un documento top secret intitolato ìInventario delle informazioni di cui Ë proibita la pubblicazioneî, un misterioso volume di quattrocento pagine, aggiornato annualmente dagli organi di censura nazionali. In un paragrafo di questo testo militare c’Ë una sezione dedicata proprio alle armi extrasensoriali. E si citano quattrocento cittadini sovietici che hanno denunciato insoliti dolori o vere e proprie alterazioni psichiche, provocate dalle psicospie. Fra le vittime, ci sarebbe anche un ex colonnello del KGB, pronto a testimoniare che tali apparecchiature vennero usate per favorire colpi di stato e per eliminare oppositori politici, spingendoli al suicidio. Quest’arma sarebbe stata utilizzata per ridurre a miti consigli i sei golpisti rivoluzionari che, nell’estate del 1991, sequestrarono Mikhail Gorbachov. Costoro, pur avendo in mano i codici segreti per lanciare tutte le testate nucleari sovietiche e disponendo dunque in quel momento di un potere immenso, tutt’a un tratto si arresero docilmente ed inspiegabilmente alla Guardia Rossa, lasciandosi arrestare come in trance…

    Dell’esistenza di simili armi Ë convinto anche il colonnello dell’Esercito americano Thomas E. Bearden, un ingegnere nucleare il cui nome Ë legato a diversi esperimenti top secret per il Pentagono. “Esiste un’operazione segreta dei sovietici battezzata fer-de-lance ì, ha raccontato il militare nel volume ìExcalibur briefingî, ìtesa alla conquista del mondo. L’operazione, ideata durante la guerra fredda, e ad appena pochi anni dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, Ë stata ordinata nientemeno che da Stalin, ma i primi risultati vennero raggiunti solo verso la fine degli anni ’50. Io credo che la catastrofe nucleare che sconvolse gli Urali nel 1958 fu dovuta ad un esperimento sfuggito di mano, il tentativo di trasmettere a distanza un’esplosione nucleare attraverso l’iperspazio…”. In altre parole, un team di sensitivi avrebbe tentato di smaterializzare gli effetti di un’esplosione atomica per rimaterializzarli su un obiettivo nemico. “Ritengo che abbiano usato un cannone nucleare iperspaziale, basato sullo sviluppo del raggio della morte in fase di studio in quel tempo”, ha concluso Bearden, al quale l’informazione sarebbe arrivata a Bearden da fonti riservate. Fantascienza? … probabile; curiosamente perÚ, due anni dopo líincidente, il presidente Krushev, parlando dinanzi al Presidium, confermava le supposizioni dell’americano annunciando lo sviluppo di una nuova arma ìcosÏ potente da poter cancellare ogni forma di vita sulla Terraî. Armi psicotroniche o deterrenti psicologici abilmente propagandati?

    Sempre Bearden cita un attacco all’ambasciata americana a Mosca, cominciato fra il 1959 ed il 1960, per mezzo di radiazioni. “I sovietici erano interessati a scoprire se avessimo dei soggetti psicotronici. In questo modo hanno irradiato l’ambasciata con radiazioni psichiche ad alto livello, causando vari disturbi ai diplomatici: aritmia cardiaca, infezioni del sangue, cancro. Questi esperimenti continuano tuttora”, ha scritto Bearden nel 1988. In quello stesso anno l’agenzia di stampa Agi/Ap dichiarava che “il Dipartimento di Stato di Washington ha accusato i sovietici di continuare a bombardare con fasci di microonde l’ambasciata americana a Mosca. L’Ufficio per la sicurezza diplomatica ha detto trattarsi di segnali a microonde di potenza 5-11 gigahertz. I segnali continuano ad essere rilevati nei locali della cancelleria dell’ambasciata”. Il fenomeno, denunciato nel marzo dell’ ’88, era gi‡ noto al governo americano da almeno cinque anni, dopo che l’ambasciatore USA in URSS aveva protestato contro queste interferenze mentali, subite dai diplomatici per un periodo di quattro mesi, “dal 4 luglio al 19 ottobre”. Anche in questo caso tali onde mentali sarebbero state prodotte da sensitivi molto dotati psicocineticamente. La guerra psichica era foraggiata direttamente dal KGB, il servizio segreto russo, una volta appurato che in America la CIA stava facendo la stessa cosa. Ma fortunatamente l’omicidio a distanza era l’ultima delle risorse. I combattenti psicotronici delle due nazioni in lotta si limitavano, in genere, a spiarsi telepaticamente. Nell’agosto del 1962 nei palazzi del Cremlino si verificava un episodio curioso. Il presidente Krushev veniva preso da una crisi di nervi leggendo sulla stampa che Kennedy aveva dichiarato: ìLíURSS ha firmato un trattato militare ed economico con Cuba. Per la Repubblica cubana il trattato Ë stato ratificato da Che Guevara…”. L’esistenza di questo accordo era segretissima e non si riusciva a spiegare in che modo l’Intelligence Department americano ne fosse venuto a conoscenza. L’unica spiegazione era lo spionaggio telepatico. Di questa ipotesi si sono detti convinti due ricercatori del mistero, l’italiano Peter Kolosimo ed il francese Robert Charroux. “Gli americani hanno usato un sensitivo opportunamente stimolato con sostanze stupefacenti”, hanno dichiarato. Molti di questi esperimenti sarebbero stati attuati dai sovietici in una sezione riservatissima adiacente la tristemente nota centrale nucleare di Chernobyl, in mano alla Sinarchia russa (che ovviamente si oppone a quella americana). Ne Ë sicuro lo studioso polacco Michal Kaszowski che, nella rivista ìNie z tej ziemiî, ha dichiarato:”Molte ricerche insolite sono state portate avanti in Russia. Un test di conquista della materia attraverso lo psi fu sperimentato parecchi anni fa. Lo ha svelato una mia collega di cui debbo tacere il nome. Si tratta di una pubblicista che lavorava per il giornale ëKijevskie Novostií, e che ha scoperto che a Chernobyl, nella celebre e famigerata centrale nucleare esplosa nell’ ’86, le installazioni erano rimaste contaminate da parecchi pericolosissimi isotopi di plutonio, chiamati americio 241 e 242. Questi isotopi ufficialmente non esistono, e la scienza ufficiale ne prevede la messa a punto ed il controllo solo fra 50 anni. La giornalista ottenne altresÏ materiale su certi laboratori segreti, conosciuti come Chernobyl 2, dove si conducevano varie ricerche sull’influenza del cervello e della mente umana con tecniche super e subsoniche, o con campi magnetici. Queste tecniche di controllo mentale, con supporto di strumenti e generatori atomici, venivano condotti non da militari o da agenti del KGB ma da un gruppo di satanisti, noti come Bialego Bractwa, o setta dei Fratelli Bianchi… Questi esperimenti psicotronici sarebbero attualmente ancora in corso”. Anche un altro ricercatore polacco mio buon amico, il militare Robert Lesniakiewicz, ha svolto delle indagini che lo hanno portato ad affermare: “Sono sicuro che dietro la catastrofe di Chernobyl si celino esperimenti segreti delle Forze Armate o di altri gruppi. Non Ë vero che il reattore Ë esploso per un semplice e banale riscaldamento di un motore, c’Ë qualcosa di pi?. Si tentava di mescolare psicocinesi ed energia atomica, si voleva dominare paranormalmente la materia..”. Inutile dire che, trattandosi di esperimenti segretissimi, non esistono prove a sostegno di queste tesi e che tutte le testimonianze si riducono a dei sentito dire. Ma se la veridicit‡ di queste storie Ë molto dubbia e contestata, esperimenti di condizionamento mentale per programmare ad uccidere sotto ipnosi sono stati comunque condotti durante la guerra fredda. Lo ha potuto stabilire il giornalista tedesco Joachim Ward, che ha dichiarato:”Gli scienziati sovietici avevano sviluppato per conto del KGB un sistema di condizionamento mentale che trasformava in robot alcuni soldati impiegati per missioni speciali durante la guerra in Afganistan. Due degli scienziati da me intervistati, Anatoli Chadrin e Valeri Kanjuka, mi hanno detto che i soldati erano stati programmati in modo da entrare in azione non appena ricevevano via radio un segnale in codice registrato nel loro cervello. La psicoarma fu abbandonata per ordine di Gorbachov nel 1988, ma ora se ne servirebbe la mafia”. Un dettagliatissimo servizio su questa psicoarma Ë stato presentato il 26 maggio 1995 durante il programma ìPanoramaî, trasmesso dalla televisione pubblica tedesca. Durante il quale Ë stato spiegato che gli scienziati sovietici utilizzavano onde radio ad alta frequenza in combinazione con parole chiave e codici numerici innestati nel cervello di militari e agenti di polizia. La lotta di spie, convenzionali e psichiche, tra americani e russi Ë continuata anche dopo il disgelo gorbachoviano. Nel novembre del 1999 tre infiltrati dei due Paesi sono stati scoperti ed arrestati; nello stesso periodo un misterioso incendio ha distrutto la Lubianka, la sede del KGB a Mosca. Nelle guerre di spie sono adesso coinvolte altre nazioni: la Cina, che in diverse occasioni ha carpito segreti informatici, ed il Giappone, che nel luglio del 2000 ha divulgato via Internet segreti CIA trafugati, riguardanti il personale dellíAgenzia USA e Paesi caldi scelti come obiettivo principale per infiltrare spie. Negli ultimi anni sono stati svelati anche altri dettagli un tempo segreti: si Ë saputo che negli anni Settanta i servizi segreti americani avevano speso quasi un milione di dollari allíanno per le ricerche sulle psicospie; vennero a sapere che i russi avevano uno di questi centri a Novosibirsk (ove in seguito i russi condurranno gli esperimenti per le Guerre Stellari) e cercarono di carpirli grazie ad un giornalista del ìLos Angeles Timesî, che nel 1977 venne arrestato dal KGB proprio mentre tentava di ottenere materiali riservati da un istituto di parapsicologia. I militari ne erano al corrente. Nel 1980 la rivista ìMilitar Reviewî pubblicava un articolo sui ìnuovi campi di battaglia mentaliî e la potenzialit‡ dellíuso dellíipnosi telepatica in guerra……

    Fonte: “il Governo Ombra” di Alfredo Lissoni . Edizioni Segno (2000)

  8. IL GOVERNO INVISIBILE

    Tratto dal primo capitolo del libro “il governo ombra” di Alfredo Lissoni

    Terza parte

    E I DISCHI VOLANTI

    Un altro fattore determinante nelle scelte occulte del governo ombra americano (ma anche per quello russo) Ë stato rappresentato dagli alieni. Sia che esistano (come Ë assai probabile), sia che non esistano, gli UFO hanno avuto un ruolo primario nellíinfluenzare le scelte dei vertici USA. E cosÏ da una parte i servizi segreti hanno raccolto ed occultato prove, intimidito testimoni ed ufologi; dallíaltra hanno lasciato fuoriuscire in maniera mirata ìrivelazioniî ed ìammissioniî per coprire esperimenti segreti (come lo Stealth, testato in Gran Bretagna e volutamente fatto passare per un UFO), per ottenere fondi per la Difesa (con la scusa della possibile ìminaccia esternaî), per seminare confusione fra i credenti, alimentando e strumentalizzando culti ufologici con a capo pretesi ìmessiaî che parlavano per bocca dei ìfratelli dello spazioî (tutto ciÚ, al di l‡ della reale consistenza del fenomeno UFO in sÈ). Questíultima tecnica, detta del discredito, venne utilizzata anche nel campo delle credenze sul paranormale. Nellíambito dellíOperazione Oracolo un gruppo di agenti CIA schedarono superstizioni, credenze, fobie e nevrosi di molti personaggi del mondo politico internazionale. Secondo quanto ha dichiarato líex agente CIA Miles Copeland, lo scopo era quello di contattare poi i loro astrologi, costringendoli a fornire oroscopi manipolati dallíAgenzia. Oracolo fu attiva a partire dagli anni ë50; ventíanni dopo i servizi segreti francesi dello Sdece fecero altrettanto tentando di corrompere Jean Viaud, famoso astrologo di Arcachon e redattore di ìHoroscopeî, consultato da molti leader del Terzo Mondo. Ma Viaud, immaginando che avrebbe rischiato la pelle, rifiutÚ.

    Nel campo degli UFO la Sinarchia, secondo quanto dichiarato nel 1997 dallíex ufficiale del Pentagono colonnello Philip Corso, condusse ricerche segrete per capire come volassero i dischi volanti, in che modo potessero essere trasformati in armi da guerra, con che tipo di energia avveniristica funzionassero. Le ricerche vennero dette di retroingegneria; gli americani avrebbero avuto un disco alieno ed avrebbero cercato di costruirne uno terrestre tentando di carpire la tecnologia aliena (ma invano).

    Líinteresse vero e proprio dei sinarchici per gli UFO cominciava non tanto il 24 giugno del 1947, data in cui un pilota americano ne vedeva nove nel cielo di Washington e, riportandone la notizia alla stampa, faceva nascere ufficialmente líinteresse per il fenomeno; ma il 3 o 4 luglio dello stresso anno quando, secondo la stampa locale, un disco volante si sarebbe schiantato nel deserto di Corona, vicino Roswell, Nuovo Messico. I servizi segreti americani avrebbero provveduto a recuperare ed occultare il velivolo (e presumibilmente i suoi quattro occupanti, tutti deceduti) e a fare sparire tutte le prove, arrivando persino a minacciare testimoni e giornalisti affinchÈ non ne parlassero pi?. Oggi, a oltre mezzo secolo di distanza, su quellíepisodio non Ë stata ancora fatta luce. Molti ufologi ritengono che a cadere fu veramente un velivolo spaziale; gli scettici ritengono si sia trattato invece di uníarma segreta americana (un pallone militare tarato per spiare líattivit‡ atomica dei sovietici; questa tesi di comodo Ë stata ovviamente condivisa anche dallíAeronautica USA); sia come sia, líepisodio portÚ alla nascita di una commissione supersegreta nota come Majetic 12, composta da esponenti delle Forze Armate, della scienza e della politica il cui compito, di fatto, era studiare questi ordigni. Lo provano, fra le altre cose, alcuni carteggi emersi alcuni anni fa, ed inviati anonimamente sotto forma di microfilm, al produttore televisivo americano Jaime Shandera. Le carte Majestic, la cui autenticit‡ ha scatenato violenti dibattiti, riferivano di fatto dellíesistenza di un team ultrasegreto, un vero governo ombra dellíillegalit‡ che radunava a sÈ persone inserite nei gangli vitali del Paese per tramare alle spalle della nazione, contro ogni legge ed ogni regola (basti pensare che in alcuni mandati persino ai presidenti USA venne tenuta nascosta líesistenza di questo gruppo). In uno stralcio dei documenti erano indicati i nomi dei dodici ìapostoliî che fecero parte della prima commissione segreta di studio, cosÏ riferendo: ìTOP SECRET MAJIC – T52 – EXEMPT (E) – COPIA DI UNO. Operazione MJ-12 Ë una ricerca di sviluppo top secret/operazione di Intelligence. Unico diretto responsabile Ë il presidente degli Stati Uniti.

    Le operazioni del progetto sono sotto il controllo del gruppo MJ-12 (Majic-12), stabilite tramite speciali ordini esecutivi classificati dal presidente Truman il 24 settembre 1947 sotto raccomandazione del dottor Vannevar Bush e del segretario James Forrestal. I membri del gruppo MJ-12 furono designati come segue: Amm. Roscoe H. Hillenkoetter, Dott. Vannevar Bush, Segr. James V. Forrestal, Gen. Nathan F.Twining, Gen Hoy S. Vandenberg, Dott. Detlev Bronk, Dott. Jerome Hunsaker, Sig. Sidney Souers, Sig. Gordon Gray, Dott. Donald Menzel, Gen. Robert M. Montague, Dott. Lloyd V. Berkner. La morte del segretario Forrestal il 22 maggio 1949 creÚ una lacuna che venne colmata il 1? agosto 1950, data in cui il generale Walter B. Smith fu nominato sostituto permanenteî. Ho valide ragioni per ritenere che ciÚ che nacque come un banale team di studio UFO divenne in seguito un vero e proprio governo ombra che, negli anni della Guerra Fredda, arrivÚ ad estendere la sua sinistra influenza in tutti i campi della vita pubblica dei contribuenti americani e, di fatto, sui Paesi della NATO, Italia compresa. I primi a dare notizia dellíesistenza del governo ombra furono due giornalisti americani, David Wise e Thomas B. Ross, quest’ultimo giornalista del ìSun Timesî, gi‡ assistente segretario per gli affari pubblici della Difesa dal ’77 all’ ’81, in un libro intitolato ìIl governo invisibileî: ìNella libera America esistono due governi, uno visibile e l’altro invisibile. Il primo Ë conosciuto, ne parlano quotidianamente tutti i giornali e viene preso a modello democratico nei libri di scuola. Il secondo, invece, Ë pi? subdolo, Ë celato sotto la superficie del cosiddetto establishment. … un meccanismo segreto strettamente intrecciato al primo e si prefigge lo scopo di guidare gli affari politici ed economici del Paese e di dirigere, di fatto, la vita di oltre duecento milioni di americani. Il governo invisibile non Ë un organo formalmente costituito, ma Ë un raggruppamento eterogeneo che lega a sÈ i pi? disparati uffici e settori del governo visibile. Oltre alla ben nota CIA, asse portante del governo invisibile e principale serbatoio di uomini, si ricollegano ad esso altri nove organismi che fanno parte, taluni in misura minore, della Comunit‡ delle Informazioni. Essi sono:

    il National Security Council (NSC)

    il Defense Intelligence Agency (DIA)

    il National Security Agency (NSA)

    il Servizio Informazioni dell’Esercito

    Il Servizio Informazioni della Marina (ONI)

    il Servizio Informazioni dell’Aviazione (ATIC e AFIS)

    l’Ufficio Informazioni e Ricerche del Dipartimento di Stato

    la Commissione per l’Energia Atomica (AEC)

    il Federal Bureau of Investigation (FBI)î.

    Collaborano con la CIA anche moderni enti di difesa, dal NORAD, incaricato di sorvegliare il passaggio di intrusi nel cielo, al NAVSPASUR, il sistema di sorveglianza spazio-navale per mezzo di satelliti, sino al Pentagono e alla NASA. Ma nel Governo Invisibile confluiscono anche molti enti pubblici e privati – persino aziende – apparentemente prive di qualsiasi legame.

    ìIn tutti questi modiî, proseguivano i due reporter, ìil governo segreto riesce a controllare l’intellighenzia americana e a indirizzare la vita del suo popolo quasi sempre, a delineare la politica estera statunitense con decisioni che appaiono prese in una determinata direzione e che, invece, vengono segretamente dirottate dal governo invisibile in quella oppostaî. … la machiavellica ragion di stato. Diversi presidenti degli Stati Uniti furono succubi di questa logica statalista. Quando, negli anni ’80, l’aereo del pilota Eugene Husenfus venne abbattuto dalle forze nicaraguensi, rendendo evidente il coinvolgimento statunitense a sostegno della guerriglia antisandinista, Ronald Reagan, inquisito, si disse pi? volte all’oscuro delle manovre a favore di una o pi? forze ribelli nei Paesi del Terzo Mondo. Non stentiamo a credergli. Vera o falsa che fosse la posizione del presidente, essa servÏ a chiarire una volta di pi? la finalit‡ del Governo Invisibile. Esso Ë difatti un’istituzione relativamente recente e ben lontana dai principi democratici dei padri fondatori della nazione americana. Pi? figlio, potremmo affermare, del maccartismo della seconda met‡ degli anni ’50, questo ente Ë nato a seguito della constatazione che gli Stati Uniti, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, erano diventati una superpotenza alla quale il comunismo sovietico aveva lanciato una sfida. L’URSS, specie dopo la caccia agli scienziati nazisti e la corsa allo spazio e agli armamenti, si rivelÚ una minaccia capace di insidiare l’egemonia planetaria dell’America. Questa minaccia, come la storia ci insegna, si Ë trasformata negli anni nella cosiddetta Guerra Fredda. Pertanto, per bloccare tale minaccia, vennero organizzate una vasta raccolta di informazioni e una sofisticata rete di spionaggio che, solo nel 1964, davano lavoro a ben duecentomila persone.

    SPIONAGGIO E BASI SOTTERRANEE

    L’informazione riveste un carattere importantissimo nel sistema difensivo CIA. Esiste un sistema centrale di raccolta informazioni e comunicazioni, gestito da branche di sicurezza che appartengono ad ogni Arma. Sui tetti della centrale della CIA a Langley, in Virginia, spuntano almeno 200 antenne di viario spessore e misura, sintonizzate sulle radio private sparse per tutto il globo. ìDove c’Ë un’anima viva, si trova anche un’emittente della CIAî, ha dichiarato la spia sovietica Adolf Abel. Tali antenne sono collegate ad una segretissima centrale radio, l’accesso alla quale Ë consentito solo a pochissimi funzionari. Col‡ per anni hanno lavorato tre strumentazioni spionistiche ai limiti del fantascientifico. Si chiamavano Minicard, Intellofax e Walnut. Minicard Ë un memorizzatore della Eastman Kodak che funziona elettronicamente e che incamera qualsiasi tipo di informazione; Intellofax Ë un dispositivo automatico a nastro fotoelettrico che, indipendentemente da qualsiasi condizione di luce o di tempo, immagazzina qualsiasi tipo di immagine e che in un centimetro di pellicola riesce a contenere sino a 100 soggetti; Walnut Ë un gigantesco calcolatore progettato dall’IBM appositamente per la CIA. Sebbene attualmente Walnut sia stato senz’altro sostituito dai pi? moderni computer, negli anni ’70 questa macchina funzionava egregiamente sia come calcolatore che come cervello elettronico, schedando ogni mese circa 350.000 informazioni di ogni tipo. A richiesta, era possibile sapere vita, morte e addirittura previsioni di sviluppi possibili, cioË il futuro, di singole persone, ditte, operazioni bancarie, titoli, compartecipazioni aziendali, prodotti e brevetti, crac finanziari. Ma soprattutto, Walnut conteneva migliaia di informazioni circa questioni militari, armamenti, nuovi congegni bellici, spostamenti di truppe, esercitazioni, uomini politici, partiti, personaggi pubblici. Il tutto venne coordinato dalla National Defense Agency, insieme con la DIA e con la Defense Communications Agency. Le varie branche raccoglievano dati informativi e materiale fotografico e fornivano comunicazioni per gli altissimi livelli mediante reti di trasmissione a carattere mondiale. I centri amministrativi di queste branche si trovavano nei comandi delle Forze Armate, mentre i gangli operativi, coordinati dai comandi congiunti, si celavano nelle sale operative terrestri aeree del Pentagono e della Casa Bianca. Compito speciale della NSA Ë tuttora ìascoltare tutto ciÚ che gli altri vorrebbero restasse segretoî, come ha dichiarato l’ex consulente del Dipartimento di Stato Luttwak. Secondo una statistica compilata nel 1983, ben 33.400 uomini lavoravano per i servizi di informazione nei reparti delle Armi (ASA) che fanno funzionare i centri d’ascolto della NSA. Altri 33.600 erano dislocati nelle comunicazioni sotto il controllo della DCA. Il totale complessivo di queste forze rappresentava il 3% di tutti i militari in servizio. Adesso questo sistema Ë stato superato da Echelon, un sistema di spionaggio satellitare con basi in America, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda, in grado di intercettare tutte le comunicazioni telefoniche, via mail, fax e cellulari.

    Ed infine vi sono le basi segrete, quelle ufficialmente non conosciute nemmeno dal Congresso degli Stati Uniti. La pi? famosa di tutte, una volta che la stampa ne ha scoperto líesistenza, Ë líArea 51. Di essa sappiamo che la CIA prima e dei non meglio identificati servizi segreti ne sono entrati in possesso negli anni Cinquanta. DellíArea 51 si cominciÚ a parlare con una certa frequenza dal marzo del ’94, dopo che la serissima rivista ìPopular Scienceî aveva dedicato la copertina allíargomento, pubblicando le uniche foto esistenti della base, piratate da un satellite meteo americano e da uno sovietico. Si tratta di un immenso perimetro riservato a Nellis Air Force Range, nel Nevada, nella zona di Groom Lake, un luogo segreto chiamato Area 51 o Dreamland (la Terra dei Sogni), un poligono militare al di sopra della quale tutti i voli civili e militari sono rigorosamente proibiti. Nel 1955 questa zona veniva controllata dalla CIA ma negli anni ’70 passÚ nelle mani dell’USAF, líAviazione americana. In seguito, la zona scomparve persino da tutti i rilevamenti topografici destinati alle cartografie della regione. A Groom Lake venivano sperimentate ìtecnologie belliche con laser esoticiî contro i satelliti sovietici, meglio definite come ìarmi di origine stranieraî (aliena, secondo gli ufologi, che ritengono che laggi?, in mezzo al deserto, siano custoditi anche cadaveri alieni e frammenti di dischi volanti). Nel 1984, durante l’amministrazione Reagan, i militari acquistarono novantamila acri di terreno attorno a Groom Lake per ragioni di sicurezza. Altri 4000 vennero recintati per impedire ai curiosi, perlopi? ufologi, di accamparsi sulle colline con cineprese e macchine fotografiche per riprendere gli strani ordigni che venivano testati a Dreamland (perlopi? aerei invisibili Stealth ed Aurora). Si dice che la base si estenda per diversi chilometri sotto terra, come líInferno di Dante, e che in ogni livello venga studiata una micidiale tecnologia, dagli UFO alle psicoarmi alle manipolazioni genetiche su umani e addirittura su presunti feti extraterrestri.

    Il giornalista Tony Pelham Ë stato uno dei coraggiosi che ha osato sfidare il Governo Invisibile per andare a curiosare nei dintorni di Dreamland, solleticato dalle strane voci sull’Area 51 e sfidando i cartelli militari di divieto di accesso. ìIl deserto laggi?î, ha dichiarato, ìË pieno di truppe in uniforme mimetica, portano degli M16 e non hanno alcun cartellino di riconoscimento. Non sono dell’Aeronautica, non sono dell’esercito, non hanno alcun genere di distintivo. E c’Ë mancato davvero poco: stavano per arrestarmi, una o due volte. Ho trovato che questo fosse davvero insolito. Ho sentito le pi? strane teorie riguardo a questi uomini. Ma loro sfidavano me ed io sfidavo loro. Quando si avvicinavano e mi chiedevano: ‘Cosa stai facendo qui?’ io rispondevo: ‘Cosa state facendo voi qui, questo Ë territorio libero’. Stavo ronzando intorno ad una zona proibita. La mia opinione Ë che il governo nasconda qualche cosa che Ë molto pi? protetto dello Stealth o dell’U2, qualcosa di clandestino. Non so se ci sia una base sotterranea aliena, non so se siano UFO o extraterrestri, so solo che hanno un apparato di sicurezza molto maggiore di quello che si vede abitualmente attorno a qualsiasi tipo di installazione militare e non capisco perchÈ le guardie in uniforme non abbiano alcun distintivo. Quando ho chiesto loro: ‘Siete dellíAeronautica o dell’Esercito?’ non ho avuto risposta. Vi dicono solo di lasciare la zona. Alla fine mi hanno fermato e hanno chiamato il distretto di polizia della contea di Lincoln, in ben tre differenti occasioni. E ogni volta hanno riempito dei fogli su di me ed hanno intimato di non avvicinarmi pi? alla zona. L’ultima volta, con il pretesto che non avevo nulla da fare vicino ad una installazione militare. Io ho spiegato che non ero nemmeno ad un miglio dalla base, che mi trovavo su un territorio libero. Sei mesi dopo mi avvicinai al ranch Merlin a riprendere un blazer, uno dei loro furgoni fantasma. Non mi ero mai arrischiato troppo a ridosso della zona protetta, ma a volte ci sono andato vicino. Al mio ritorno ad Alamo lo sceriffo chiese di vedermi, riempÏ un’altra pila di documenti e, in modo molto formale, mi disse: ‘Mister Pelham, questa Ë l’ultima volta che l’avvisiamo. La prossima volta, e parlo a nome dei miei superiori, se lei ritorna su questa strada e si avvicina nuovamente alla base, lei va dritto in prigione!’. In un’occasione in particolare ho avuto una strana esperienza con delle luci che sembravano inizialmente essere lontane, ma che in pochi secondi furono sopra di me. E pensare che non mi sono mai recato lÏ con una macchina da ripresa, mai rivolto alla stampa o a investigatori per dire che avevo visto un UFO. Io non so cosa ho visto quella notte. Poco tempo dopo, mentre stavo tornando indietro, un blazer mi si avvicinÚ da una strada laterale, ne uscirono i militari in uniforme mimetica con i loro M16 e mi chiesero come mai stessi ritornando da uníinstallazione militare. Risposi che me ne stavo lÏ da solo, seduto nel deserto. Mi replicarono: ‘A fare cosa?’. ‘Sto guardando le luci’. E loro: ‘Quali strane luci, quali luci? Noi non vediamo nessuna luce’…î.

    Area 51 in seguito Ë diventata popolarissima, dopo che ufologi e curiosi di tutto il mondo hanno iniziato ad appostarsi di nascosto, filmando e fotografando gli strani velivoli (o UFO?) che si sollevano dagli hangar sotterranei di Dreamland. Un ufologo, Glenn Campbell, si Ë addirittura accampato per anni con una roulotte ed ha scattato centinaia di foto e realizzato cartine del territorio, subito veicolate in Internet; il trucco di divulgare immediatamente le informazioni carpite pare sia servito a salvargli la pelle: ucciderlo, per la Sinarchia, avrebbe significato creare un martire, attirando maggiormente líattenzione. Troupes di ufologi giapponesi, attrezzati di tutto punto con telecamere e macchine fotografiche professionalissime, sono arrivate dal Sol Levante ed anno strappato molti altri segreti a Dreamland (ma nonostante ciÚ, nulla si sa per certo di ciÚ che vi Ë custodito al suo interno); la base Ë diventata infine conosciutissima, al punto che si ritiene che oramai il Governo Invisibile líabbia semiabbandonata; viene menzionata nel film ìIndipendence Dayî e nei telefilm ìFXî, ìSeven Daysî ed ìX-filesî (episodio ìIl prototipo); addirittura nei fumetti di Topolino e Scooby Doo e persino nel videogame ìDuke Nuke 3 Dî (vi Ë un livello ove il protagonista si trova in un hangar a Dreamland, dinanzi ad un disco volante). … stato persino realizzato un modellino giocattolo di uno dei dischi che vi sarebbero occultati, una guida di Dreamland (in vendita negli States) ed un lungo video (di tre ore, a cura del giornalista ed ufologo tedesco Michael Hesemann) che raccoglie i filmati ìUFOî pi? curiosi. La stampa e gli ufologi scettici (come líamericano Jacques VallÈe, che un tempo si rifiutava di ammetterne líesistenza) hanno dovuto infine accettare il fatto che la base sia reale, sebbene il governo USA abbia continuato a negare e sebbene essa continui a non comparire in nessuna cartina; questa inversione di tendenza si Ë verificata principalmente da quando tre scienziati, Robert (Bob) Lazar, Bill Uhouse e Michael Wolf, hanno dichiarato di avervi lavorato allíinterno, per conto del governo ombra. Inutile dire che i tre sopracitati personaggi hanno spaccato líopinione pubblica; in molti li considerano solo dei millantatori (e fonti vicine alla base negando prevedibilmente di averli mai conosciuti); ma non Ë affatto provato che costoro mentano. Lazar e Wolf sono stati concordi nel dichiarare che a Dreamland vi siano rottami UFO, che il governo ombra tenta di far volare con tecniche di retroingegneria, ed addirittura corpi di alieni (uno dei quali forse vivo). Wolf Ë un curioso personaggio che sostiene di avere fatto parte addirittura del Majestic 12 (e certe sue conoscenze ai vertici sembrerebbero dimostrarlo) e che afferma che gli alieni, che per inciso sarebbero pacifici, hanno da tempo lunghi contatti con certi terrestri; Bob Lazar sostiene di essere un fisico che, nel 1989, sarebbe stato incaricato di condurre uno studio sul funzionamento degli UFO a Dreamland. Sospeso poi dall’incarico e quindi svincolato dal segreto, rendendosi conto che il governo ombra si stava preparando a farlo sparire, si Ë deciso a raccontare tutto ai media, e principalmente al giornalista ufologo George Knapp: ìEbbi un incontro del tutto casuale con il dottor Edward Teller, quando lavoravo al Laboratorio Nazionale di Los Alamos, nel Nuovo Messico. Dopo quel colloquio, mi raccomandÚ. Da anni era uno dei massimi dirigenti di un progetto nel deserto del Nuovo Messico. Era in un luogo chiamato S-4, vicino alla Base 51, dove hanno sede molti progetti governativi top secret. Edward Teller era il direttore del programma e credo che una persona raccomandata da lui fosse molto affidabile. Erano i primi mesi del 1989 e io mi stavo inserendo nel progetto in questione, anche se lentamente, dato che nel frattempo il governo stava svolgendo accurate indagini sul mio conto. Era qualcosa di diverso da tutto ciÚ per cui avevo lavorato fino ad allora. Da Los Alamos ebbi l’autorizzazione Q, un fatto abbastanza strano. Mi avevano detto, infatti, che c’erano ben trentotto livelli sopra quello Q. A quel tempo ci voleva un ordine esecutivo per le assunzioni, un ordine che fu firmato dal presidente Ronald Reagan. Sono stato nel programma solo per poco tempo, fino all’aprile 1989, mi sembra, poi le nostre strade si sono divise. … una lunga storia. All’inizio, durante i primi colloqui, non mi Ë mai stato detto specificatamente: ëEhi Bob, lavoreremo assieme sui dischi volanti, sugli scafi alieni recuperati da incidentií, o cose del genere. La mia qualifica era di assistente a Senior Staff. Ufficialmente dovevamo lavorare sulle tecniche avanzate di propulsione. Naturalmente, quando iniziai a operare, lessi i rapporti e la documentazione e mi resi conto in cosa consistesse il progetto. Dovevamo studiare l’origine dei velivoli, la razza o la tipologia di alieni che pilotavano i dischi, quali erano il loro aspetto e la loro struttura fisica in base ai rapporti delle autopsie. Vedendo il materiale, compresi che non si trattava di un comune progetto di ricerca. Stavamo facendo un’operazione di ingegneria inversa (retroingegneria): avevamo il mezzo, lo scafo alieno, e dovevamo capirne il funzionamento. Avevamo il prodotto finito e dovevamo scoprire la tecnica di manifattura, quali leggi fisiche lo governassero. Fu chiaro, allora, su che cosa stavamo lavorando! L’aspetto pi? strano era che non era mai stata detta esplicitamente una sola parola sull’argomento. Vidi il velivolo, un grande disco, un tipico disco volante. Anche in quel frangente mi costrinsi a pensare: ëBeh, questa ovviamente Ë una nuova creazione del governo, una sorta di oggetto volante sperimentale, forse un aereo da combattimento del futuro, il che spiega tutte le pazze voci che ci sono sui dischi volanti…E noi dobbiamo provare questo apparecchioí. Ma il momento davvero emozionante fu quando entrai nel disco e vidi l’interno del veicolo. Notai che l’equipaggiamento ed i posti di guida erano estremamente piccoli, costruiti per creature nane o per bambini. Naturalmente, questi ultimi non avevano il permesso di entrare nella base. Feci questa sciocca considerazione prima di capire effettivamente di cosa si trattava. Stiamo parlando di cose strane e di una tecnologia…che non dovrebbe esistere! Le ricerche da eseguire su velivolo erano state suddivise in modo minuzioso. C’era un gruppo che si occupava esclusivamente dell’equipaggiamento per la navigazione, un altro che si occupava della metallurgia ed un terzo che lavorava sulla propulsione e sul sistema di spinta del veicolo. Era quello il gruppo con il quale lavoravo. CosÏ, in breve tempo, poichÈ quello era il nostro unico compito, riuscii a tirare fuori un buon numero di informazioni sul funzionamento del disco volante. Naturalmente, fu quasi impossibile verificare il mio impiego laggi?. A Los Alamos hanno negato che io vi abbia mai lavorato, cosÏ come fece Kirkmeyer, il sovrintendente degli impianti, il che Ë veramente interessante. In seguito, sono riuscito a scovare un’agenda telefonica del laboratorio con il mio nome sopra. Certo, c’erano dei colleghi che erano pronti a testimoniare che io avevo lavorato a Los Alamos, ma l’amministrazione del centro ha voluto mantenere tutto sotto silenzio, negando perfino che io abbia mai vissuto in citt‡, pur essendo conosciuto da molte persone, colleghi, dirigenti e amiciî.

    LíAREA 51

    Il 25 luglio 1990 Lazar ha dichiarato a George Knapp, nel corso del programma ìUFO: the best evidenceî in onda su ìKlasî di Las Vegas: ìHo lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S-4, che Ë una base dell’US Navy. La base si trova a circa 10/15 miglia a sud di Groom Lake e a circa 125 miglia a nord di Las Vegas. Si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato molto. Il primo giorno che sono arrivato alla base ho avuto dei colloqui orientativi e mi Ë parso evidente che la tecnologia con cui avremmo lavorato (propulsione gravitazionale, ecc…) era qualcosa che la scienza convenzionale aveva appena iniziato a sfiorare. Quando ero alla base mi avevano esortato a non dire niente; possono arrivare a tutto, fino alle minacce di morte; il mio telefono Ë sotto controllo. Ho deciso di parlare perchÈ stavano per farmi sparire. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva pi? e che io non ero mai nato all’ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. CosÏ ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Quindi ho preso la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato. Anche a Los Alamos risultava che non mi avevano mai assunto, e dopo che sono apparso in televisione mi hanno fatto sapere che ëmi sono vicinií. Sono preoccupato per la mia vita, questo Ë il motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. » un modo per cautelarsi da eventuali sparizioniî.

    ìCirca la tecnologia che ho vistoî, ha proseguito Lazar, ìLa prima esperienza fu con il reattore antimateria, un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della torre c’Ë una scaglia di un elemento denominato 115, recuperato dallíUFO, e che Ë un elemento molto pesante. Per il resto la macchina mi Ë sconosciuta. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle delle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale, questa tecnologia ci Ë virtualmente sconosciuta. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioË un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva riprodurre con materiali terrestri. Con un generatore di antimateria si puÚ trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’uno per cento della trasformazione della materia in energia. Quando il 115 Ë all’interno la reazione comincia. Non ci sono automatismi o altro. Apparentemente il 115 bombardato con protoni rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore. Questo genera all’interno del calore. E all’interno del sistema c’Ë un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica. Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115 il cui funzionamento Ë oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravit‡ che le aumentano. CosÏ crea un campo gravitazionale tutto suo. Con esso si ha la possibilit‡ di fare qualsiasi cosa. La gravit‡ distorce il tempo e lo spazio. CosÏ facendo si puÚ avere un diverso modo di viaggiare. CosÏ, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sÈ la destinazione senza muoversi. Questo accade distorcendo il tempo. Si tratta di una cosa lontanissima dai nostri concetti. Alla base del disco volante custodito a Dreamland ci sono tre generatori di gravit‡. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto. Nel momento stesso in cui si rilascia lo spazio verso quel punto. E tutto questo avviene con la distorsione del tempo. CosÏ il tempo non aumenta e la velocit‡ Ë teoricamente infinita. Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce. Hanno fatto poi altri esperimenti, hanno acceso una candela e líhanno messa in un campo gravitazionale che distorceva il tempo. La candela bruciava senza consumarsi. Ero stupito nel vedere queste cose, ma adesso ci rido sopra perchÈ, sembrer‡ ridicolo, quella era veramente tecnologia aliena. Il 115 non era un elemento che potesse essere prodotto sulla Terra; Ë impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e vengono bombardati con protoni, immettendo cosÏ’ protoni nei loro atomi per incrementarne il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantit‡ infinita di potenza e tempo. Il 115 ha una grande capacit‡ di produrre energia. Non so di altre propriet‡. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacit‡ di distruzione. Inimmaginabile, usato come arma. Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni. Un chilo corrisponde, come dimensione, a due prugne… Da dove arrivi? Secondo me, il 115 puÚ trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema solare binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando cosÏ la possibilit‡ di formazione di elementi pesantiî. Lazar ha anche ammesso di avere visto, nella base, documenti riferiti allíesistenza di extraterrestri alti dai 3 ai 4 piedi, testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe, magri. Vi sarebbero state anche fotografie di alieni e rapporti di autopsie. Se cosÏ Ë, il governo ombra dispone di informazioni veramente sconcertanti. Per saperne di pi?, l’ufologo e scienziato Jacques VallÈe ha voluto incontrare Lazar. La sua valutazione Ë stata: ìFrancamente, sono rimasto affascinato da Robert Lazar. Non mi aspettavo la sua sincerit‡, la sua apparente dirittura ed il modo retto di riflettere seriamente sulle domande prima di rispondere. Questa qualit‡ non Ë tipica della maggior parte degli adepti della New Age. Essi hanno molto spesso tutte le risposte pronte, prima anche che le domande siano poste! Quando parlano di fisica, gli ufologi americani utilizzano sovente dei termini impropri, confondendo massa e peso, velocit‡ e accelerazione. Molti di loro non distinguono la galassia dal sistema solare, la velocit‡ della luce da quella del suono. Non era il caso di Lazar. Il suo vocabolario tecnico era preciso e questo dettaglio rendeva la storia ancora pi? strana. Possedeva due diplomi di fisica, mi ha detto, e aveva lavorato a Caltech. Era specializzato nella costruzione di rivelatori di particelle alfa, che vendeva ancora al Laboratorio Nazionale di Los Alamos. L’incontro ebbe luogo nei locali della EG&G, una sezione del Ministero della Difesa. Cosa questa che non implica, sottolineÚ Lazar, che questa impresa partecipi al progetto… Lazar dava prova di una conoscenza della fisica atomica non facilmente accessibile per un profano…î. Lazar sosteneva anche che a Dreamland esistessero delle tecniche ipnotiche e delle sostanze in grado di cancellare determinati ricordi alle persone; questo dato, apparentemente incredibile (in quanto ufficialmente non esiste alcuna tecnica di lavaggio del cervello selettiva, capace cioË di cancellare solo una determinata porzione di ricordi), Ë stato storicamente confermato; nel 1982 un aereo jaguar inglese in avaria Ë atterrato a Dreamland, nonostante i divieti; il pilota, immediatamente catturato, Ë stato riconsegnato agli inglesi solo una settimana dopo; líaspetto curioso Ë che della sua permanenza a Dreamland non ricordava assolutamente nulla; il ricordo selettivo di quei sette giorni gli era stato rimosso! Negli anni ’80 l’Area 51 Ë passata sotto la responsabilit‡ dell’amministrazione Reagan, una delle pi? guerrafondaie ed ossessionate dagli attacchi esterni, fossero essi russi e perfino extraterrestri (sono rimaste storiche diverse sparate del presidente Reagan in cui si diceva che tutte le differenze politiche planetarie sarebbero state abbattute se fossimo stati invasi da una forza aliena). Reagan, emblematica espressione del governo ombra, ha lavorato moltissimo per la militarizzazione degli Stati Uniti: Ë stato coinvolto nello scandalo della vendita delle armi a Paesi del Terzo Mondo, ha dato un notevole impulso agli studi segreti sugli UFO e sul paranormale, ha finanziato la creazione di uno scudo spaziale difensivo, sebbene, in politica estera, si sia adoperato per la riduzione degli armamenti nucleari. Durante il suo mandato si Ë anche scoperto che diversi esponenti delle Forze Armate avevano aderito a sette sataniche. Il messaggio che filtrava da tutto ciÚ Ë che la Sinarchia reaganiana, che stava vivendo il momento di maggiore crisi con i russi ed i libici, stesse cercando in tutti i mondi di armarsi e fortificarsi con ogni mezzo, contro tutto e contro tutti. Per la creazione dello Scudo Stellare (SDI) Reagan coinvolse, nel giugno 1986, quattro laboratori ai quali vennero forniti ingenti fondi. Non a caso i laboratori erano quelli di Livermore, Lincoln del MIT, Los Alamos e Sandia, centri nevralgici del Governo Invisibile CIA, addirittura spesso al centro di avvistamenti UFO o di voci sulla presunta presenza di dischi recuperati e custoditi in camere segrete. Al progetto Scudo Stellare hanno collaborato anche sedici industrie americane; tra le pi? note, la Lockheed, Boeing, McDonnell Douglas, General Electric, Rockwell. Maggiore azionista (con l’8%) la General Motors, sospettata dai giornali di mantenere legami segreti con la CIA, probabilmente in virt? del fatto che uno dei suoi principali azionisti, Charles E. Wilson, ricoprÏ la carica di ministro per la Difesa sotto Eisenhower. Con Clinton lo SDI, ufficialmente abbandonato allíepoca della pacificazione tra Reagan e Gorbachov, Ë tornato in funzione. I maligni dicono che esso servirebbe non tanto contro un attacco comunista o islamico, ma contro uníinvasione extraterrestre nello stile del film ìIndipendence Dayî. … chiaro che la visione coloniale ed aggressiva del mondo statunitense (che ha invaso territori non suoi sterminando i precedenti abitatori) si riflette nella loro visione dellíuniverso.

    IL DOMINIO DEL MONDO

    Tutte le tecniche, le armi e le sezioni segrete del governo ombra (siano esse di studio sugli UFO o di utilizzo di sette sataniche o di psicospie) sono finalizzate al controllo del pianeta.

    E di ciÚ esistono delle prove schiaccianti. Si trovano nel libro ìCIA, culto e mistica del servizio segretoî di Victor Marchetti, gi‡ braccio destro (assistente esecutivo) del vicedirettore della CIA., che scrive: ìNel 1971 a Cambridge, Massachussetts, nel quadro di una manifestazione contro la guerra, un gruppo di studenti radicali occupÚ líedificio che ospita il Centro per gli Affari Internazionali dellíUniversit‡ di Harvard. Tra i documenti su cui misero le mani cíerano i verbali riservati della riunione dell’8 gennaio 1968 alla Pratt House. Questi verbali non erano perÚ integrali: il professor William Harris, estensore e relatore della riunione ammise in privato, un anno dopo, che una parte dei verbali era stata parzialmente ritoccata per eliminare del materiale particolarmente scottante. Ma anche nella stesura riveduta e corretta il documento trafugato resta pur sempre la descrizione pi? esauriente della strategia e delle tattiche della CIA nel campo delle operazioni camuffate, di cui il mondo esterno sia mai venuto a conoscenza. Eppure, salvo qualche articolo apparso sui giornali nel 1971, il Documento Bissell Ë passato quasi completamente inosservato alla stampa americana. Nella sua relazione davanti al CFR Richard Bissell, capo dei servizi clandestini della CIA, elencÚ otto tipi di attivit‡ camuffata; sono gli otto modi diversi con cui la CIA interferisce negli affari interni di altri Paesi: ëconsulenza politica; sussidi a persone singole; sovvenzioni ed assistenza tecnica a partiti politici; sovvenzioni ad organizzazioni private, compresi sindacati, aziende, cooperative; propaganda camuffata; addestramento privato di singole persone e scambi cosiddetti culturali; operazioni economiche; operazioni paramilitari o politiche per rovesciare o sostenere un regime (come i piani per la Baia dei Porci e per il Laos). Queste operazioni possono essere classificate in vari modi: secondo il grado ed il tipo di segretezza richiesto dalla maggiore o minore legalit‡, e, se vogliamo, a seconda che abbiano carattere favorevole o ostileíî. ìBissellî, proseguiva Marchetti, ìera stato inoltre tra i primi a dare impulso alla costruzione di satelliti spaziali con obiettivi di spionaggio; la CIA ebbe inoltre un peso predominante nella elaborazione dei programmi di esplorazione spaziale negli anni a cavallo del 1960 e anche dopo che líAviazione ha assunto il controllo di quasi tutti gli aspetti operativi dei programmi riguardanti la messa in orbita di nuovi satelliti, la CIA mantiene una posizione preminente nel settore ricerca e sviluppo…î.

    Fonte: “il Governo Ombra” di Alfredo Lissoni . Edizioni Segno (2000)

  9. L’IMPERO DELLA DROGA IN MANO ALLA CIA?

    IL RETROTERRA DEL COINVOLGIMENTO STATUNITENSE NEL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

    La storia di come gli Stati Uniti siano rimasti coinvolti nel traffico di narcotici risale a pi? di 150 anni. Prominenti famiglie dalla grande ricchezza – spesso membri di societ‡ segrete come quella esclusiva di Yale, líOrdine del Teschio e delle Ossa – si buttarono sul commercio dellíoppio per produrre benessere e influenza. Una delle famiglie che fondarono Teschio e Ossa fu quella dei Russell. Sino ad oggi, il Trust dei Russell Ë líentit‡ legale dellíOrder of the Skull and Bones.Nel 1823, Samuel Russell fondÚ la Russell and Company. AcquisÏ le sue forniture díoppio in Turchia e le contrabbandÚ in Cina a bordo di veloci velieri. Nel 1830, Russell rilevÚ il cartello dellíoppio di Perkins a Boston e fondÚ la pi? grande impresa per il contrabbando díoppio del Connecticut. Il suo uomo a Canton era Warren Delano, Jr – nonno di Franklin Roosevelt che fu Presidente degli Stati Uniti negli anni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli altri partner di Russell comprendevano le famiglie dei Coolidge, dei Perkins, degli Sturgi, dei Forbes e dei Low.Nel 1832 il cugino di Samuel Russell, William Huntington, formÚ il primo circolo statunitense dellíOrdine del Teschio e delle Ossa. Vi fece affluire membri dalle pi? potenti ed influenti famiglie díAmerica. La lista di appartenenza Ë quella di chi conta negli Stati Uniti: Lord, Whitney, Taft, Jay, Bundy, Harriman, Weyerhauser, Pinchot, Rockefeller, Goodyear, Sloane, Simpson, Phelps, Pillsbury, Perkins, Kellogg, Vanderbilt, Bush e Lovett, per citare alcuni dei pi? importanti.… significativo come gli uomini del Skull and Bones abbiano sempre avuto un legame molto stretto e duraturo con la comunit‡ dellíintelligence statunitense. Líex Presidente degli Stati Uniti e membro dellíordine George Bush fu direttore della CIA nel 1975-76. Non sorprende che il collegamento con líintelligence risalga al College di Yale, dove quattro diplomati formarono parte del ìCulper Ringî, una delle prime operazioni dellíintelligence statunitense, organizzata in gran segreto da George Washington onde raccogliere informazioni vitali sui britannici durante la Guerra díIndipendenza. Nel 1903, la Divinity School di Yale aveva allestito in tutta la Cina diverse scuole ed ospedali. Mao Tze Tung era un membro dello staff. Negli anni ë30, líinfluenza del collegamento cinese con Yale era tale che i servizi segreti statunitensi si appellarono alla ìYale in Cinaî per ottenerne líaiuto in operazioni di intelligence.1

    … interessante come il sottoprodotto dellíoppio, líeroina, fosse un nome commerciale della compagnia Bayer la quale nel 1898 lanciÚ il suo prodotto, che daí forte dipendenza, ed Ë ancora leader mondiale dellíindustria farmaceutica. Eroina e cocaina erano legalmente disponibili per líacquisto sino a che vennero messe fuori legge dalla Societ‡ delle Nazioni – líantesignana delle Nazioni Unite – e dagli USA negli anni ë20. In seguito al proibizionismo, il consumo di queste droghe cominciÚ ad aumentare vertiginosamente. Anche cosÏ, il periodo di guerra 1939-46 vide líassuefazione virtualmente sradicata in Europa e in America del Nord – un felice stato di cose che non sarebbe durato a lungo.

    POI VENNE LA GUERRA IN VIETNAM

    LíIndocina, gran parte della quale era sotto controllo o influenza francese dalla met‡ del 19mo secolo, venne catturata dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine delle ostilit‡, la Francia riguadagnÚ autorit‡ su Vietnam, Cambogia, Laos e Tailandia. Ma i movimenti di indipendenza avevano iniziato a combattere per sfrattarla. Alla fine questo sfociÚ, nel 1954, nella battaglia di Dien Bien Phu, orchestrata dai Viet Minh, che risultÚ in una sconfitta della Francia e nel suo conseguente ritiro dallíIndocina, nonchÈ nella sua immediata sostituzione con gli Stati Uniti.

    Nel frattempo, la Francia aveva sviluppato nella regione un apparato di intelligence ad ampio raggio, finanziato dallíoppio. Maurice Belleux, ex capo del SDECE, líequivalente francese della CIA, ne confermÚ líesistenza durante uníintervista notevolmente schietta con il professor Alfred McCoy, storico. Belleux raccontÚ a McCoy che ìlíintelligence militare francese finanziava tutte le sue operazioni clandestine grazie al controllo del commercio di droga in Indocinaî. Questíultimo servÏ a sostenere la Guerra Coloniale francese dal 1946 sino al 1954.

    Belleux rivelÚ come funzionava. Paracadutisti francesi che combattevano con le trib? sparse nella regione raccoglievano líoppio grezzo e lo trasportavano, a bordo di aerei militari francesi, a Saigon, dove passava alla mafia sino-vietnamita per la distribuzione. Pesantemente coinvolte nel traffico díoppio erano anche le organizzazioni criminali corse, che lo spedivano a Marsiglia, in Francia, per raffinarlo in eroina. Da lÏ veniva distribuita in Europa e Stati Uniti: tale rete iniziÚ ad essere conosciuta come ìthe French Connectionî. Si trattava della malavita che lavorava culo e camicia col governo francese – con entrambi a beneficiare finanziariamente dallíaccordo. I profitti ricavati venivano incanalati in conti della banca centrale, sotto il controllo dei servizi segreti militari francesi. La grande spia del SDECE chiuse la sua intervista affermando di ritenere che la CIA ìaveva rilevato tutte le attivit‡ francesi e stava perseguendo qualcosa della stessa politicaî.2 Il termine ìGuerra del Vietnamî Ë un termine improprio. Pi? esattamente, il coinvolgimento statunitense nellíintera regione andrebbe chiamato la ìGuerra del Sud-est asiaticoî. Mentre i combattimenti in Vietnam raggiungevano i media giornalmente, la guerra segreta in Cambogia, Laos e Tailandia rimase tale e continuÚ sino agli anni ë80. Questa era la piccola guerra privata della CIA, combattuta con líassistenza di trib? locali e soldati e aviatori americani ëfuori dai libri pagaí – i quali, una volta catturati, venivano abbandonati da un agghiacciante governo segreto, cinico e ingrato.3

    La strategia militare statunitense in Vietnam era singolare. Sebbene gli americani possedessero la superiorit‡ militare, con la capacit‡ di vincere la guerra approssimativamente in un anno, era loro espressamente proibito di farlo dagli artefici della politica estera statunitense. Questa dottrina venne espressa nel National Security Council Memorandum 68, che era líarchitrave per la Guerra Fredda. Era la stessa politica che proibÏ la vittoria alleata in Corea – come spiegato dal colonnello Philip Corso, ex Capo Settore Progetti Speciali, Divisione Intelligence, Comando dellíEstremo Oriente, in una testimonianza al Congresso nel 1996. Di ritorno dalla Corea, Corso fu assegnato al Comitato Coordinamento Operazioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, dove scoprÏ la politica del ìnon vincereî. Ne rimase sgomento.4 Ma se la vittoria militare non era un obiettivo statunitense, assicurarsi il controllo della produzione di oppio della regione sicuramente lo era. PassÚ poco tempo prima che la CIA avesse un controllo totale sul commercio di oppio. Ne risultÚ un massiccio incremento della produzione seguito da uníondata di assuefazioni da eroina in Nord America ed Europa occidentale. Parallelamente a questo ci fu un enorme aumento di tossicodipendenti fra le truppe statunitensi che combattevano in Vietnam. Non meno di un terzo di tutte le forze combattenti vennero assuefatte alla ìChina whiteî – cortese concessione degli uomini di Spionville, Virginia.5 Il traffico di droga dilagava presso i comandanti militari sudvietnamiti. Uno dei personaggi principali era il generale Dang Van Quang, Assistente Militare e alla Sicurezza del Presidente Nguyen Van Thieu. Quang allestÏ una rete di traffici di stupefacenti tramite Forze Speciali vietnamite operanti in Laos.Il Laos, un feudo della CIA, era uno dei principali produttori di oppio sotto il controllo nominale del generale Vang Pao, capo trib? dei Meo che combattevano la guerra segreta della CIA. Vang Pao raccoglieva líoppio grezzo coltivato in tutto il Laos settentrionale e lo trasportava a Long Thien a bordo di elicotteri della compagnia della CIA, la ìAir Americaî. Un enorme complesso costruito disordinatamente dagli Stati Uniti, Long Thien da alcuni era conosciuto come il ìParadiso della Spiaî e da altri come ìAlternato 20î. Era qui che líoppio grezzo del generale Pao veniva raffinato in eroina bianca di tipo China No.4 purissima. A questo punto, il coinvolgimento diretto della CIA nel ëprodottoí terminava.Nel frattempo, la CIA fornÏ a Vang Pao una propria linea aerea – conosciuta da quelli addentro alla questione come ìAir Opiumî – che avrebbe trasportato la droga a Saigon, atterrando presso la gigantesca base aerea statunitense di Ton Sohn Nut. In seguito, parte del carico veniva suddiviso tra líorganizzazione di Quang per lo spaccio ai militari statunitensi tossicodipendenti; il resto veniva spedito alla malavita corsa di Marsiglia per la spedizione a Cuba – un punto di passaggio controllato da Santos Trafficante, boss della mafia in Florida – e da lÏ agli Stati Uniti. Una normale variazione del percorso di consegna avvenne quando sacchetti sigillati di eroina vennero cuciti allíinterno dei cadaveri di militari statunitensi che tornavano a casa per la sepoltura.Tornati a casa, ai politici statunitensi non importava un fico secco del problema della droga in aumento tra i militari di truppa. Questo disprezzo fu espresso al meglio dal Segretario di Stato Henry Kissinger che disse ai giornalisti Woodward e Bernstein del Washington Post che ìi militari sono stupidi ed ottusi animali da usarsi come pedine per la politica esteraî.6A questo riguardo potremmo anche seguire un ragionamento collegato. Se i militari sono ìstupidi ed ottusi animaliî da usare e di cui abusare come ìpedine per la politica esteraî, i normali cittadini contribuenti sono forse visti in maniera diversa quando si arriva alla fornitura di eroina in gran quantit‡ alle citt‡ americane? Senzíaltro una popolazione tossicodipendente provvede pi? che adeguatamente ad uno dei requisiti del NSC 68: stabilire la ìtranquillit‡ nazionaleî.7

    In ogni caso, i proventi dalle vendite di stupefacenti venivano riciclati tramite la Nugan Hand Bank in Australia ed utilizzati per finanziare la guerra segreta della CIA in tutta la regione.In seguito allíinvasione della Cambogia, appoggiata dagli Stati Uniti nel maggio 1970, fu allestito un altro canale per il traffico di eroina. Regioni della Cambogia, ideali per la coltivazione dellíoppio e in precedenza inaccessibili, vennero immediatamente messe in produzione. La rete di contrabbando era gestita dalla marina vietnamita che disponeva di basi a Phnom Penh e lungo tutto il fiume Mekong. Entro una settimana dallíincursione cambogiana una flotta di 140 navi da guerra della marina vietnamita e di quella statunitense, al comando del capitano Nyugen Thaanh Chau, penetrÚ in Cambogia. Questa fu ìacclamata come una ëbrillante mossa tatticaí ed una grande ëflotta militare umanitariaíî. La flotta si mise immediatamente al lavoro contrabbandando ìgrandi quantit‡ di oppio ed eroina nel Vietnam del sudî.8

    Dopo il ritiro statunitense dal Vietnam del sud, il generale Quang, del quale si dice fosse il pi? grande spacciatore nel paese, si trasferÏ tranquillamente a Montreal, in Canada, passando per la base dellíesercito di Fort Chaffee, in Arkansas. Si dice che líentrata in Canada di Quang fosse dovuta a gentili ma intense pressioni dal governo degli Stati Uniti.

    COSTRUIRE MERCATI: SRADICARE LA CONCORRENZA

    Líapparente dicotomia di facciata tra il commercio di stupefacenti pluridecennale della CIA e la ìGuerra alla Drogaî da parte della Drug Enforcement Administration (DEA) Ë illusoria. Durante uníintervista alla radio nel 1991, il prof. Alfred McCoy spiegÚ quello che lui definiva ìil rapporto istituzionale tra la DEA e la CIAî. Negli anni ë30 venne fondato il Federal Bureau of Narcotics (FBN), precursore della DEA, per ridurre líuso e la vendita di narcotici. LíFBN era la sola agenzia statunitense ad avere agenti operanti in clandestinit‡ prima della Seconda Guerra Mondiale. Con líarrivo di questíultima, agenti chiave dellíFBN furono trasferiti allíappena istituito Office of Strategic Services (OSS), precursore della CIA, onde insegnarne al personale le ìarti clandestineî. McCoy dichiara che questa relazione continua a tuttíoggi. Il risultato Ë che in quelle parti del mondo dove la CIA sta conducendo traffici di droga, ufficialmente la DEA va a dormire.9 Questo ha portato a comprendere che il principale incarico della DEA Ë quello di impedire líafflusso di droghe da fonti diverse da quelle ìapprovate dalla CIAî, e che i successivi programmi statunitensi di ìGuerra alla Drogaî sono, di fatto, intrapresi per distruggere la concorrenza. Che questa sia una politica finalizzata o meno, il risultato Ë chiaramente lo stesso. Portato alla sua logica conclusione, Ë che i trafficanti approvati e protetti dalla CIA continueranno incessantemente a guadagnare un controllo sempre maggiore sul commercio globale di stupefacenti, facendo del governo statunitense il pi? grande spacciatore di droga al mondo. Nel frattempo, qualcuno ritiene che questo sia gi‡ accaduto e fosse da sempre parte dei piani a lungo termine concertati da oscuri politicanti, da quando gettarono il loro avido sguardo verso le materie prime del pianeta – essendo i narcotici una delle pi? remunerative.

    Líeroina in entrata negli Stati Uniti veniva prodotta da due principali monopoli dellíoppio: quello controllato dalla CIA nel sud-est asiatico, e quello dalla Turchia, uno stretto alleato degli Stati Uniti. Quando il Presidente Richard Nixon dichiarÚ la sua ìGuerra alla Drogaî nel 1973, questo chiuse la connessione turca che fluiva attraverso Marsiglia sotto il controllo del crimine organizzato corso. CiÚ creÚ una sempre maggiore domanda di eroina prodotta nel Triangolo Díoro del sud-est asiatico, specialmente in Birmania.In precedenza, nel 1949, questa regione era diventata una ridotta armata per le forze nazionaliste cinesi in fuga al comando di Chiang Kai-shek, inseguite dallíArmata Rossa di Mao. La CIA organizzÚ una massiccia operazione di supporto che utilizzÚ queste forze cinesi per raccogliere informazioni allíinterno della Cina, ingaggiare battaglie campali con le forze comuniste e fare da ìallarmeî per una temuta invasione comunista del sud-est asiatico. Per finanziare questa piccola guerra segreta, la CIA necessitava del tipo di fondi neri che provengono da una vendita di narcotici su vasta scala. Fu lÏ che le vecchie ìmani cinesiî dellíOSS fecero il loro dovere trasformando la regione nel maggior singolo produttore di oppio del mondo, con quasi 1.000 tonnellate nel 1961. Oggi, i ìcampi coltivatiî birmani rimangono sotto líattento controllo di Khun Sa, il signorotto locale appoggiato dalla CIA.

    LA VIA DELLíEROINA DI KHUN SA

    … qui che si chiude il cerchio della nostra storia. Nella prima parte abbiamo rivelato il contenuto di un affidavit firmato dal colonnello Edward P. Cutolo in merito al suo coinvolgimento in un traffico di cocaina, sanzionato da militari statunitensi, da Bogot‡ in Colombia a Panama. Allíepoca líufficiale comandante anziano delle Forze Speciali statunitensi dellíintera regione del Comando Meridionale era il tenente colonnello James ìBoî Gritz. Bo Gritz fu uno di quelli che si buttarono discretamente ad indagare sulla morte di Cutolo e quella di altri ufficiali, ed Ë anche stato per lungo tempo un promotore a favore dei Dispersi in Azione/Prigionieri di Guerra statunitensi (MIA/POWs) dallíepoca del Vietnam.

    Gritz venne informato da Ross Perot che tre prigionieri di guerra americani erano detenuti da Khun Sa e che il signorotto aveva acconsentito a consegnarli. Tramite contatti ad alto livello col governo cinese, Perot prese accordi per ottenere accesso al quartier generale di Khun Sa, sulle sperdute colline di Shanland. Ma Gritz, sapendo di poter entrare ed uscire molto pi? velocemente utilizzando la sua rete di contatti nella regione, partÏ nel novembre del 1986 con alcuni sceltissimi ex-componenti delle Forze Speciali.

    Per Gritz e compagni ci vollero tre giorni di negoziati per accedere al remoto e selvaggio territorio di Shanland. Alla fine Gritz si incontrÚ con un perplesso Khun Sa il quale gli disse che non cíera mai stato alcun prigioniero di guerra statunitense. Comunque, nel corso della loro conversazione Gritz chiese perchÈ Khun Sa fosse cosÏ pesantemente coinvolto con líoppio, sottolineando quanti problemi questo avesse causato in America. La risposta fu sconvolgente.

    Khun Sa affermÚ che líintera fornitura di oppio – circa 900 tonnellate líanno, allíepoca – veniva acquistata dal governo statunitense. Il signorotto affermÚ poi di voler cambiare la produzione in quanto lui odiava líoppio, e se Gritz avesse ottenuto che gli Stati Uniti fornissero appena un decimo di quello che spendevano per la Guerra alla Droga nella regione, lui avrebbe cambiato la produzione in altre coltivazioni.Uno sbigottito Gritz riportÚ il suggerimento al governo statunitense e rimase ancor pi? stupefatto nel sapere che líofferta venne rifiutata. Líex colonnello dei Berretti Verdi venne inoltre avvertito che sarebbe stato oggetto di sporchi trucchi se non avesse abbandonato líargomento dellíoppio. Ignorando queste minacce, cinque mesi dopo Gritz ritornÚ in Birmania, nel maggio 1987, per un secondo incontro con Khun Sa. Stavolta si portÚ una telecamera e chiese a Khun Sa di fare i nomi dei responsabili di fronte ad essa.Khun Sa diede istruzioni al suo segretario di leggere i nomi dal suo diario, ma si accordÚ affinchÈ i nomi che rivelava fossero quelli vecchi, e non quelli di coloro con i quali era in affari in quel momento. Líufficiale governativo statunitense responsabile dellíacquisto dellíoppio era Richard Armitage, un ufficiale dellíamministrazione ben conosciuto e di alto livello. Armitage stava lavorando, lesse il segretario, con un individuo di nome Santos Trafficante che agiva in qualit‡ di ìgestore del trafficoî di Armitage. Gritz era ben consapevole di chi fosse Trafficante: il leggendario ìBossî della mafia della Florida.Nel corso di una conferenza nel 1991, Gritz illustrÚ líaspetto economico del movimento di eroina di Khun Sa verso gli Stati Uniti. Al signorotto venivano pagati 300.000 dollari a tonnellata dal governo statunitense, ma il prodotto veniva venduto sulla strada per un milione di dollari a libbra (circa mezzo chilo, ndt). ìNessuno lo vuole lontano dagli affariî, osservÚ ironicamente Gritz.

    Gritz disse che al suo ritorno in America nel 1987 cercÚ di far prendere nota a qualcuno nellíamministrazione, compreso il vicepresidente George Bush, delle sue informazioni. I suoi approcci vennero nuovamente energicamente respinti.Come gesto di buona volont‡ verso il governo degli Stati Uniti, Khun Sa scrisse a George Bush una lettera, datata 15 marzo 1988, nella quale gli offriva, assolutamente gratis, una tonnellata di ìeroina asiatica No.4 purissimaî. Questo era il sistema del signorotto di offrire un incentivo affinchÈ gli Stati Uniti giungessero ad un accordo volto a convertire la produzione da oppio ad uníaltra coltivazione. Bush non rispose alla lettera, e la risposta del Dipartimento di Stato fu ìnon interessaî.

    Disgustato, Gritz iniziÚ attivamente a partecipare ad una campagna per avvertire gli americani di cosa stesse facendo il loro governo a loro nome. Questo alla fine sfociÚ nella sua chiamata in giudizio con líaccusa di aver usato un passaporto falso durante una delle sue visite in Birmania. Dichiarandosi colpevole dellíaccusa, ma spiegando che si trattava della normale procedura nel mondo delle ìoperazioni nereî, venne riconosciuto innocente dalla giuria.

    Da allora, Gritz Ë diventato un esplicito critico dei successivi governi e le loro finzioni politiche segrete, e di conseguenza ha sofferto nelle mani dei media disgraziatamente prevenuti.

    Malgrado ciÚ, la storia principale di Gritz non Ë stata abbandonata. Da dietro le quinte altri hanno raccolto líappello. Sono iniziate discrete e scrupolose indagini sulle attivit‡ nascoste di Richard Armitage.

    LA DRUG-MEISTER DELLA SPIA

    Un ìinsiderî immensamente potente, Armitage aveva fatto in modo che il colonnello Dave Brown finisse accanto al Presidente Reagan come ufficiale di collegamento su base giornaliera. Lo scopo di questa mossa era, nelle parole di un individuo in familiarit‡ con questi eventi, ìinfluenzare giornalmente in modo sottile il suo modo di pensareî. In aggiunta, ìaltre azioni di questo tipo erano state istituite in agenzie e dipartimenti chiaveî.10

    Col Presidente Reagan efficacemente imbavagliato, Armitage e la sua cricca di fautori e agitatori di Washington credettero di essere intoccabili. In larga misura lo erano.

    Gi‡ Assistente Segretario alla Difesa, in seguito alla vittoria alle elezioni presidenziali di Bush, Armitage fu nominato nel febbraio 1989 per divenire Assistente Segretario di Stato per le Questioni in Estremo Oriente. Questa mossa venne bloccata e, invece, Armitage fu nominato al posto di Segretario dellíEsercito.Dietro le quinte, era in corso una guerra virtuale in quanto il Dipartimento della Giustizia e líFBI combattevano per incriminare Armitage per i narcotici ed altre sue attivit‡ criminali. A queste misure opponeva una potente resistenza il Procuratore Generale Thornburg, una persona nominata politicamente dal Presidente Bush.Comunque, Ë significativo che Armitage fosse sotto indagine anche da parte di investigatori federali al lavoro per conto della Commissione sul Crimine Organizzato voluta dal Presidente, che si era concentrata sullíattivit‡ criminale di organizzazione straniera nel gioco díazzardo e nel traffico di droga. Questa risultÚ dallo stretto rapporto di Armitage con una donna vietnamita, Ngdyet Tui (Nanette) OíRourke.

    La OíRourke era al centro di un circolo di gioco díazzardo su vastissima scala gestito da vietnamiti residenti negli Stati Uniti. Le era stata concessa la cittadinanza statunitense – secondo una fonte, in ìcircostanze estremamente sospetteî. Era anche sospettata di essere una prostituta. Nel corso delle indagini, gli investigatori arrivarono a ritenere che líassociazione di Armitage con la OíRourke risaliva al suo servizio in Vietnam, quando si pensa abbia gestito con lei un equivoco locale a Saigon. Cíerano anche sospetti che la OíRourke abbia agito come ìcorriereî di Armitage.

    Uníaltra fonte implicata in queste indagini notÚ che ìquasi ogni donna vietnamita coinvolta in importanti operazioni di gioco díazzardo sulla costa orientale [USA] Ë sposata ad un americano che o Ë della CIA o ha collegamenti con líagenziaî – compreso il marito della OíRourke.

    Nel frattempo, un altro investigatore che riteneva che Armitage fosse ìsporcoî veniva frustrato nelle sue indagini dal Segretario alla Difesa Frank Carlucci, e da altri potenti protettori. Nel 1975, durante il turno in Vietnam presso la CIA di Armitage, Carlucci era líuomo No.2 della CIA.A causa di numerosi ostruzionismi ad alto livello, le indagini sulle attivit‡ criminali di Armitage vennero ridotte, ma non prima che fossero state raccolte alcune dannose informazioni. Non ultima era la speciale relazione di Armitage con OíRourke. Gli investigatori scoprirono una foto, che si riteneva fosse stata scattata professionalmente, la quale mostrava una OíRourke nuda in posa nella sua camera da letto con un Armitage parzialmente svestito. Questo, ed altri fattori, portÚ gli investigatori e, in effetti, alcuni influenti politici, a concludere che OíRourke stava in realt‡ lavorando per líintelligence nordvietnamita, e che la foto fosse stata usata per ricattare Armitage e farlo diventare una spia.11 La forza delle informazioni raccolte su Armitage era tale che egli fu obbligato a rinunciare alla sua nomina a Segretario dellíEsercito e, in realt‡, a tutti gli altri posti ufficiali nel governo statunitense. Successivamente, ufficiali della Difesa dichiararono privatamente che ad Armitage non sarebbe mai pi? stato permesso di fare visita al Dipartimento della Difesa.Conosciuto presso la comunit‡ vietnamita come ìMr Phuî (che significa letteralmente ìsignor Riccoî), Armitage, malgrado le sue disgrazie, era ancora in grado di far conto sullíenorme potere dei suoi protettori politici e riuscire ad evitare líincriminazione. Il conoscere di gran lunga troppo delle ìporcherieî del governo statunitense durante le tre decadi precedenti lo forniva di uníistantanea carta ìnon va in galeraî.

    Si stima che nella stagione 1991-92 il raccolto annuale di oppio della regione di Khun Sa nel Triangolo díOro aveva raggiunto la cifra sbalorditiva di 3.000 tonnellate. Laddove era sempre stato difficile trasportare le merci a causa del terreno montagnoso, venne costruita una agevole strada in asfalto, consentendo ai camion di trasportare velocemente la droga agli aeroporti gestiti dal governo in Tailandia. da lÏ, líeroina raffinata veniva indirizzata verso gli Stati Uniti ed altre destinazioni occidentali.

    Se Frank Carlucci, ex No.2 nella gerarchia della CIA, era uno dei principali ìprotettoriî di Armitage durante i suoi anni ìdifficiliî, possiamo legittimamente chiederci chi altro potrebbe aver protetto quello che fu un ufficiale della CIA ed era ora in disgrazia. Forse non Ë sorprendente che George Bush abbia regnato come No.1 della CIA a seguire la sua nomina a Direttore della Central Intelligence nel 1975 da parte del Presidente Gerald Ford. CiÚ potrebbe fare il mondo piccolo ma, chiaramente, anche molto sporco.In ultima analisi, le attivit‡ della CIA in corso per conto di una piccola cerchia di potenti individui chiaramente conferma líesistenza di un governo segreto che utilizza le strutture democratiche poco pi? che come uníutile facciata dietro la quale nascondersi. La droga, un prodotto straordinariamente remunerativo, ha finanziato molte delle attivit‡ clandestine di tale governo segreto. Anche le armi sono un altro strumento utile e molto remunerativo, finanziato col denaro pubblico. Apparentemente, la opprimente ma clandestina politica Ë quella di continuare a creare sporche guerre oltremare e allo stesso tempo tenere drogata fino agli occhi la gente a casa, o meglio, quelle sezioni della societ‡ viste come seccanti subordinati dellíelite dei padroni autoproclamati che governano dallíombra. Lo svantaggio nascosto nellíintera faccenda non Ë semplicemente che viene fatto in vostro nome e nel nome della libert‡ e della democrazia, con slogan accattivanti che significano meno di niente per coloro che li proferiscono, ma Ë il vostro denaro, i vostri dollari di tasse che continuano a finanziare líintero complotto. Forse questo Ë un motivo per cui il termine popolare di ìdrogaî Ë ìdopeî (che significa anche vernice per ritocchi, ndt). &Mac176;

    DROGA E MEDIA: SEGRETI INNOMINABILI

    Quando Gary Webb, un intraprendente e coraggioso giornalista investigativo del Mercury News di San Jose, pubblicÚ la sua storia nellíagosto del 1996, potenti onde díurto rimbombarono attraversando gli Stati Uniti verso est per buona parte dellíanno. Webb aveva speso un anno a scoprire lo sporco segreto del crack di cocaina e di come si fosse diffuso a Los Angeles.

    Líarticolo in tre parti era intitolato ìLíOscura Alleanzaî e faceva nomi – specialmente di ex personaggi di rilievo del movimento Contra appoggiato dalla CIA. Webb si aspettava e ricevette il sentito appoggio del suo direttore e dei compagni giornalisti del Mercury News. Il giornale dedicÚ anche un sito web alla serie di articoli e pubblicÚ copie elettroniche di importanti documenti di conferma. Nel frattempo, le onde díurto raggiunsero Washington, DC.

    Inarrestabili, fluirono oltre in direzione di Langley, Virginia – sede della Central Intelligence Agency. Col tempo, una contro-onda díurto ancora pi? turbante da Washington, DC, rotolÚ indietro in direzione ovest raccogliendo impulso da Langley. Gary Webb aveva divulgato líindivulgabile. Aveva espresso una semplice verit‡ – una verit‡, per di pi?, gi‡ ben risaputa da molti giornalisti, politici, accademici, ufficiali militari, personale dellíintelligence ed altre persone addentro da decenni. La verit‡ espressa era che la CIA era impegnata nella distribuzione di enormi quantit‡ di droghe illegali. Entro un anno, i colleghi di Webb al Mercury News capovolsero il loro iniziale appoggio ed iniziarono a denunciarlo.

    Tale fu il potere del segnale di ritorno dalla costa orientale che molti altri giornalisti del Mercury News iniziarono a temere che la loro promozione – specialmente alle pi? prestigiose corporazioni giornalistiche díAmerica – avrebbe potuto essere rovinata. Era il classico caso di colpevolezza per associazione. Peggio ancora, anche il direttore precedentemente coraggioso di Webb lo denunciÚ e pubblicÚ un editoriale sul Mercury News, dicendo che la qualit‡ della documentazione díappoggio di Webb nella serie ìLíOscura Alleanzaî era scarsa. Il chiaro messaggio era che la verit‡ pronunciata in realt‡ non era stata pronunciata. Orwell chiamava questo ìdoppio discorsoî. Per aver osato dire la verit‡, Webb venne punito col trasferimento in una cittadina, in una redazione del Mercury News in una zona depressa, ben lontano dalla notoriet‡ della redazione centrale. Webb mantenne il lavoro, o almeno una specie di raffazzonata morte vivente alla voodoo come lavoro. Nessuno puÚ biasimare Webb per aver accettato il posto: aveva una famiglia da mantenere, e date le circostanze le sue possibilit‡ di assicurarsi un altro lavoro altrove nei media erano sicuramente compromesse. Anche il direttore chiaramente mantenne il posto, ma possiamo e dobbiamo biasimarlo per rendere a Cesare la sua integrit‡ giornalistica. Nel frattempo alcuni dei colleghi di Webb si sono trasferiti in posizioni pi? elevate ed importanti in quelle anche troppo ambite corporazioni giornalistiche nazionali. Qui possono scrivere tutto il giorno, sullíargomento che desiderano – purchÈ non si tratti di argomenti innominabili. Senza un Quarto Potere indipendente e coraggioso, non cíÈ protezione dalla sottile e consistente campagna per distruggere la democrazia in tutto tranne il nome. Quando Webb intraprese quellíindagine che gli avrebbe cambiato líesistenza, era beatamente inconsapevole dellíenorme minaccia che presto avrebbe costituito per la sicurezza nazionale e líestablishment politico degli Stati Uniti.

    La sua storia ha svelato una sinistra politica che risale alla Seconda Guerra Mondiale: il controllo clandestino statunitense sullíindustria globale delle droghe illegali, durato quattro decenni. Questo era solo uno della gran quantit‡ di sgradevoli segreti che il governo segreto non voleva fossero raccontati. Ce ne sono molti altri.12

    Note:

    1. Il materiale su Yale Ë stato liberamente tratto dallíeccellente saggio di Kris Millegan, ìEverything you wanted to know about Skull and Bones but were afraid to askî. Altro materiale di prima classe Ë disponibile nellíopera di Paul Goldstein e Jeffrey Steinberg, George Bush, Skull and Bones and the New World Order. Per quanto ne so, entrambi sono disponibili solo su Internet.

    2. Prof. Alfred McCoy, citando un colloquio privato con Maurice Belleux, in uníintervista col conduttore radiofonico Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    3. Per una dettagliata analisi della connessione tra droga e MIA/POWs, vedere Kiss the Boys Goodbye, di Jensen-Stevenson & Stevenson (Bloomsbury, UK, 1990; Futura, 1992).

    4. Vedere la testimonianza resa da Corso il 17 settembre 1996 di fronte alla Sottocommissione della Camera sul Personale Militare. ìLa politica del ënon vincereí era contenuta nel NSC 68, NSC 68/2 e NSC 135/3,î disse Corso ai membri del Congresso, aggiungendo che ìle basi di questa politica erano nelle direttive ORE 750, NIE 2, 2/1, 2/2, 10 e 11. Noi la chiamavamo la ëpolitica della foglia di ficoí.î

    5. Cifre menzionate dal prof. Alfred McCoy durante la sua intervista alla radio con Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    6. Vedere Kiss the Boys Goodbye di Jensen-Stevenson & Stevenson (Futura, 1992, p. 97).

    7. Memorandum 68 del National Security Council, 14 aprile 1950. Questo documento sottolineava le necessit‡ degli Stati Uniti in seguito alla Guerra Fredda.

    8. Documenti confidenziali in possesso dellíautore.

    9. Intervista radio di Paul DiRienzo col prof. Alfred McCoy, 9 novembre 1991.

    10. Estratto da una lettera indirizzata al Senatore Paul Laxalt, datata 27 aprile 1987.

    11. Sono stato informato da fonti affidabili che Ross Perot era uno di coloro che credevano che Armitage fosse una spia nord vietnamita.

    12. La morale della storia di Webb Ë di non aspettarsi che i principali media vi informino di quanto sta realmente accadendo nel mondo – non lo faranno. Per parafrasare la battuta di Walter Matthau, espressa alla perfezione nel film JFK, ìQuesti cani non caccianoî – perlomeno, non pi?. Oggi, il vecchio giornalista ësegugioí Ë rannicchiato su un tappetino di fronte al fuoco del salario. I suoi muscoli sono logori, la pancia Ë piena, il suo naso ha scordato come si punta, e i suoi sogni di sgambettare sono quelli di tanto tempo fa.

    (Nexus 17)

    http://www.nexusitalia.com

  10. della rivista EXTRATERRESTRE – Maggio 1999

    La Mano invisibile

    Un piano scellerato sembrerebbe generare sviluppi catastrofici per l’equilibrio e la pace mondiale. Come si Ë arrivati a tale punto di non ritorno?

    Di Lorenzo D. Belardo

    Il presidente della ex Jugoslavia, Josip Broz. detto Tito, morÏ, dopo una breve malattia, il 4 maggio 1980. Subito dopo la sua morte le tensioni sotterranee in jugoslavia vennero in superficie: i primi ad alzare la voce furono gli sloveni, ma poi fu il Kosovo che diede ai Serbi i maggiori problemi.In Kosovo tra il Marzo e l’Aprile del 1980 gli Albanesi diedero moti insurrezionali che coinvolsero tra le 10 e le 20 mila persone. KOSOVO REPUBBLICA fu lo slogan che la folla scandÏ e scrisse sulle proprie bandiere, chiedendo di svincolarsi dalla Serbia della SHS. A capo di questa rivolta ci fu Mahmut Bakalli. Verso la met‡ degli anni Ottanta i Serbi cominciarono a protestare sempre pi? spesso contro le persecuzioni fisiche e psicologiche, cui la maggioranza albanese ricorreva nel Kosovo, per costringere la minoranza serba e montenegrina ad emigraee. I media di Belgrado denunciarono a pi? riprese atti vandalici e le violazioni di cimiteri, chiese e monasteri ortodossi da parte degli Albanesi mussulmani. Il governo federale dovette agire per arrestare il forzato esodo di Serbi dalla provincia del Koso vo. Nel Maggio del 1986 Milosevic fu eletto presidente della Lega serba; visto dal popolo serbo come un salvatore, l’anno seguente venne a ricoprire il ruolo di difensore dei suoi connazionali del Kosovo. Nella sua mente cominciava a farsi strada l’idea di una GRANDE SERBIA per evitare il pericolo della nascita di una Grande Albania. Il resto Ë storia, e “vendette” di oggi.

    Una pace impossibile

    Le persecuzioni della minoranza serba da parte degli Albanesi, delle quali si Ë parlato poco in Occidente, iniziarono verso la met‡ degli anni Ottanta. La memoria di quegli episodi, insieme alla paura di perdere la Gerusalemme serba, cioË il Kosovo, oggi tiene unito il popolo serbo attorno al suo leader carismatico. Nello scenario si inseriscono notizie di un tentato golpe contro Milosevic, organizzato nel 1990 dai suoi pi? stretti collaboratori e sventato dalla CIA. Vane appaiono tutte le recenti iniziative e mediazioni diplomatiche. “NO” Ë stata la risposta di Clinton agli accordi raggiunti dal primo ministro russo Primakov a Belgrado, cosÏ come il rifiuto della proposta di tregua invocata dal Papa per la ricorrenza della Pasqua cattolica. Un ennesimo “NO”, da parte del presidente USA, cíË stato alla tregua unilaterale per la Pasqua ortodossa offerta dal leader serbo. I bombardamenti,mentre scriviamo, continuano sempre pi? violenti. Per Milosevic, i cinque punti stabiliti da Clinton appaiono difficilmente accettabili (come pure la piattaforma di Ranbouillet), soprattutto nella parte che pretenderebbe il ritiro delle truppe federali dal Kosovo, permettendo líoccupazione nemica del territorio nazionale serbo. Cosa si puÚ celare dietro questa ostinata perpetuazione della guerra, apparentemente solo da parte degli USA? Possono gli interessi economici e strategici giustificare líeventualit‡ di una escalation ed allargamento del conflitto nei Balcani tali da condurre ad una possibile terza guerra mondiale dagli esiti catastrofici? Chi decide veramente negli USA e chi manovra e gestisce lo scenario politico internazionale?

    Una regia occulta

    Si dovrebbe forse parlare di quelle strutture che agiscono nell’ombra e che si dice sovrastino decisionalmente, ormai da qualche decennio, anche lo stesso presidente degli Stati Uniti díAmerica.Tali strutture potrebbero essere identificate con infiltrazioni all’interno di settori deviati dei servizi segreti e dellíIntelligence americani quali la CIA, l’FBI e l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA). In un rapporto declassificato – accessibile via Internet al sito: http://www.thewordistruth.org del 12 Novembre 1963, indirizzato all’allora direttore della CIA, il presidente Jonh F. Kennedy si riferiva a “Sconosciuti” e a responsabilit‡ difensive della NASA nei confronti di quest’ultimi. Il documento, un memorandum per il Direttore della CIA (il cui nome non si legge perchÈ volutamente censurato, ma dovrebbe trattarsi di John Mc Cone, ex capo della Commissione Energia atomica, insediatosi dopo Allen Dulles, N.d.R.) Ë intitolato: “Revisione di classificazione di tutti i files d’Intelligence UFO d’interesse per la sicurezza nazionale”. Nel l’incartamento il presidente riferisce al Direttore della CIA di aver incaricato un certo James Webb per lo sviluppo di un programma congiunto con l’Unione Sovietica per l’esplorazione del suolo lunare. Inoltre, il leader statunitense si preoccupava di far in modo che i Russi non fraintendessero le reali necessit‡ di cooperazione fra USA e URSS per un programma di difesa. Nel testo Ë possibile rilevare una considerazione di Kennedy che affermava: “Quando questi dati saranno disponibili, desidererei che organizzasse (riferito a J.Wehb) un programma di condivisione informazioni con la NASA nelle loro responsabilit‡ difensive” Il testo termina (il resto Ë completamente censurato)con l’intento del presidente americano di voler avere un rapporto completo non pi? tardi del primo Febbraio 1964. Non si sa a chi si riferisse Kennedy in quel documento quando parlava di Unknowns con la ëUî maiuscola, inoltre Ë possibile che fosse intenzionato a rendere tali informazioni di pubblico dominio. Ma il presidente degli Stati Uniti non ottenne mai quei dati, perchÈ il 23 Novembre del 1963 venne ucciso in un attentato a Dallas (Texas).

    Uno scacco matto pianificato?

    Anche se puÚ sembrare fantapolitica, diversi ricercatori ritengono che il vero livello decisionale negli USA sia occulto. Qualcuno o qualcosa si sarebbe infiltrato e radicato talmente a fondo da dirigere l’orchestra degli avvenimenti internazionali senza mai apparire pubblicamente. Si Ë appreso che la NSA Ë in grado, attraverso un programma segreto per la sorveglianza elettronica, di controllare ogni tipo di comunicazione a livello Mondiale (c’Ë stata a tal proposito anche una interpellanza del parlamento italiano per chiedere chiarimenti in merito). Il sistema, chiamato Echelon, intercetta tutta la posta elettronica, le comunicazioni telefoniche e quelle via fax estrapolando ciÚ che Ë importante grazie allíimpiego di parole chiave. Cosa potrebbe impedire a tale Ente di manipolare, di controllare anche le coscienze di coloro che sembrano agire in prima persona negli affari internazionali? Come? Con ricatti o con líutilizzo di microtecnologia impiantistica per il condizionamento della mente. Una regia occulta manovra gli avvenimenti internazionali mediante pedine strategicamente posizionate? E segue, di almeno un secolo, una precisa tattica che condurrebbe ad un preciso piano. Ma quale? Scorrendo brevemente gli eventi si percepisce a presenza di un Grande Fratello, di una mano invisibile che, a ben riflettere, avrebbe come fine quello di cancellare la faccia cristiana della civilt‡ Occidentale. Infatti l’unico esito certo della Prima Guerra Mondiale fu l’annullamento dell’impero Austro-Ungarico (grande baluardo cristiano) e della Santa Russia degli Zar. Inoltre, chi fu l’artefice del trasferimento di Trotzkij dagli Stati Uniti in Russia? Chi aiutÚ finanziariamente Lenin a superare le prime difficolt‡ economiche dopo la rivoluzione? Chi sovvenzionÚ Adolf Hitler perchÈ avviasse il suo folle progetto che avrebbe condotto all’Olocausto Ebraico, alla “colonizzazione e all’assoggettamento dell’Europa all’economia americana mediante il piano Marshall? Chi spinse per l’elezione di un Papa slavo, principale artefice della caduta del muro di Berlino? C’Ë chi Ë convinto che questo puzzle cosÏ folle poi non sia. Ora, di fatto, si Ë resa possibile una guerra disumana nella quale sembra vengano impiegate bombe allíuranio impoverito sulla popolazione civile. Una plausibile conclusione Ë la seguente: una regia occulta, questo Grande Fratello, questa Dark Side, pianifica e attua tale scellerata partita da circa un secolo, e le mosse belliche di oggi ne costituiscono forse la fase decisiva. A questo punto non ci resta che domandarci quale sar‡ lo scacco matto che ci Ë stato riservato.

    Lorenzo D. Belardo

    http://www.extraterrestre.it

  11. IL DOSSIER ECHELON E LA GUERRA SEGRETA:

    LA CIA CONTROLLA INTERNET?

    Di Giuseppe Cosco

    Quando sul Mondo del 20 e 27/3/98 apparve il dossier “Echelon” molte persone restarono sbigottite. Era infatti inimmaginabile quanto rivelato dal rapporto del Technological options assessment (Stoa), Direzione generale ricerca del Parlamento Europeo. Il documento, tra líaltro, affermava, scriveva il Mondo, che: “ogni fax, ogni messaggio di posta elettronica, criptato o meno, puÚ essere intercettato, selezionato, decodificato e inserito in una potentissima banca dati computerizzata”. Una sorta di rete di monitoraggio globale consentirebbe tutto ciÚ. Questa sarebbe gestita dagli USA che usufruisce dellíassistenza dellíInghilterra, del Canada, dellíAustralia e della Nuova Zelanda. In poche parole, Echelon Ë un sistema di satelliti spia, basi a terra di intercettazione, computer sofisticatissimi e molto potenti. Scrive, in sostanza, il Mondo che: “La particolarit‡ del sistema Echelon Ë che la sua reteÖ non Ë disegnata soltanto per permettere líintercettazione di alcune particolari linee di trasmissione, bensÏ per intercettare indiscriminatamente quantitativi inimmaginabili di comunicazioni via qualsiasi mezzo o linea di trasmissioneÖ A differenza di altri sistemi di spionaggio elettronico, Echelon Ë diretto principalmente contro bersagli civiliÖ LíItalia e gli altri Paesi europei sono bersaglio costante di EchelonÖ Líanima del sistema Echelon Ë senza dubbio americana”.Líimmensa mole di notizie, che viene intercettata finisce nel centro strategico di Menwith Hill (Gran Bretagna) che, successivamente, i dati ritenuti interessanti li dirotta al National Security Agency (NSA), il servizio segreto USA di spionaggio elettronico. Praticamente, se non lo si Ë ancora capito le nostre azioni quotidiane pi? banali come líuso del telefono, di internet, il passaggio ai caselli autostradali, la spesa, ecc., tutto quello che normalmente si fa Ë registrato e conservato in un archivio di dati di computer, per un tempo che va da pochi giorni a degli anni. Spiati. SÏ, spiati, perchÈ Ë ormai impossibile non lasciare traccia di, quasi, qualsiasi cosa si faccia.Una luce ancora pi? sinistra colora quanto si Ë detto se, scrive “Lo Stato” (28/4/98): “Öci si ricorda del Documento Farmer. Diffuso nel 1984 da La Lettre di de Villemarest, il documento scritto da Farmer, membro della ëcommissione quadrilateraleí generata dalla Trilaterale nel 1981, conteneva, tra líaltro, il principio secondo cui il controllo delle comunicazioni dovesse non solo esistere ma essere gestito, facendo passare solo le informazioni che il governo ritenesse opportuno, poichÈ >”. Giova anche rammentare quanto il 17 Febbraio 1950, il banchiere James Warburg aveva affermato davanti alla Commissione Esteri del Senato: “Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale ñ o col consenso o con la forza”.CíË dellíaltro che pochissimi sanno. Le libert‡ personali sono di fatto ristrette. Scrive Maurizio Blondet: “Il 28 Febbraio 1989 ñ naturalmente la stampa italiana non ne ha parlato ñ la Corte Suprema degli Usa ha riconosciuto alla polizia federale (Fbi) il ëdirittoí di arrestare, violare il domicilio, e perquisire cittadini stranieri residenti allíestero. Ufficialmente, la nuova norma ha lo scopo di perseguire gli spacciatori di drogaÖ Va, tuttavia, sottolineato che la polizia degli Stati Uniti ha adesso, ëlegalmenteí, i poteri díarbitrio che il Kgb esercitava di nascostoÖ Oggi, cittadini stranieri che si suppone abbiano violato la legge americana possono essere arrestati in qualunque parte del mondo, senza il consenso del Paese che li ospitaÖ” (“Complotti. Stati Uniti, Gran Bretagna”, Il Minotauro, Milano 1995).Siete stupiti? Credete sul serio di vivere in libert‡? Avete ancora fiducia in un Nuovo Ordine Mondiale? “Sono anni, scrive de Villemarest, che il Cfr (Council on Foreing Relations) ripete il concetto: >” (da “Lo Stato”, cit.). Il Council on Foreing Relations (CFR) ebbe origine nel 1921 e fu finanziato dalla famiglia Rockefeller, contava 650 personalit‡, scrive lo storico Robert Divine: “il Gotha del mondo degli affari americano”. Dopo quanto detto finora, cíË dellíaltro che Ë ancora pi? inquietante.Sapere se risponde al vero la voce, di recente pi? volte ventilata, che Internet sia controllato dalla Cia. Sembrerebbe proprio di sÏ da quanto si legge su “Nexus. New Time” (n.4, Marzo-Aprile 1996). Riporto dalla rivista: “I media hanno recentemente riportato che la National Science Foundation ha ceduto la propriet‡ del nome registrato Internet alla Network, Solutions, Inc. (NSI) di Herndon, VA, USA. Essi hanno mancato di rilevare alcuni interessanti collegamenti. Web Review, una rivista bisettimanale online (vedere il servizio speciale presso http://gnn.com/wr/) ha rivelato il 26 Settembre 1995 che líNSI Ë stata acquistata nel Maggio í95 dalla Scientific Applications International Corporations (SAIC) di San Diego, CA”.La rivista prosegue facendo i nomi dei componenti il consiglio díamministrazione della SAIC, tra i quali figurano: “ÖlíAmmiraglio Bobby Inman, ex capo della NSA (National Security Agency) e vice direttore della CIA; Melvin Laird, Segretario alla Difesa di Nixon; ed il generale in pensione Max ThurmanÖ Altri membri del consiglio, recentemente allontanatisi, includono Robert Gates ex direttore della CIA; William Perry, attuale Segretario alla Difesa e John Deutch, líattuale direttore della CIA”. CíË poco da stare allegri.

    Giuseppe Cosco

    http://cosco-giuseppe.tripod.com/index.htm

    linus.tre@iol.it

  12. SEGRETI PERICOLOSI

    di Giuseppe Cosco

    Troppa gente, che si Ë interessata del problema degli UFO o ha solo avuto la sfortuna di essere incolpevole testimone di fatti riguardanti gli extraterrestri, Ë morta misteriosamente. Il noto ufologo John Keel, al proposito, affermÚ: ìUno dei problemi che mi ha sempre impedito, nel corso della mia indagine, di riesumare certi casi passati Ë stata la morte prematura (in un tempo variabile da 6 mesi a 2 anni al massimo) dei testimoni pi? significativiî.

    Come spiegare la lunga e inquietante catena di strane morti di studiosi, o di semplici persone con líhobby dellíufologia che si erano trovati ad essere testimoni di cose che non avrebbero dovuto vedere nÈ, tantomeno, divulgare? Esistono realmente i misteriosi ìM.I.B.î (Men In Black), Uomini in Nero, che irromperebbero, improvvisamente, nella vita di ricercatori o semplici testimoni di fenomeni ufologici trasformando la loro esistenza, letteralmente, in un inferno, provocandone, non di rado, la morte? E se sÏ, chi sono questi foschi esseri vestiti di nero? E corrisponde al vero líaccusa di orrendi esperimenti compiuti, in luoghi segretissimi, su delle cavie umane?

    Fatti accertati sembrano confermare, punto per punto, quanto Keel ebbe a dire. Sono storie terribili, che, piuttosto frequentemente, come vedremo, si sono concluse drammaticamente per le persone, in qualunque maniera, collegate allíenigma Ufo, sotto una pietra tombale assieme al loro spaventoso segreto. Líufologia Ë tutta costellata da una scia di morti misteriose.Il noto ufologo Alfredo Lissoni nel suo interessante e ampiamente documentato libro: ìGli UFO e la CIAî, su CD-Rom (Playpc ñ cp 377, Jesi), scrive: ìIl problema delle morti misteriose ha sempre infiammato la fantasia degli ufologi, che le hanno spiegate come omicidi preparati ad arte dai servizi segreti. Sebbene non esista alcuna prova concreta al riguardo, a parte qualche timida ammissione di ex agenti governativi di scarsa affidabilit‡, Ë comunque vero che, a partire dal 1962, l’ufologia iniziÚ a piangere i suoi pionieri. ìNel novembre 1962 scompariva infatti Wilbert Smith, capo del progetto di ricerca canadese Magnet; Smith morÏ improvvisamente, nonostante la giovane et‡, non prima di aver rivelato l’esistenza di un vertice americano supersegreto, sopra la CIA, di studio sugli UFO; Smith fu preceduto di poco dal capitano Edward Ruppelt, investigatore dissociato del Blue Book, stroncato da un cancro nel fiore degli anni. Analoga fine toccÚ all’inglese Waveney Girvan, fondatore della Flying Saucer Review, la pi? seria e rinomata pubblicazione sugli UFO nel mondo. Agli inizi del ’68 toccÚ al brasiliano Olavo Fontes, che investigÚ il caso di un presunto UFO schiantatosi in Brasile, ad Ubatuba; subito seguito dal generale francese Ailleret, perito in uno strano incidente aereo, quattro giorni dopo aver annunciato ai media di voler creare una commissione ufficiale ed obiettiva sui dischi volanti. Nel giugno del 1971 scompariva il professor James McDonald, trovato suicida nel deserto dell’Arizona. Ufficialmente si era sparato alla tempia, stressato dal troppo lavoro (!). ìOmicidi premeditati? Prove non ce ne sono, ma parrebbe proprio di sÏ. Guarda caso tutti questi personaggi risultavano particolarmente scomodi, in quanto occupavano posizioni chiave per la divulgazione corretta del fenomeno UFO. Erano i pi? informati, i pi? accreditati e, soprattutto, i pi? ascoltati…î.

    Ma, andiamo con ordine. Per darvi una pallida idea di questo inquietante fenomeno, di strane morti, riporto quanto scrisse il ìSaucers Newsî, sul numero 72, al riguardo: ìDa un breve sondaggio, si Ë potuto constatare che solo nel 1967, in tutto il mondo, si sono registrate ben 137 morti per incidenti o per cause naturali (malattie, collassi) di persone, in qualche modo, collegate al problema degli UFO, vale a dire studiosi, contattisti e testimoni!î. Un numero incredibilmente alto, per poter parlare di semplici fatalit‡. Sarebbe oltremodo interessante fare un vero e proprio studio statistico, che, certamente, non mancherebbe di stupire, per sapere, ad oggi, di quanto si Ë ingrandito il numero di queste strane morti.

    Il primo, forse, di questa tragica lista fu James Forrestal. Gli inquirenti dissero che líalto ufficiale si era tolto la vita in una crisi di follia. Anche di suicidio, attuato con i gas di scarico dellíauto, parlarono gli investigatori, dopo una frettolosa indagine, per spiegare il decesso dellíastrofisico Morris K. Jessup avvenuto il 20 aprile 1959 a Dade, nello Stato della California. Lo studioso e ricercatore Franco Ossola in un suo interessante articolo ìLe morti misterioseî, da cui attingiamo le notizie di queste morti sospette, riporta, tra líaltro, quanto, su questo strano decesso, Thimothy Green Beckley ebbe ad affermare: ìil mistero della morte di Morris K. Jessup Ë uno dei pi? strani ed inquietanti dellíintera vicenda ufologica. La sua morte, ufficialmente definita ësuicidioí, Ë stata dibattuta e lo Ë tuttíora a lungo da tutti i ricercatori come lui dediti allíocculto che lo conoscevano personalmente… Eí, infatti, molto diffuso il sospetto… che anche Jessup abbia ricevuto le intimidazioni dei M.I.B., quei misteriosi uomini in nero che, sin dai primordi dellíufologia, inducono al silenzio i protagonisti della ricerca… Jessup era, dunque, venuto a risoluzione di misteri pi? grandi di lui e a cui non era lecito accedere?î1.

    Ma chi sono questi ìUomini in Neroî?

    Lissoni, nel suo citato lavoro, racconta: îSecondo l’editore e contattista Alfred Bender uomini rigorosamente vestiti di nero da capo a piedi, con giacca, cravatta e cappello e dalle sembianze orientali, si divertirebbero a girare il mondo intimidendo gli UFOtestimoni. BenderÖ genero’ due scuole di pensiero: la piu’ tradizionale era convinta che i “men in black”, gli uomini in nero, fossero alieni minacciosi che non volevano che si sapesse della propria esistenza segreta (stereotipo ricomparso nell’ufologia folkloristica anni ’90, sui “piccoli grigi” nascosti in basi segrete sotterranee); la seconda scuola riteneva invece che i MIB fossero in realta’ agenti segreti che infastidivano i testimoni. Per anni abbiamo pensato che la storia dei MIB fosse una semplice leggenda ufologica ma, in quest’ultimo periodo, troppi dati sembrano confermare l’esistenza di questo gruppoî. Alcuni ricercatori sono infatti convinti che gli Uomini in Nero siano in realt‡ extraterrestri. Interverrebbero per proibire la denuncia di fatti terribili, perpetrati in combutta col Governo. Essi rapirebbero individui per esperimenti sulla razza umana di inaudita ferocia. Roberto Pinotti, sul n. 211 del ìGiornale dei Misteriî, riporta la teoria di John Lear, che ha effettuato delle missioni per conto della Cia e che, tra líaltro, Ë figlio di William P. Lear, ex candidato al Senato per lo Stato del Nevada. Spiega Pinotti che, secondo la teoria di John Lear, gli extraterrestri effettuerebbero, sui soggetti rapiti, tutta una serie di esperimenti: ì- Il controllo biologico del soggetto rapito tramite líinserimento di un dispositivo di tre millimetri attaverso la cavit‡ nasale nel cervello… – Imprimere suggestioni post-ipnotiche per realizzare una specifica, forse anche eccessiva attivit‡, per un periodo di tempo che va dai 2 ai 15 anni seguenti. Le migliori menti scientifiche non sono state in grado di determinare la natura di tale attivit‡.

    – Uccidere alcuni soggetti per utilizzare i corpi come fonte di materiale biologico, specificatamente cibo. – Uccidere alcuni individui che, per i Grigi (razza aliena molto avanzata denominata EBE cioË Entit‡ Biologiche Extraterrestri e detti Grigi per il colore della loro pelle, nda) rappresentano una minaccia al proseguimento della loro attivit‡.

    – Effettuare esperimenti di ingegneria genetica.

    – Fecondare femmine umane ed abbreviarne la gravidanza per assicurarsi le creature nate dallíincrocio delle due razzeî. Gli Uomini in Nero porterebbero avanti, secondo questa teoria, un programma di disinformazione e di censura, per coprire la loro infiltrazione in centri-chiave di potere politico e per nascondere i loro mostruosi esperimenti con gli abitanti della Terra. A tal proposito, Pinotti, in un interessante articolo dal titolo ìLíuomo che sapeva troppoî, scrive: ìI ëMen in blackí erano… a detta di Bender, esseri extraterrestri operanti sulla Terra. (…). Gli extraterrestri di Bender non erano i ëfratelli cosmicií preoccupati per il futuro e desiderosi di aiutarci e di salvarci dallíautodistruzione. Gli esseri rivelatisi allíufologo di Bridgeport nel settembre del 1953, al contrario, gli si erano presentati come emissari di una vera e propria struttura operativa aliena in mezzo a noi, avente finalit‡ non certo altruistiche. Anzi. (…). Líaspetto fisico di queste creature era orribile per noi. Dopo averli visti come erano in realt‡, Bender li descrive abbastanza simili, al ënaturaleí, al cosiddetto ëmostro di Flarwooodsí, con tutta una serie di effetti secondari non particolarmente gradevoli per noi (ad esempio líacre odore solforoso associato alle loro manifestazioni). Esseri non umani, estremamente evoluti dal punto di vista tecnologico e mentale, e anatomicamente del tutto diversi da noiî 2. Altri sostengono che i MIB sono, in realt‡, agenti governativi. Pierluigi Sandonnini scrive: ìNegli USA, i testimoni pi? razionali presumono che gli ëuomini in neroí che li hanno visitati facessero parte dello staff dei servizi di sicurezza dellíAir Force. A dire la verit‡, in circa met‡ dei casi, sia negli USA che nel Regno Unito, gli uomini in nero avrebbero cercato di provare ai testimoni di avere una identit‡ istituzionale. Solo che nessuna organizzazione governativa ha mai confermato che questi strani visitatori fossero propri agentiî3. Ad onor del vero cíË ancora uníaltra ipotesi su i M.I.B. Ecco quanto racconta, al riguardo, Sandonnini: ìTra il 1965 e il 1967 ci fu una nuova ondata di attivit‡ degli ëuomini nerií negli USA. John Keel ne scrisse abbondantemente nei suoi libri Operazione Troian Horse e The Mothman Prophecies. In molte citt‡ dellíOhio e dellíovest Virginia furono viste strane luci e entit‡ aliene in numero allarmante, cosÏ come si verificarono visite da parte di ëuomini in neroí. Keel stesso confessa esperienze di incontri notturni con queste entit‡. Egli sviluppÚ una propria visione, diciamo cosÏ ëereticaí, secondo la quale non sarebbero alieni su astronavi a far visita ai testimoni bensÏ si tratterebbe di manifestazioni demoniache…î4. John Lear e Milton W. Cooper hanno denunciato fatti davvero sconvolgenti e, cioË, che il nostro pianeta Ë sotto il potere di un misterioso ìGoverno Ombraî, che, in grande segretezza, controlla il narcotraffico, propaga malattie come líAids a fini sperimentali e di controllo e compie altre efferatezze. Nel New Mexico e nel Nevada esisterebbero basi segretissime dove verrebbero stilati questi atroci programmi. Chi Ë venuto in contatto con gli uomini in nero li ha sempre descritti in questo modo: >. Dunque, sarebbero i misteriosi M.I.B. non solo a ìsuicidareî ma anche, a scatenare improvvisa follia, infarti letali, malattie o incidenti mortali agli studiosi di ufologia e anche a semplici testimoni che, direttamente o indirettamente, avevano scoperto pericolosi segreti sugli alieni? Ecco alcuni significativi esempi di queste strane morti. Due ricercatori, uno ex componente della Commissione governativa americana di indagini ufo, Edward J. Ruppelt e líaltro, Waveney Girvan, direttore della rivista inglese Flying Saucer Review furono stroncati da un improvviso attacco cardiaco, il primo nel 1961 e líaltro nel 1962. Anche le loro morti destarono non poche perplessit‡ negli ambienti ufologici. Venne ricordato che Ruppelt aveva promesso delle rivelazioni inquietanti, ma, incredibilmente, al momento di rendere pubbliche le accuse, cambiÚ addirittura rotta asserendo che líufologia era solo uníaccozzaglia di stupidaggini. A non pochi colleghi e amici sembrÚ che Ruppert fosse stato spaventato mortalmente da qualcuno. Il maggiore Donald E. Keyhoe tirÚ in ballo gli uomini in nero. Il mistero rimane insoluto. Wilbert Smith, ingegnere responsabile del Project Magnet, un progetto di ricerca ufologica canadese, morÏ improvvisamente nello stesso anno. Cosa aveva scoperto líingegnere nel corso delle sue investigazioni? Anche nel suo caso si parlÚ di troppi misteri connessi alla sua improvvisa scomparsa. Il 1962 vide, anche, líimprovvisa morte di Gloria Lee Byrd, famosa contattista statunitense, avvenuta in uno stato di quasi follia. Ancora di suicidio si parlÚ per Douglas Hancock, quando la polizia ne trovÚ il cadavere, nella propria casa, a Redland (Sud Dakota). Inutile dire che anche per lo sfortunato Hancock si disse che le indagini erano state troppo frettolose. Molti dubbi restarono su questo caso, oltre allíincredulit‡ di chi conosceva molto bene líufologo. Altra morte misteriosa fu quella dellíarcheologo spaziale e scrittore Georges Hunt Williamson, avvenuta nel 1965, mentre lo studioso, nelle profonde caverne sudamericane, cercava le prove di alcune sue terribili supposizioni. Cosa trovÚ in quei luoghi Williamson che, tra líaltro, godeva dellíamicizia e della stima di George Adamski? Raymond Bernard perÏ, pure, mentre era alla ricerca di qualcosa di molto importante per lui, nella misteriosa terra del Sud America. CiÚ che trovÚ gli costÚ la vita? Non avremo mai questa risposta.

    Nello stesso anno, in un manicomio, fu trovato il corpo senza vita della ricercatrice ufologica Della Larson. Anche in questo caso si parlÚ di suicidio, ma, come al solito, furono mosse molte critiche allíoperato degli inquirenti. Gli amici della donna ricordarono che la studiosa, ricoverata per un esaurimento nervoso, aveva perso la serenit‡ quando aveva trovato le prove, cosÏ affermava la signora, che crudeli esseri alieni erano scesi sul nostro pianeta. Le sue sconvolgenti conferme, Della Larson, se li portÚ nella tomba. Altro suicidio, con molti punti interrogativi, fu quello del giornalista e ufologo Damon Runion jr., che fu trovato cadavere il 14 aprile del 1969. Lo stesso anno suscitÚ vasta risonanza, negli ambienti ufologici australiani, la misteriosa morte di Bernard Cox. In questa lista mortuaria troviamo ancora H. T. Wilkins, Mark Probert, R. Loftin, C. Maney; F. Halstead; R. Holland; C. Roberts; W. Miller, ecc. ecc. Troppe morti per essere attribuite al caso e líelenco Ë ancora molto lungo. Franco Ossola, nel suo citato articolo, prosegue con una constatazione molto interessante. Egli scrive: ìalcuni personaggi che hanno fatto la storia dellíufologia sono deceduti il giorno 24 giugno – naturalmente in anni diversi – data dellíanniversario dello storico avvistamento di Kenneth Arnold (24 giugno 1947, nda), che diede il via allíindagine ufologica ufficiale. Ricordiamo cosÏ alcuni nomi appartenenti a questo elenco specialissimo. Frank Scully, giornalista e scrittore americano, …morto il 24 giugno del 1964. Frank Edwards…; i contattisti inglesi Arthur Bryant… e Richard Church… il 24 giugno del 1967. Due anni dopo fu la volta di Willy Ley… mentre il 24 giugno del 1978 Ë stato líarcheologo spaziale francese Robert Charroux…î5. Tutti questi altri decessi sembrano essere collegati alla data di nascita della ufologia moderna. Siamo dinanzi a sfortunate fatalit‡ oppure ci troviamo di fronte ad una spaventosa realt‡? Ancora uníaltra inquietante domanda: Si puÚ supporre un legame tra le morti di cui si Ë detto e gli incredibili ìsuicidiî degli scienziati inglesi che lavoravano in settori supersegreti? Si tratta di pi? di venti morti sospette attorno al progetto di Guerre Stellari. Alfredo Lissoni spiega che ìË una storia cominciata nel lontano 1982 e continuata sino al 1990, e coinvolge gli scienziati della General Electric Company di Londra, smistati in due grosse ditte britanniche, la Plessey e la Marconi. Ben 25 di questi ricercatori sono morti in circostanze misteriose, scomparsi o ‘suicidatisi’ con le tecniche piu’ strane e grottescheî. Líunica cosa certa Ë che gli investigatori, ancora una volta, chiusero troppo frettolosamente le indagini, archiviando i casi come suicidi. Leggete di che strani ìsuicidiî si trattÚ: Vidmal Dajibhai, da poco giunto dal Pakistan, svolgeva, a soli 24 anni, un lavoro estremamente delicato. Allíimprovviso, il 4 agosto del 1986, percorre circa 200 chilometri con la sua macchina in direzione di Bristol. Si ferma, esce dallíauto e, secondo gli investigatori, si lancia dal ponte Clifton Bridge. Nellíauto vengono trovati due bicchieri con del vino, eppure, lo scienziato era completamente astemio. In una tasca della sua giacca vi era una tessera di appartenenza ad una setta esoterica indiana denominata ìAnu Pam Missionî. Deve essere un gruppo davvero molto segreto visto che neanche esiste. Ashard Sharif, un altro dipendente della ìMarconi Defence Systemî, anche lui impegnato in mansioni segretissime, il 28 ottobre, si recÚ da Londra a Bristol, si fermÚ allíinizio di una stradicciola secondaria, prese una robusta corda che si era portato appresso, un capo lo legÚ al grosso ramo di un platano, líaltro se líannodÚ al collo, poi si sedette nella sua auto, accese il motore e partÏ a tutta velocit‡, rimanendo orribilmente strangolato. Sulla macchina fu trovata una audiocassetta, nella quale Sharif aveva registrato qualcosa. La polizia non ne svelÚ mai il contenuto. Il ventiseienne Avtar Singha-Gida era impiegato in una azienda collegata alla Marconi, si Ë dissolto nel nulla. Il verdetto degli inquirenti Ë: suicidio. Il corpo di Singha-Gida non Ë stato mai trovato. Un altro scienziato, David Sands, dipendente della Erasmus collegata alla Marconi, il 30 marzo 1987, inspiegabilmente schiaccia il piede sullíaccelleratore della sua veloce auto ed esplode contro una casa disabitata. Líautomobile era piena di taniche di benzina. Altro singolarissimo ìsuicidioî Ë quello di Trevor Knight, che si rinchiude nel garage della propria casa, posteggia perfettamente líauto, sistema un tubo di gomma con un lato nellíabitacolo della macchina e líaltro collegato al tubo di scappamento. Si rimette comodo al posto di guida e aspetta la morte. Poi Ë la volta dellíex generale di brigata John Ferry, da poco alle dipendenze della Marconi. In un pomeriggio afoso díestate ritorna precipitosamente a casa e si ìsuicidaî con i fili della corrente elettrica. Andrew Hall si lascer‡ morire nellíabitacolo della macchina, respirandone i gas di scarico, chiuso nel suo garage, esattamente come aveva fatto Trevor Knight. Altri incidenti misteriosi stroncarono, negli anni í80, le vite di Jack Wolfenden, Ernest Brockway, Stephen Drinkwater, Gerge Franks, Stephen Oke. Tutti lavoravano alla segretissima agenzia britannica per le comunicazioni ìGCHQî, che raccoglie ed elabora i segnali radio. Ci fermiamo qui, anche se la lista dei ìsuicidiî continua. Si intravede, dietro tutte queste tragedie, líombra dei misteriosi MIB. Alfredo Lissoni, al riguardo, nel suo libro îGli UFO e la CIAî, racconta: ìVari autori si chiesero se le strane morti,in circostanze misteriose, di ufologi e ricercatori (McDonald, Frank Edwards, Scully, Bryant, Church, Jessup, Wilbert Smith, Scott Rogo,Girvan, Thirouin, Ailleret) in tutto il mondo non fossero opera di questi fantomatici MIB. Che Gariazzo ha ribattezzato “silencers”, coloro che mettono a tacere. (Ö). A nostro modesto giudizio i MIB potrebbero essere i commandos del Majestic 12, esponenti dell’area piu’ intransigente, quella militare, decisa a mantenere il riserbo ad ogni costo. Quella stessa area che per anni ha cercato di far sparire le informazioni schedate negli archivi CIAî. Lissoni scrive ancora che ìNella libera America esistono due governi, uno visibile e l’altro invisibile. Il primo Ë conosciuto, ne parlano quotidianamente tutti i giornali e viene preso a modello democratico nei libri di scuola. Il secondo, invece, Ë pi? subdolo, Ë celato sotto la superficie del cosiddetto establishment. … un meccanismo segreto strettamente intrecciato al primoÖî. Líesperto in politica G.P.Snow, in Scienza e governo, ha rivelato: ´Una delle caratteristiche pi? singolari di ogni societ‡ industriale progredita del nostro tempo Ë che le decisioni fondamentali sono prese da un gruppo ristretto di persone, in segretoª. Il mondo Ë, davvero, controllato da un misterioso ed efferato ìGoverno Ombraî? Lissoni, a titolo aneddotico, come curiosit‡, ci fa ancora sapere che ìIl ricercatore francese Jimmy Guieu, ha rintracciato, in un opuscolo intitolato Ceux qui tirent les fichelles de l’economie et de la politique mondiales (Quelli che tirano i fili dell’economia e della politica mondiale), un riferimento al meeting di Parigi(Trialogo 41) dell’ ’89,al quale partecipavano Hubert Curien (il ministro francese accusato di aver boicottato la ricerca sugli UFO), Jacques Delors, Jacques Chirac e Zbigniew Brzezinski. Assieme ad alcuni politici che si radunano all’Hotel Bildeberg di Maastricht e che, secondo Guieu, William Cooper e lo scrittore Jan van Helsing (nessuna parentela con Dracula), avrebbero ordito una sinarchia, per governare segretamente TUTTO il mondoî.Ritornando a tutti questi strani decessi cíË ora da chiedersi: CíË un legame tra le strane morti degli studiosi di ufologia e quelle degli scienziati impiegati nei piani supersegreti di guerre stellari? Eí ormai risaputo che il progetto ìGuerre Stellariî aveva una pi? vasta rosa di interessi di quelli esposti ufficialmente. I suoi obiettivi, si sussurra in cerchie di competenti, si spingevano, tra líaltro, nelle profondit‡ siderali, l‡ dove pulsano segnali intelligenti alieni. Ancora il mistero extraterrestre che tinge di un nero piceo, come líeffettivo colore dello spazio interstellare, anche questi morti e sepolti. CíË da sottolineare che, come per i casi degli studiosi del fenomeno UFO, le ìverit‡î sui decessi, fornite dalle autorit‡, non hanno mai convinto i familiari delle vittime e, neppure, chi li conosceva bene. Quali pericolosi segreti si portarono nella tomba? Tutte queste storie di morti sono piene di circostanze che si sovrappongono, si intrecciano, si incastrano al di l‡ di ogni statistico o ragionevole legame di caso o coincidenza. Il ricercatore, continuando a cercare inquietanti verit‡ in queste zone díombra, trover‡ solo altri fatti terribili e, forse, metter‡ a rischio la sua stessa vita. Qual Ë, dunque, il vero volto del nostro mondo e quali sconvolgenti segreti sono cosÏ sinistramente custoditi?

    GIUSEPPE COSCO

    http://cosco-giuseppe.tripod.com/index.htm

    linus.tre@iol.it

    __________________________________________

    Note bibliografiche

    1 ìIl Giornale dei Misteriî, n. 138, dicembre 1982.

    2 ìAlieniî, n. 9, ottobre 1997.

    3 ìI Misteriî, n. 18, gennaio – febbraio 1997.

    4 Ibid.

    5 ìIl Giornale dei Misteriî, cit.

  13. GLI USA CHE NON SI FANNO MAI I CAZZI LORO.

    La Cia sponsorizzÚ la Cee

    Documenti Usa testimoniano i finanziamenti negli Anni 50 e 60

    Cíera la Cia fra gli sponsor dellíintegrazione europea, agli albori della Comunit‡: emerge da documenti non classificati dellíAmministrazione americana, secondo i quali líagenzia di spionaggio condusse una campagna, negli anni Cinquanta e Sessanta, per incoraggiare líeuropeismo e contribuÏ a finanziare il movimento federalista. I documenti sono stati trovati e analizzati da Joshua Paul, uno studioso di problemi di sicurezza nazionale. Nel carteggio in possesso di Paul, che lavora alla Georgetown University di Washington, ci sono alcuni nomi italiani: Giovanni Agnelli, che vi figura come ´industriale, vice-presidente Fiatª, Giovanni Malagodi, ´parlamentare, segretario generale del Partito Liberaleª, Ugo La Malfa, ´parlamentare, presidente della commissione bilancioª, Franco Maria Malfatti, ´parlamentare, sotto-segretario allíindustriaª. Sono tutti citati semplicemente fra i partecipanti ai Convegni Bilderberg, seminari che servivano a diffondere gli ideali europeisti.Gli Stati Uniti dellíimmediato dopoguerra non avevano dunque, verso líintegrazione europea, i timori successivamente emersi, con lo spauracchio della ìfortezza Europaî. Gli Usa pro-Cee erano probabilmente animati dal desiderio di ancorare líEuropa dellíOvest a un sistema economicamente orientato verso gli Stati Uniti, politicamente cementato dalla democrazia e militarmente solidale con líAlleanza atlantica. I documenti che Paul, un ricercatore indipendente americano, ha trasmesso allíagenzia Ansa mostrano che Washington usÚ per favorire líintegrazione europea la Commissione americana per líEuropa unita (Acue), creata nel 1948 e presieduta da William J.Donovan, un avvocato, ma anche un generale, comandante dellíOss, líufficio americano dei servizi strategici in tempo di guerra, precursore della Cia. Il vice-presidente dellíAcue era Allen Dulles, direttore della Cia dagli Anni Cinquanta. Fra i dirigenti, c’erano Walter Bedell Smith, primo direttore della Cia, ed ex esponenti dellíOss, alcuni dei quali lavorarono anche per líAgenzia. Un memorandum datato 26 luglio 1950 e firmato da Donovan d‡ istruzioni per una campagna a favore di un Parlamento europeo. Altri documenti danno la sensazione che gli Stati uniti fossero favorevoli alla partecipazione della Gran Bretagna alla Comunit‡ europea fin dallíinizio. Paul spiega che líAcue finanziÚ il Movimento europeo, importante organizzazione federalista tuttora attiva (nel 1958, coprÏ oltre il 50 % delle spese). Secondo il ricercatore, la Commissione considerava suoi uomini i leader del Movimento, fra cui il ministro degli esteri francese Robert Schumann, che Ë allíorigine del processo díintegrazione europea, e il premier belga Paul-Henri Spaak, uno dei firmatari dei Trattati di Roma del 1957.I finanziamenti ai federalisti arrivavano tramite fondazioni al di sopra di ogni sospetto come la Ford e la Rockfeller e tramite gruppi di uomini díaffari legati allíamministrazione americana. Paul Hoffman, presidente della Fondazione Ford, ex ufficiale dellíOss, divenne anche capo dellíAcue verso la fine degli Anni Cinquanta. Ovviamente, il Dipartimento di Stato giocava un ruolo, dietro l’Acue e la Cia, allora a sostegno dellíintegrazione. Un appunto della sezione europea, datato 11 giugno 1965 e destinato al vice-presidente della Commissione europea Robert Marjolin, invita a portare avanti i progetti di unione monetaria ´in segretoª: non se ne doveva parlare fino a che ´líadozione di proposte del genere diventer‡ praticamente inevitabileª.

    Fonte: http://www.lapadania.com settembre 2000

  14. Ecco l’Europa delle lobbies

    Per Mola, storico della massoneria, le consorterie dominano ovunque

    di Gianluca Savoini

    ´Tutta l’Europa pagher‡ per questa folliaª. Il Times ha commentato ieri in questo modo il compromesso tragicomico sulla Banca centrale europea (Bce). In Italia invece i patetici strilloni di governo esaltano la presenza, nel comitato esecutivo della Banca, di Tommaso Padoa – Schioppa, uomo destinato da tempo a far parte di organismi europei che decideranno il destino dei popoli che vivono sul nostro continente. Entriamo a far parte di un’entit‡ chiamata Euro, dominata dagli interessi di poche decine di grandi gruppi economici e affaristici e da una cupola di potenti personaggi che fanno e disfano senza che nessuno possa criticarli. PerchË sono intoccabili. Lo stesso Padoa- Schioppa non Ë finito alla Bce per caso. Pupillo di Azeglio Ciampi, che ha imposto la sua candidatura al governo italiano, il presidente della Consob dieci anni fa venne scelto dal Presidente della Commissione europea Jacques Delors come Segretario esecutivo del progetto di unificazione monetaria europea (l’Euro di oggi). » anche membro del Gruppo Bilderberg, l’influente assemblea di importanti pezzi grossi della finanza, della politica e della cultura mondiali che si riuniscono a porte chiuse ogni anno per fare il “punto della situazione”. Mario Borghezio ha immediatamente rivolto un’interpellanza al Presidente del Consiglio in merito all’ appartenenza di Padoa- Schioppa al Bilderberg, ´poco compatibile con il ruolo fiduciario a cui il governo italiano lo ha demandatoª.Questi organismi mondialisti assomigliano tanto, per struttura e segretezza, a vere e proprie logge massoniche, operanti ovunque e strettamente correlate fra loro. ´I nomi cambiano, ma l’oligarchia al potere Ë sempre la stessaª. Per Maurizio Blondet, giornalista e scrittore esperto di mondialismo e massoneria internazionale, l’Europa di Maastricht Ë stata ideata dalla ristretta cerchia di personaggi affiliati a questi gruppi di potere.´Insieme a Padoa – Schioppa, Delors scelse anche dodici banchieri, tra i quali l’attuale presidente del Fondo Monetario Internazionale (Fmi)- spiega Blondet – per preparare la transizione dalla democrazia alla tecnocrazia bancariaª. Padoa – Schioppa nel 1987 scrisse un libro “profetico” intitolato Efficienza, Stabilit‡, Equit‡ sul tema della futura moneta unica. In esso si legge che l’eurocrazia di Bruxelles dovr‡ accentrare numerose funzioni tradizionalmente proprie degli Stati nazionali. ´Aumenteranno i disoccupati, ma, tranne poche eccezioni, nessuno lo dice – denuncia Blondet – Il Business Week di questa settimana scrive che un lavoratore su cinque in Europa perder‡ il proprio lavoro nei prossimi cinque anni. La Michelin, ad esempio, sta riducendo le sue 200 filiali a 20. Non mancheranno poi le grandi ondate speculative internazionaliª. Insomma, uno scenario assai cupo. FinchË, Ë il timore di Blondet, i governi nazionali chiederanno in ginocchio, per riportare un po’ di pace sociale, l’intervento di un Governo sovranazionale , ovvero quello che Padoa – Schioppa indicava dieci anni fa nella Commissione Cee. ´Un governo che nessuno ha eletto e che avr‡ poteri regolatori enormi – conclude il giornalista -, dove gli interessi finanziari delle oligarchie predomineranno su quelli delle popolazioniª.C’Ë allora chi, dietro questo progetto di centralizzazione europea, vede lo zampino della Massoneria, il cui motto Ë, non dimentichiamolo, Ordo ab Chao (ordine proveniente dal Caos). ´Sulla scena dominano quelle che definirei consorterie mondialiste, evitando di usare altri termini fuorvianti che generano confusione – Ë il parere dello storico della massoneria Aldo Mola – Del resto ci sono organizzazioni massoniche fortemente contrapposte fra loro, come quella francese da un lato e inglese dall’altro, non esiste quindi una strategia comuneª. Professor Mola, lei quindi esclude che i potentati massonici abbiano favorito la costruzione di un’Europa dei mercanti e del denaro?´All’interno delle lobby mondialiste ci saranno anche dei massoni, ma la loro presenza si somma a quella di persone estranee alle logge. Dopo il crollo del Muro di Berlino gruppi di potere si stanno fronteggiando per governare l’economia mondiale, il cosiddetto Grande Vecchio, unico e misterioso personaggio che trama dietro le quinte, appartiene ad una letteratura di inizio secolo. La lotta Ë molteplice e senza esclusione di colpiª.PerÚ i grandi massoni della storia hanno sempre parlato di Governo Universale, oggi cosÏ ben rappresentato dal programma della globalizzazione economica. Non Ë un indizio inquietante?´La globalizzazione viene spacciata come manna per tutto il mondo, mentre invece sta creando problemi enormi: nuovo schiavismo, depauperamento di enormi aree del pianeta, degrado ambientale, crisi sociali e disoccupazione in crescita. L’uomo non viene pi? visto come persona, ma come individuo atto a produrre e a consumare. I massoni invece desiderano che le nazioni si affratellino tra loro senza perÚ la perdita delle identit‡ particolari. Il mondialismo quindi Ë il grande nemico delle tradizioni e dei popoli. Eppure, quando si parla di certi argomenti, si rischia di passare per estremisti, antisemiti o persino pazzi…´Il mondialismo domina ovunque. O meglio, quelle poche oligarchie potentissime che costruiscono giorno dopo giorno la globalizzazione e puntano al Governo Unico Mondiale manipolano i mass- media e piazzano i loro uomini nei governi nazionali. Per questo si cerca di condurre il dibattito su di un terreno minato, accusando di estremismo chiunque osi dissentire dal progetto mondialista. Poi magari si d‡ il contentino all’opinione pubblica, perseguendo le logge massoniche tradizionali, come in Inghilterra. Intanto i veri padroni dell’economia planetaria continuano nelle loro azioni, mascherando i loro veri intenti, certamente non filantropiciª.

    Fonte: http://www.lapadania.com

    ottobre 1998

  15. Le banche centrali e il controllo privato del denaro

    Utilizzando le tecniche di riserva frazionale bancaria, i Rothschild ed i loro alleati iniziarono, sin dagli albori del 19mo secolo, a dominare le banche centrali in Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia.

    Seconda parte di due

    Estratto dal libro del video THE MONEY MASTERS: How International Bankers Gained Control of America

    Pubblicato e riveduto nel 1998 da Royalty Production Company PO Box 114, Piedmont OK 73078, USA

    http://www.themoneymasters.com

    LíASCESA DEI ROTHSCHILD

    Francoforte, Germania. Nel 1743, cinquantíanni dopo che la Banca díInghilterra aveva aperto i battenti, un orafo di nome Amschel Moses Bauer inaugurÚ un conio di monete – un ufficio di contabilit‡ – e sullíentrata collocÚ uníinsegna rappresentante uníaquila Romana su uno scudo rosso; il negozio divenne noto come la ditta dello Scudo Rosso o, in lingua tedesca, Rothschild. Quando il figlio Mayer Amschel Bauer ereditÚ líattivit‡ decise di cambiarsi il nome, assumendo per líappunto quello di Rothschild.

    Mayer Rothschild imparÚ ben presto che prestare denaro a governi e monarchi era assai pi? vantaggioso che farlo nei confronti di singoli privati; non solo i prestiti erano di maggiore entit‡, ma venivano anche assicurati dalle tasse delle varie nazioni.

    Mayer Rothschild aveva cinque figli. Egli li addestrÚ tutti nelle segrete tecniche di creazione e manipolazione di denaro e quindi li inviÚ nelle principali capitali europee per aprire filiali della banca di famiglia. Le sue volont‡ stabilirono che uno dei figli di ogni generazione avrebbe diretto gli affari di famiglia; le donne erano escluse.

    Il primogenito di Mayer, Amschel, rimase a Francoforte per occuparsi della banca della citt‡ natale; il secondogenito, Salomon, fu spedito a Vienna; il terzo figlio, Nathan, che era chiaramente il pi? abile, fu mandato a Londra nel 1798, allíet‡ di 21 anni, un secolo dopo la fondazione della Banca díInghilterra; il quarto figlio, Karl, si recÚ a Napoli; il quinto figlio, Jakob (James), andÚ a Parigi.

    Nel 1785 Mayer trasferÏ líintera famiglia in uníabitazione pi? grande, un edificio a cinque piani condiviso con la famiglia Schiff; tale edificio era conosciuto col nome di casa dello Scudo Verde. I Rothschild e gli Schiff avrebbero avuto un ruolo di primaria importanza nella storia finanziaria dellíEuropa, degli Stati Uniti e del resto del mondo; il nipote di Schiff si trasferÏ a New York ed aiutÚ a finanziare il colpo di stato bolscevico del 1917 in Russia.

    I Rothschild si misero in affari con i reali europei a Wilhelmshˆhe, la reggia dellíuomo pi? ricco della Germania – in effetti il monarca pi? ricco di tutta líEuropa – il Principe Guglielmo di Hesse-Cassel. Allíinizio i Rothschild consigliavano Guglielmo soltanto in merito a speculazioni relative a monete preziose. Tuttavia, quando Napoleone costrinse il Principe Guglielmo allíesilio, questíultimo inviÚ a Londra a Nathan Rothschild 550.000 sterline (che allíepoca erano una somma enorme, equivalente a svariati milioni di dollari del giorno díoggi) perchÈ fossero impiegate per acquistare titoli consolidati – obbligazioni o titoli statali britannici – ma Rothschild utilizzÚ il denaro per i propri affari; con Napoleone in giro, le opportunit‡ di investimenti bellici altamente remunerativi erano pressochÈ illimitate.

    Guglielmo ritornÚ a Wilhelmshˆhe qualche tempo prima della battaglia di Waterloo del 1815; egli convocÚ i Rothschild e pretese la restituzione del suo denaro. I Rothschild restituirono il denaro di Guglielmo, con líotto per cento di interesse che i titoli britannici gli avrebbero fruttato se líinvestimento fosse stato effettivamente fatto; i Rothschild, perÚ, tennero per sÈ gli ingenti profitti di guerra che avevano conseguito utilizzando il denaro di Guglielmo – losca pratica in ogni secolo.

    In parte con questi metodi, Nathan Rothschild riuscÏ a vantarsi, in seguito, di aver aumentato, in 17 anni trascorsi in Gran Bretagna, líoriginale capitale di 20.000 sterline affidatogli dal padre di 2.500 volte, vale a dire fino a 50.000.000 sterline – una somma davvero considerevole per quei tempi, comparabile al potere díacquisto di miliardi di dollari dei nostri giorni.

    Agli inizi del 1817, il ministro del Tesoro Prussiano, nel corso di una visita a Londra, scrisse che Nathan Rothschild aveva:

    …una incredibile influenza su tutte le transazioni finanziarie qui a Londra. Viene ampiamente affermato…che egli regola completamente il tasso di cambio nella City. Il suo potere in quanto banchiere Ë enorme.

    Nel 1818 il segretario del principe austriaco Metternich, scrivendo dei Rothschild, affermava che:

    …essi sono le persone pi? ricche díEuropa.

    Le banche dei Rothschild, cooperando allíinterno della famiglia e utilizzando le tecniche di riserva frazionale bancaria, divennero incredibilmente ricche. Verso la met‡ del 1800 essi dominavano tutto il sistema bancario europeo ed erano sicuramente la famiglia pi? ricca del mondo; una considerevole parte della dissoluta nobilt‡ europea era fortemente indebitata con loro.

    In virt? della loro presenza come banchieri in cinque nazioni, i Rothschild erano in effetti autonomi, uníentit‡ indipendente dai paesi nei quali operavano. Se le direttive politiche di una nazione non favorivano loro o i loro interessi, essi potevano semplicemente non concedere ulteriori crediti in loco, oppure concederne a quelle nazioni o gruppi che contrastavano tali direttive. Soltanto loro erano a conoscenza dei luoghi in cui erano depositate le loro riserve díoro e di altro genere, cosÏ da essere protetti da confische, multe, pressioni o tassazioni governative, rendendo cosÏ ogni revisione dei conti o indagine nazionale effettivamente insensata; soltanto loro erano a conoscenza dellíabbondanza (o della scarsit‡) delle proprie riserve frazionali, sparpagliate in cinque nazioni – il che rappresentava un enorme vantaggio rispetto a semplici banche nazionali impegnate a costituire una riserva frazionale.

    Fu proprio il carattere internazionale delle banche dei Rothschild che conferÏ loro dei vantaggi unici sulle banche nazionali e sui governi; e questo fu esattamente ciÚ che i legislatori e i parlamenti nazionali avrebbero dovuto proibire, cosa che perÚ non fecero. Tale situazione rimane inalterata per quanto riguarda le banche internazionali o multinazionali proprie dei nostri tempi e costituisce la forza trainante della globalizzazione – la spinta verso un governo mondiale.

    I Rothschild concessero enormi prestiti per acquisire monopoli in svariate industrie, garantendo in questo modo la capacit‡ dei debitori di restituire i prestiti alzando i prezzi senza paura della concorrenza, incrementando al contempo il potere politico ed economico dei Rothschild. Essi finanziarono Cecil Rhodes, consentendogli di instaurare un monopolio sui terreni auriferi del Sudafrica e sui diamanti DeBeers; in America finanziarono la monopolizzazione delle ferrovie.

    La National City Bank di Cleveland, che nel corso delle udienze congressuali Ë stata riconosciuta come una delle tre banche dei Rothschild negli Stati Uniti, ha fornito a John D. Rockefeller il capitale per iniziare la sua monopolizzazione nel settore della raffinazione del petrolio, cosa che ha poi portato alla fondazione della Standard Oil.

    Jacob Schiff, nato nella casa dello Scudo Verde dei Rothschild a Francoforte e quindi loro agente principale negli Stati Uniti, consigliÚ Rockefeller e architettÚ il famigerato accordo di rimborso che questíultimo richiese segretamente ai petrolieri rivali che trasportavano per ferrovia. Queste stesse ferrovie erano gi‡ state monopolizzate dal controllo dei Rothschild tramite gli agenti ed alleati J. P. Morgan e Kuhn, Loeb & Company (Schiff faceva parte del Consiglio) che, assieme, controllavano il 95% di tutta la percorrenza delle ferrovie statunitensi.

    Nel 1850 si stimÚ che il capitale di James Rothschild, erede del ramo francese della famiglia, ammontasse a 600 milioni di franchi francesi – cioË 150 milioni in pi? di tutti gli altri banchieri di Francia messi assieme. James era stato collocato a Parigi da Mayer Amschel nel 1812 con un capitale di 200.000 dollari; allíepoca della sua morte, nel 1868, cinquantasei anni pi? tardi, il suo reddito annuale ammontava a 40.000.000 di dollari. In quel periodo in America non vi era fortuna che eguagliasse nemmeno il reddito di un solo anno di James.

    Il poeta Heinrich Heine riferendosi a James Rothschild disse:

    Il denaro Ë il dio dei nostri tempi, e Rothschild Ë il suo profeta.

    James costruÏ la sua favolosa magione, chiamata FerriËres, 19 miglia a nordest di Parigi. Guglielmo I, vedendola per la prima volta, esclamÚ:

    I Re non possono permettersi una cosa del genere. PuÚ appartenere solo ad un Rothschild!

    Un altro commentatore francese del 19mo secolo la mette in questi termini:

    CíË un unico potere in Europa, ed Ë quello dei Rothschild.

    Non vi Ë alcun indizio che il ruolo predominante dei Rothschild nella finanza europea o mondiale sia mutato; al contrario, con líaumentare della loro ricchezza, essi hanno semplicemente incrementato la loro ëpassione per líanonimatoí. I loro vasti possedimenti raramente ne riportano il nome.

    Lo scrittore Frederic Morton ha scritto che i Rothschild avevano:

    …conquistato il mondo in modo pi? completo, pi? astuto e molto pi? durevole di quanto non abbiano fatto in precedenza tutti i Cesari…

    8. LA RIVOLUZIONE AMERICANA

    Prendiamo ora in considerazione gli esiti prodotti dalla Banca díInghilterra sullíeconomia britannica e vediamo come ciÚ, in seguito, abbia rappresentato la causa principale della Rivoluzione Americana.

    Verso la met‡ del 1700, líImpero Britannico si stava avvicinando allíapice del suo potere nel mondo. A partire dalla fondazione della propria banca centrale di propriet‡ privata, la Gran Bretagna aveva combattuto quattro guerre in Europa, il cui costo era stato elevato; per finanziare tali guerre il parlamento inglese, invece di emettere la propria valuta senza interessi, aveva contratto pesanti debiti con la banca.

    Alla met‡ del 18mo secolo il debito del governo britannico ammontava a 140.000.000 di sterline ñ una somma sbalorditiva per quellíepoca. Di conseguenza il governo, alfine di pagare gli interessi alla banca, intraprese un programma di prelievo fiscale dalle proprie colonie in America.

    In America, perÚ, la situazione era diversa. Il flagello di una banca centrale di propriet‡ privata non vi era ancora arrivato, sebbene la Banca díInghilterra dal 1694 esercitasse la sua rovinosa influenza sulle colonie americane. Quattro anni prima, nel 1690, la colonia della Baia del Massachusetts aveva stampato la propria valuta cartacea – primo caso in America – seguita nel 1703 dalla South Carolina e quindi dalle altre colonie.

    In quel periodo líAmerica pre-rivoluzionaria era ancora relativamente povera. Vi era una grave penuria di monete metalliche preziose da utilizzare per líacquisto di beni, cosÏ i primi coloni venivano costretti in misura sempre maggiore a sperimentare la stampa della propria valuta cartacea locale; alcuni fra questi esperimenti ebbero successo ed in alcune colonie, come valuta di scambio, venne usato il tabacco.

    Nel 1720, ad ogni Governatore Reale coloniale fu ordinato di limitare líemissione di valuta coloniale, tuttavia questo provvedimento venne largamente disatteso. Nel 1742, il British Resumption Act stabiliva che le tasse e i debiti di altro genere fossero corrisposti in oro; ciÚ provocÚ una depressione nelle colonie e i ricchi pignorarono, corrispondendo un decimo del loro valore reale, tutte le propriet‡.

    Benjamin Franklin fu un grande sostenitore della stampa della propria valuta cartacea da parte delle colonie; egli, nel 1757, fu inviato a Londra per rivendicare tale diritto e finÏ col rimanervi per i successivi 18 anni – quasi fino allíinizio della Rivoluzione Americana.

    Nellíarco di questo periodo, un numero crescente di colonie americane ignorÚ le prescrizioni del Parlamento e cominciÚ ad emettere la propria valuta, chiamata ëbuono colonialeí; il tentativo fu coronato dal successo, con notevoli eccezioni. Il buono coloniale rappresentava un affidabile mezzo di scambio e, inoltre, aiutava a suscitare un sentimento di unit‡ fra le colonie. Ricordate che il buono coloniale era perlopi? valuta cartacea, non gravata da debiti, stampata nel pubblico interesse e non sostenuta realmente da riserve díoro o díargento; in altri termini, si trattava di moneta a corso forzoso.

    I funzionari della Banca díInghilterra chiesero a Franklin in che modo potesse spiegare la ritrovata prosperit‡ delle colonie ed egli, senza esitazioni, rispose:

    La questione Ë semplice. Nelle colonie noi emettiamo la nostra valuta, che si chiama buono coloniale. La emettiamo in quantit‡ appropriata rispetto alla domanda commerciale e industriale per far sÏ che i prodotti passino facilmente dal produttore al consumatore… In questo modo, creando per noi stessi la nostra valuta, ne controlliamo il potere díacquisto e non dobbiamo pagare interessi a nessuno.

    Questo per Franklin era semplicemente buonsenso, potete tuttavia immaginare líeffetto che ebbe sulla Banca díInghilterra. LíAmerica aveva scoperto il segreto del denaro e il genio doveva tornarsene nella bottiglia il prima possibile. Il risultato fu che il Parlamento approvÚ in fretta e furia il Currency Act del 1764, provvedimento che vietava ai funzionari delle colonie di emettere la propria valuta e ordinava loro di pagare tutte le tasse a venire con monete díoro o díargento; in altri termini costringeva le colonie ad adeguarsi agli standard in oro e argento. Questo diede origine alla prima intensa fase della Prima Guerra Bancaria in America – risoltasi con la sconfitta dei Cambiavalute – che iniziÚ con la Dichiarazione di Indipendenza e si concluse col successivo trattato di pace, il Trattato di Parigi del 1783.

    Per coloro che ritengono che uno standard in oro sia la soluzione degli attuali problemi monetari americani, consideriamo quello che accadde in America dopo líapprovazione del Currency Act del 1764. Franklin, nella sua autobiografia, scrisse:

    Nel giro di un anno la situazione si era rovesciata al punto che líera di prosperit‡ era terminata lasciando il posto alla depressione, in misura tale che le strade delle Colonie traboccavano di disoccupati.

    Franklin afferma che ciÚ costituÏ anche la causa principale della Rivoluzione Americana; sempre dalla sua autobiografia:

    Le Colonie avrebbero sopportato di buon grado la ridotta tassa sul tË ed altre materie, se líInghilterra non avesse tolto alle Colonie stesse la loro valuta, creando cosÏ disoccupazione e malcontento.

    Nel 1774, il Parlamento approvÚ lo Stamp Act, il quale prescriveva líapposizione, su ogni atto commerciale, di un bollo che attestasse il pagamento di una tassa in oro – cosa che ancora una volta minacciava la valuta cartacea coloniale; meno di due settimane pi? tardi, il Massachusetts Committee of Safety promulgÚ una risoluzione a favore dellíemissione di ulteriore valuta coloniale e di riconoscimento della valuta delle altre colonie.

    Il 10 e il 22 giugno 1775, il Congresso delle Colonie decise líemissione di 2 milioni di dollari in valuta cartacea in base al credito e alla fiducia delle ìColonie Uniteî. Tale decisione disobbediva alla Banca díInghilterra e al Parlamento e rappresentÚ un atto di sfida, il rifiuto di accettare un sistema monetario ingiusto nei confronti degli abitanti delle colonie.

    CosÏ gli attestati di credito (cioË la valuta cartacea) che gli storici ignoranti o prevenuti hanno sminuito considerandoli strumenti di una politica finanziaria incosciente, erano in effetti i principi della Rivoluzione; anzi, erano pi? di questo: erano la Rivoluzione stessa.

    – Alexander Del Mar, storico

    Quando, il 19 aprile 1775, furono sparati i primi colpi a Concord e Lexington, Massachusetts, le colonie erano state prosciugate dellíoro e dellíargento dalla tassazione britannica; come risultato, il governo continentale per finanziare la guerra non ebbe altra scelta se non quella di stampare la propria valuta cartacea.

    Allíinizio della Rivoluzione la fornitura di denaro coloniale americano si attestava intorno ai 12 milioni di dollari; alla fine della guerra raggiunse quasi i 500 milioni. Questo fu in parte dovuto ad una massiccia contraffazione britannica il cui esito fu di rendere la valuta virtualmente senza valore; un paio di scarpe costava 5.000 dollari. Come lamentava George Washington:

    Un vagone carico di denaro riuscir‡ a fatica ad acquistare un vagone carico di approvvigionamenti.

    In precedenza il buono coloniale aveva funzionato in quanto veniva emessa una quantit‡ di valuta appena sufficiente a facilitare il commercio, mentre la contraffazione era irrisoria. Oggi, coloro che sostengono una valuta basata sulle riserve díoro, indicano questo periodo della Rivoluzione per dimostrare gli svantaggi di una moneta a corso forzoso. Ricordate, comunque, che quella stessa valuta, in precedenza, aveva funzionato cosÏ bene ventíanni prima in tempo di pace che la Banca díInghilterra líaveva fatta rendere illegale dal Parlamento e che, durante la guerra, gli Inglesi cercarono deliberatamente di scalzarla contraffacendola in Inghilterra e spedendola ëa balleí nelle colonie.

    9. LA BANCA DEL NORD AMERICA

    Verso la fine della Rivoluzione, il Congresso continentale, riunitosi presso líIndipendence Hall di Filadelfia, si trovÚ ad avere un bisogno disperato di fondi. Nel 1781 essi permisero a Robert Morris, loro Soprintendente Finanziario, di aprire una banca centrale di propriet‡ privata, nella speranza che la cosa potesse essere di qualche utilit‡. Fra parentesi Morris era un benestante il quale, commerciando in materiale bellico durante la Rivoluzione, si era ulteriormente arricchito.

    La nuova banca, la Bank of North America, ricalcava da vicino il modello della Banca díInghilterra; ad essa venne consentita (o, piuttosto, non venne proibita) la pratica della riserva frazionale bancaria, ovvero poteva prestare denaro che non aveva e quindi applicare su di esso gli interessi. Se io o voi facessimo una cosa del genere saremmo accusati di frode – cioË di un crimine. A quellíepoca ben pochi compresero tale pratica e, naturalmente, essa venne tenuta nascosta il pi? possibile al pubblico e ai politici; per di pi? alla banca fu assegnato il monopolio di emettere banconote, accettabili per il pagamento delle tasse.

    Lo statuto della banca richiedeva la costituzione di un capitale iniziale di 400.000 dollari versati da investitori privati. Quando perÚ Morris si rivelÚ incapace di trovare il denaro, egli utilizzÚ sfacciatamente la sua influenza politica per ottenere che venisse depositato dellíoro nella sua banca – oro che era stato prestato allíAmerica dalla Francia. Egli prestÚ a sÈ stesso e ai suoi amici questo denaro per reinvestirlo nelle azioni della banca; la Seconda Guerra Bancaria Americana era iniziata.

    Presto i pericoli diventarono evidenti. Il valore della valuta americana continuÚ a precipitare e quattro anni pi? tardi, nel 1785, il documento di concessione della banca non venne riconfermato, mettendo fine alla minaccia dello strapotere della banca stessa; cosÏ la Seconda Guerra Bancaria Americana si risolse velocemente in una sconfitta dei Cambiavalute.

    Il leader di questo efficace sforzo per affossare la banca fu un patriota di nome William Findley, della Pennsylvania, che spiegÚ il problema nel modo seguente:

    Questa istituzione, non avendo altro principio che la cupidigia, non cambier‡ mai i propri obiettivi…monopolizzare tutta la ricchezza, il potere e líinfluenza dello stato.

    La plutocrazia, una volta attestatasi, avrebbe corrotto la legislatura in modo che le leggi sarebbero state formulate a suo vantaggio e líamministrazione della giustizia avrebbe favorito i ricchi.

    Gli uomini dietro alla Banca del Nord America – Alexander Hamilton, Robert Morris ed il Presidente della Banca, Thomas Willing – non si diedero per vinti. Solo sei anni pi? tardi Hamilton, allíepoca Ministro del Tesoro, ed il suo mentore Morris, tramite il nuovo Congresso fondarono una nuova banca centrale di propriet‡ privata, la Prima Banca degli Stati Uniti; Thomas Willing, ancora una volta, ne rivestÏ il ruolo di Presidente. I giocatori erano gli stessi, soltanto il nome della banca era cambiato.

    10. LíASSEMBLEA COSTITUENTE

    Nel 1787 i leader coloniali si riunirono a Filadelfia per cambiare i nefasti Articoli della Confederazione. Come abbiamo visto in precedenza, sia Thomas Jefferson che James Madison erano fermamente contrari ad una banca centrale di propriet‡ privata; avevano visto i problemi causati dalla Banca díInghilterra e non volevano niente del genere. Come Jefferson sostenne in seguito:Se il popolo americano permetter‡ mai che banche private controllino líemissione della sua valuta, le banche e le corporazioni che prolificano intorno ad esse, prima tramite líinflazione e poi tramite la deflazione, priveranno il popolo di tutte le sue propriet‡ fino al momento in cui i figli si ritroveranno senza tetto nel continente conquistato dai padri.

    Nel corso del dibattito sul futuro sistema monetario, un altro dei padri fondatori, Gouvenor Morris, presiedeva il comitato che stese la bozza finale della Costituzione; Morris conosceva bene le ragioni dei banchieri.

    Insieme al suo vecchio capo, Robert Morris, Gouvenor Morris e Alexander Hamilton erano quelli che avevano presentato il progetto originale della Banca del Nord America al Congresso continentale tenutosi durante líultimo anno della Rivoluzione.

    Gouvenor Morris, in una lettera scritta a James Madison in data 2 luglio 1787, rivelava ciÚ che stava accadendo in realt‡:

    I ricchi lotteranno per affermare il proprio dominio e conquistare il resto. Lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno… Essi avranno qui gli stessi effetti che altrove se noi, tramite il potere del governo, non li circoscriveremo ai loro ambiti specifici.

    Nonostante la defezione di Gouvenor Morris dai ranghi dei banchieri, Hamilton, Robert Morris, Thomas Willing e i loro sostenitori europei non avrebbero abbandonato i loro propositi; essi convinsero il grosso dei delegati dellíAssemblea Costituente di non accordare al Congresso il potere di emettere valuta cartacea. La maggior parte dei delegati era ancora scossa dalla selvaggia inflazione della valuta cartacea verificatasi nel corso della Rivoluzione ed essi avevano dimenticato come aveva egregiamente funzionato il buono coloniale prima della guerra. La Banca díInghilterra invece no; i Cambiavalute non potevano permettere che líAmerica stampasse di nuovo la propria moneta.

    Molti ritenevano che il Decimo Emendamento, il quale riservava dei poteri agli stati che non erano ammessi dalla Costituzione al governo federale, rendesse incostituzionale líemissione di valuta cartacea da parte del governo federale, in quanto il potere di emettere valuta cartacea nella Costituzione non era specificatamente affidato al governo federale stesso. La Costituzione a questo proposito non si pronuncia; essa, tuttavia, proibiva in modo specifico ai singoli Stati di ìemettere certificati di creditoî (valuta cartacea).

    La maggior parte degli artefici intendeva il silenzio della Costituzione nel senso di impedire al nuovo governo federale di avere il potere di autorizzare la creazione di valuta cartacea; infatti, il Giornale dellíAssemblea del 16 agosto recita cosÏ:

    … stato proposto ed appoggiato di cancellare le parole ëed emettere certificati di creditoí e la mozione…È passata con risposta affermativa.

    Tuttavia Hamilton e i suoi amici banchieri videro questo silenzio come líopportunit‡ di tenere il governo fuori dalla creazione della valuta cartacea, che speravano di monopolizzare privatamente. CosÏ sia i delegati a favore che quelli contrari ai banchieri, con motivazioni opposte, appoggiarono, con uno scarto di quattro a uno, la mozione per lasciare fuori dalla Costituzione qualsiasi autorit‡ del governo federale relativa alla creazione di valuta cartacea. Questa ambiguit‡ lasciÚ la porta aperta ai Cambiavalute – proprio come essi avevano pianificato.

    Naturalmente la carta moneta non rappresentava di per sÈ il problema principale. Il problema pi? rilevante era il prestito di riserva frazionale, poichÈ esso moltiplicava per molte volte qualsiasi inflazione causata da una eccessiva emissione di valuta cartacea; questo, tuttavia, non veniva compreso da molti, laddove le ricadute negative causate da una smodata produzione di valuta invece lo erano.

    Gli estensori, relativamente alla loro convinzione che proibire la valuta cartacea fosse un buon fine da perseguire, furono ben consigliati. La proibizione di tutta la valuta cartacea avrebbe fortemente limitato la riserva frazionale bancaria allora praticata, poichÈ líuso di assegni era minimo e si puÚ presumere che sarebbe stato proibito anchíesso. I prestiti bancari perÚ, creati come registri, non furono presi in considerazione e quindi non vennero proibiti.

    Nel momento in cui si verificÚ tale situazione, i governi statale e federale furono largamente intesi come non autorizzati a creare denaro, al contrario delle banche private – sostenendo che tale potere, non essendo specificamente vietato, veniva riservato ai cittadini (incluse persone giuridiche, quali banche societ‡ per azioni).

    Il ragionamento opposto affermava che le corporazioni bancarie erano strumenti o agenzie degli stati che le ospitavano e quindi doveva essere loro negato di ìemettere attestati di creditoî, cosÏ come accadeva per gli stati stessi. Tale ragionamento venne ignorato dai banchieri, i quali proseguirono a emettere banconote basate sulle riserve frazionali, e perse tutta la sua forza una volta che la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilÏ che anche il governo federale avrebbe potuto concedere uno statuto ad una banca abilitata ad emettere valuta. Alla fine solo agli stati venne proibito di emettere valuta, cosa che invece non fu negata nÈ alle banche private nÈ ai Comuni (come accadde in circa 400 citt‡ durante la Grande Depressione).

    Un altro errore che spesso non viene compreso riguarda líautorit‡ concessa al governo federale di ìconiare moneteî e di ìregolamentarne il valoreî. Regolamentare il valore della moneta (vale a dire il suo potere díacquisto o valore relativo ad altri parametri o beni) non ha niente a che fare con la qualit‡ o il contenuto (cioË un tot di parti di rame o di oro etc.) bensÏ con la sua quantit‡ – la riserva di denaro; Ë la quantit‡ a determinarne il valore ed il Congresso non ha mai legiferato sulla quantit‡ totale di denaro negli Stati Uniti.

    Una legislazione su una fornitura generale di denaro (compresi assegni, valuta e tutti i depositi bancari) in effetti regolamenterebbe il valore (potere díacquisto) di ogni dollaro e quindi una legislazione relativa al tasso di crescita della riserva monetaria ne determinerebbe il valore futuro. Il Congresso non ha mai legiferato in nessuno di questi due ambiti, sebbene disponga chiaramente dellíautorit‡ costituzionale per farlo; esso ha rimesso questa funzione alla Federal Reserve e alle 10.000 e pi? banche che creano le nostre riserve monetarie.

    11. LA PRIMA BANCA DEGLI STATI UNITI

    Nel 1790, meno di tre anni dopo che la Costituzione era stata ratificata, i Cambiavalute colpirono di nuovo. Il Ministro del Tesoro appena nominato, Alexander Hamilton, propose al Congresso un progetto di legge che prevedeva la fondazione di una nuova banca centrale di propriet‡ privata.

    Stranamente era lo stesso anno in cui Mayer Rothschild dalla sua banca ammiraglia di Francoforte fece la seguente dichiarazione:

    Lasciate che io emetta e controlli il denaro di una nazione e non mi interesserÚ di chi ne formula le leggi.

    Alexander Hamilton era uno strumento dei banchieri internazionali; egli voleva creare uníaltra banca centrale privata, la Banca degli Stati Uniti, e cosÏ fece; convinse Washington a firmare il progetto di legge, nonostante le riserve dello stesso Washington e líopposizione di Jefferson e Madison.

    Per convincere Washington, Hamilton accampÚ la motivazione dei ìpoteri implicatiî, da allora cosÏ spesso utilizzata per svuotare la Costituzione del suo contenuto.

    Jefferson predisse correttamente le disastrose conseguenze dovute allíapertura di un tale vaso di Pandora, che avrebbe permesso ai giudici di ìimplicareî qualsiasi cosa andasse loro a genio.

    Risulta interessante il fatto che uno dei primi lavori di Hamilton dopo il conseguimento, nel 1782, della laurea in giurisprudenza, fu quello di consigliere di Robert Morris, capo della Banca del Nord America. In effetti Hamilton, líanno precedente, aveva scritto a Morris una lettera in cui diceva:

    Un debito nazionale, se non Ë eccessivo, sar‡ una benedizione nazionale.

    Una ìbenedizioneî per chi?

    Nel 1791, dopo un anno di intenso dibattito, il Congresso approvÚ il progetto di legge di Hamilton e gli conferÏ uno statuto ventennale; la nuova banca si sarebbe chiamata First Bank of the United States (Prima Banca degli Stati Uniti), o BUS; cosÏ iniziÚ la Terza Guerra Bancaria Americana.

    La sede centrale della Prima Banca degli Stati Uniti si trovava a Filadelfia. La banca fu autorizzata a stampare denaro e a concedere prestiti sulla base delle riserve frazionali, anche se líottanta per cento delle sue azioni era di propriet‡ di azionisti privati; il restante 20% sarebbe stato acquistato dal Governo degli Stati Uniti, ma la ragione non era quella di dare al governo una parte nella faccenda: si trattava di fornire il capitale iniziale dellíottanta per cento agli altri possessori .

    CosÏ come per la Banca del Nord America e la Banca díInghilterra prima di allora, gli azionisti non pagarono mai líammontare complessivo delle loro azioni; il Governo degli Stati Uniti corrispose i suoi iniziali 2.000.000 di dollari in contanti e poi la banca, tramite líantica magia del prestito sulla base delle riserve frazionali, concesse prestiti ai suoi investitori statutari in modo che essi potessero disporre dei rimanenti 8.000.000 di dollari di capitale necessari per questo investimento esente da rischi.

    Come per la Banca díInghilterra, il nome della banca – la Banca degli Stati Uniti – fu scelto deliberatamente per occultare il fatto che era controllata da privati e, sempre come nel caso della Banca díInghilterra, i nomi degli investitori non furono mai resi noti.

    La banca fu presentata al Congresso come un mezzo per garantire stabilit‡ al sistema bancario e per eliminare líinflazione. Cosa accadde? Nel corso dei primi cinque anni di attivit‡, il Governo degli Stati Uniti prese a prestito dalla Prima Banca degli Stati Uniti 8,2 milioni di dollari; in quel periodo i prezzi lievitarono del 72%.

    Jefferson, nuovo Segretario di Stato, assistette a tale evento con tristezza e frustrazione, incapace di fermarlo:

    Vorrei che fosse possibile ottenere un singolo emendamento alla nostra Costituzione, che impedisse al governo federale di prendere denaro in prestito.

    Il Presidente Adams denunciÚ líemissione di banconote private come una frode a scapito del pubblico e, in questa ottica, era sostenuto da tutta líopinione pubblica conservatrice del suo tempo. PerchÈ continuare a dare in appalto a banche private, in cambio di nulla, una prerogativa del governo?

    Milioni di americani oggi provano la stessa sensazione; essi osservano, frustrati, mentre il governo federale porta il contribuente americano nellíoblio – prendendo a prestito da ricchi e banche private quel denaro che il governo ha líautorit‡ e il dovere di emettere da sÈ, senza interessi.

    CosÏ, sebbene si chiamasse la Prima Banca degli Stati Uniti, non si trattava del primo tentativo di fondare una banca centrale di propriet‡ privata negli USA. CosÏ come per le altre due, la Banca díInghilterra e la Banca del Nord America, il governo fornÏ il capitale per avviare questa banca privata e quindi i banchieri si prestarono líun líaltro il denaro per acquistare le rimanenti azioni della banca stessa.

    Si trattÚ di una truffa, pura e semplice – ed essi non sarebbero stati in grado di protrarla a lungo.

    12. LíASCESA AL POTERE DI NAPOLEONE IN FRANCIA

    Ora dobbiamo ritornare in Europa per vedere come un singolo individuo fu in grado di manipolare líintera economia britannica ottenendo le prime notizie della sconfitta finale di Napoleone.

    Nel 1800 a Parigi la Banca di Francia era organizzata secondo schemi simili a quelli della Banca díInghilterra. Napoleone, perÚ, decise che la Francia doveva liberarsi dei propri debiti; egli non si fidÚ mai della Banca di Francia, anche quando collocÚ alcuni dei suoi parenti nel consiglio direttivo.

    Napoleone dichiarÚ che quando un governo dipende dai banchieri per ottenere del denaro, i banchieri – e non i rappresentanti del governo – detengono il controllo:

    La mano che d‡ sta sopra quella che prende. Il denaro non ha patria; i finanzieri non hanno nÈ decenza nÈ patriottismo: il loro unico scopo Ë il guadagno.

    Egli intuÏ chiaramente i pericoli ma non intravide le appropriate contromisure o soluzioni.

    Tornando in America, líaiuto inatteso stava per giungere. Nel 1800 Thomas Jefferson sconfisse di stretta misura John Adams nella corsa alla terza presidenza degli Stati Uniti e, nel 1803, Jefferson e Napoleone avevano stipulato un accordo, secondo il quale gli USA avrebbero pagato 3.000.000 di dollari in oro in cambio di un vasto territorio ad ovest del fiume Mississippi; líacquisto della Louisiana.

    Con quei tre milioni di dollari in oro, Napoleone mise velocemente in piedi un esercito e iniziÚ a scorrazzare in Europa, conquistando tutto ciÚ che trovava sul suo cammino. Tuttavia líInghilterra e la Banca díInghilterra si apprestarono in fretta ad opporglisi e finanziarono ogni nazione sul suo cammino, raccogliendo gli enormi profitti di guerra; la Prussia, líAustria ed infine la Russia si indebitarono pesantemente nel futile tentativo di fermare Napoleone.

    Quattro anni pi? tardi, mentre il grosso dellíesercito francese si trovava in Russia, il trentenne Nathan Rothschild – direttore dellíufficio londinese della propria famiglia – si incaricÚ personalmente di un ardito piano per contrabbandare una spedizione assai necessaria di oro proprio attraverso la Francia, il cui scopo era finanziare un attacco dalla Spagna da parte del britannico Duca di Wellington.

    Nathan in seguito nel corso di una cena con amici si vantÚ del fatto che quello era il migliore affare che avesse mai fatto. Egli guadagnÚ denaro per ogni fase della spedizione; non sapeva ancora che nel prossimo futuro avrebbe fatto di meglio.

    Gli attacchi di Wellington da sud ed altre sconfitte alla fine costrinsero Napoleone ad abdicare; Luigi XVIII fu incoronato Re e Napoleone esiliato nellíisola díElba, presumibilmente per sempre.

    13. LA FINE DELLA PRIMA BANCA DEGLI STATI UNITI E LA GUERRA DEL 1812

    Mentre Napoleone si trovava in esilio, temporaneamente sconfitto dallíInghilterra con líaiuto finanziario dei Rothschild, anche líAmerica stava cercando di liberarsi della propria banca centrale.

    Nel 1811 fu presentato al Congresso un progetto di legge per rinnovare lo statuto della Banca degli Stati Uniti; il dibattito divenne incandescente ed entrambi i corpi legislativi della Pennsylvania e della Virginia avanzarono delle mozioni che richiedevano al Congresso di porre fine alla vita della banca.

    Gli uffici stampa dellíepoca attaccarono apertamente la banca, definendola ìuna grande truffaî, un ìavvoltoioî, una ìviperaî e un ìcobraî; ah, se avessimo di nuovo una stampa indipendente in America!

    Un congressista di nome P. B. Porter attaccÚ la banca dal pavimento del Congresso, avvertendo profeticamente che, se lo statuto della banca fosse stato rinnovato, il Congresso ìavr‡ allevato nel seno di questa Costituzione una vipera che un giorno o líaltro colpir‡ al cuore le libert‡ di questa nazioneî.

    Le prospettive per la banca non erano delle pi? rosee. Alcuni scrittori hanno affermato che Nathan Rothschild avvertÏ che se lo statuto della banca non fosse stato rinnovato, gli Stati Uniti si sarebbero trovati coinvolti in una guerra tra le pi? disastrose; questo perÚ non fu sufficiente.

    Una volta che il fumo si era disperso, il progetto di rinnovamento fu sconfitto alla Camera da un solo voto e si arrestÚ al Senato.

    Allíepoca alla Casa Bianca cíera James Madison, quarto Presidente degli Stati Uniti, il quale – ricorderete – era un convinto avversario della banca. Il suo Vice Presidente, George Clinton, ruppe un legame in Senato e consegnÚ la Prima Banca degli Stati Uniti – la seconda banca centrale di propriet‡ privata in territorio americano – allíoblio. CosÏ la Terza Guerra Bancaria Americana, durata ventíanni, si concluse con la sconfitta dei Cambiavalute.

    Nel giro di cinque mesi, cosÏ come si dice avesse predicato Rothschild, LíInghilterra attaccÚ gli Stati Uniti ed iniziÚ la guerra del 1812 la quale, essendo gli Inglesi ancora impegnati a combattere Napoleone, terminÚ nel 1814 senza vincitori nÈ vinti.

    Risulta interessante notare che, nel corso di questa guerra, la Tesoreria degli USA stampÚ una certa quantit‡ di valuta cartacea governativa per finanziare lo sforzo bellico – evento che non si sarebbe pi? ripetuto fino alla Guerra Civile.

    Sebbene i Cambiavalute fossero temporaneamente sconfitti, non stavano comunque con le mani in mano; sarebbero bastati loro soltanto altri due anni per presentare una quarta banca centrale privata, pi? grande e pi? forte di quella precedente.

    14. 1815: LA BATTAGLIA DI WATERLOO

    Torniamo ora per un momento a Napoleone. Questo episodio dimostra appropriatamente la furbizia della famiglia Rothschild nellíacquisizione del controllo del mercato azionario inglese dopo Waterloo.Nel 1815, un anno dopo la fine della guerra del 1812, Napoleone fuggÏ dal proprio esilio e ritornÚ a Parigi. Delle truppe francesi furono inviate a catturarlo, ma il suo carisma era tale che i soldati accorsero in aiuto del loro vecchio comandante e lo acclamarono di nuovo come loro Imperatore; Napoleone tornÚ a Parigi come un eroe. Re Luigi scappÚ in esilio e Napoleone ascese nuovamente al trono di Francia ñ stavolta senza che venisse sparato nemmeno un colpo.Nel marzo del 1815, Napoleone mise in piedi un esercito che líinglese Duca di Wellington sconfisse meno di 90 giorni pi? tardi a Waterloo. Egli prese a prestito cinque milioni di sterline dalla banca Ouvard di Parigi per riarmare le truppe; nondimeno, da allora in avanti, non fu pi? inusuale che banche centrali a controllo privato in una guerra finanziassero entrambi i contendenti.

    PerchÈ una banca centrale in una guerra dovrebbe finanziare i fronti opposti? PerchÈ la guerra Ë il pi? grande generatore di debiti in assoluto. Una nazione per vincere prender‡ a prestito qualsiasi somma. Al perdente finale viene prestato solo quel tanto sufficiente a conservare una vaga speranza di vittoria, mentre al vincitore finale viene dato quanto basta a vincere. Oltre a ciÚ, i prestiti di questo tipo vengono normalmente concessi con la garanzia che il vincitore onorer‡ i debiti dello sconfitto; solo i banchieri non possono perdere.

    Il luogo della battaglia di Waterloo si trova a circa 200 miglia a nordest di Parigi, nellíattuale Belgio; lÏ Napoleone subÏ la sua ultima sconfitta, tuttavia non prima che migliaia di francesi e inglesi perdessero le proprie vite in un umido mattino del giugno del 1815.

    Quel giorno, il 18 giugno, 74.000 soldati francesi si scontrarono con 67.000 soldati britannici e di altre nazioni europee; líesito era sicuramente incerto e, in effetti, se Napoleone avesse attaccato qualche ora prima, probabilmente avrebbe vinto la battaglia.

    Tuttavia, indipendentemente da chi fossero i vincitori e i perdenti, Nathan Rothschild di ritorno a Londra utilizzÚ líopportunit‡ di acquisire il controllo del mercato azionario britannico; i Rothschild contestano aspramente il resoconto che segue.

    Rothschild piazzÚ sul lato nord del campo di battaglia, vicino alla Manica, un agente fidato, tale Rothworth. Una volta che líesito della battaglia fu deciso, Rothworth si diresse verso la Manica e diede a Nathan Rothschild le notizie fresche ventiquattríore prima del corriere personale di Wellington.

    Rothschild si recÚ velocemente alla Borsa e occupÚ il suo posto usuale di fronte a uníantica colonna; tutti gli occhi erano su di lui. I Rothschild disponevano di una leggendaria rete di comunicazione. Se Wellington era stato sconfitto e Napoleone di nuovo in giro per il continente, la situazione finanziaria britannica avrebbe preso certamente una pessima piega. Rothschild appariva affranto, se ne stava immobile, gli occhi rivolti a terra. Poi, improvvisamente, iniziÚ a vendere.

    Gli altri nervosi investitori videro che Rothschild stava vendendo; questo poteva significare solo una cosa: Napoleone doveva aver vinto e Wellington doveva essere stato sconfitto. La Borsa andÚ a picco. Ben presto tutti si trovarono a vendere i propri titoli consolidati – obbligazioni del governo inglese ed altre azioni – e i prezzi calarono. Poi Rothschild ed i suoi alleati finanziari iniziarono segretamente a comprare tramite i propri agenti.

    Pensate che si tratti di un mito, di una leggenda? Un centinaio di anni dopo, il New York Times riportÚ la notizia secondo cui il nipote di Nathan Rothschild aveva tentato di procurarsi la sentenza di una corte per eliminare un libro contenente questa vicenda della Borsa; la famiglia Rothschild dichiarÚ che questa storia era falsa e diffamatoria, tuttavia la corte respinse la richiesta dei Rothschild ed ingiunse alla famiglia di pagare tutte le spese processuali.

    Quello che risulta ancora pi? interessante di tutta questa faccenda, Ë che alcuni autori affermano che il giorno dopo la battaglia di Waterloo, nel giro di poche ore, Nathan Rothschild ed i suoi alleati finanziari acquisirono il dominio non solo del mercato azionario ma anche della Banca díInghilterra. (Una caratteristica interessante di alcuni titoli consolidati era che potevano essere convertiti in azioni della Banca díInghilterra)

    Líapparentamento con i Montefiore, i Cohen e i Goldsmith – dinastie bancarie stabilitesi in Inghilterra un secolo prima dei Rothschild – aumentÚ il controllo finanziario dei Rothschild; tale controllo venne ulteriormente consolidato tramite líapprovazione del Peelís Bank Charter Act del 1844.

    Che la famiglia Rothschild e relativi alleati finanziari abbiano acquisito o meno il completo controllo della Banca díInghilterra (la prima e pi? ricca banca centrale di propriet‡ privata in una importante nazione europea) in questo modo, una cosa Ë certa: verso la met‡ del 1800 i Rothschild erano la famiglia pi? ricca del mondo, nessuno eccettuato. Essi dominavano i mercati delle nuove obbligazioni statali e aprirono filiali presso altre banche e imprese industriali in tutto il mondo; inoltre dominavano una costellazione di famiglie secondarie meno influenti, come i Warburg e gli Schiff, che accomunarono la loro vasta ricchezza a quella dei Rothschild.

    Infatti la seconda met‡ del 19mo secolo fu nota col nome di ìEra di Rothschildî. Lo scrittore Ignatius Balla stimÚ che la loro ricchezza personale nel 1913 ammontasse ad oltre due miliardi di dollari. Ricordate che il potere díacquisto del dollaro era maggiore di pi? del 1.000 per cento rispetto ad oggi. Nonostante questa schiacciante ricchezza, la famiglia in genere ha coltivato uníaura di invisibilit‡ e sebbene essa controlli gli introiti di societ‡ bancarie, industriali, commerciali, minerarie e turistiche, solo una manciata di esse porta il loro nome. Alla fine del 19mo secolo un esperto stimÚ che la famiglia Rothschild controllasse la met‡ della ricchezza mondiale.

    Qualunque sia líentit‡ della loro vasta ricchezza, Ë ragionevole presumere che la loro percentuale della ricchezza mondiale da allora sia aumentata spettacolarmente, poichÈ il potere persegue il potere ed il desiderio di esso.

    Tuttavia con líarrivo di questo secolo, i Rothschild hanno attentamente coltivato la nozione che il loro potere sia in qualche modo diminuito, anche se la loro ricchezza e quella dei loro alleati finanziari aumenta in concomitanza con il loro controllo di banche, societ‡ indebitate, media, politici e nazioni, il tutto tramite delegati, agenti, candidati e consigli di amministrazione interconnessi, che mantengono il loro ruolo nellíombra.

    Note sullíAutore:

    Patrick S. J. Carmack, BBA, JD, si Ë occupato di diritto societario ed Ë un ex Giudice Amministrativo della Corporation Commission dello Stato dellíOklahoma cosÏ come membro del tribunale della Corte Suprema. Egli Ë coautore del video in due puntate The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America.

    Nota dellíEditore

    Il presente articolo Ë stato tratto su licenza dal libro riveduto ed aggiornato del video The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America, prodotto da Patrick S. J. Carmack per la Royalty Production Company, Colorado, USA, © 1998.

    La lista dei testi che accompagna questo articolo si puÚ trovare presso il sito web .

    Il libro e il video di Money Masters sono disponibili presso: Royalty Production Company, 5149 Picket Drive, Colorado Springs, CO 80907, USA, tel (719) 520 7264, fax (719) 599 4587, .

    Fonte: NEXUS numero 23

  16. …molte cose devi ancora sapere circa gli usa:eccotele qua….

    L’IMPERO DELLA DROGA IN MANO ALLA CIA?

    IL RETROTERRA DEL COINVOLGIMENTO STATUNITENSE NEL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

    La storia di come gli Stati Uniti siano rimasti coinvolti nel traffico di narcotici risale a pi? di 150 anni. Prominenti famiglie dalla grande ricchezza – spesso membri di societ‡ segrete come quella esclusiva di Yale, líOrdine del Teschio e delle Ossa – si buttarono sul commercio dellíoppio per produrre benessere e influenza. Una delle famiglie che fondarono Teschio e Ossa fu quella dei Russell. Sino ad oggi, il Trust dei Russell Ë líentit‡ legale dellíOrder of the Skull and Bones.Nel 1823, Samuel Russell fondÚ la Russell and Company. AcquisÏ le sue forniture díoppio in Turchia e le contrabbandÚ in Cina a bordo di veloci velieri. Nel 1830, Russell rilevÚ il cartello dellíoppio di Perkins a Boston e fondÚ la pi? grande impresa per il contrabbando díoppio del Connecticut. Il suo uomo a Canton era Warren Delano, Jr – nonno di Franklin Roosevelt che fu Presidente degli Stati Uniti negli anni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli altri partner di Russell comprendevano le famiglie dei Coolidge, dei Perkins, degli Sturgi, dei Forbes e dei Low.Nel 1832 il cugino di Samuel Russell, William Huntington, formÚ il primo circolo statunitense dellíOrdine del Teschio e delle Ossa. Vi fece affluire membri dalle pi? potenti ed influenti famiglie díAmerica. La lista di appartenenza Ë quella di chi conta negli Stati Uniti: Lord, Whitney, Taft, Jay, Bundy, Harriman, Weyerhauser, Pinchot, Rockefeller, Goodyear, Sloane, Simpson, Phelps, Pillsbury, Perkins, Kellogg, Vanderbilt, Bush e Lovett, per citare alcuni dei pi? importanti.

    … significativo come gli uomini del Skull and Bones abbiano sempre avuto un legame molto stretto e duraturo con la comunit‡ dellíintelligence statunitense. Líex Presidente degli Stati Uniti e membro dellíordine George Bush fu direttore della CIA nel 1975-76. Non sorprende che il collegamento con líintelligence risalga al College di Yale, dove quattro diplomati formarono parte del ìCulper Ringî, una delle prime operazioni dellíintelligence statunitense, organizzata in gran segreto da George Washington onde raccogliere informazioni vitali sui britannici durante la Guerra díIndipendenza. Nel 1903, la Divinity School di Yale aveva allestito in tutta la Cina diverse scuole ed ospedali. Mao Tze Tung era un membro dello staff. Negli anni ë30, líinfluenza del collegamento cinese con Yale era tale che i servizi segreti statunitensi si appellarono alla ìYale in Cinaî per ottenerne líaiuto in operazioni di intelligence.1

    … interessante come il sottoprodotto dellíoppio, líeroina, fosse un nome commerciale della compagnia Bayer la quale nel 1898 lanciÚ il suo prodotto, che daí forte dipendenza, ed Ë ancora leader mondiale dellíindustria farmaceutica. Eroina e cocaina erano legalmente disponibili per líacquisto sino a che vennero messe fuori legge dalla Societ‡ delle Nazioni – líantesignana delle Nazioni Unite – e dagli USA negli anni ë20. In seguito al proibizionismo, il consumo di queste droghe cominciÚ ad aumentare vertiginosamente. Anche cosÏ, il periodo di guerra 1939-46 vide líassuefazione virtualmente sradicata in Europa e in America del Nord – un felice stato di cose che non sarebbe durato a lungo.

    POI VENNE LA GUERRA IN VIETNAM

    LíIndocina, gran parte della quale era sotto controllo o influenza francese dalla met‡ del 19mo secolo, venne catturata dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine delle ostilit‡, la Francia riguadagnÚ autorit‡ su Vietnam, Cambogia, Laos e Tailandia. Ma i movimenti di indipendenza avevano iniziato a combattere per sfrattarla. Alla fine questo sfociÚ, nel 1954, nella battaglia di Dien Bien Phu, orchestrata dai Viet Minh, che risultÚ in una sconfitta della Francia e nel suo conseguente ritiro dallíIndocina, nonchÈ nella sua immediata sostituzione con gli Stati Uniti.

    Nel frattempo, la Francia aveva sviluppato nella regione un apparato di intelligence ad ampio raggio, finanziato dallíoppio. Maurice Belleux, ex capo del SDECE, líequivalente francese della CIA, ne confermÚ líesistenza durante uníintervista notevolmente schietta con il professor Alfred McCoy, storico. Belleux raccontÚ a McCoy che ìlíintelligence militare francese finanziava tutte le sue operazioni clandestine grazie al controllo del commercio di droga in Indocinaî. Questíultimo servÏ a sostenere la Guerra Coloniale francese dal 1946 sino al 1954.

    Belleux rivelÚ come funzionava. Paracadutisti francesi che combattevano con le trib? sparse nella regione raccoglievano líoppio grezzo e lo trasportavano, a bordo di aerei militari francesi, a Saigon, dove passava alla mafia sino-vietnamita per la distribuzione. Pesantemente coinvolte nel traffico díoppio erano anche le organizzazioni criminali corse, che lo spedivano a Marsiglia, in Francia, per raffinarlo in eroina. Da lÏ veniva distribuita in Europa e Stati Uniti: tale rete iniziÚ ad essere conosciuta come ìthe French Connectionî. Si trattava della malavita che lavorava culo e camicia col governo francese – con entrambi a beneficiare finanziariamente dallíaccordo. I profitti ricavati venivano incanalati in conti della banca centrale, sotto il controllo dei servizi segreti militari francesi. La grande spia del SDECE chiuse la sua intervista affermando di ritenere che la CIA ìaveva rilevato tutte le attivit‡ francesi e stava perseguendo qualcosa della stessa politicaî.2Il termine ìGuerra del Vietnamî Ë un termine improprio. Pi? esattamente, il coinvolgimento statunitense nellíintera regione andrebbe chiamato la ìGuerra del Sud-est asiaticoî. Mentre i combattimenti in Vietnam raggiungevano i media giornalmente, la guerra segreta in Cambogia, Laos e Tailandia rimase tale e continuÚ sino agli anni ë80. Questa era la piccola guerra privata della CIA, combattuta con líassistenza di trib? locali e soldati e aviatori americani ëfuori dai libri pagaí – i quali, una volta catturati, venivano abbandonati da un agghiacciante governo segreto, cinico e ingrato.3

    La strategia militare statunitense in Vietnam era singolare. Sebbene gli americani possedessero la superiorit‡ militare, con la capacit‡ di vincere la guerra approssimativamente in un anno, era loro espressamente proibito di farlo dagli artefici della politica estera statunitense. Questa dottrina venne espressa nel National Security Council Memorandum 68, che era líarchitrave per la Guerra Fredda. Era la stessa politica che proibÏ la vittoria alleata in Corea – come spiegato dal colonnello Philip Corso, ex Capo Settore Progetti Speciali, Divisione Intelligence, Comando dellíEstremo Oriente, in una testimonianza al Congresso nel 1996. Di ritorno dalla Corea, Corso fu assegnato al Comitato Coordinamento Operazioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, dove scoprÏ la politica del ìnon vincereî. Ne rimase sgomento.4 Ma se la vittoria militare non era un obiettivo statunitense, assicurarsi il controllo della produzione di oppio della regione sicuramente lo era. PassÚ poco tempo prima che la CIA avesse un controllo totale sul commercio di oppio. Ne risultÚ un massiccio incremento della produzione seguito da uníondata di assuefazioni da eroina in Nord America ed Europa occidentale. Parallelamente a questo ci fu un enorme aumento di tossicodipendenti fra le truppe statunitensi che combattevano in Vietnam. Non meno di un terzo di tutte le forze combattenti vennero assuefatte alla ìChina whiteî – cortese concessione degli uomini di Spionville, Virginia.5

    Il traffico di droga dilagava presso i comandanti militari sudvietnamiti. Uno dei personaggi principali era il generale Dang Van Quang, Assistente Militare e alla Sicurezza del Presidente Nguyen Van Thieu. Quang allestÏ una rete di traffici di stupefacenti tramite Forze Speciali vietnamite operanti in Laos.

    Il Laos, un feudo della CIA, era uno dei principali produttori di oppio sotto il controllo nominale del generale Vang Pao, capo trib? dei Meo che combattevano la guerra segreta della CIA. Vang Pao raccoglieva líoppio grezzo coltivato in tutto il Laos settentrionale e lo trasportava a Long Thien a bordo di elicotteri della compagnia della CIA, la ìAir Americaî. Un enorme complesso costruito disordinatamente dagli Stati Uniti, Long Thien da alcuni era conosciuto come il ìParadiso della Spiaî e da altri come ìAlternato 20î. Era qui che líoppio grezzo del generale Pao veniva raffinato in eroina bianca di tipo China No.4 purissima. A questo punto, il coinvolgimento diretto della CIA nel ëprodottoí terminava.

    Nel frattempo, la CIA fornÏ a Vang Pao una propria linea aerea – conosciuta da quelli addentro alla questione come ìAir Opiumî – che avrebbe trasportato la droga a Saigon, atterrando presso la gigantesca base aerea statunitense di Ton Sohn Nut. In seguito, parte del carico veniva suddiviso tra líorganizzazione di Quang per lo spaccio ai militari statunitensi tossicodipendenti; il resto veniva spedito alla malavita corsa di Marsiglia per la spedizione a Cuba – un punto di passaggio controllato da Santos Trafficante, boss della mafia in Florida – e da lÏ agli Stati Uniti. Una normale variazione del percorso di consegna avvenne quando sacchetti sigillati di eroina vennero cuciti allíinterno dei cadaveri di militari statunitensi che tornavano a casa per la sepoltura.

    Tornati a casa, ai politici statunitensi non importava un fico secco del problema della droga in aumento tra i militari di truppa. Questo disprezzo fu espresso al meglio dal Segretario di Stato Henry Kissinger che disse ai giornalisti Woodward e Bernstein del Washington Post che ìi militari sono stupidi ed ottusi animali da usarsi come pedine per la politica esteraî.6

    A questo riguardo potremmo anche seguire un ragionamento collegato. Se i militari sono ìstupidi ed ottusi animaliî da usare e di cui abusare come ìpedine per la politica esteraî, i normali cittadini contribuenti sono forse visti in maniera diversa quando si arriva alla fornitura di eroina in gran quantit‡ alle citt‡ americane? Senzíaltro una popolazione tossicodipendente provvede pi? che adeguatamente ad uno dei requisiti del NSC 68: stabilire la ìtranquillit‡ nazionaleî.7

    In ogni caso, i proventi dalle vendite di stupefacenti venivano riciclati tramite la Nugan Hand Bank in Australia ed utilizzati per finanziare la guerra segreta della CIA in tutta la regione.In seguito allíinvasione della Cambogia, appoggiata dagli Stati Uniti nel maggio 1970, fu allestito un altro canale per il traffico di eroina. Regioni della Cambogia, ideali per la coltivazione dellíoppio e in precedenza inaccessibili, vennero immediatamente messe in produzione. La rete di contrabbando era gestita dalla marina vietnamita che disponeva di basi a Phnom Penh e lungo tutto il fiume Mekong. Entro una settimana dallíincursione cambogiana una flotta di 140 navi da guerra della marina vietnamita e di quella statunitense, al comando del capitano Nyugen Thaanh Chau, penetrÚ in Cambogia. Questa fu ìacclamata come una ëbrillante mossa tatticaí ed una grande ëflotta militare umanitariaíî. La flotta si mise immediatamente al lavoro contrabbandando ìgrandi quantit‡ di oppio ed eroina nel Vietnam del sudî.8

    Dopo il ritiro statunitense dal Vietnam del sud, il generale Quang, del quale si dice fosse il pi? grande spacciatore nel paese, si trasferÏ tranquillamente a Montreal, in Canada, passando per la base dellíesercito di Fort Chaffee, in Arkansas. Si dice che líentrata in Canada di Quang fosse dovuta a gentili ma intense pressioni dal governo degli Stati Uniti.COSTRUIRE MERCATI: SRADICARE LA CONCORRENZA

    Líapparente dicotomia di facciata tra il commercio di stupefacenti pluridecennale della CIA e la ìGuerra alla Drogaî da parte della Drug Enforcement Administration (DEA) Ë illusoria. Durante uníintervista alla radio nel 1991, il prof. Alfred McCoy spiegÚ quello che lui definiva ìil rapporto istituzionale tra la DEA e la CIAî. Negli anni ë30 venne fondato il Federal Bureau of Narcotics (FBN), precursore della DEA, per ridurre líuso e la vendita di narcotici. LíFBN era la sola agenzia statunitense ad avere agenti operanti in clandestinit‡ prima della Seconda Guerra Mondiale. Con líarrivo di questíultima, agenti chiave dellíFBN furono trasferiti allíappena istituito Office of Strategic Services (OSS), precursore della CIA, onde insegnarne al personale le ìarti clandestineî. McCoy dichiara che questa relazione continua a tuttíoggi. Il risultato Ë che in quelle parti del mondo dove la CIA sta conducendo traffici di droga, ufficialmente la DEA va a dormire.9 Questo ha portato a comprendere che il principale incarico della DEA Ë quello di impedire líafflusso di droghe da fonti diverse da quelle ìapprovate dalla CIAî, e che i successivi programmi statunitensi di ìGuerra alla Drogaî sono, di fatto, intrapresi per distruggere la concorrenza. Che questa sia una politica finalizzata o meno, il risultato Ë chiaramente lo stesso. Portato alla sua logica conclusione, Ë che i trafficanti approvati e protetti dalla CIA continueranno incessantemente a guadagnare un controllo sempre maggiore sul commercio globale di stupefacenti, facendo del governo statunitense il pi? grande spacciatore di droga al mondo. Nel frattempo, qualcuno ritiene che questo sia gi‡ accaduto e fosse da sempre parte dei piani a lungo termine concertati da oscuri politicanti, da quando gettarono il loro avido sguardo verso le materie prime del pianeta – essendo i narcotici una delle pi? remunerative.

    Líeroina in entrata negli Stati Uniti veniva prodotta da due principali monopoli dellíoppio: quello controllato dalla CIA nel sud-est asiatico, e quello dalla Turchia, uno stretto alleato degli Stati Uniti. Quando il Presidente Richard Nixon dichiarÚ la sua ìGuerra alla Drogaî nel 1973, questo chiuse la connessione turca che fluiva attraverso Marsiglia sotto il controllo del crimine organizzato corso. CiÚ creÚ una sempre maggiore domanda di eroina prodotta nel Triangolo Díoro del sud-est asiatico, specialmente in Birmania.

    In precedenza, nel 1949, questa regione era diventata una ridotta armata per le forze nazionaliste cinesi in fuga al comando di Chiang Kai-shek, inseguite dallíArmata Rossa di Mao. La CIA organizzÚ una massiccia operazione di supporto che utilizzÚ queste forze cinesi per raccogliere informazioni allíinterno della Cina, ingaggiare battaglie campali con le forze comuniste e fare da ìallarmeî per una temuta invasione comunista del sud-est asiatico. Per finanziare questa piccola guerra segreta, la CIA necessitava del tipo di fondi neri che provengono da una vendita di narcotici su vasta scala. Fu lÏ che le vecchie ìmani cinesiî dellíOSS fecero il loro dovere trasformando la regione nel maggior singolo produttore di oppio del mondo, con quasi 1.000 tonnellate nel 1961. Oggi, i ìcampi coltivatiî birmani rimangono sotto líattento controllo di Khun Sa, il signorotto locale appoggiato dalla CIA.

    LA VIA DELLíEROINA DI KHUN SA

    … qui che si chiude il cerchio della nostra storia. Nella prima parte abbiamo rivelato il contenuto di un affidavit firmato dal colonnello Edward P. Cutolo in merito al suo coinvolgimento in un traffico di cocaina, sanzionato da militari statunitensi, da Bogot‡ in Colombia a Panama. Allíepoca líufficiale comandante anziano delle Forze Speciali statunitensi dellíintera regione del Comando Meridionale era il tenente colonnello James ìBoî Gritz.

    Bo Gritz fu uno di quelli che si buttarono discretamente ad indagare sulla morte di Cutolo e quella di altri ufficiali, ed Ë anche stato per lungo tempo un promotore a favore dei Dispersi in Azione/Prigionieri di Guerra statunitensi (MIA/POWs) dallíepoca del Vietnam.

    Gritz venne informato da Ross Perot che tre prigionieri di guerra americani erano detenuti da Khun Sa e che il signorotto aveva acconsentito a consegnarli. Tramite contatti ad alto livello col governo cinese, Perot prese accordi per ottenere accesso al quartier generale di Khun Sa, sulle sperdute colline di Shanland. Ma Gritz, sapendo di poter entrare ed uscire molto pi? velocemente utilizzando la sua rete di contatti nella regione, partÏ nel novembre del 1986 con alcuni sceltissimi ex-componenti delle Forze Speciali.

    Per Gritz e compagni ci vollero tre giorni di negoziati per accedere al remoto e selvaggio territorio di Shanland. Alla fine Gritz si incontrÚ con un perplesso Khun Sa il quale gli disse che non cíera mai stato alcun prigioniero di guerra statunitense. Comunque, nel corso della loro conversazione Gritz chiese perchÈ Khun Sa fosse cosÏ pesantemente coinvolto con líoppio, sottolineando quanti problemi questo avesse causato in America. La risposta fu sconvolgente.

    Khun Sa affermÚ che líintera fornitura di oppio – circa 900 tonnellate líanno, allíepoca – veniva acquistata dal governo statunitense. Il signorotto affermÚ poi di voler cambiare la produzione in quanto lui odiava líoppio, e se Gritz avesse ottenuto che gli Stati Uniti fornissero appena un decimo di quello che spendevano per la Guerra alla Droga nella regione, lui avrebbe cambiato la produzione in altre coltivazioni.

    Uno sbigottito Gritz riportÚ il suggerimento al governo statunitense e rimase ancor pi? stupefatto nel sapere che líofferta venne rifiutata. Líex colonnello dei Berretti Verdi venne inoltre avvertito che sarebbe stato oggetto di sporchi trucchi se non avesse abbandonato líargomento dellíoppio. Ignorando queste minacce, cinque mesi dopo Gritz ritornÚ in Birmania, nel maggio 1987, per un secondo incontro con Khun Sa. Stavolta si portÚ una telecamera e chiese a Khun Sa di fare i nomi dei responsabili di fronte ad essa.Khun Sa diede istruzioni al suo segretario di leggere i nomi dal suo diario, ma si accordÚ affinchÈ i nomi che rivelava fossero quelli vecchi, e non quelli di coloro con i quali era in affari in quel momento. Líufficiale governativo statunitense responsabile dellíacquisto dellíoppio era Richard Armitage, un ufficiale dellíamministrazione ben conosciuto e di alto livello. Armitage stava lavorando, lesse il segretario, con un individuo di nome Santos Trafficante che agiva in qualit‡ di ìgestore del trafficoî di Armitage. Gritz era ben consapevole di chi fosse Trafficante: il leggendario ìBossî della mafia della Florida.

    Nel corso di una conferenza nel 1991, Gritz illustrÚ líaspetto economico del movimento di eroina di Khun Sa verso gli Stati Uniti. Al signorotto venivano pagati 300.000 dollari a tonnellata dal governo statunitense, ma il prodotto veniva venduto sulla strada per un milione di dollari a libbra (circa mezzo chilo, ndt). ìNessuno lo vuole lontano dagli affariî, osservÚ ironicamente Gritz.Gritz disse che al suo ritorno in America nel 1987 cercÚ di far prendere nota a qualcuno nellíamministrazione, compreso il vicepresidente George Bush, delle sue informazioni. I suoi approcci vennero nuovamente energicamente respinti.

    Come gesto di buona volont‡ verso il governo degli Stati Uniti, Khun Sa scrisse a George Bush una lettera, datata 15 marzo 1988, nella quale gli offriva, assolutamente gratis, una tonnellata di ìeroina asiatica No.4 purissimaî. Questo era il sistema del signorotto di offrire un incentivo affinchÈ gli Stati Uniti giungessero ad un accordo volto a convertire la produzione da oppio ad uníaltra coltivazione. Bush non rispose alla lettera, e la risposta del Dipartimento di Stato fu ìnon interessaî.Disgustato, Gritz iniziÚ attivamente a partecipare ad una campagna per avvertire gli americani di cosa stesse facendo il loro governo a loro nome. Questo alla fine sfociÚ nella sua chiamata in giudizio con líaccusa di aver usato un passaporto falso durante una delle sue visite in Birmania. Dichiarandosi colpevole dellíaccusa, ma spiegando che si trattava della normale procedura nel mondo delle ìoperazioni nereî, venne riconosciuto innocente dalla giuria.

    Da allora, Gritz Ë diventato un esplicito critico dei successivi governi e le loro finzioni politiche segrete, e di conseguenza ha sofferto nelle mani dei media disgraziatamente prevenuti.

    Malgrado ciÚ, la storia principale di Gritz non Ë stata abbandonata. Da dietro le quinte altri hanno raccolto líappello. Sono iniziate discrete e scrupolose indagini sulle attivit‡ nascoste di Richard Armitage.

    LA DRUG-MEISTER DELLA SPIA

    Un ìinsiderî immensamente potente, Armitage aveva fatto in modo che il colonnello Dave Brown finisse accanto al Presidente Reagan come ufficiale di collegamento su base giornaliera. Lo scopo di questa mossa era, nelle parole di un individuo in familiarit‡ con questi eventi, ìinfluenzare giornalmente in modo sottile il suo modo di pensareî. In aggiunta, ìaltre azioni di questo tipo erano state istituite in agenzie e dipartimenti chiaveî.10

    Col Presidente Reagan efficacemente imbavagliato, Armitage e la sua cricca di fautori e agitatori di Washington

    credettero di essere intoccabili. In larga misura lo erano.Gi‡ Assistente Segretario alla Difesa, in seguito alla vittoria alle elezioni presidenziali di Bush, Armitage fu nominato nel febbraio 1989 per divenire Assistente Segretario di Stato per le Questioni in Estremo Oriente. Questa mossa venne bloccata e, invece, Armitage fu nominato al posto di Segretario dellíEsercito.

    Dietro le quinte, era in corso una guerra virtuale in quanto il Dipartimento della Giustizia e líFBI combattevano per incriminare Armitage per i narcotici ed altre sue attivit‡ criminali. A queste misure opponeva una potente resistenza il Procuratore Generale Thornburg, una persona nominata politicamente dal Presidente Bush.Comunque, Ë significativo che Armitage fosse sotto indagine anche da parte di investigatori federali al lavoro per conto della Commissione sul Crimine Organizzato voluta dal Presidente, che si era concentrata sullíattivit‡ criminale di organizzazione straniera nel gioco díazzardo e nel traffico di droga. Questa risultÚ dallo stretto rapporto di Armitage con una donna vietnamita, Ngdyet Tui (Nanette) OíRourke.

    La OíRourke era al centro di un circolo di gioco díazzardo su vastissima scala gestito da vietnamiti residenti negli Stati Uniti. Le era stata concessa la cittadinanza statunitense – secondo una fonte, in ìcircostanze estremamente sospetteî. Era anche sospettata di essere una prostituta. Nel corso delle indagini, gli investigatori arrivarono a ritenere che líassociazione di Armitage con la OíRourke risaliva al suo servizio in Vietnam, quando si pensa abbia gestito con lei un equivoco locale a Saigon. Cíerano anche sospetti che la OíRourke abbia agito come ìcorriereî di Armitage.

    Uníaltra fonte implicata in queste indagini notÚ che ìquasi ogni donna vietnamita coinvolta in importanti operazioni di gioco díazzardo sulla costa orientale [USA] Ë sposata ad un americano che o Ë della CIA o ha collegamenti con líagenziaî – compreso il marito della OíRourke.

    Nel frattempo, un altro investigatore che riteneva che Armitage fosse ìsporcoî veniva frustrato nelle sue indagini dal Segretario alla Difesa Frank Carlucci, e da altri potenti protettori. Nel 1975, durante il turno in Vietnam presso la CIA di Armitage, Carlucci era líuomo No.2 della CIA.A causa di numerosi ostruzionismi ad alto livello, le indagini sulle attivit‡ criminali di Armitage vennero ridotte, ma non prima che fossero state raccolte alcune dannose informazioni. Non ultima era la speciale relazione di Armitage con OíRourke. Gli investigatori scoprirono una foto, che si riteneva fosse stata scattata professionalmente, la quale mostrava una OíRourke nuda in posa nella sua camera da letto con un Armitage parzialmente svestito. Questo, ed altri fattori, portÚ gli investigatori e, in effetti, alcuni influenti politici, a concludere che OíRourke stava in realt‡ lavorando per líintelligence nordvietnamita, e che la foto fosse stata usata per ricattare Armitage e farlo diventare una spia.11 La forza delle informazioni raccolte su Armitage era tale che egli fu obbligato a rinunciare alla sua nomina a Segretario dellíEsercito e, in realt‡, a tutti gli altri posti ufficiali nel governo statunitense. Successivamente, ufficiali della Difesa dichiararono privatamente che ad Armitage non sarebbe mai pi? stato permesso di fare visita al Dipartimento della Difesa.Conosciuto presso la comunit‡ vietnamita come ìMr Phuî (che significa letteralmente ìsignor Riccoî), Armitage, malgrado le sue disgrazie, era ancora in grado di far conto sullíenorme potere dei suoi protettori politici e riuscire ad evitare líincriminazione. Il conoscere di gran lunga troppo delle ìporcherieî del governo statunitense durante le tre decadi precedenti lo forniva di uníistantanea carta ìnon va in galeraî.

    Si stima che nella stagione 1991-92 il raccolto annuale di oppio della regione di Khun Sa nel Triangolo díOro aveva raggiunto la cifra sbalorditiva di 3.000 tonnellate. Laddove era sempre stato difficile trasportare le merci a causa del terreno montagnoso, venne costruita una agevole strada in asfalto, consentendo ai camion di trasportare velocemente la droga agli aeroporti gestiti dal governo in Tailandia. da lÏ, líeroina raffinata veniva indirizzata verso gli Stati Uniti ed altre destinazioni occidentali.

    Se Frank Carlucci, ex No.2 nella gerarchia della CIA, era uno dei principali ìprotettoriî di Armitage durante i suoi anni ìdifficiliî, possiamo legittimamente chiederci chi altro potrebbe aver protetto quello che fu un ufficiale della CIA ed era ora in disgrazia. Forse non Ë sorprendente che George Bush abbia regnato come No.1 della CIA a seguire la sua nomina a Direttore della Central Intelligence nel 1975 da parte del Presidente Gerald Ford. CiÚ potrebbe fare il mondo piccolo ma, chiaramente, anche molto sporco.In ultima analisi, le attivit‡ della CIA in corso per conto di una piccola cerchia di potenti individui chiaramente conferma líesistenza di un governo segreto che utilizza le strutture democratiche poco pi? che come uníutile facciata dietro la quale nascondersi. La droga, un prodotto straordinariamente remunerativo, ha finanziato molte delle attivit‡ clandestine di tale governo segreto. Anche le armi sono un altro strumento utile e molto remunerativo, finanziato col denaro pubblico. Apparentemente, la opprimente ma clandestina politica Ë quella di continuare a creare sporche guerre oltremare e allo stesso tempo tenere drogata fino agli occhi la gente a casa, o meglio, quelle sezioni della societ‡ viste come seccanti subordinati dellíelite dei padroni autoproclamati che governano dallíombra.Lo svantaggio nascosto nellíintera faccenda non Ë semplicemente che viene fatto in vostro nome e nel nome della libert‡ e della democrazia, con slogan accattivanti che significano meno di niente per coloro che li proferiscono, ma Ë il vostro denaro, i vostri dollari di tasse che continuano a finanziare líintero complotto. Forse questo Ë un motivo per cui il termine popolare di ìdrogaî Ë ìdopeî (che significa anche vernice per ritocchi, ndt). &Mac176;

    DROGA E MEDIA: SEGRETI INNOMINABILI

    Quando Gary Webb, un intraprendente e coraggioso giornalista investigativo del Mercury News di San Jose, pubblicÚ la sua storia nellíagosto del 1996, potenti onde díurto rimbombarono attraversando gli Stati Uniti verso est per buona parte dellíanno. Webb aveva speso un anno a scoprire lo sporco segreto del crack di cocaina e di come si fosse diffuso a Los Angeles.

    Líarticolo in tre parti era intitolato ìLíOscura Alleanzaî e faceva nomi – specialmente di ex personaggi di rilievo del movimento Contra appoggiato dalla CIA. Webb si aspettava e ricevette il sentito appoggio del suo direttore e dei compagni giornalisti del Mercury News. Il giornale dedicÚ anche un sito web alla serie di articoli e pubblicÚ copie elettroniche di importanti documenti di conferma. Nel frattempo, le onde díurto raggiunsero Washington, DC.

    Inarrestabili, fluirono oltre in direzione di Langley, Virginia – sede della Central Intelligence Agency.Col tempo, una contro-onda díurto ancora pi? turbante da Washington, DC, rotolÚ indietro in direzione ovest raccogliendo impulso da Langley. Gary Webb aveva divulgato líindivulgabile. Aveva espresso una semplice verit‡ – una verit‡, per di pi?, gi‡ ben risaputa da molti giornalisti, politici, accademici, ufficiali militari, personale dellíintelligence ed altre persone addentro da decenni. La verit‡ espressa era che la CIA era impegnata nella distribuzione di enormi quantit‡ di droghe illegali.Entro un anno, i colleghi di Webb al Mercury News capovolsero il loro iniziale appoggio ed iniziarono a denunciarlo.

    Tale fu il potere del segnale di ritorno dalla costa orientale che molti altri giornalisti del Mercury News iniziarono a temere che la loro promozione – specialmente alle pi? prestigiose corporazioni giornalistiche díAmerica – avrebbe potuto essere rovinata. Era il classico caso di colpevolezza per associazione. Peggio ancora, anche il direttore precedentemente coraggioso di Webb lo denunciÚ e pubblicÚ un editoriale sul Mercury News, dicendo che la qualit‡ della documentazione díappoggio di Webb nella serie ìLíOscura Alleanzaî era scarsa. Il chiaro messaggio era che la verit‡ pronunciata in realt‡ non era stata pronunciata. Orwell chiamava questo ìdoppio discorsoî.Per aver osato dire la verit‡, Webb venne punito col trasferimento in una cittadina, in una redazione del Mercury News in una zona depressa, ben lontano dalla notoriet‡ della redazione centrale. Webb mantenne il lavoro, o almeno una specie di raffazzonata morte vivente alla voodoo come lavoro. Nessuno puÚ biasimare Webb per aver accettato il posto: aveva una famiglia da mantenere, e date le circostanze le sue possibilit‡ di assicurarsi un altro lavoro altrove nei media erano sicuramente compromesse. Anche il direttore chiaramente mantenne il posto, ma possiamo e dobbiamo biasimarlo per rendere a Cesare la sua integrit‡ giornalistica. Nel frattempo alcuni dei colleghi di Webb si sono trasferiti in posizioni pi? elevate ed importanti in quelle anche troppo ambite corporazioni giornalistiche nazionali. Qui possono scrivere tutto il giorno, sullíargomento che desiderano – purchÈ non si tratti di argomenti innominabili. Senza un Quarto Potere indipendente e coraggioso, non cíÈ protezione dalla sottile e consistente campagna per distruggere la democrazia in tutto tranne il nome.Quando Webb intraprese quellíindagine che gli avrebbe cambiato líesistenza, era beatamente inconsapevole dellíenorme minaccia che presto avrebbe costituito per la sicurezza nazionale e líestablishment politico degli Stati Uniti.

    La sua storia ha svelato una sinistra politica che risale alla Seconda Guerra Mondiale: il controllo clandestino statunitense sullíindustria globale delle droghe illegali, durato quattro decenni. Questo era solo uno della gran quantit‡ di sgradevoli segreti che il governo segreto non voleva fossero raccontati. Ce ne sono molti altri.12

    Note:

    1. Il materiale su Yale Ë stato liberamente tratto dallíeccellente saggio di Kris Millegan, ìEverything you wanted to know about Skull and Bones but were afraid to askî. Altro materiale di prima classe Ë disponibile nellíopera di Paul Goldstein e Jeffrey Steinberg, George Bush, Skull and Bones and the New World Order. Per quanto ne so, entrambi sono disponibili solo su Internet.

    2. Prof. Alfred McCoy, citando un colloquio privato con Maurice Belleux, in uníintervista col conduttore radiofonico Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    3. Per una dettagliata analisi della connessione tra droga e MIA/POWs, vedere Kiss the Boys Goodbye, di Jensen-Stevenson & Stevenson (Bloomsbury, UK, 1990; Futura, 1992).

    4. Vedere la testimonianza resa da Corso il 17 settembre 1996 di fronte alla Sottocommissione della Camera sul Personale Militare. ìLa politica del ënon vincereí era contenuta nel NSC 68, NSC 68/2 e NSC 135/3,î disse Corso ai membri del Congresso, aggiungendo che ìle basi di questa politica erano nelle direttive ORE 750, NIE 2, 2/1, 2/2, 10 e 11. Noi la chiamavamo la ëpolitica della foglia di ficoí.î

    5. Cifre menzionate dal prof. Alfred McCoy durante la sua intervista alla radio con Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    6. Vedere Kiss the Boys Goodbye di Jensen-Stevenson & Stevenson (Futura, 1992, p. 97).

    7. Memorandum 68 del National Security Council, 14 aprile 1950. Questo documento sottolineava le necessit‡ degli Stati Uniti in seguito alla Guerra Fredda.

    8. Documenti confidenziali in possesso dellíautore.

    9. Intervista radio di Paul DiRienzo col prof. Alfred McCoy, 9 novembre 1991.

    10. Estratto da una lettera indirizzata al Senatore Paul Laxalt, datata 27 aprile 1987.

    11. Sono stato informato da fonti affidabili che Ross Perot era uno di coloro che credevano che Armitage fosse una spia nord vietnamita.

    12. La morale della storia di Webb Ë di non aspettarsi che i principali media vi informino di quanto sta realmente accadendo nel mondo – non lo faranno. Per parafrasare la battuta di Walter Matthau, espressa alla perfezione nel film JFK, ìQuesti cani non caccianoî – perlomeno, non pi?. Oggi, il vecchio giornalista ësegugioí Ë rannicchiato su un tappetino di fronte al fuoco del salario. I suoi muscoli sono logori, la pancia Ë piena, il suo naso ha scordato come si punta, e i suoi sogni di sgambettare sono quelli di tanto tempo fa.

    (Nexus 17)

    http://www.nexusitalia.com

  17. Cuatro locales de la cadena de comidas r·pidas Mc Donald¥s fueron clausurados hoy por personal del gobierno porteÒo por vender hamburguesas de pollos con bacterias que “pueden provocar la muerte”, confirmÛ la directora de Higiene y Seguridad Alimentaria de la Ciudad, Martha LÛpez Barrios. Los locales son los ubicados en la Avenida Libertador al 700, otro en la misma calle pero al 6100, en Av Las Heras al 3200, y el ?ltimo en Avenida Corrientes al 5200, seg?n confirmÛ la funcionaria mencionada. “Los cuatro locales pertenecen a la cadena Mc Donald¥s, donde dieron positivas muestras sacadas de hamburguesas de pollo ¥Mc Pollo¥” donde se detectÛ “¥escherichia coli¥ o ¥157¥, tipificaciÛn de una bacteria” que puede provocar “colitis enterohemorr·gicas, sÌndrome urÈmico hemolÌtico y hasta la muerte”, dijo LÛpez Barrios. Seg?n explicaron fuentes de la SecretarÌa de Desarrollo EconÛmico -de quien depende la directora-, los operativos fueron realizados tras una denuncia presentada por un particular ante el gobierno de la ciudad, por presunta presencia de hamburguesas en mal estado, que les generÛ problemas en su salud, dijeron los voceros de la ciudad. Esta tarde, la comuna pudo comprobar la presencia de la bacteria “Escherichia coli”, seg?n un comunicado del Ministerio de Salud de la NaciÛn, que tambiÈn intervino en los operativos y las medidas de control posterior. Asimismo, explicaron que “los controles” que dieron positivo en las muestras “los hicieron el laboratorio de InvestigaciÛn y Monitoreo de nuestra DirecciÛn y del otros del Instituto Malbr·n”. LÛpez Barrios informÛ que la bacteria descubierta “provienen de los tractos digestivos de los animales, contaminando sus carnes”, aunque resaltÛ que lo descubierto “no es caca”.

    Finalmente, la funcionaria asegurÛ que “para el resto de los locales el gobierno porteÒo est· tramitando una medida administrativa para ordenar el cese de la comercializaciÛn del Mc Pollo”.

    Fuente: DyN

    http://www.lanacion.com.ar/01/08/27/dg_330877.asp

    LA NACION LINE | 27/08/2001 | 22:03 | Inf. General home | suplementos | especiales | clasificados | servicios Suscribirse | Acerca de LA NACION Copyright 2001 SA LA NACION | Todos los derechos reservados

    NON MANGIATE AI MACDONALD VOGLIONO AVVELENARE IL LORO CIBO ………………………………..

  18. PIUTTOSTO LEGGI QUESTO………..

    Siamo noi il vero popolo di Seattle

    ´Amiamo Internet e la natura, le nuove tecnologie ma anche le tradizioni locali.

    Siamo maestri elementari, contadini, pensionati, hacker, monaci buddhisti e webmaster.

    Per noi la Rete Ë conoscenza, libert‡ e nonviolenza…ª

    Dal Web a HappyWeb: la societ‡ civile che non spacca vetrine ma contesta il G8.

    di Sara Anzalone

    on spaccano vetrine, ma sono i rivoluzionari dellíera digitale. Sono contadini, attori, maestre, preti e monaci buddhisti. Hanno dai 20 agli 80 anni. Sono il vero ìpopolo di Seattleî che in vista del G8 (dal 20 al 22 luglio) si confronta nei forum della Rete.

    Si battono per per la libert‡ di Internet e perchÈ la rivoluzione digitale sia al servizio dellíuomo e non dellíavidit‡ delle multinazionali. Proprio scandagliando i forum in Rete, HappyWeb ne ha scelti nove. Ecco le loro testimonianze.

    LUCIANO PECCHIAI

    78 anni, primario patologo dellíospedale Buzzi di Milano

    Quando si arriva nel suo studio di Milano, quartiere dellíIsola, uno strano odore di miele pervade le stanze. ì» una miscela di polline e incenso che esce da un inalatore. Serve per migliorare la qualit‡ dellíariaî. Proprio la stessa miscela, secondo il primario Luciano Pecchiai, dovrebbe essere utilizzata per aumentare le difese immunitarie delle piante. Rompe le scatole a tutti da una vita con la storia dei cibi naturali. E si attribuisce molti primati: quello di aver condotto le prime battaglie contro gli alimenti precotti e surgelati, di avere scritto pagine e pagine sul prione e la mucca pazza. Quando? Quasi quarantíanni fa. E poi, dice Pecchiai, ìsono stato tra i primi a mettere in guardia contro gli Ogm, gli organismi modificati geneticamente: e díaltra parte per me la scienza alimentare americana Ë priva di credibilit‡ fin dagli Anni 50, quando i medici díoltreoceano predicavano una prevalenza dellíuso della carne nel regime quotidiano. Tesi smentita dalla rivalutazione della dieta mediterranea. E oggi, con quale faccia ci propongono i cibi transgenici? Non cíË alcun dubbio che siano pericolosi, sia per líambiente sia per la salute. Anche se nessuno, nemmeno i Verdi, si preoccupano di dimostrarlo con studi adeguati. Anche líagricoltura biologica spesso Ë un bidone: la maggior parte del cibo bio Ë irradiato.î

    EMANUELA FOLLIERO 36 anni, presentatrice tv

    Anche la showgirl Emanuela Folliero fa sentire la sua voce contro il G8. Non condivide le forme della protesta ìestremiste e violenteî, ma Ë assai convinta dei buoni motivi della contestazione anti-global. ìSono sicuraî, spiega Emanuela, ìche esistano mezzi molto pi? pacifici ed efficaci per manifestare il proprio dissenso. Per esempio, usando Internet per diffondere le conoscenze sulle biotecnologie e sui cibi transgenici, argomento che mi sta particolarmente a cuore.î Emanuela sostiene dunque una forma di cyberlotta da combattere in Rete senza lacrimogeni e manganelli, una lotta alla quale ognuno di noi puÚ partecipare iniziando dagli scaffali del supermercato.

    Come? ìPer esempioî, continua Emanuela, ìleggendo sempre gli ingredienti di ciÚ che si compra e scegliendo cibi provenienti da coltivazioni biologiche.î

    Quanto ai media, Emanuela Ë convinta che potrebbero fare di pi? diffondendo maggiori informazioni sugli organismi geneticamente modificati e sui loro possibili effetti collaterali.

    ìSu questi argomentiî, dice Emanuela, ìcíË ancora troppa ignoranza. Per ora Ë bene essere pi? che prudenti. Ai politici che si radunano per il G8 e sono a favore della diffusione degli Ogm, direi di mangiarselo tutto loro il cibo transgenico!î.

    DON VITALIANO DELLA CASA 38 anni, prete a SantíAngelo a Scala (Avellino) – http://www.donvitaliano.it

    Quando era in seminario fu espulso due volte perchÈ aveva preso a cuore ìesageratamenteî le istanze dei disoccupati. E a 29 anni, poco prima di prendere i voti, occupÚ con un gruppo di amici un cinema abbandonato di Avellino, líEliseo, trasformandolo in un centro sociale. Oggi don Vitaliano Della Casa, a 38 anni, Ë parroco di SantíAngelo a Scala (Av). Ma gli piace ancora stare in prima linea: lo scorso anno ha manifestato a fianco degli omosessuali al Gay Pride di Roma, cosa che gli Ë valsa uníammonizione da parte del vescovo. E il 20 luglio don Vitaliano manifester‡ a Genova. ìVoglio scendere in piazza armato di pupazzi di pelucheî dice. ìLa Chiesa non puÚ sottrarsi di fronte alle minacce della globalizzazione: che poi Ë la nuova forma di colonialismoî. Contro la quale don Vitaliano ha realizzato questíanno un presepe particolare: ìUna vetrina di McDonaldís rotta da un mattone proveniente dalla mangiatoia dove sta Ges?. No, non voglio incitare alla violenza. Il messaggio Ë: infrangete le vetrine del vostro egoismoî. ALBERTO NEGRI 27 anni, agricoltore del lodigiano, membro della Coldiretti Gestisce uníazienda agricola nel lodigiano (a Valera Fratta), la cascina Bordona, che Ë anche la sua casa, dove vive da tre anni. Una volta la fattoria apparteneva ai suoi nonni. Oggi ha messo in piedi un allevamento di mucche di razza Limousine. Da anni si Ë convertito al biologico, seminando riso, mais e soia non trattati. ìMolti colleghi pensano che sia solo fumo negli occhiî, dice. ìInvece Ë una scelta di mercato. Di cui vado fiero: perchË contribuisco nel mio piccolo alla salvaguardia della salute dei consumatoriî. E poi, continua, ìi problemi legati allíaumento sconsiderato della produzione non li hanno certo creati i contadini: Ë il mercato che, per come Ë strutturato, impone di diventare sempre pi? competitivi. A scapito della qualit‡ del prodotto. Dando il via a sperimentazioni che intaccano gli equilibri naturali di migliaia di anni, spezzando la catena alimentare. Senza nemmeno considerare la salute del consumatore. Il mio impegno? Puntare sul prodotto biologico e su uníagricoltura di qualit‡. Mi batterÚ per ottenerla.î NORMA BERTULACCELLI 48 anni, maestra elementare di Genova Clicca i siti globali

    Cinque indirizzi che rispecchiano alcune delle molte anime della protesta contro il G8.

    Rete nella Rete Un sito-portale, una rete nella Rete dove trovare documenti, idee, eventi delle associazioni che organizzano il contro-forum. http://www.genoa-g8.org Cancella il debito on-line La campagna italiana per la cancellazione del debito internazionale. http://www.unimondo.org/

    sdebitarsi/index.html Contro gli eccessi del biotech Coalizione antitransgenica on-line, con moltissime informazioni su biotecnologie. http://www.tebio.org/

    inizio-mobilitebio.htm AltrEconomia La rivista AltrEconomia, con temi e proposte per il passaggio a uníeconomia equa e sostenibile. http://www.terre.it/altreconomia Diventa un cyberattivista Sul sito di Greenpeace, basta riempire un form per compiere azioni di protesta in difesa dellíambiente. http://www.greenpeace.org.au

    Norma la maestra fa la pacifista da almeno 30 anni, quando lottava per il diritto allíobiezione di coscienza. Oggi vive in un condominio popolare, non Ë iscritta ad alcun partito ma presiede il Centro Libero di Documentazione per la pace. Ha un marito e un figlio. Che non disdegna di seguire la madre. E, da qualche mese, Norma Ë attiva nella Rete contro G8. ìIl mio impegnoî, dice, ìnasce dalla convinzione di disporre di comodit‡ e privilegi scontati (come líacqua), che per altri sono invece motivo di lotta quotidiana. Noi della Rete contro i G8 manifesteremo pacificamente. PerchÈ in molti vogliamo portare in piazza la societ‡ civile.î ANDREA ZORZI 35 anni, ex nazionale della squadra di pallavolo

    Due volte campione del mondo, tre volte campione europeo, argento ad Atlanta: líex pallavolista Andrea Zorzi, nato a Noale (Venezia) 35 anni fa, ora si dedica al teatro (Ë produttore della compagnia KataklÚ) e al giornalismo, come commentatore sportivo. Ma in passato il suo tempo libero lo ha dedicato al sostegno di associazioni di beneficenza e alla lettura di quotidiani. ìPerchÈ mi sono sempre interessato allíattualit‡î, dice. ìE mi piacerebbe che ci fosse pi? informazione sui temi che si dibatteranno durante il G8: sono troppo importanti per il nostro futuro e per il mondo in cui viviamo. Per quanto mi riguarda, sono preoccupato per gli sviluppi delle biotecnologie: senza dubbio importanti per il progresso dellíumanit‡, ma non facilmente controllabili. Anche da un punto di vista legislativo. Un equilibrio si potrebbe forse raggiungere. Come? Allargando la base della discussione, rendendo cioË accessibili i motivi della protesta a un pubblico pi? ampio.îGIOVANNA BOLOGNA 25 anni, della compagnia teatrale emiliana ìLíimpastoî

    La sua compagnia si chiama ìLíimpastoî: un nome significativo per un gruppo di attori-danzatori di diversa provenienza, in cui ragazzi emiliani dividono il palco con coetanei sudamericani. Tutto Ë iniziato a Bologna, dove hanno debuttato nel 1995. Da qui hanno cominciato un giro per líItalia. Ultima tappa: lo spettacolo ìLíAgenda di Seattleî, in cui gli anti-global irrompono sul palco (un mare di mais)

    impersonando il problema dellíeconomia globalizzata che schiaccia le minoranze e le diversit‡ in nome del profitto. ì» il nostro modo di protestareî, dice Giovanna Bologna, 25 anni, attrice. ìNoi siamo tutti provinciali. » la rivincita delle periferie tramite Internet, che raccoglie le istanze della gente comune e le proietta nel mondo. La Rete: esaltazione del mondo virtuale. Che aiuta in modo concreto. Non male, no?î. TENZIN KUNCHAP 31 anni, monaco tibetano in esilio a Parigi, autore del libro Le moine rebelle appena pubblicato in Francia.

    Nato in una valle del Tibet centrale, Tenzin Kunchap ha vissuto uníinfanzia poverissima, sotto il giogo dellíinvasore cinese. A 14 anni Ë fuggito da Lhasa per raggiungere il Dalai Lama in India: qui ha compiuto la sua formazione ed Ë diventato monaco. Oggi vive a Parigi, dove ha appenna pubblicato Le moine rebelle (Il Monaco ribelle, Plon, pp. 413, 139 franchi, circa 42 mila lire). A Genova sfiler‡ accanto allíala pi? pacifista del popolo anti-global. ìIl global ha anche delle opportunit‡î, dice Tenzin, ìma se mal gestito diventa politica di rapina, sfruttamento del terzo mondo.Anche líinvasione del Tibet da parte della Cina Ë una delle perversioni del global: la supremazia di giganti economici su piccole oasi di tradizioni e spiritualit‡. ì

    ANNA OLCESE 60 anni, milanese, pensionata.

    Milanese, sposata, due figlie adottive coreane, Anna Olcese Ë sempre stata molto impegnata sul fronte sociale e in prima fila quando si festeggiano il primo maggio o i settantíanni di Mandela. Oggi, armata di penna, porta avanti le sue battaglie sul giornale locale di Segrate (Segrate Oggi). Nella sua dispensa cíË un poí di tutto, perÚ ìevito di comprare i cibi delle multinazionali, come la NestlË o la Danone .î In compenso fa acquisti presso le cooperative che vendono prodotti del commercio equo e solidale. ìMa non sono una maniaca. E se sono in montagna con il serbatoio a secco e trovo solo il distributore Esso, pazienza. Faccio benzina anche con quello.î A Genova andr‡. PerchË ìil rischio Ë che globalizzazione non significhi affatto mettere in comune conoscenze e risorse per stare tutti meglio. Anzi: il pericolo Ë che la facilit‡ di trasporti e comunicazioni permetta invece ai ricchi di prevaricare sempre pi? i poveri della Terra e i loro paesi. Per garantirsi la sopravvivenza allíinterno di un ordine mondiale, questi stati si piegano alla scelta delle monocolture. Banane, tabacco, frutti tropicali. Tutte merci che finiscono tra le mani delle multinazionali straniere che ricattano i lavoratori e distruggono la diversit‡ biologica e le foreste, trasformandole in pascoli del bestiame destinato a diventare hamburger.î Internet sÏ, hamburger no!

    Che cosa cíentra la mucca pazza con la libert‡ del Web, la mappa del genoma con McDonaldís, le biotecnologie con i tortellini? Sono tutte ottime ragioni per protestare a Genova. Parola del grande economista Jeremy Rifkin. di Alessandro Gilioli

    Questo signore pacioso, ironico, calvo e baffuto, non assomiglia per niente a un agitatore di popolo. Eppure, per chi si pone domande sul futuro e sulla globalizzazione, Jeremy Rifkin Ë quasi un profeta. Cinquantasei anni, americano, docente universitario di Tendenze economiche a Washington, Rifkin Ë molto di pi? di un sociologo o di un economista: Ë líuomo che per primo ha descritto con i suoi libri gli aspetti pi? importanti ñ e pi? preoccupanti ñ del passaggio verso la societ‡ dellíinformazione e della telecomunicazione. Un anno fa, Líera dellíaccesso (Mondadori) Ë stato un caso editoriale: decine di migliaia di copie vendute di un volume poderoso sulle conseguenze dellíinformatizzazione e del nuovo capitalismo globale nella nostra vita.

    In questi giorni, Rifkin torna nelle librerie italiane con un nuovo libro incentrato su un aspetto specifico della globalizzazione: la produzione intensiva e il consumo smisurato di carne bovina, con i suoi drammatici effetti sulla salute del pianeta e delle persone. Questo ìjíaccuseî contro la mcdonaldizzazione del mondo síintitola Ecocidio (Mondadori, 392 pagine, 35 mila lire): ed Ë facile prevedere che sar‡ una nuova arma teorica per il popolo di Seattle e per i contestatori della globalizzazione ultraliberista. Per questo, alla vigilia del G8, HappyWeb lo ha intervistato.

    Professor Rifkin, ma lei che cosa pensa di questi giovani che prima leggono i suoi libri e poi scendono in piazza a contestare la globalizzazione?

    ìI giovani protestano perchÈ si rendono conto che in questo nuovo secolo dovranno gestire uníeredit‡ molto pesante, creata dallíattuale politica sulla globalizzazione. Per questo, io appoggio tutti coloro che hanno il coraggio di esprimersi e di protestare pacificamente ñ ripeto: pacificamente ñ per preservare le identit‡ e le diversit‡ culturali locali, contro líomologazione planetaria. Quando vediamo i giovani, da Seattle a Genova, esprimere in modo pacifico le loro opinioni, credo che questo sia un valore e che vadano incoraggiati.î Ma il commercio globale, nellíera delle telecomunicazioni, non Ë un fatto inevitabile e irreversibile? ìSia chiaro: io non sono contrario al commercio internazionale, e penso che neanche i ragazzi del cosiddetto popolo di Seattle lo siano. Quello che i giovani dicono Ë che non vogliono che la globalizzazione sia a spese della loro identit‡, della loro cultura, delle relazioni umane allíinterno delle comunit‡ locali.î E come si puÚ incanalare la globalizzazione nel rispetto di questi valori?

    ìAbbiamo bisogno di misura e di equilibrio per gestire líera dellíaccesso. Dobbiamo bilanciare il commercio internazionale con líesigenza di conservare le differenze culturali, geografiche, locali. Dobbiamo salvaguardare il diritto a controllare il nostro destino, la nostra vita, la nostra comunit‡. Insomma, la globalizzazione Ë un processo che va controbilanciato da forti poteri locali con i quali le comunit‡ possano preservare la propria identit‡, la propria diversit‡. E siano in grado di controllare il proprio destino sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista commerciale.î

    Ma se lei fosse invitato a Genova per il G8 che cosa chiederebbe ai leader dei paesi pi? potenti del mondo? ìChiederei a loro che atteggiamento intendono assumere verso le due grandi rivoluzioni in corso a livello mondiale: quella che riguarda le scienze dellíinformazione (Internet, telecomunicazioni, pc, software, ecc.) e quella che riguarda le scienze della vita (cioË le questioni connesse con le biotecnologie, líecologia, il genoma, ecc.). Queste sono le due grandi rivoluzioni del XXI secolo e noi dobbiamo seriamente iniziare a interrogarci come vogliamo affrontarle, come vogliamo entrare nellíera della comunicazione planetaria wireless e delle biotecnologie.î E i governi possono fare qualcosa per affrontare queste due rivoluzioni? ìCerto. I governi devono prendere decisioni importantissime su questi punti. Per esempio: chi possieder‡ i grandi canali attraverso i quali comunicheremo? E chi possieder‡ i geni su cui facciamo affidamento per curare o prevenire le malattie? I leader mondiali ce lo devono dire.î

    » cosÏ importante? ìChi avr‡ in mano le frequenze radio attraverso le quali si estender‡ la comunicazione planetaria, sar‡ di fatto in grado di controllare tutta líinformazione, líeducazione, la cultura, il commercio del futuro. Attualmente líetere Ë di propriet‡ dello Stato, ma gi‡ ora in America ci sono diversi colossi privati che si stanno muovendo per ottenere dal governo la propriet‡ dello spettro delle frequenze radio. Se le grandi industrie dei media (come Vivendi-Universal, Aol-Time-Warner, Disney, Sony) possiederanno le frequenze radio, controlleranno di fatto gran parte della nostra vita sociale, commerciale, culturale: questa Ë una questione importante e io dai governanti del mondo vorrei sapere se intendono conservare le frequenze radio in mano pubblica, come considero giusto io, oppure assegnarle a questi colossi mediatici con interessi privati.î E i geni, che cosa cíentrano? ì» impensabile che venga lasciata alle industrie chimiche o farmaceutiche la propriet‡ dei codici genetici di piante, animali e uomini: uníeredit‡ che Ë di tutti e che Ë il frutto dellíevoluzione di milioni di anni! » la natura che ha inventato il Dna, non le industrie. Se poche aziende possiedono i codici genetici, saranno in grado di rinchiudere il nostro futuro biologico allíinterno dei loro interessi privati.î Nei suoi libri passati lei ha attaccato il capitalismo culturale e la mercificazione dei rapporti umani. In Ecocidio invece critica la standardizzazione dei gusti dovuta alla ìmcdonaldizzazioneî del pianeta. Che relazione cíË? ìIn tutti i miei libri, compreso questo, cíË il tentativo di far prendere coscienza delle nostre grandi responsabilit‡ verso le generazioni future. Quando viene inventata una tecnologia come Internet, o quando cíË una nuova scoperta come quella del genoma, le decisioni che prendiamo su come gestire queste conoscenze avranno effetti rilevanti per il futuro di tutta la comunit‡ umana e del pianeta.î E la carne, il fast food, che cosa cíentrano?

    ìLíallevamento intensivo di bovini, la deforestazione imposta per far spazio a questi allevamenti, la cultura dellíhamburger,líomologazione del gusto in tutto il mondo: sono aspetti dello stesso processo, cosÏ come il boom del franchising o del biotech, di cui ho parlato negli altri miei libri. Quando il cibo viene standardizzato, meccanizzato, desacralizzato come avviene nei fast food, Ë giusto farsi qualche domanda. Ha presente Max Weber e la sua teoria sulla razionalizzazione della societ‡?Bene, se guarda i sistemi di produzione di McDonaldís scopre che lÏ tutto Ë meccanizzato, tutto Ë previsto per garantire la massima efficienza, la massima velocit‡ di produzione e di distribuzione. Non cíË alcun interesse per líesperienza culturale del cibo. Attraverso il cibo, una civilt‡ esprime anche i suoi valori, la sua storia: la macdonaldizzazione, invece, sacrifica tutto ciÚ allíefficienza e allíorganizzazione. » tutto fatto in serie, standardizzato, omologatoÖî

    Ma anche qui torniamo al punto di prima: che cosa possono farci i poteri politici se la gente mangia tanta carne, e magari pure da McDonaldís?

    ìGli stati possono fare molto per la salute del pianeta e dei suoi abitanti. Per esempio, nel í92 eravamo in quattro gatti a lanciare líallarme sulla mucca pazza, dicendo che poteva diventare uníepidemia a livello mondiale. Abbiamo fatto una petizione per cambiare líalimentazione del bestiame, ma i governi si sono mossi solo dopo quattro o cinque anni, durante i quali abbiamo continuato a fare appelli e dichiarazioni. Adesso, tanto per cominciare, i politici possono provare a regolare tutto il settore dellíallevamento animale, convertendo gradualmente líagricoltura verso líorganico, che Ë pi? sostenibile, pi? umano, migliore per líambiente e migliore per la salute umana. I governi che hanno fatto di pi? in questo senso sono stati, finora, quello tedesco e quello italiano. E il fatto che líItalia abbia dimostrato sensibilit‡ al problema Ë importante per tutto il pianeta, anche per noi americani.î E perchÈ? ìQuando in America oggi si parla di gastronomia, ormai si parla díItalia, molto pi? che di Francia. Da noi, i maggiori chef sono italiani e per tutto quello che riguarda la cultura del cibo guardiamo allíItalia.

    Il fatto che líItalia si occupi di preservare la qualit‡ dei suoi cibi e della sua tradizione gastronomica Ë molto importante e indica la strada a tutti gli altri paesi.î A proposito díItalia: molti osservatori stranieri hanno criticato il fatto che il nuovo primo ministro, Silvio Berlusconi, sia anche il proprietario di parte del sistema massmediatico, con tv, giornali, siti Internet, ecc. Lei che cosa ne pensa? ìIo non credo che ci dovrebbe essere una tale concentrazione nelle mani di nessuna persona o istituzione. Penso che non sia una buona cosa perchÈ sul lungo termine si hanno meno opzioni aperte, meno diversit‡ nei media.

    E, soprattutto, penso che non ci dovrebbe essere alcuna commistione tra poteri economici e poteri politici. Non dovrebbe essere data a nessuno la possibilit‡ di usare i propri media ñ o una fetta dei propri media ñ per sostenere una campagna elettorale o una parte politica.î

  19. LA CIA E LA DROGA 1.0

    “E’ stato calcolato che il consumo illegale di droghe negli Stati Uniti dalla fine degli anni ’80 Ë arrivato ad un giro finanziario di 110 miliardi di dollari ogni anno” (Paul Johnson, Modern Times, p.782). La cosiddetta Drug War non fa altro che arrestare qualche spacciatore e mantiene alti i profitti dei grandi trafficanti. Ma chi sono questi trafficanti?

    Prima del traffico, bisogna parlare della produzione. La CIA provvede all’elaborazione di nuove molecole stupefacenti (Ë una sua tradizione…) e poi le immette nel mercato di massa, a partire da quello americano. Nel 1998, l’Agenzia ha lanciato pubblicamente “quattro nuovi eccitanti, di grande qualit‡ e sicurezza”, secondo le parole dell’allora direttore John Deutch. Le quattro droghe, riprodotte nella foto, sono: 1) il Blue Glass, da fumarsi per ottenere cinque minuti di sballo euforico seguito da catatonia; 2) il Brainscratch, un allucinogeno che, utilizzato come collirio, raggiunge immediatamente la corteccia cerebrale e dura almeno dieci ore; 3) lo Zoom-B, narcotizzante da iniettarsi, che la CIA prevede sostituire il popolarissimo crack in pochi anni; e lo Spike, allucinogeno, in pillole da ingerirsi per due ore di anestesia totale. L’annuncio fu dato durante una sorta di “festival della droga” che veniva proiettato su schermo gigante nei ghetti di Newark, Cabrini-Green e Detroit.Poi si passa al controllo e alla distribuzione. Seguiamo James Mills, in Underground Empires: “Ho chiesto a Dennis [Dennis Dayle, ex capo della DEA Centac; la DEA Ë l’agenzia antidroga USA]: Sottoscriveresti questa dichiarazione se fosse fatta ai cittadini degli Stati Uniti? ‘Organizzazioni criminali di enorme potenza controllano molti stati, ed in una certa misura controllano il mondo e controllano le nostre vite. Il tuo [U.S.] governo in qualche modo le sostiene e ti sta nascondendo questa cosa’. La sua risposta: “Io lo so che tutto questo Ë vero. Che non Ë una congettura. La mia lunga esperienza di vita mi dice che Ë cosÏ. E che ci sono grandi quantit‡ di prove convincenti. Ma credo anche che ciÚ che hai detto non si possa diffondere nella realt‡. Si potrebbe veramente contenere il traffico di droga con l’immobilizzazione dei pochi cartelli che realmente lo controllano. Ma deve essere una decisione consapevole, basata sui fatti, non sulla propaganda, deve essere un lavoro alla base della comunit‡ del mondo che deve capire che il traffico di droga non puÚ pi? essere tollerato”.

    Dai tempi della guerra del Vietnam la CIA Ë stata alla testa del traffico di eroina. Quando l’amministrazione Reagan doveva finanziare la sua guerra al Nicaragua la CIA ha applicato ciÚ che aveva imparato in Vietnam ed ha importato grandi quantit‡ di cocaina dall’America Latina per venderle alla Mafia, e ne ha usto i profitti per finanziare le sue “azioni coperte”, attivit‡ cosÏ contrarie ai valori professati esteriormente dall’America che debbono essere nascoste a tutti i costi alla popolazione degli USA. Per approfondire simili affermazioni, non c’Ë da fare altro che munirsi di pazienza e navigare nel labirinto del link riprodotto qua sotto e che Yahoo! si Ë rifiuta di indicizzare: sono notizie esplosive

  20. LA CIA E LA DROGA 2.0

    Revolutionary Worker intervista Gary Webb, l’uomo che ha denunciato il sistema americano e la CIA come produttori e distributori di droghe di massa, mirate al controllo della popolazione. La sua inchoiesta, pubblicata sul San JosÈ Mercury News, si intitola The Dark Alliance [Revolutionary Worker, n. 912 22 giugno 1997, segnalato su ecn.org]. Secondo lei, perchÈ il suo esposto ha suscitato tanto clamore? Che cosa ha davvero attirato l’attenzione della gente e inquietato a tal punto il governo? Semplicemente il fatto che noi abbiamo scoperto dove arrivava questa cocaina. Durante gli anni Ottanta, erano gi‡ stati pubblicati un discreto numero di articoli, anche sulla stampa a grande tiratura, a proposito della Contra che avrebbe spacciato cocaina negli Stati Uniti. CiÚ che noi siamo riusciti a stabilire Ë il luogo in cui la merce veniva venduta; ed era nei ghetti, principalmente a Los Angeles. Abbiamo cosÏ potuto anche mostrare gli effetti di tutta questa storia: l’orribile epidemia di crack che da Los Angeles si era diffusa in centinaia di altre citt‡ statunitensi negli anni seguenti. Penso che sia stato questo che pi? di tutto ha fatto infuriare la gente. » interessante, perchÈ all’inizio della sua inchiesta lei insisteva da un lato sulle migliaia di giovani neri condannati a lunghe pene detentive per aver venduto cocaina e dall’altro sull’assenza di questa droga nel mercato delle comunit‡ nere finchÈ i nicaraguensi della Contra, sostenuti dalla CIA, non la fecero arrivare fino a South-Central, L.A. Personalmente, sono convinto che si tratti semplicemente di una questione di tempo. Ricordate, nella stessa epoca, in Colombia si formavano i cartelli. Di colpo la cocaina sparÏ dalla circolazione. I volumi si gonfiarono, i prezzi calarono. Penso perciÚ che abbiamo trovato la spiegazione. Prima dell’inizio degli anni Ottanta, costava cara per tutti. Con la nascita dei cartelli, i prezzi crollarono perchÈ la produzione era in aumento. Cosa che comunque non spiega ancora come mai se ne trovasse a South-Central. CiÚ che noi abbiamo spiegato Ë come questa cocaina a buon mercato sia arrivata a South-Central, attraverso l’intermediazione del cartello legato alla Contra su cui ho condotto l’inchiesta. Che cosa ha appreso sulla relazione tra il cartello e la proliferazione del crack nella comunit‡ nera? Ecco! Il know-how per la fabbricazione del crack era nell’aria gi‡ da un po’. Gi‡ dalla fine degli anni Settanta esistevano qua e l‡ ricette sul modo di convertire la polvere in crack, scaldandola con della soda. L’unico problema era che, non essendoci abbastanza cocaina, risultava troppo caro. Quando si Ë cominciato a importare cocaina a buon mercato in quantit‡, chi sa come produrre il crack ha di colpo l’opportunit‡ per farlo. » una materia prima a tutti gli effetti: costoro hanno fornito la materia prima di ciÚ che Ë divenuto il problema del crack. Eccola, la relazione. Non sto dicendo che la CIA ha inventato il crack, o che la Contra l’ha fatto arrivare. Essi hanno soltanto immesso la polvere sul mercato, ma i clienti della strada sapevano come trasformarla in crack pur non avendo mai potuto farlo, in mancanza delle quantit‡ necessarie. Una delle cose che lei ha rivelato, Ë il volume di cocaina che di colpo si rende disponibile. L’uomo alla testa di questo cartello, Norwin Meneses, era uno dei pi? grossi trafficanti di cocaina in America latina. Egli trattava direttamente con gli altri cartelli; aveva un accesso illimitato alla cocaina, ed era capace di farne entrare tonnellate nei vari Paesi illegalmente. Se volete crearvi un mercato a Los Angeles, vi conviene averne molta, di roba. Che cosa ha saputo del modo in cui questi personaggi hanno potuto far entrare tanta cocaina negli Stati Uniti? Avendo molti mezzi a disposizione, cambiavano i percorsi ogni volta che ne veniva scoperto uno o che una maglia veniva localizzata. Potevano far arrivare la coca in auto o in camion. All’inizio degli anni Ottanta, si servivano dei cargo colombiani, che navigavano lungo le coste degli Stati Uniti. E questi cargo facevano scalo a Los Angeles, a San Francisco, a Portland, a Seattle, giusto il tempo per attraccare e scaricare. La cosa pi? interessante Ë quando hanno incominciato a utilizzare aerei dell’aviazione militare salvadoregna, verso il 1984-85. Esisteva una base aerea in Salvador, che era utilizzata per i rifornimenti ai Contras. La cocaina era caricata sugli aerei salvadoregni fino a una base aerea nel Texas, dove veniva scaricata, per essere indirizzata altrove. E se voi prestate attenzione a ciÚ che ha scoperto la commissione Kerry, istituita dal Senato negli anni Ottanta, troverete testimonianze secondo le quali aerei carichi di droga atterravano in una base aerea militare in Florida. Quale miglior modo di proteggere una partita di coca che farla trasportare da aerei militari, frammista a materiale bellico? Nessuno sospetta di nulla. Esisteva un regolamento doganale il quale precisava che certi voli non dovevano essere sottoposti ad alcun controllo, trattandosi di voli della CIA. Si hanno forti motivi di ritenere che siano stati proprio quelli con cui viaggiava la cocaina. Ha un’idea dei quantitativi in questione? L’avvocato di un trafficante mi ha rivelato che non erano rare le spedizioni superiori alla tonnellata. Avevano a disposizione di grossi aerei da trasporto utilizzati per l’invio degli aiuti umanitari alla Contra; cosa che sembrerebbe coinvolgere il programma nhao sotto il diretto controllo del Dipartimento di Stato. Di che programma si trattava? Del Nicaraguan Humanitarian Assistance Office (Ufficio per l’Assistenza Umanitaria al Nicaragua), istituito per distribuire 27 milioni di dollari in aiuti umanitari, dopo che il Congresso aveva votato la chiusura dei crediti militari. L’amministrazione Reagan tergiversÚ e mise in piedi l’nhao, i cui aerei furono adoperati per le cosiddette spedizioni varie. Forniture militari e non. Inoltre, l’avvocato di Danilo Blandon mi ha spiegato che per il viaggio di ritorno, dopo aver consegnato le forniture, ritornavano negli Stati Uniti con carichi di diverse tonnellate. Niente male: in un C-130 di cocaina ce ne sta un bel po’! E quanta gente doveva tenere gli occhi ben chiusi quando queste partite di coca venivano scaricate nelle basi militari americane? Come si distribuiva? Non credo che ciÚ avvenisse alla luce del sole. La coca era generalmente impacchettata in coperte militari imbottite color kaki. Quando si comincia a scaricare un aereo militare pieno zeppo di equipaggiamenti e si vedono coperte militari imbottite qua e l‡ nessuno ci fa caso. Penso che perfino gli equipaggi degli aerei potevano esserne all’oscuro. Tutto ciÚ di cui si ha bisogno Ë un uomo di fiducia all’interno della base aerea di Ilopongo, in Salvador, per fare il carico. Dopo, a nessuno verr‡ in mente di perquisire un aereo militare che rientra negli Stati Uniti da una missione. Quali erano allora le agenzie governative implicate nell’invio della cocaina verso gli usa e nella sua distribuzione? » difficile a dirsi, perchÈ i trafficanti non avevano legami diretti con loro. Si tenevano sempre a debita distanza. Ho scoperto legami con il Dipartimento di Stato, con il Consiglio di sicurezza nazionale, la CIA e la DEA. Ognuna di queste agenzie era implicata in svariati modi. Siamo in possesso di prove significative secondo le quali membri del cartello in questione erano in contatto con funzionari delle suddette agenzie proprio mentre questo traffico di cocaina era al suo apice. Tali agenti non sono stati mai inquisiti. Che legami ha scoperto circa la DEA? La DEA era in rapporto con Norwin Meneses, il capo del cartello. Egli stesso lavorava per quest’agenzia gi‡ da qualche anno. Ecco perchÈ non Ë mai stato arrestato negli usa: era protetto. Ha saputo qualcosa di nuovo, nel quadro della sua inchiesta circa i legami tra la CIA e l’operazione nel suo insieme? Uno dei legami che abbiamo scoperto passava attraverso un agente del Costa Rica. Abbiamo incontrato un corriere di questa rete, che lavorava per l’organizzazione di Meneses, a San Francisco. Questi ha identificato l’agente, ce ne ha fornito il nome e ha aggiunto che, secondo lui, controllava la distribuzione dei fondi, che trasportava personalmente. Esistevano anche corrieri gestiti da un agente della CIA, che era il loro finanziatore quasi esclusivo. Quest’uomo era Enrique Bermudez, il comandante della fdn, un’unit‡ militare della Contra. Abbiamo anche ottenuto prove che qualcuno, a Washington, qualcuno corrispondente perlomeno a un alto funzionario della CIA a Washington, possedeva precise informazioni sul traffico che si svolgeva nella base aerea salvadoregna. La CIA sembra sempre operare in modo da poter in seguito negare il suo coinvolgimento. » la loro prassi. Esatto. Non beccherete mai la CIA in flagrante! Troverete persone stipendiate dall’agenzia che domandano ad altri di fare qualcosa. Proprio come nel nostro caso. Avete un agente straniero, Enrique Bermudez, che chiede a due uomini, la cui professione, guarda caso, Ë lo smercio della cocaina, di fare qualcosa per un esercito finanziato dalla CIA, sulla strada maestra della politica estera degli Stati Uniti. » dunque molto difficile credere che costoro facessero tutto ciÚ di testa loro. Io non ho mai incontrato trafficanti di cocaina generosi, neanche un po’.

    Ha un’idea dell’ammontare delle somme che entrarono alla fine nelle casse della Contra, grazie alla vendita di cocaina? Nel 1982 e nel 1983, all’epoca cioË in cui questo corriere lavorava per loro, egli stimava che questa somma fosse tra i 5 e i 6 milioni di dollari. […] L’emendamento Boland, grazie al quale il Congresso soppresse i crediti che la CIA destinava alla Contra, Ë del 1984. Ma questi finanziamenti ripresero grazie alla reinstallazione di Meneses in Costa Rica. Danilo Blandon cominciÚ a fornire a Eden Pastora, uno dei comandanti della Contra, caserme, camion e soldi. Ma non abbiamo la pi? pallida idea delle somme che riguardano questi ultimi anni. Mi sorge il dubbio che la Contra non abbia mai ricevuto gran parte di questi narcodollari. Con tutta la cocaina venduta dalle nostre parti, se i soldi fossero andati interamente alla Contra, questa non avrebbe solo vinto la guerra, ma preso il potere in tutta l’America Centrale. Milioni di dollari? Non si sputa mica su 5 o 6 milioni di dollari. Quindi lei afferma anche di aver trovato legami con il Dipartimento di Stato. CiÚ rientra nel quadro? CiÚ fa parte del resto dell’inchiesta. Ancora inedito. Ma ci sono state stranissime riunioni, con certi funzionari del Dipartimento di Stato implicati in vicende di grande interesse.Dall’inizio della sua inchiesta, si Ë assistito a una campagna molto intensa per screditarla e impedirle l’accesso ai mass media. PuÚ parlarcene?Una campagna che mi sembra trionfale. Ma il dado ormai Ë tratto. Se guardate indietro, al momento degli scandali della CIA durante gli anni Settanta, rivelati da un esposto di Seymour Hersh, o dal lavoro di Daniel Schore per la cbs, troverete che entrambi si sono ritrovati oggetto della stessa campagna diffamatoria. PuÚ descrivere per i nostri lettori cosa le Ë capitato? Be’, ho visto giornalisti scrivere che non avevo alcuna prova a sostegno di quanto avanzavo; che niente di quanto affermavo era fondato. C’Ë stato un articolo del ´Washington Postª, secondo cui l’inchiesta insinuava che la CIA avesse mire sull’America nera. Era una campagna di disinformazione molto sottile che cercava di far credere alla gente che questi articoli dicessero altro da ciÚ che in realt‡ dicevano. O per far loro dire altro da ciÚ che noi avevamo inteso. ´Va be’, dopo tutto non ci sono proveª, questo era quanto la gente avrebbe dovuto pensare. Si tratta di pura e semplice propaganda. Ho proposto un libro e c’Ë stata una fuga di notizie verso il ´Los Angeles Timesª. Questi che cos’hanno fatto? Molto semplicemente, ne hanno censurato una parte pubblicando poi il resto sul loro giornale, in modo da farmi passare per un teorico del complotto. Che cosa significa, secondo lei, la presenza del capo della CIA a un meeting a South-Central, Los Angeles? Dimostra quanta paura avesse la CIA di questa storia: non avevano mai fatto una cosa del genere. Il capo della CIA che appare in pubblico e risponde a delle domande! Non si puÚ certo dire che abbia poi risposto, ma almeno Ë stato obbligato a fingere di provarci. Questo ci d‡ l’esatta misura dell’allarme a Washington. Parlando dei diversi attacchi subÏti, ha utilizzato il termine campagna di disinformazione. PuÚ dirci di pi? in merito? Negli anni Ottanta, esisteva la ´Gestione della Percezioneª. Si trattava di un programma istituito all’interno stesso del Dipartimento di Stato, da esperti in propaganda della CIA con l’obiettivo di: a) rilevare, ponendoli nell’impossibilit‡ di nuocere, tutti i giornalisti critici verso la guerra della Contra e che lavoravano intorno al coinvolgimento della Contra nel traffico di cocaina; b) intimorire i redattori e gli altri giornalisti tentati di seguirne l’esempio. Ci sono molte similitudini, se guardate bene i risultati ottenuti negli anni Ottanta, con quanto succede oggi. C’Ë gente incaricata di propalare dicerie sul vostro conto. Sono gli agenti di Accuracy in Media, l’organizzazione di Reed Irvine, gli stessi, dunque, che oggi si svegliano per dire che dietro questa storia della CIA non c’Ë niente, che Ë tutto inventato. Gli stessi agenti, dunque, che erano montati sugli spalti negli anni Ottanta per sostenere che a El Mozote non era successo niente [un’unit‡ speciale, addestrata dall’esercito americano, procedette allo sterminio della popolazione del villaggio di El Mozote, in Salvador, trucidando pi? di 300 tra uomini, donne, vecchi e bambini, ndr], che la notizia del massacro era una bufala e che il reporter del ´Timesª, Raymond Bonner, era un simpatizzante comunista. Gli stessi. E una delle cose che s’impara, occupandosi delle agenzie d’informazione, Ë riconoscere il loro modo di operare. Le persone cambiano ma le procedure restano. La ´Gestione della Percezioneª degli anni Ottanta era uguale a quella praticata oggi. La grande stampa Ë ormai convinta che alla base della nostra inchiesta non ci sia nulla di concreto. Anche se nessuno, di fatto, Ë riuscito a scoprirvi degli errori. PerchÈ allora, malgrado questi attacchi, sia personali che diretti contro i suoi reportage, continuare a rischiare per raccontare questa storia?PerchÈ Ë vera. » la base di tutta questa storia: la verit‡. E si diventa per forza giornalisti per questa verit‡. Se pensassi che si tratta di favole, o se fossi convinto di essermi sbagliato, lo direi: ´Ho fatto un erroreª. Ma non mi sto sbagliando. La gente deve conoscere questa storia non solo per capire quanto Ë successo, ma anche perchÈ, perdiana, dovr‡ pur esserci un responsabile! » criminale quanto Ë accaduto. Si continua ad arrestare gente per traffico di cocaina. E proprio questo affaire ha fatto entrare tonnellate su tonnellate di cocaina negli Stati Uniti. Nei ghetti dei downtown. Ma nessuno finora Ë ancora stato punito per questo, a parte gli abitanti dei quartieri presi di mira. […] Devono comparire ancora quattro puntate, vero? » come se non esistessero. Nessuno le pubblicher‡ mai. PuÚ farcene un sunto, a grandi linee? Si tratta principalmente di sapere chi, nel governo degli Stati Uniti, era al corrente. E anche di conoscere i legami fra altre agenzie governative e i cartelli della droga. Le loro attivit‡ in Costa Rica, in Salvador. I vani sforzi dei poliziotti di Los Angeles per portare quei tipi lÏ davanti alla giustizia, come si sono fatti imbrogliare e prendere per il naso. Il coinvolgimento di Oliver North nel giro dei trafficanti di droga del Costa Rica, in ogni caso il coinvolgimento della sua rete. Esistono molte informazioni su questo aspetto. Tutto inutile…

  21. L’IMPERO DELLA DROGA IN MANO ALLA CIA?

    IL RETROTERRA DEL COINVOLGIMENTO STATUNITENSE NEL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

    La storia di come gli Stati Uniti siano rimasti coinvolti nel traffico di narcotici risale a pi? di 150 anni. Prominenti famiglie dalla grande ricchezza – spesso membri di societ‡ segrete come quella esclusiva di Yale, líOrdine del Teschio e delle Ossa – si buttarono sul commercio dellíoppio per produrre benessere e influenza. Una delle famiglie che fondarono Teschio e Ossa fu quella dei Russell. Sino ad oggi, il Trust dei Russell Ë líentit‡ legale dellíOrder of the Skull and Bones.Nel 1823, Samuel Russell fondÚ la Russell and Company. AcquisÏ le sue forniture díoppio in Turchia e le contrabbandÚ in Cina a bordo di veloci velieri. Nel 1830, Russell rilevÚ il cartello dellíoppio di Perkins a Boston e fondÚ la pi? grande impresa per il contrabbando díoppio del Connecticut. Il suo uomo a Canton era Warren Delano, Jr – nonno di Franklin Roosevelt che fu Presidente degli Stati Uniti negli anni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli altri partner di Russell comprendevano le famiglie dei Coolidge, dei Perkins, degli Sturgi, dei Forbes e dei Low.Nel 1832 il cugino di Samuel Russell, William Huntington, formÚ il primo circolo statunitense dellíOrdine del Teschio e delle Ossa. Vi fece affluire membri dalle pi? potenti ed influenti famiglie díAmerica. La lista di appartenenza Ë quella di chi conta negli Stati Uniti: Lord, Whitney, Taft, Jay, Bundy, Harriman, Weyerhauser, Pinchot, Rockefeller, Goodyear, Sloane, Simpson, Phelps, Pillsbury, Perkins, Kellogg, Vanderbilt, Bush e Lovett, per citare alcuni dei pi? importanti.… significativo come gli uomini del Skull and Bones abbiano sempre avuto un legame molto stretto e duraturo con la comunit‡ dellíintelligence statunitense. Líex Presidente degli Stati Uniti e membro dellíordine George Bush fu direttore della CIA nel 1975-76. Non sorprende che il collegamento con líintelligence risalga al College di Yale, dove quattro diplomati formarono parte del ìCulper Ringî, una delle prime operazioni dellíintelligence statunitense, organizzata in gran segreto da George Washington onde raccogliere informazioni vitali sui britannici durante la Guerra díIndipendenza. Nel 1903, la Divinity School di Yale aveva allestito in tutta la Cina diverse scuole ed ospedali. Mao Tze Tung era un membro dello staff. Negli anni ë30, líinfluenza del collegamento cinese con Yale era tale che i servizi segreti statunitensi si appellarono alla ìYale in Cinaî per ottenerne líaiuto in operazioni di intelligence.1

    … interessante come il sottoprodotto dellíoppio, líeroina, fosse un nome commerciale della compagnia Bayer la quale nel 1898 lanciÚ il suo prodotto, che daí forte dipendenza, ed Ë ancora leader mondiale dellíindustria farmaceutica. Eroina e cocaina erano legalmente disponibili per líacquisto sino a che vennero messe fuori legge dalla Societ‡ delle Nazioni – líantesignana delle Nazioni Unite – e dagli USA negli anni ë20. In seguito al proibizionismo, il consumo di queste droghe cominciÚ ad aumentare vertiginosamente. Anche cosÏ, il periodo di guerra 1939-46 vide líassuefazione virtualmente sradicata in Europa e in America del Nord – un felice stato di cose che non sarebbe durato a lungo.

    POI VENNE LA GUERRA IN VIETNAM

    LíIndocina, gran parte della quale era sotto controllo o influenza francese dalla met‡ del 19mo secolo, venne catturata dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine delle ostilit‡, la Francia riguadagnÚ autorit‡ su Vietnam, Cambogia, Laos e Tailandia. Ma i movimenti di indipendenza avevano iniziato a combattere per sfrattarla. Alla fine questo sfociÚ, nel 1954, nella battaglia di Dien Bien Phu, orchestrata dai Viet Minh, che risultÚ in una sconfitta della Francia e nel suo conseguente ritiro dallíIndocina, nonchÈ nella sua immediata sostituzione con gli Stati Uniti.Nel frattempo, la Francia aveva sviluppato nella regione un apparato di intelligence ad ampio raggio, finanziato dallíoppio. Maurice Belleux, ex capo del SDECE, líequivalente francese della CIA, ne confermÚ líesistenza durante uníintervista notevolmente schietta con il professor Alfred McCoy, storico. Belleux raccontÚ a McCoy che ìlíintelligence militare francese finanziava tutte le sue operazioni clandestine grazie al controllo del commercio di droga in Indocinaî. Questíultimo servÏ a sostenere la Guerra Coloniale francese dal 1946 sino al 1954.

    Belleux rivelÚ come funzionava. Paracadutisti francesi che combattevano con le trib? sparse nella regione raccoglievano líoppio grezzo e lo trasportavano, a bordo di aerei militari francesi, a Saigon, dove passava alla mafia sino-vietnamita per la distribuzione. Pesantemente coinvolte nel traffico díoppio erano anche le organizzazioni criminali corse, che lo spedivano a Marsiglia, in Francia, per raffinarlo in eroina. Da lÏ veniva distribuita in Europa e Stati Uniti: tale rete iniziÚ ad essere conosciuta come ìthe French Connectionî. Si trattava della malavita che lavorava culo e camicia col governo francese – con entrambi a beneficiare finanziariamente dallíaccordo. I profitti ricavati venivano incanalati in conti della banca centrale, sotto il controllo dei servizi segreti militari francesi. La grande spia del SDECE chiuse la sua intervista affermando di ritenere che la CIA ìaveva rilevato tutte le attivit‡ francesi e stava perseguendo qualcosa della stessa politicaî.2 Il termine ìGuerra del Vietnamî Ë un termine improprio. Pi? esattamente, il coinvolgimento statunitense nellíintera regione andrebbe chiamato la ìGuerra del Sud-est asiaticoî. Mentre i combattimenti in Vietnam raggiungevano i media giornalmente, la guerra segreta in Cambogia, Laos e Tailandia rimase tale e continuÚ sino agli anni ë80. Questa era la piccola guerra privata della CIA, combattuta con líassistenza di trib? locali e soldati e aviatori americani ëfuori dai libri pagaí – i quali, una volta catturati, venivano abbandonati da un agghiacciante governo segreto, cinico e ingrato.3 La strategia militare statunitense in Vietnam era singolare. Sebbene gli americani possedessero la superiorit‡ militare, con la capacit‡ di vincere la guerra approssimativamente in un anno, era loro espressamente proibito di farlo dagli artefici della politica estera statunitense. Questa dottrina venne espressa nel National Security Council Memorandum 68, che era líarchitrave per la Guerra Fredda. Era la stessa politica che proibÏ la vittoria alleata in Corea – come spiegato dal colonnello Philip Corso, ex Capo Settore Progetti Speciali, Divisione Intelligence, Comando dellíEstremo Oriente, in una testimonianza al Congresso nel 1996. Di ritorno dalla Corea, Corso fu assegnato al Comitato Coordinamento Operazioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, dove scoprÏ la politica del ìnon vincereî. Ne rimase sgomento.4 Ma se la vittoria militare non era un obiettivo statunitense, assicurarsi il controllo della produzione di oppio della regione sicuramente lo era. PassÚ poco tempo prima che la CIA avesse un controllo totale sul commercio di oppio. Ne risultÚ un massiccio incremento della produzione seguito da uníondata di assuefazioni da eroina in Nord America ed Europa occidentale. Parallelamente a questo ci fu un enorme aumento di tossicodipendenti fra le truppe statunitensi che combattevano in Vietnam. Non meno di un terzo di tutte le forze combattenti vennero assuefatte alla ìChina whiteî – cortese concessione degli uomini di Spionville, Virginia.5 Il traffico di droga dilagava presso i comandanti militari sudvietnamiti. Uno dei personaggi principali era il generale Dang Van Quang, Assistente Militare e alla Sicurezza del Presidente Nguyen Van Thieu. Quang allestÏ una rete di traffici di stupefacenti tramite Forze Speciali vietnamite operanti in Laos.Il Laos, un feudo della CIA, era uno dei principali produttori di oppio sotto il controllo nominale del generale Vang Pao, capo trib? dei Meo che combattevano la guerra segreta della CIA. Vang Pao raccoglieva líoppio grezzo coltivato in tutto il Laos settentrionale e lo trasportava a Long Thien a bordo di elicotteri della compagnia della CIA, la ìAir Americaî. Un enorme complesso costruito disordinatamente dagli Stati Uniti, Long Thien da alcuni era conosciuto come il ìParadiso della Spiaî e da altri come ìAlternato 20î. Era qui che líoppio grezzo del generale Pao veniva raffinato in eroina bianca di tipo China No.4 purissima. A questo punto, il coinvolgimento diretto della CIA nel ëprodottoí terminava. Nel frattempo, la CIA fornÏ a Vang Pao una propria linea aerea – conosciuta da quelli addentro alla questione come ìAir Opiumî – che avrebbe trasportato la droga a Saigon, atterrando presso la gigantesca base aerea statunitense di Ton Sohn Nut. In seguito, parte del carico veniva suddiviso tra líorganizzazione di Quang per lo spaccio ai militari statunitensi tossicodipendenti; il resto veniva spedito alla malavita corsa di Marsiglia per la spedizione a Cuba – un punto di passaggio controllato da Santos Trafficante, boss della mafia in Florida – e da lÏ agli Stati Uniti. Una normale variazione del percorso di consegna avvenne quando sacchetti sigillati di eroina vennero cuciti allíinterno dei cadaveri di militari statunitensi che tornavano a casa per la sepoltura. Tornati a casa, ai politici statunitensi non importava un fico secco del problema della droga in aumento tra i militari di truppa. Questo disprezzo fu espresso al meglio dal Segretario di Stato Henry Kissinger che disse ai giornalisti Woodward e Bernstein del Washington Post che ìi militari sono stupidi ed ottusi animali da usarsi come pedine per la politica esteraî.6 A questo riguardo potremmo anche seguire un ragionamento collegato. Se i militari sono ìstupidi ed ottusi animaliî da usare e di cui abusare come ìpedine per la politica esteraî, i normali cittadini contribuenti sono forse visti in maniera diversa quando si arriva alla fornitura di eroina in gran quantit‡ alle citt‡ americane? Senzíaltro una popolazione tossicodipendente provvede pi? che adeguatamente ad uno dei requisiti del NSC 68: stabilire la ìtranquillit‡ nazionaleî.7

    In ogni caso, i proventi dalle vendite di stupefacenti venivano riciclati tramite la Nugan Hand Bank in Australia ed utilizzati per finanziare la guerra segreta della CIA in tutta la regione.In seguito allíinvasione della Cambogia, appoggiata dagli Stati Uniti nel maggio 1970, fu allestito un altro canale per il traffico di eroina. Regioni della Cambogia, ideali per la coltivazione dellíoppio e in precedenza inaccessibili, vennero immediatamente messe in produzione. La rete di contrabbando era gestita dalla marina vietnamita che disponeva di basi a Phnom Penh e lungo tutto il fiume Mekong. Entro una settimana dallíincursione cambogiana una flotta di 140 navi da guerra della marina vietnamita e di quella statunitense, al comando del capitano Nyugen Thaanh Chau, penetrÚ in Cambogia. Questa fu ìacclamata come una ëbrillante mossa tatticaí ed una grande ëflotta militare umanitariaíî. La flotta si mise immediatamente al lavoro contrabbandando ìgrandi quantit‡ di oppio ed eroina nel Vietnam del sudî.8 Dopo il ritiro statunitense dal Vietnam del sud, il generale Quang, del quale si dice fosse il pi? grande spacciatore nel paese, si trasferÏ tranquillamente a Montreal, in Canada, passando per la base dellíesercito di Fort Chaffee, in Arkansas. Si dice che líentrata in Canada di Quang fosse dovuta a gentili ma intense pressioni dal governo degli Stati Uniti. COSTRUIRE MERCATI: SRADICARE LA CONCORRENZA Líapparente dicotomia di facciata tra il commercio di stupefacenti pluridecennale della CIA e la ìGuerra alla Drogaî da parte della Drug Enforcement Administration (DEA) Ë illusoria. Durante uníintervista alla radio nel 1991, il prof. Alfred McCoy spiegÚ quello che lui definiva ìil rapporto istituzionale tra la DEA e la CIAî. Negli anni ë30 venne fondato il Federal Bureau of Narcotics (FBN), precursore della DEA, per ridurre líuso e la vendita di narcotici. LíFBN era la sola agenzia statunitense ad avere agenti operanti in clandestinit‡ prima della Seconda Guerra Mondiale. Con líarrivo di questíultima, agenti chiave dellíFBN furono trasferiti allíappena istituito Office of Strategic Services (OSS), precursore della CIA, onde insegnarne al personale le ìarti clandestineî. McCoy dichiara che questa relazione continua a tuttíoggi. Il risultato Ë che in quelle parti del mondo dove la CIA sta conducendo traffici di droga, ufficialmente la DEA va a dormire.9 Questo ha portato a comprendere che il principale incarico della DEA Ë quello di impedire líafflusso di droghe da fonti diverse da quelle ìapprovate dalla CIAî, e che i successivi programmi statunitensi di ìGuerra alla Drogaî sono, di fatto, intrapresi per distruggere la concorrenza. Che questa sia una politica finalizzata o meno, il risultato Ë chiaramente lo stesso. Portato alla sua logica conclusione, Ë che i trafficanti approvati e protetti dalla CIA continueranno incessantemente a guadagnare un controllo sempre maggiore sul commercio globale di stupefacenti, facendo del governo statunitense il pi? grande spacciatore di droga al mondo. Nel frattempo, qualcuno ritiene che questo sia gi‡ accaduto e fosse da sempre parte dei piani a lungo termine concertati da oscuri politicanti, da quando gettarono il loro avido sguardo verso le materie prime del pianeta – essendo i narcotici una delle pi? remunerative. Líeroina in entrata negli Stati Uniti veniva prodotta da due principali monopoli dellíoppio: quello controllato dalla CIA nel sud-est asiatico, e quello dalla Turchia, uno stretto alleato degli Stati Uniti. Quando il Presidente Richard Nixon dichiarÚ la sua ìGuerra alla Drogaî nel 1973, questo chiuse la connessione turca che fluiva attraverso Marsiglia sotto il controllo del crimine organizzato corso. CiÚ creÚ una sempre maggiore domanda di eroina prodotta nel Triangolo Díoro del sud-est asiatico, specialmente in Birmania.In precedenza, nel 1949, questa regione era diventata una ridotta armata per le forze nazionaliste cinesi in fuga al comando di Chiang Kai-shek, inseguite dallíArmata Rossa di Mao. La CIA organizzÚ una massiccia operazione di supporto che utilizzÚ queste forze cinesi per raccogliere informazioni allíinterno della Cina, ingaggiare battaglie campali con le forze comuniste e fare da ìallarmeî per una temuta invasione comunista del sud-est asiatico. Per finanziare questa piccola guerra segreta, la CIA necessitava del tipo di fondi neri che provengono da una vendita di narcotici su vasta scala. Fu lÏ che le vecchie ìmani cinesiî dellíOSS fecero il loro dovere trasformando la regione nel maggior singolo produttore di oppio del mondo, con quasi 1.000 tonnellate nel 1961. Oggi, i ìcampi coltivatiî birmani rimangono sotto líattento controllo di Khun Sa, il signorotto locale appoggiato dalla CIA.LA VIA DELLíEROINA DI KHUN SA

    … qui che si chiude il cerchio della nostra storia. Nella prima parte abbiamo rivelato il contenuto di un affidavit firmato dal colonnello Edward P. Cutolo in merito al suo coinvolgimento in un traffico di cocaina, sanzionato da militari statunitensi, da Bogot‡ in Colombia a Panama. Allíepoca líufficiale comandante anziano delle Forze Speciali statunitensi dellíintera regione del Comando Meridionale era il tenente colonnello James ìBoî Gritz.Bo Gritz fu uno di quelli che si buttarono discretamente ad indagare sulla morte di Cutolo e quella di altri ufficiali, ed Ë anche stato per lungo tempo un promotore a favore dei Dispersi in Azione/Prigionieri di Guerra statunitensi (MIA/POWs) dallíepoca del Vietnam.

    Gritz venne informato da Ross Perot che tre prigionieri di guerra americani erano detenuti da Khun Sa e che il signorotto aveva acconsentito a consegnarli. Tramite contatti ad alto livello col governo cinese, Perot prese accordi per ottenere accesso al quartier generale di Khun Sa, sulle sperdute colline di Shanland. Ma Gritz, sapendo di poter entrare ed uscire molto pi? velocemente utilizzando la sua rete di contatti nella regione, partÏ nel novembre del 1986 con alcuni sceltissimi ex-componenti delle Forze Speciali.

    Per Gritz e compagni ci vollero tre giorni di negoziati per accedere al remoto e selvaggio territorio di Shanland. Alla fine Gritz si incontrÚ con un perplesso Khun Sa il quale gli disse che non cíera mai stato alcun prigioniero di guerra statunitense. Comunque, nel corso della loro conversazione Gritz chiese perchÈ Khun Sa fosse cosÏ pesantemente coinvolto con líoppio, sottolineando quanti problemi questo avesse causato in America. La risposta fu sconvolgente.

    Khun Sa affermÚ che líintera fornitura di oppio – circa 900 tonnellate líanno, allíepoca – veniva acquistata dal governo statunitense. Il signorotto affermÚ poi di voler cambiare la produzione in quanto lui odiava líoppio, e se Gritz avesse ottenuto che gli Stati Uniti fornissero appena un decimo di quello che spendevano per la Guerra alla Droga nella regione, lui avrebbe cambiato la produzione in altre coltivazioni.Uno sbigottito Gritz riportÚ il suggerimento al governo statunitense e rimase ancor pi? stupefatto nel sapere che líofferta venne rifiutata. Líex colonnello dei Berretti Verdi venne inoltre avvertito che sarebbe stato oggetto di sporchi trucchi se non avesse abbandonato líargomento dellíoppio. Ignorando queste minacce, cinque mesi dopo Gritz ritornÚ in Birmania, nel maggio 1987, per un secondo incontro con Khun Sa. Stavolta si portÚ una telecamera e chiese a Khun Sa di fare i nomi dei responsabili di fronte ad essa.Khun Sa diede istruzioni al suo segretario di leggere i nomi dal suo diario, ma si accordÚ affinchÈ i nomi che rivelava fossero quelli vecchi, e non quelli di coloro con i quali era in affari in quel momento. Líufficiale governativo statunitense responsabile dellíacquisto dellíoppio era Richard Armitage, un ufficiale dellíamministrazione ben conosciuto e di alto livello. Armitage stava lavorando, lesse il segretario, con un individuo di nome Santos Trafficante che agiva in qualit‡ di ìgestore del trafficoî di Armitage. Gritz era ben consapevole di chi fosse Trafficante: il leggendario ìBossî della mafia della Florida.Nel corso di una conferenza nel 1991, Gritz illustrÚ líaspetto economico del movimento di eroina di Khun Sa verso gli Stati Uniti. Al signorotto venivano pagati 300.000 dollari a tonnellata dal governo statunitense, ma il prodotto veniva venduto sulla strada per un milione di dollari a libbra (circa mezzo chilo, ndt). ìNessuno lo vuole lontano dagli affariî, osservÚ ironicamente Gritz.

    Gritz disse che al suo ritorno in America nel 1987 cercÚ di far prendere nota a qualcuno nellíamministrazione, compreso il vicepresidente George Bush, delle sue informazioni. I suoi approcci vennero nuovamente energicamente respinti.Come gesto di buona volont‡ verso il governo degli Stati Uniti, Khun Sa scrisse a George Bush una lettera, datata 15 marzo 1988, nella quale gli offriva, assolutamente gratis, una tonnellata di ìeroina asiatica No.4 purissimaî. Questo era il sistema del signorotto di offrire un incentivo affinchÈ gli Stati Uniti giungessero ad un accordo volto a convertire la produzione da oppio ad uníaltra coltivazione. Bush non rispose alla lettera, e la risposta del Dipartimento di Stato fu ìnon interessaî.

    Disgustato, Gritz iniziÚ attivamente a partecipare ad una campagna per avvertire gli americani di cosa stesse facendo il loro governo a loro nome. Questo alla fine sfociÚ nella sua chiamata in giudizio con líaccusa di aver usato un passaporto falso durante una delle sue visite in Birmania. Dichiarandosi colpevole dellíaccusa, ma spiegando che si trattava della normale procedura nel mondo delle ìoperazioni nereî, venne riconosciuto innocente dalla giuria.

    Da allora, Gritz Ë diventato un esplicito critico dei successivi governi e le loro finzioni politiche segrete, e di conseguenza ha sofferto nelle mani dei media disgraziatamente prevenuti.

    Malgrado ciÚ, la storia principale di Gritz non Ë stata abbandonata. Da dietro le quinte altri hanno raccolto líappello. Sono iniziate discrete e scrupolose indagini sulle attivit‡ nascoste di Richard Armitage.

    LA DRUG-MEISTER DELLA SPIA

    Un ìinsiderî immensamente potente, Armitage aveva fatto in modo che il colonnello Dave Brown finisse accanto al Presidente Reagan come ufficiale di collegamento su base giornaliera. Lo scopo di questa mossa era, nelle parole di un individuo in familiarit‡ con questi eventi, ìinfluenzare giornalmente in modo sottile il suo modo di pensareî. In aggiunta, ìaltre azioni di questo tipo erano state istituite in agenzie e dipartimenti chiaveî.10

    Col Presidente Reagan efficacemente imbavagliato, Armitage e la sua cricca di fautori e agitatori di Washington credettero di essere intoccabili. In larga misura lo erano.Gi‡ Assistente Segretario alla Difesa, in seguito alla vittoria alle elezioni presidenziali di Bush, Armitage fu nominato nel febbraio 1989 per divenire Assistente Segretario di Stato per le Questioni in Estremo Oriente. Questa mossa venne bloccata e, invece, Armitage fu nominato al posto di Segretario dellíEsercito.Dietro le quinte, era in corso una guerra virtuale in quanto il Dipartimento della Giustizia e líFBI combattevano per incriminare Armitage per i narcotici ed altre sue attivit‡ criminali. A queste misure opponeva una potente resistenza il Procuratore Generale Thornburg, una persona nominata politicamente dal Presidente Bush.Comunque, Ë significativo che Armitage fosse sotto indagine anche da parte di investigatori federali al lavoro per conto della Commissione sul Crimine Organizzato voluta dal Presidente, che si era concentrata sullíattivit‡ criminale di organizzazione straniera nel gioco díazzardo e nel traffico di droga. Questa risultÚ dallo stretto rapporto di Armitage con una donna vietnamita, Ngdyet Tui (Nanette) OíRourke.

    La OíRourke era al centro di un circolo di gioco díazzardo su vastissima scala gestito da vietnamiti residenti negli Stati Uniti. Le era stata concessa la cittadinanza statunitense – secondo una fonte, in ìcircostanze estremamente sospetteî. Era anche sospettata di essere una prostituta. Nel corso delle indagini, gli investigatori arrivarono a ritenere che líassociazione di Armitage con la OíRourke risaliva al suo servizio in Vietnam, quando si pensa abbia gestito con lei un equivoco locale a Saigon. Cíerano anche sospetti che la OíRourke abbia agito come ìcorriereî di Armitage.

    Uníaltra fonte implicata in queste indagini notÚ che ìquasi ogni donna vietnamita coinvolta in importanti operazioni di gioco díazzardo sulla costa orientale [USA] Ë sposata ad un americano che o Ë della CIA o ha collegamenti con líagenziaî – compreso il marito della OíRourke.

    Nel frattempo, un altro investigatore che riteneva che Armitage fosse ìsporcoî veniva frustrato nelle sue indagini dal Segretario alla Difesa Frank Carlucci, e da altri potenti protettori. Nel 1975, durante il turno in Vietnam presso la CIA di Armitage, Carlucci era líuomo No.2 della CIA.A causa di numerosi ostruzionismi ad alto livello, le indagini sulle attivit‡ criminali di Armitage vennero ridotte, ma non prima che fossero state raccolte alcune dannose informazioni. Non ultima era la speciale relazione di Armitage con OíRourke. Gli investigatori scoprirono una foto, che si riteneva fosse stata scattata professionalmente, la quale mostrava una OíRourke nuda in posa nella sua camera da letto con un Armitage parzialmente svestito. Questo, ed altri fattori, portÚ gli investigatori e, in effetti, alcuni influenti politici, a concludere che OíRourke stava in realt‡ lavorando per líintelligence nordvietnamita, e che la foto fosse stata usata per ricattare Armitage e farlo diventare una spia.11 La forza delle informazioni raccolte su Armitage era tale che egli fu obbligato a rinunciare alla sua nomina a Segretario dellíEsercito e, in realt‡, a tutti gli altri posti ufficiali nel governo statunitense. Successivamente, ufficiali della Difesa dichiararono privatamente che ad Armitage non sarebbe mai pi? stato permesso di fare visita al Dipartimento della Difesa.Conosciuto presso la comunit‡ vietnamita come ìMr Phuî (che significa letteralmente ìsignor Riccoî), Armitage, malgrado le sue disgrazie, era ancora in grado di far conto sullíenorme potere dei suoi protettori politici e riuscire ad evitare líincriminazione. Il conoscere di gran lunga troppo delle ìporcherieî del governo statunitense durante le tre decadi precedenti lo forniva di uníistantanea carta ìnon va in galeraî.

    Si stima che nella stagione 1991-92 il raccolto annuale di oppio della regione di Khun Sa nel Triangolo díOro aveva raggiunto la cifra sbalorditiva di 3.000 tonnellate. Laddove era sempre stato difficile trasportare le merci a causa del terreno montagnoso, venne costruita una agevole strada in asfalto, consentendo ai camion di trasportare velocemente la droga agli aeroporti gestiti dal governo in Tailandia. da lÏ, líeroina raffinata veniva indirizzata verso gli Stati Uniti ed altre destinazioni occidentali.

    Se Frank Carlucci, ex No.2 nella gerarchia della CIA, era uno dei principali ìprotettoriî di Armitage durante i suoi anni ìdifficiliî, possiamo legittimamente chiederci chi altro potrebbe aver protetto quello che fu un ufficiale della CIA ed era ora in disgrazia. Forse non Ë sorprendente che George Bush abbia regnato come No.1 della CIA a seguire la sua nomina a Direttore della Central Intelligence nel 1975 da parte del Presidente Gerald Ford. CiÚ potrebbe fare il mondo piccolo ma, chiaramente, anche molto sporco.In ultima analisi, le attivit‡ della CIA in corso per conto di una piccola cerchia di potenti individui chiaramente conferma líesistenza di un governo segreto che utilizza le strutture democratiche poco pi? che come uníutile facciata dietro la quale nascondersi. La droga, un prodotto straordinariamente remunerativo, ha finanziato molte delle attivit‡ clandestine di tale governo segreto. Anche le armi sono un altro strumento utile e molto remunerativo, finanziato col denaro pubblico. Apparentemente, la opprimente ma clandestina politica Ë quella di continuare a creare sporche guerre oltremare e allo stesso tempo tenere drogata fino agli occhi la gente a casa, o meglio, quelle sezioni della societ‡ viste come seccanti subordinati dellíelite dei padroni autoproclamati che governano dallíombra.Lo svantaggio nascosto nellíintera faccenda non Ë semplicemente che viene fatto in vostro nome e nel nome della libert‡ e della democrazia, con slogan accattivanti che significano meno di niente per coloro che li proferiscono, ma Ë il vostro denaro, i vostri dollari di tasse che continuano a finanziare líintero complotto. Forse questo Ë un motivo per cui il termine popolare di ìdrogaî Ë ìdopeî (che significa anche vernice per ritocchi, ndt). &Mac176;

    DROGA E MEDIA: SEGRETI INNOMINABILI

    Quando Gary Webb, un intraprendente e coraggioso giornalista investigativo del Mercury News di San Jose, pubblicÚ la sua storia nellíagosto del 1996, potenti onde díurto rimbombarono attraversando gli Stati Uniti verso est per buona parte dellíanno. Webb aveva speso un anno a scoprire lo sporco segreto del crack di cocaina e di come si fosse diffuso a Los Angeles.

    Líarticolo in tre parti era intitolato ìLíOscura Alleanzaî e faceva nomi – specialmente di ex personaggi di rilievo del movimento Contra appoggiato dalla CIA. Webb si aspettava e ricevette il sentito appoggio del suo direttore e dei compagni giornalisti del Mercury News. Il giornale dedicÚ anche un sito web alla serie di articoli e pubblicÚ copie elettroniche di importanti documenti di conferma. Nel frattempo, le onde díurto raggiunsero Washington, DC.

    Inarrestabili, fluirono oltre in direzione di Langley, Virginia – sede della Central Intelligence Agency.Col tempo, una contro-onda díurto ancora pi? turbante da Washington, DC, rotolÚ indietro in direzione ovest raccogliendo impulso da Langley. Gary Webb aveva divulgato líindivulgabile. Aveva espresso una semplice verit‡ – una verit‡, per di pi?, gi‡ ben risaputa da molti giornalisti, politici, accademici, ufficiali militari, personale dellíintelligence ed altre persone addentro da decenni. La verit‡ espressa era che la CIA era impegnata nella distribuzione di enormi quantit‡ di droghe illegali.Entro un anno, i colleghi di Webb al Mercury News capovolsero il loro iniziale appoggio ed iniziarono a denunciarlo.

    Tale fu il potere del segnale di ritorno dalla costa orientale che molti altri giornalisti del Mercury News iniziarono a temere che la loro promozione – specialmente alle pi? prestigiose corporazioni giornalistiche díAmerica – avrebbe potuto essere rovinata. Era il classico caso di colpevolezza per associazione. Peggio ancora, anche il direttore precedentemente coraggioso di Webb lo denunciÚ e pubblicÚ un editoriale sul Mercury News, dicendo che la qualit‡ della documentazione díappoggio di Webb nella serie ìLíOscura Alleanzaî era scarsa. Il chiaro messaggio era che la verit‡ pronunciata in realt‡ non era stata pronunciata. Orwell chiamava questo ìdoppio discorsoî.Per aver osato dire la verit‡, Webb venne punito col trasferimento in una cittadina, in una redazione del Mercury News in una zona depressa, ben lontano dalla notoriet‡ della redazione centrale. Webb mantenne il lavoro, o almeno una specie di raffazzonata morte vivente alla voodoo come lavoro. Nessuno puÚ biasimare Webb per aver accettato il posto: aveva una famiglia da mantenere, e date le circostanze le sue possibilit‡ di assicurarsi un altro lavoro altrove nei media erano sicuramente compromesse. Anche il direttore chiaramente mantenne il posto, ma possiamo e dobbiamo biasimarlo per rendere a Cesare la sua integrit‡ giornalistica. Nel frattempo alcuni dei colleghi di Webb si sono trasferiti in posizioni pi? elevate ed importanti in quelle anche troppo ambite corporazioni giornalistiche nazionali. Qui possono scrivere tutto il giorno, sullíargomento che desiderano – purchÈ non si tratti di argomenti innominabili. Senza un Quarto Potere indipendente e coraggioso, non cíÈ protezione dalla sottile e consistente campagna per distruggere la democrazia in tutto tranne il nome.Quando Webb intraprese quellíindagine che gli avrebbe cambiato líesistenza, era beatamente inconsapevole dellíenorme minaccia che presto avrebbe costituito per la sicurezza nazionale e líestablishment politico degli Stati Uniti.

    La sua storia ha svelato una sinistra politica che risale alla Seconda Guerra Mondiale: il controllo clandestino statunitense sullíindustria globale delle droghe illegali, durato quattro decenni. Questo era solo uno della gran quantit‡ di sgradevoli segreti che il governo segreto non voleva fossero raccontati. Ce ne sono molti altri.12 Note:

    1. Il materiale su Yale Ë stato liberamente tratto dallíeccellente saggio di Kris Millegan, ìEverything you wanted to know about Skull and Bones but were afraid to askî. Altro materiale di prima classe Ë disponibile nellíopera di Paul Goldstein e Jeffrey Steinberg, George Bush, Skull and Bones and the New World Order. Per quanto ne so, entrambi sono disponibili solo su Internet.

    2. Prof. Alfred McCoy, citando un colloquio privato con Maurice Belleux, in uníintervista col conduttore radiofonico Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    3. Per una dettagliata analisi della connessione tra droga e MIA/POWs, vedere Kiss the Boys Goodbye, di Jensen-Stevenson & Stevenson (Bloomsbury, UK, 1990; Futura, 1992).

    4. Vedere la testimonianza resa da Corso il 17 settembre 1996 di fronte alla Sottocommissione della Camera sul Personale Militare. ìLa politica del ënon vincereí era contenuta nel NSC 68, NSC 68/2 e NSC 135/3,î disse Corso ai membri del Congresso, aggiungendo che ìle basi di questa politica erano nelle direttive ORE 750, NIE 2, 2/1, 2/2, 10 e 11. Noi la chiamavamo la ëpolitica della foglia di ficoí.î

    5. Cifre menzionate dal prof. Alfred McCoy durante la sua intervista alla radio con Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.

    6. Vedere Kiss the Boys Goodbye di Jensen-Stevenson & Stevenson (Futura, 1992, p. 97).

    7. Memorandum 68 del National Security Council, 14 aprile 1950. Questo documento sottolineava le necessit‡ degli Stati Uniti in seguito alla Guerra Fredda.

    8. Documenti confidenziali in possesso dellíautore.

    9. Intervista radio di Paul DiRienzo col prof. Alfred McCoy, 9 novembre 1991.

    10. Estratto da una lettera indirizzata al Senatore Paul Laxalt, datata 27 aprile 1987.

    11. Sono stato informato da fonti affidabili che Ross Perot era uno di coloro che credevano che Armitage fosse una spia nord vietnamita.

    12. La morale della storia di Webb Ë di non aspettarsi che i principali media vi informino di quanto sta realmente accadendo nel mondo – non lo faranno. Per parafrasare la battuta di Walter Matthau, espressa alla perfezione nel film JFK, ìQuesti cani non caccianoî – perlomeno, non pi?. Oggi, il vecchio giornalista ësegugioí Ë rannicchiato su un tappetino di fronte al fuoco del salario. I suoi muscoli sono logori, la pancia Ë piena, il suo naso ha scordato come si punta, e i suoi sogni di sgambettare sono quelli di tanto tempo fa.

    (Nexus 17)

    http://www.nexusitalia.com

  22. Leggete qu· e capirete, forse un giorno, il perchÈ e percome dell’ attuale crisi di VALORI mondiale: O.K.?

    ECONOMIA SELVAGGIA

    Líinchiesta ëarmi e drogaí condotta dal giudice Carlo Palermo che fornisce spunto allíarticolo di Luigi Cipriani riportato di seguito, finÏ come noto travolta dalle assoluzioni generalizzate per tutti gli inquisiti, descritte in calce allíarticolo con altre brevi notizie e indicazioni bibliografiche per chi non avesse seguito la vicenda sulla stampa. Luigi Cipriani, Armi e droga nell’inchiesta del giudice Palermo, in Democrazia proletaria maggio 1985.Il traffico di eroina pura e morfina base scoperto dal giudice Carlo Palermo agli inizi del 1980, proveniente dai luoghi di produzione in Turchia, arrivava in Italia passando dall’Austria o dalla Jugoslavia. La droga veniva rilavorata in Italia e distribuita in tutto l’Occidente dalla grande mafia siculo-statunitense. Molto spesso la droga veniva scambiata con armamenti, in connessione con servizi segreti, industrie belliche, finanzieri, partiti e governi.I capi della mafia turca Abuzer Ugurlu e Bekir Celenk (entrambi padrini dell’attentatore del papa, Ali Agca) dirigevano i loro traffici dalla capitale bulgara Sofia. Entrambi, per poter agire in tranquillit‡, fungevano da informatori per i servizi segreti dell’est e dell’ovest, erano cioË agenti doppi. CiÚ spiega anche le molte perplessit‡ manifestate dalla Cia quando, in Italia, il giudice Martella si mise a seguire la pista bulgara in merito all’attentato al papa.Al trasporto della ‘merce’ via terra provvedevano Karafa Mehmet AlÏ (con una dozzina di autotrasportatori jugoslavi, raggiungeva le piazze di Trento, Verona e Milano) e un dirigente della narcotici turca, su auto della polizia. Al trasporto via mare, che raggiungeva gli Usa, provvedeva l’armatore Mehemet Cantas con la societ‡ panamense Sutas. Del trasporto di eroina negli Usa via mare si occupava anche l’altro capomafia turco Cil Huseyn. L’armatore Mehemet Cantas, per gestire meglio i propri traffici, si era trasferito a Los Angeles, dove era in contatto con la mafia siciliana. Interrogato dal giudice Palermo, dichiarÚ di avere venduto navi sia a Bekir Celenk che al grande trafficante Henry Harsan.In Germania agiva il trafficante d’armi turco Tegmen Herten, agente della Dea (agenzia antidroga Usa) residente a Monaco di Baviera: trattava ogni tipo di armamenti in stretto rapporto coi servizi tedeschi e la Nato. In Germania veniva anche riciclato il denaro sporco, Francesco Coll e Rodolfo Corti trasportavano la valuta da Bolzano verso la Dresdmer Bank di Monaco di Baviera, il cui direttore Kriske Ë stato arrestato. A Zurigo trafficava in armi, in collegamento con agenti dei servizi italiani, il finanziere Hans Kunz, che fu tra gli organizzatori dell’ultimo viaggio di Roberto Calvi.Nell’area mediorientale, sotto la copertura della societ‡ svizzera Petrocom, trafficava il fratello del presidente siriano, Hassad Rifaat, assieme ad alcuni agenti dei servizi siriani. Trafficante di armi e di droga sull’asse Berlino-Varsavia era il turco-siriano Derki Badi, anch’egli legato al trafficante milanese Arsan.L’Italia centro del traffico mondiale di armi e di droga.Ma il vero centro del traffico di armi e di droga Ë risultato essere il nostro Paese. Le richieste di ogni tipo di armamenti, dalle pistole alle tecnologie nucleari, pervenivano da ogni parte del mondo, assieme a grandissime quantit‡ di eroina e di cocaina. Le contrattazioni internazionali fra i trafficanti avvenivano in Bulgaria all’hotel Giapponese di Sofia e all’hotel Marmara di Monaco di Baviera. Quel che sorprende, infatti, Ë il numero delle societ‡ commerciali italiane che operano con la Bulgaria, ben 776 contro le 800 che operano con l’intera Urss.La catena di trafficanti italiani scoperta dal giudice Palermo inizia appunto dalla frontiera est, da Bolzano. Nel giardino della villa di Herbert Hoberhofer, terrorista, ‘eroe’ sudtirolese, in realt‡ informatore del servizio segreto della nostra Guardia di finanza, sul finire del 1979, vennero ritrovati 130 chili di eroina. Centro del traffico a Bolzano era l’hotel Grifone. L’Hoberhofer venne arrestato insieme al giardiniere Meraner. Gi‡ da allora l’inchiesta di Palermo incontrÚ le prime, violente reazioni. La stampa locale e le associazioni sudtirolesi fecero pressioni fin quando l’Hoberhofer venne rimesso in libert‡ provvisoria dal tribunale di Trento. Successivamente riarrestato dal giudice Palermo, Hoberhofer Ë stato condannato a diciotto anni.Nella provincia di Verona, responsabile del traffico era Giorgio Malon, anch’egli condannato a diciotto anni dal tribunale di Trento, presidente Antonino Crea. Il vero capozona del traffico di armi e di droga era perÚ Karl Kofler di Trento. Il Kofler era collegato a Milano con i grandi trafficanti di armi e con la grande mafia che, tramite Angelo Marai e Leonardo Crimi, portava alla famiglia di Gerlando Alberti. Tramite Leonardo Crimi, legato alla mafia trapanese, Kofler si incontrava all’hotel des Palmes di Palermo con Gerlando Alberti. Va ricordato che all’hotel des Palmes venne portato Sindona dalle famiglie Gambino, Inzerillo e Spatola, all’epoca del famoso rapimento del finanziere della mafia, con lo scopo di fargli rivelare la lista dei cinquecento. A quei tempi, in particolare con TotÚ Inzerillo, si incontrava anche Francesco Pazienza, sempre al famoso hotel des Palmes.Kofler era quindi un testimone importante, disposto a parlare molto e, puntualmente, venne eliminato. Siamo al secondo episodio di attacco all’inchiesta Palermo: il 7 marzo 1981, nel carcere di Trento, benchÈ sottoposto a sorveglianza stretta, Karl Kolfer fu assassinato e mai venne scoperto l’assassino. Dal carcere di Trento riuscÏ a fuggire un altro testimone del traffico, l’industriale turco Nehiz Hasan, in realt‡ boss mafioso.Tutte le vie portano a Milano.Karl Kofler fece al giudice Palermo il nome di una societ‡ milanese, la Stibam che, caso strano, aveva sede in una palazzina di propriet‡ del Banco ambrosiano di Calvi e nella quale abitava anche il vicepresidente del Banco, Rosone. Perquisendo la sede della Stibam, Palermo trovÚ montagne di ordini, offerte, richieste di armamenti provenienti da tutto il mondo. Molte delle operazioni si avvalevano della ‘consulenza’ finanziaria dell’Ambrosiano. Socio maggioritario della Stibam era un siriano residente da molti anni in Italia e, forse non casualmente, a Varese, Henry Arsan. Altri soci erano Mario Cappiello, Giuseppe Alberti ed Edmondo Pagnoni. Il siriano-milanese Arsan si rivelÚ essere uno dei maggiori trafficanti d’armi del mondo in combutta, come vedremo, con agenti dei servizi segreti italiani.A titolo di esempio, basti notare che in una ventina di trattative vennero smerciati 116 carri armati e 20 elicotteri per la Somalia, 238 carri armati per Taiwan, altri 10 elicotteri da combattimento antisom, missili Tow, aerei C-130, missili Arpoon e relativi lanciatori, tre fregate della classe Battista de Andrade, 100 carri Leopard, 50 elicotteri Elios, 30 carri Leopard Mk-2, 60 cannoni 155/175, 10.000 proiettili C16, 60 elicotteri Bell Ah-16 residuati dal Vietnam e destinati al Kuwait, 100 motori per carri R-16, 33 chili di plutonio e 1.000 chili di uranio.Arsan era anche un grande trafficante di droga e disponeva di due navi, la Anika e la Golden sun, acquistate dalla societ‡ panamense Sutas dell’armatore e trafficante turco Mehemet Cantas. Nel solo 1981, Arsan fece arrivare a Milano 4.100 chili di eroina purissima, sufficiente per oltre 100.000 dosi che, distribuita sul mercato, fruttÚ circa 400 miliardi. Eppure, nel 1981, la Criminalpol conosceva benissimo Henry Arsan: era un agente della Dea, li aveva informati fin dal 1977 il responsabile dell’agenzia antidroga Tom Angioletti, sia pure con cinque anni di ritardo, da quando, nel 1972, era diventato loro informatore.A Milano, la Stibam di Arsan Ë collegata ad alcune societ‡ di copertura di mafiosi turchi, come la Ital Orient di Mohamed Nabir e la Wapa, gestita da due turchi, Salah Al Din e Pannikian Onnik, che distribuiva eroina in Lombardia e in Calabria. Ma il collegamento pi? interessante, come vedremo, Ë quello fra il turco Salah Aldin Wacekas ed Angelo Marai, uomo di Gerlando Alberti, che ci condurr‡ alla grande mafia siciliana. Altra societ‡ che operava nel traffico d’armi a Milano era la Comin di via Canova i cui proprietari, Antonio De Mitri e il fratello, facevano la spola con la Bulgaria, smerciando carri armati e missili di fabbricazione occidentale. In Bulgaria, a trattare partite d’armi ben pi? consistenti, si recava anche, per conto di Arsan, un noto armiere della Valtrompia (Brescia), Renato Gamba.Con Renato Gamba, entra in scena una vecchia societ‡, quotata alla borsa di Firenze e Milano, la Broggi Izar, specializzata nella lavorazione di metalli preziosi. Con l’ingresso di nuovi proprietari, la Broggi Izar realizzÚ un consistente settore bellico, acquistando piccole industrie, tra le quali quella di Renato Gamba. Dall’interrogatorio del presidente della Broggi Izar, Cesco della Zorza, emerse che i capitali erano stati investiti dalla finanziaria Cepim, legata a Vittorio Emanuele di Savoia, iscritto alla P2 e noto trafficante di armi. Responsabile del settore armi della Broggi Izar era un americano, Reginald Allas, introdotto sia al Pentagono che al Cremlino. Entrambi i dirigenti della Izar furono fatti arrestare dal giudice Palermo: in sostanza, la Broggi Izar fungeva da paravento per il traffico illegale di armi, coperto da autorizzazioni ottenute per il commercio di armamento leggero. La societ‡ Broggi Izar appare anche nella attivit‡ di investimento di uno dei quattro ‘cavalieri’ di Catania, il Graci, assieme all’altro ‘cavaliere’, il Rendo, accusati di investire i denari della mafia.

    Entrano in campo i servizi segreti.Collegati al milanese Arsan, vi erano altri trafficanti internazionali di armi, legati ai servizi segreti: il giudice Palermo li fece arrestare e cominciÚ a ricevere telefonate minacciose. Essi erano:

    -GLAUCO PARTEL: ex ufficiale di Marina, grande esperto in missilistica, direttore di un centro di ricerca privata di Roma. Il Partel era agente del Nsa (National security agency) statunitense; contemporaneamente, egli lavorava per il ministero della Difesa a Roma, come direttore del Centro studi trasporti missilistici. Lo stesso Partel, nella sua duplice funzione di trafficante d’armi planetario ed agente dei servizi, era in grado di fornire notizie interessanti sulla funzione degli eserciti, in particolare nei Pvs. Ad esempio, durante la guerra delle Falkland, per conto dei servizi segreti britannici e tramite la P2, contattÚ il maresciallo di vascello argentino Alfredo Corti, iscritto alla P2, per offrirgli dei missili Exocet che non furono mai trovati, facendo perdere tempo agli argentini.

    -MASSIMO PUGLIESE: monarchico, massone P2, agente del Sifar e del Sid, andato in pensione, ma rimasto collegato al generale Santovito capo del Sismi, a sua volta massone P2. Uscito dal Sid, andÚ a fare il consulente per alcune ditte nazionali produttrici di armi. Pugliese gestiva il traffico internazionale di armi per mano di due societ‡, la Horus e la Promec, in quanto monarchico era in rapporti stretti con Vittorio Emanuele di Savoia. Tramite l’attore Rossano Brazzi, massone a sua volta, Pugliese ebbe la possibilit‡ di mandare messaggi al presidente Reagan, ad esempio per favorire le concessioni di crediti alla Somalia, necessari per l’acquisto di armi. Il Pugliese, assieme al bresciano Rolando Pelizza, fondÚ la societ‡ lussemburghese Transpresa per la vendita del ‘raggio della morte’. Tramite i servizi italiani, il ‘raggio della morte’ venne proposto al governo italiano: il Pugliese si incontrÚ con Andreotti, Piccoli, Loris Fortuna. A quanto pare, i politici si convinsero di avere messo le mani sulla superarma, visto che interessarono il governo Usa, il quale organizzÚ un esperimento, del cui esito si sono perse le tracce. Il giudice Palermo sottopose a lunghi interrogatori i politici citati dal Pugliese, attirandosi altre maledizioni. Tra le carte di Massimo Pugliese, venne ritrovato un dettagliato dossier sulle attivit‡ del giudice Palermo. Fin dall’inizio, l’inchiesta era seguita con molta attenzione da parte dei servizi segreti. (cfr. peraltro la smentita dellíinteressato nel seguito dellíarticolo)

    -ROSSANO BRAZZI: ex attore, amico personale di Reagan, massone, in contatto col mafioso Robert Vesco, voleva fondare su un’isola deserta la ‘nuova Aragona’, occasione di investimento del denaro frutto del traffico d’armi. Il Brazzi Ë anche indicato come personaggio legato alla Oto Melara.

    -CARLO BERTONCINI: proprietario della Seric di Pomezia, specializzata in strumentazione elettronica per l’esercito, agente del Sismi dal 1970, quando venne scoperto che spediva materiale elettronico ai paesi dell’est.

    -ENZO GIOVANNELLI: fascista, massone P2, unico fornitore della base Usa della Maddalena in Sardegna. Il Giovannelli apre la serie degli spedizionieri (operava a Olbia) legati al traffico di armi e droga con la copertura del Sismi di Santovito. Un dossier della Guardia di finanza indicÚ il Giovannelli, con suo cognato Sebastiano Sanna, ex contrammiraglio, ed altri, implicati in un traffico d’armi favorito dalla Nato (comprendente 43 caccia F-101, 10 aerei scuola Tf-104 G, quattro fregate ed alcuni simulatori di volo) in combutta con Flavio Carboni e Francesco Pazienza.

    -MAURIZIO BRUNI: massone P2, operava come spedizioniere a Livorno. Di lui si serviva il trafficante Arsan per spedire armi e droga in tutto il mondo. E’ stato inquisito anche dal giudice fiorentino Pierluigi Vigna.

    -ALESSANDRO DEL BENE: cassiere della P2 in Toscana, grande elettore del Psi, legato al ministro della Difesa Lagorio e spedizioniere anch’egli a Livorno. Tra l’altro, il Del Bene Ë stato coinvolto in un traffico di congegni di puntamento segreti della Nato che, prodotti dalle officine Galileo finivano, tramite Gelli, alla Romania.

    -ANGELO DE FEO: agente Sid dell’ufficio Ris, competente per la concessione del benestare di fattibilit‡ per la vendita di armi italiane. Interrogato dal giudice Palermo, ha affermato che tutto il traffico di armi Ë controllato dai servizi segreti. Ad esempio, ha affermato De Feo, i ricognitori Usa scoprirono 4 carri Leopard nel deserto libico: erano stati venduti dall’Italia, con autorizzazione del contrammiraglio Martini del Sismi. Il trasporto fu controllato dal colonnello D’Agostini del Sismi, iscritto alla P2. De Feo ha denunciato anche la vendita proibita di ingenti quantit‡ di armi (anche navi) al Sudafrica, di 300 aerei Siai Marchetti e Aermacchi alla Libia e centinaia di missili venduti alla Mauritania, trasportati sul posto da un aereo della Cia decollato da Ciampino militare.

    Sulla base di tutte queste deposizioni, il giudice Palermo chiese l’incriminazione del capo del Sismi generale Santovito, iscritto alla P2, a sua volta accusato dal giudice Sica insieme al colonnello Giovannone, agente del Sismi in Libano, iscritto alla P2 e cavaliere di Malta, per avere dichiarato il falso sulla scomparsa dei giornalisti Toni e Di Palo. I due giornalisti, recatisi in Libano per seguire le tracce di un traffico d’armi e droga, scomparvero nel nulla. Come abbiamo visto, la societ‡ Stibam di Milano e il suo proprietario Arsan erano al centro di un vastissimo traffico di armi e droga. Per questo motivo l’Arsan, molto opportunamente, morÏ nel carcere di san Vittore a Milano nel novembre 1983: per arresto cardiaco, questa fu la diagnosi.

    C’era anche Gheddafi.Il 29 gennaio 1985, su mandato del giudice Palermo, Ë stato arrestato Gabriel Tannouri, finanziere libico intimo di Gheddafi e di Nixon. Tannouri venne chiamato in causa per un contratto di fornitura di materiale fissile ed attrezzature per confezionare piccole bombe atomiche, messi in vendita da due sudamericani, Diego Arias e Helio Guerrero. Sembra una favola, ma il giudice Palermo sforna pacchi di documenti autentici: il contratto venne firmato a Ginevra da Tannouri e Mared Pharaon, fratello del saudita trafficante internazionale Gait Pharaon. Il Pharaon avrebbe dovuto fornire parte dei finanziamenti per un contratto che si prospettava da un miliardo e duecentomila dollari nel 1980.In garanzia del finanziamento, 1l 23 dicembre 1980, a Lugano, di fronte al notaio Alida Andreoli, il Tannouri depositÚ ben 203.785 azioni da 4.000 lire e 203.478 azioni da 3.000 lire delle Assicurazioni generali. Una quota elevatissima che solo i maggiori azionisti come Mediobanca, Euralux, la Banca d’Italia, il servizio Italia della Bnl e la Comit erano in grado di esibire. Le azioni nel 1978 erano intestate alla societ‡ Claus Fin di Milano, sciolta nel 1984 e all’epoca del contratto vennero depositate dalla filiale svizzera della banca Lambert di Bruxelles. Dagli atti presso il notaio Andreoli di Lugano risultÚ che a depositare le azioni presso la banca Lambert furono gli italiani Achille Caproni e Flavio Briatore.Ad un certo punto il Pharaon, che ha cominciato a versare accrediti per mezzo della banca Morgan di Ginevra, prelevandoli dal Credito svizzero di Ginevra e Parigi, chiede a Tannouri maggiori garanzie. Entrano in campo i trafficanti italiani, Capogrossi, lo spedizioniere Giovannelli e l’agente della Nsa Glauco Partel. Con Partel entra in campo anche la Cia tramite l’agente australiano Eugene Bartolomeus, coinvolto nel fallimento della banca della Cia, la Nugan hand bank, trafficante d’armi legato alla mafia Usa ed australiana. Di fronte alla possibilit‡ che le bombe finissero ai libici o ai siriani, il trasportatore e agente del Sismi Giovannelli ebbe dei problemi di coscienza ed avvertÏ il console d’Israele a Milano.La trattativa finÏ nel nulla, probabilmente si trattÚ di un colossale ‘pacco’ giocato dalla Cia alla Libia. Fatto sta che Tannouri risultÚ disporre proprio di un conto da 1.200.000 dollari presso la societ‡ Rexine Sa certificata dalla Deutsche bank. Molti telex rivelarono altresÏ contatti con altri clienti presso la Trade developement bank del Lussemburgo, spesso citata nel traffico d’armi internazionale. Molto probabilmente, giocato il ‘pacco’ alla Libia, la Cia dirottÚ il materiale fissile verso clienti pi? affidabili.Da Milano alla Sicilia.Come abbiamo visto, il duo dei trafficanti milanesi Arsan e Partel era collegato alla mafia turca tramite Salah Aldin Wacekas e a quella siciliana tramite Angelo Marai, entrambi operanti a Milano. A sua volta, Marai era collegato a Leonardo Crimi e alla grande mafia siciliana tramite Gerlando Alberti. Quest’ultimo lavorava l’eroina nei laboratori siciliani e la spediva negli Usa e ai marsigliesi incaricati di rifornire i mercati del Nordeuropa.Assieme all’Alberti, il giudice Palermo rinviÚ a giudizio i mafiosi Matteo Bricola, Rosario d’Agostino e NicolÚ Puccio. Gerlando Alberti porta alle grandi famiglie mafiose siculo-statunitensi dei Gambino, degli Inzerillo e degli Spatola, i padrini di Sindona. La filiale trapanese delle grandi famiglie palermitane Ë rappresentata dai clan di Minore, Evola, Bonanno, Magaddino, originari di Trapani. Trapani Ë stata definita la ‘Svizzera della mafia’ perchÈ, pur avendo un’economia molto debole, in essa affluisce il 40% dei depositi bancari di tutta la Sicilia. A Trapani sono presenti sei banche di interesse regionale, 28 banche provinciali ed un centinaio di casse rurali. Inutile aggiungere che gli amministratori delle banche sono tutti uomini della Dc. I Bonanno, originari di Castellammare del Golfo (Trapani) da molti anni si sono trasferiti negli Usa, entrando a fare parte delle grandi famiglie mafiose.Il giudice Ciaccio Montalto, prima di essere ucciso dalla mafia, aveva scoperto un colossale traffico di droga e di armi che, partendo da Trapani, raggiungeva il Nordafrica e gli Usa. Fiduciari del traffico per conto dei Bonanno erano i fratelli Di Chiara, originari di Castellammare del Golfo: Lorenzo operava negli Usa e Antonio in Sicilia, a Mazara del Vallo. I fratelli Di Chiara erano collegati al clan dei Minore di Trapani: ancora una volta, il cerchio delle inchieste dei giudici Palermo e Montalto si chiude intorno ai medesimi personaggi.Gli stessi nomi si riscontrano in attivit‡ di riciclaggio del denaro sporco: Leonardo Crimi, trafficante di armi e droga in societ‡ con il clan dei Minore e con i cavalieri del lavoro catanesi Rendo e Costanzo, eseguirono lavori nel Belice terremotato e nel trapanese. Cominciarono ad emergere anche nomi di insospettabili. Il giudice Palermo, indagando su un grosso traffico d’armi in partenza per l’Africa, si imbattË nella societ‡ Coprofin, controllata dal Psi e gestita dal finanziere Ferdinando Mach di Palmenstein, la quale stava trattando la vendita illegale di aerei da combattimento al Mozambico. Nello stesso tempo, dal porto di Livorno era in partenza una nave ufficialmente carica di liofilizzati destinati al Mozambico. Ad organizzare la spedizione era la medesima societ‡ di Ferdinando Mach, mentre i liofilizzati erano di propriet‡ di una ditta del cav.Mario Rendo di Catania. Fatto strano, ma Ë successo che appena il giudice Palermo ha cominciato a indagare sulle attivit‡ del finanziere del Psi Ferdinando Mach, il trasporto degli innocui liofilizzati per il Mozambico Ë stato annullato. Il nome di Mario Rendo Ë comparso anche nella truffa dei petroli come uno dei padrini del comandante della Guardia di finanza, il generale Raffaele Giudice (P2) e nel traffico di armi e petrolio con la Libia, emerso dal fascicolo segreto del Sid, il famoso Mi.Fo.Biali.C’erano anche Pazienza e Carboni.Francesco Pazienza iniziÚ il suo viaggio nei servizi segreti occidentali a partire dallo Sdece francese, passÚ alla Nato e al Dipartimento di Stato Usa quando il suo capo, Alexander Haig, divenne segretario di Stato di Reagan, per arrivare al Sismi del generale Santovito (P2).Fin dal 1978, il Pazienza trafficava in armi con la copertura dei servizi segreti, avvalendosi di una societ‡ lussemburghese, la Se.Debra, assieme a Nico Schaffer, ex amministraore della Fasco di Sindona e al grande trafficante arabo Kashoggi. Un rapporto del Sisde segnalÚ un incontro all’hotel de Paris di Montecarlo tra Francesco Pazienza e il trafficante d’armi Trapolus, il mafioso Francesco Gallo, l’ex magistrato genovese Giorgio Righetti e Licio Gelli. In qualit‡ di amministratore dei beni della famiglia dell’ex sci‡ di Persia, Pazienza era introdotto nelle grandi banche Usa che riciclano il denaro della mafia.Pazienza era amico di TotÚ Inzerillo, ucciso nel 1981, ed era in contatto con le grandi famiglie della mafia Usa: i Gambino, gli Inzerillo, gli Spatola, i Bonanno ecc. Quando costoro, nel 1979, organizzarono il finto rapimento di Sindona, il Pazienza fece numerosissimi viaggi in aereo verso Palermo e Catania, utilizzando i mezzi messi a disposizione dalla Cai del Sismi e quelli dell’Ata del mafioso milanese Carmelo Gaeta. Il super-agente si incontrava con TotÚ Inzerillo, probabilmente per conoscere a che punto erano le trattative per la famosa lista dei cinquecento. Sui medesimi aerei viaggiava un altro personaggio molto noto a Pazienza, don Masino Buscetta.Pazienza era legato al malavitoso romano Domenico Balducci, ucciso il 16 ottobre 1981, terminale della mafia palermitano-calabrese nella capitale, legato al cassiere della mafia PippÚ CalÚ, arrestato recentemente. Pippo CalÚ investiva il denaro della mafia per mezzo del costruttore romano Danilo Sbarra in Sardegna, nelle numerose societ‡ immobiliari facenti capo alla Sofint di Flavio Carboni, legato quest’ultimo alla Dc (Roich, De Mita) e all’Opus dei, socio dell’editore dell’Espresso, organizzatore con Pazienza dell’ultimo viaggio di Roberto Calvi. Carboni era collegato al trasportatore e trafficante d’armi di Olbia, Enzo Giovannelli, che a sua volta riconduce ai grandi trafficanti Glauco Partel ed Henry Arsan di Milano.I quattro dell’apocalisse in Sudamerica.I quattro dell’apocalisse -Gelli, Ortolani, Marcinkus, Calvi- si affacciarono per far affari nel continente sudamericano quando questo era in preda ad una crisi disastrosa, con tassi di inflazione del 200%. Ma gli affari che essi trattavano non conoscono crisi, attraverso la P2 erano in contatto con i dittatori militari e civili del continente, notoriamente anche grandi trafficanti di armi e droga.Obiettivo dei quattro non era solo quello di fare affari, ma di sostenere regimi autoritari ferocemente antimarxisti sui quali puntano sia il presidente degli Usa che il Vaticano, impegnato in una ‘nobile’ battaglia contro la teologia della liberazione. Il 1 gennaio 1980, a Buenos Aires in Argentina, Roberto Calvi inaugurÚ la nuova sede del Banco ambrosiano de America del Sud. Nel medesimo palazzo verranno installati gli uffici del generale Massera (P2) e di Videla. Gelli e Ortolani, attraverso i loro rapporti coi gerarchi fascisti fuggiti in Argentina, erano da molti anni in rapporti di amicizia con Peron e con il capo degli squadroni della morte, Lopez Rega; lo stesso Gelli era incaricato d’affari argentino in Italia.Il generale Massera era un grande trafficante d’armi ed era in contatto con l’ammiraglio Torrisi (P2) in Italia. Grazie alla mediazione di Massera, buona parte dei 6.000 miliardi di armamenti spesi dal generale Videla, dal 1976 in avanti, sono affluiti alle industrie italiane. Ortolani aveva preceduto Calvi in Sudamerica con il proprio Banco financiero di Montevideo in Uruguay, divenuto insufficiente alla bisogna: si rendeva necessaria la rapida espansione dell’Ambrosiano, con le garanzie dello Ior del Vaticano. La prima banca ad installarsi fu la Cisalpina Overseas bank delle Bahamas, trasformata in Banco ambrosiano Overseas, seguita dalla Ultrafin di New York, Il Banco ambrosiano andino a Lima in Per?, l’Ambrosiano representacao y servicios in Brasile, l’Ambrosiano group banco commercial di Managua in Nicaragua, l’Ambrosiano group promotion a Panama. In Cile, l’Ambrosiano partecipava al pi? grande gruppo finanziario sostenitore di Pinochet, il Banco hypotecario, detto ‘Piranas’ dagli esuli cileni.Il Banco ambrosiano ha finanziato, nel 1976, la vendita di 6 fregate da parte del Cnr della Fincantieri alla Marina del Venezuela, di corvette all’Equador, di 4 fregate Lupo al Per? nonchÈ di numerosi elicotteri Agusta, mentre i piduisti installati all’Ufficio italiano cambi e alla Sace concedevano autorizzazioni e crediti. In Guatemala, l’Ambrosiano finanziÚ il governo di destra del generale Vernon, ex agente Cia, legato al Dipartimento esteri Usa di Alexander Haig, attraverso la societ‡ Brisa, fondata per lo sfruttamento delle risorse minerarie del Paese. Nel 1978 il dittatore del Nicaragua, Somoza, era in forte crisi sotto la pressione della rivoluzione sandinista. A partire da quella data il Banco ambrosiano, per mezzo della propria filiale di Managua, trasferÏ centinaia di milioni di dollari nel Paese.Da un’altra banca del Sudamerica dell’Ambrosiano, il Banco andino di Lima, sono passate molte delle operazioni di traffico d’armi e di petrolio con Cile, Nicaragua, Argentina, Brasile, Nigeria ed i traffici con la Tradeinvest dell’Eni, fino al finanziamento di 21 milioni di dollari concesso al Psi. Esaminando i conti dell’Andino, alla fine del 1981, gli ispettori della Banca d’Italia scoprirono un ‘buco’ da 1.000 miliardi, inizio della fine di Calvi. Nel medesimo periodo, anche il gruppo Rizzoli ebbe una grande espansione editoriale in Sudamerica, mentre il Corriere della Sera in Italia pubblicava le interviste di Roberto Gervaso (P2) a Videla e Somoza e censurava gli articoli sui desparecidos del corrispondente dall’Argentina. Giova solo ricordare che, proprio in questi giorni, il duo Massera-Videla viene processato in Argentina, accusato di aver organizzato centri di tortura in tutto il Paese e di aver assassinato trentamila oppositori, bambini compresi.

    Il caso Psi-Argentina.Durante la perquisizione degli uffici di uno dei trafficanti d’armi, tale Michele Jasparro, arrestato il 16 giugno 1983, titolare di una fabbrica di giubbotti antiproiettile legato all’Agusta, il giudice Palermo venne in possesso di una lettera proveniente dall’Argentina. A scriverla era Gaio Gradenigo, amministratore della Comte srl di Buenos Aires. Il Gradenigo informava Jasparro che “Bettino Craxi Ë furibondo per il fallimento delle trattative per la costruzione della metropolitana di Buenos Aires” e parlava dell’interesse del Psi per la costruzione della fabbrica di elicotteri che l’Agusta avrebbe dovuto realizzare in Argentina, dopo la sconfitta nella guerra delle Falkland.Sull’interesse del Psi nelle due operazioni esistono riscontri obiettivi: la metropolitana milanese (il cui presidente Natali, padrino del giovane Craxi nel Psi, Ë attualmente in carcere per tangenti) realizzÚ lo studio di progetti per il metrÚ di Buenos Aires. Per la realizzazione del metrÚ erano in gara la Fiat, l’Ansaldo e la Breda, ma il generale Gualtieri preferÏ destinare i fondi al potenziamento degli armamenti e alle autostrade, facendo arrabbiare Craxi. Per quanto riguarda la fabbrica di elicotteri Agusta, che fa capo all’Efim, presidente Fiaccavento di area Psdi, nel 1983 subÏ l’offensiva del ministro delle Pp.Ss. De Michelis. Il Psi nell’Agusta aveva gi‡ un’importante pedina, l’amministratore delegato Raffaele Teti, ma De Michelis propose di portare l’Agusta sotto il controllo dell’Iri, liquidando la quota rimasta al vecchio proprietario, il conte Agusta, scaricando contemporaneamente i debiti della societ‡ sull’Iri. Per l’acquisizione della quota del conte Agusta (20%), il Psi aveva gi‡ un’acquirente di fiducia, tale Pietro Fascione, al prezzo di 80 miliardi. In poche parole il Psi, per via pubblica e privata, puntÚ al controllo totale dell’Agusta, proprio nel periodo in cui si prospettava la costruzione della societ‡ di elicotteri in Argentina.Ma vi Ë di pi?. Durante la guerra delle Falkland una delegazione di maggiorenti argentini, guidata dal segretario del partito socialista argentino, Pasquale Ammirati, si incontrÚ con Craxi per ottenere la revoca dell’embargo posto dal presidente del Consiglio Spadolini e dal ministro degli Esteri Colombo. Cosa che puntualmente avvenne, con il sostegno di Psi e Pci. Della delegazione che incontrÚ Craxi facevano parte anche i fratelli MacrÏ, i maggiori industriali argentini, rappresentanti degli interessi della Fiat. I MacrÏ sono due fratelli, Antonio e Franco, sono accusati di aver messo sul tappeto la questione della fabbrica di elicotteri e di traffico illegale di armi. I MacrÏ controllano con la loro holding oltre 50 imprese, hanno acquisito il controllo della filiale Fiat argentina in forte perdita. Durante il periodo delle dittature militari hanno costruito strade ed autostrade, hanno l’appalto per la pulizia di Buenos Aires e rappresentano la Techint (Fiat).I MacrÏ erano strettamente legati ai militari P2 dell’Argentina, Massera e Mason, e sono imparentati con uno dei dirigenti del peronismo, Carlos Grosso. Un documento dei servizi segreti inglesi accusÚ i fratelli MacrÏ di aver cercato in Italia l’appoggio per l’acquisto di missili Exocet, formalmente destinati al Per?, durante il periodo dell’embargo posto dalla Francia. La delegazione argentina, prima di incontrare Craxi, fece tappa a Zurigo, dove operava il trafficante Hans Kunz, in contatto con Roberto Calvi durante il suo ultimo viaggio nel giugno 1982. Nello stesso frangente le banche argentine, tra le quali l’Ambrosiano, trasferirono grossi capitali nelle loro filiali svizzere. Il governo argentino era disposto a pagare per un missile pi? di 2 milioni di dollari, contro i 700.000 dollari normalmente richiesti sul mercato ufficiale.Il periodo della trattativa sugli Exocet coincise con il viaggio di Calvi il quale, prima di approdare a Zurigo, venne portato da Pazienza a Carboni in Austria, a Klagenfurt, dove operava il trafficante d’armi Sergio Vatta, inquisito dal giudice Palermo. Il Vatta era in contatto con il trafficante e agente del Nsa Glauco Partel, il quale da un lato attirÚ gli argentini in una trattativa fasulla (per gli Exocet) e contemporaneamente informÚ i servizi segreti inglesi. Molto probabilmente, una delle cause della morte di Roberto Calvi sta nel ruolo svolto dall’Ambrosiano e dalla P2 in appoggio all’Argentina durante la guerra delle Falkland. Dobbiamo ricordare che i servizi segreti britannici sono strettamente legati alla massoneria inglese della quale Calvi, molto probabilmente, faceva parte, perchÈ esistono fotografie che lo ritraggono a fianco della regina Elisabetta, notoriamente gran patronesse della massoneria. Del resto, il ritrovamento nelle tasche della giacca e sui genitali del cadavere di Calvi di alcuni mattoni (oltre al nome del ponte Frati neri) nel simbolismo massonico starebbe a indicare tradimento.Tornando al caso Argentina-Psi, sulla base degli elementi emersi, il pubblico ministero di Trento, Enrico Cavaliere, avrebbe voluto emettere subito mandati di comparizione e convocare Bettino Craxi come testimone. Il giudice istruttore Palermo lo convinse a pazientare, chiedendo di poter approfondire le indagini e interrogando l’ex addetto stampa di Craxi, il piduista Vanni NisticÚ, ed un personaggio introdotto nell’industria bellica, Giancarlo Elia Valori. Elia Valori, amico personale di Peron, contendeva a Gelli il controllo della P2 in Argentina e per questo ne fu espulso. In Italia Elia Valori Ë legato agli ambienti della Dc nelle Pp.Ss., Ë stato vicepresidente della Italstrade, attualmente forlaniano legato al cardinale Palazzini dell’Opus dei e agli ambienti golpisti della Fiat (Chiusano e Scassellati).Dopo essere stato ad indagare in Argentina, il giudice Palermo tornÚ in Italia con un nome: Ferdinando Mach di Palmenstein, amministratore di alcune societ‡ facenti capo al Psi, gi‡ comparso nel caso Eni-Petromin. Le societ‡ sono: la Sofinim, al 99% del Psi, fondata nel 1976 da Nerio Nesi, presidente della Bnl; Vincenzo Balsamo e Rino Formica, tutti del Psi; la Coprofin, con sedi a Bucarest e Maputo in Mozambico; la Promit, con sede a Roma. Il Mach Ë anche presidente di una societ‡ di Firenze, la Promec, specializzata nella acquisizione di appalti e forniture pubbliche. Ferdinando Mach, nelle sue molteplici attivit‡ e traffici, era in stretto rapporto con Francesco Pazienza (esistono numerose registrazioni telefoniche) e fu per suo tramite che Pazienza si incontrÚ pi? volte con Bettino Craxi, con Michael Leeden, spione e provocatore della Cia, organizzatore con lo stesso Pazienza, assieme ai servizi libici, del Billygate che assestÚ un duro colpo al presidente Carter, favorendo l’elezione di Reagan nel 1981.

    Il caso Psi-Somalia.I rapporti del Psi con la Somalia di Siad Barre sono molto stretti; lo stesso cognato di Craxi, Pillitteri, Ë console onorario di Somalia a Milano. Famoso, nei rapporti Psi-Somalia, Ë stato il caso del piano regolatore di Mogadiscio.Nel 1975, l’ingegner Luciano Ravaglia, con il patrocinio della regione Lombardia, iniziÚ a interessarsi del piano regolatore di Mogadiscio. Nel 1978, il Ravaglia si incontrÚ con Siad Barre ed ottenne l’avvallo alla prosecuzione dello studio. Il 5 agosto 1981, il progetto Ravaglia venne inserito negli accordi firmati a Mogadiscio dal ministro degli Esteri, Colombo, entrando cosÏ nella fase operativa. Improvvisamente, l’11 novembre 1981, il sottosegretario agli Esteri Roberto Palleschi del Psi avocÚ a sÈ con effetto immediato il carteggio del piano, che venne sospeso. Nel marzo 1982, il progettista Ravaglia ricevette una comunicazione dal sottosegretario Palleschi, nella quale si affermava che “d’accordo col ministro somalo Habib, il piano regolatore di Mogadiscio Ë stato affidato all’architetto Portoghesi” del Psi. Ma le attivit‡ di mediazione nel territorio africano da parte delle societ‡ facenti capo al Psi sono numerosissime: oltre al piano regolatore, esse hanno trattato la costruzione di dighe, impianti siderurgici, allevamenti di bestiame, impianti per surgelati ecc. Tutto ciÚ sempre in rapporto con le industrie pubbliche, le banche dell’Iri e col ministro degli Esteri.Ferdinando Mach si interessÚ anche della vendita di aerei da guerra e da trasporto G-222 al Mozambico, riuscendo strumentalmente a fare sÏ che il presidente Pertini si incontrasse con la delegazione degli acquirenti. Il Mach Ë accusato di avere venduto aerei G-222 alla Nigeria, un affare da 170 miliardi per il quale ottenne una tangente del 20%. Allo scopo di agevolare i propri traffici, lo stesso Mach scrisse al Psi per ottenere che all’Ufficio italiano cambi venisse nominato un uomo fidato, carica che venne ricoperta da uomini della P2.L’occasione dell’affare pi? ghiotto venne offerta, come sempre, dalla Somalia che aveva ottenuto un finanziamento Usa per l’acquisto di 116 carri H18-A5 e 20 elicotteri Cobra HgS con 1.000 missili Tow per un totale di 600 miliardi nel 1982. Non potendo esporsi direttamente, gli Usa attivarono il canale della Cia e del Sismi, vale a dire Santovito, Pugliese e Partel. Il 17 ottobre 1982 avrebbe dovuto essere firmato il contratto a Mogadiscio, contemporaneamente nella citt‡ era presente una delegazione del Psi, guidata da Pillitteri e comprendente Ferdinando Mach. Occasionalmente, nello stesso giorno, era in visita in Somalia il ministro della Difesa, il Psi Lagorio.Sfortunatamente, tutto andÚ in fumo perchÈ il giudice Palermo, con mandato di cattura, aveva provveduto ad arrestare i trafficanti Partel e Pugliese. A questo punto, il giudice decise di rompere gli indugi, accusando Ferdinando Mach di associazione per delinquere al fine di traffico di armi e, contemporaneamente, il segretario del Psi di violazione dell’art.7 della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Nel mandato di perquisizione a carico della societ‡ Sofinim, Palermo commise perÚ l’errore di citare i nomi di Craxi e Pillitteri senza avere ottenuto l’autorizzazione a procedere dal Parlamento e dalla Commissione inquirente.

    Avvertito tempestivamente, Bettino Craxi scrisse su carta intestata il famoso telex al Procuratore capo Tamburrino, il quale bloccÚ la perquisizione (che non verr‡ mai pi? effettuata) e diede inizio al provvedimento disciplinare nei confronti di Carlo Palermo.Intimidazioni, suicidi, fughe, provocazioni, errori, avocazioni e repressione.

    Sin dall’inizio della sua inchiesta, il giudice Palermo ricevette intimidazioni e minacce, sicchÈ gli dovettero raddoppiare la scorta. Altri fatti intervennero per disinnescare la portata dell’inchiesta internazionale su armi e droga. Karl Kofler, uno dei testimoni chiave, benchÈ in carcere isolato, venne trovato ‘suicidato’: gli avevano infilato uno spillone nel cuore e tagliato la gola. Altri imputati, testi, riuscirono misteriosamente ad evadere dal carcere mentre il principale imputato, l’agente della Dea Henry Arsan, morÏ per arresto cardiaco nel carcere di san Vittore. Vi Ë poi il caso degli avvocati Roberto Ruggiero e Bonifacio Giudiceandrea, figlio del Procuratore della repubblica di Bolzano, entrambi difensori del trafficante Giovannelli di Olbia. L’avvocato Ruggiero che, da intercettazioni telefoniche, risulta essere conoscente di Bettino Craxi, Ë stato accusato da Palermo di traffico d’armi e indicato come collaboratore del libico Tannouri, al pari del commercialista Arnaldo Capogrossi, legato a sua volta al trasportatore Giovannelli.

    Nel giugno del 1983, durante un interrogatorio da parte di Palermo del Giovannelli, l’avvocato di questi, Ruggiero, interruppe continuamente il giudice, il quale commise l’errore di perdere le staffe, accusando l’avvocato di condurre in modo disonesto la professione. L’avvocato Ruggiero fece verbalizzare il tutto e lo trasmise al Procuratore generale della Cassazione Tamburrino. Due mesi pi? tardi, i carabinieri fecero avere al giudice Palermo il testo dell’intercettazione di una telefonata tra gli avvocati Ruggiero e Giudiceandrea, dalla quale erano ravvisabili i reati di favoreggiamento e divulgazione di segreti d’ufficio. Il giudice Palermo fece arrestare i due avvocati, scatenando la reazione dei colleghi romani che scesero in sciopero. Stranamente e solo dopo gli arresti, i carabinieri si accorsero di aver commesso un errore nella trascrizione della registrazione, nel senso che, laddove l’avvocato Giudiceandrea affermava “ho preso il fascicolo”, si doveva intendere “ho appreso dal fascicolo”.Un errore molto opportuno. Il giudice Palermo venne sommerso da un’ondata di critiche, screditandosi il valore di tutta l’inchiesta su armi e droga. Il 1 maggio 1983, il giudice istruttore di Trento prosciolse Ruggiero e Giudiceandrea dai reati di favoreggiamento e corruzione e il 24 ottobre il pretore Vettorasio dichiarÚ non doversi procedere contro i due per rivelazione di segreti d’ufficio. Il 15 novembre l’avvocato Giudiceandrea inviÚ un esposto al Tribunale di Trento contro Palermo per “avere effettuato intercettazioni non autorizzate e per non aver informato il Pm e il Procuratore generale sui cambiamenti avvenuti nell’inchiesta”. Il 13 gennaio 1984, sulla base della denuncia di Giudiceandrea, il giudice Palermo venne indiziato di interesse privato dal Procuratore della repubblica di Venezia. Di fronte a tanti attacchi, i magistrati di Trento scesero in campo rendendo pubblico un documento di solidariet‡ nei confronti di Palermo. Gli avvocati di Gerlando Alberti, sfruttando la situazione, chiesero la ricusazione del tribunale di Trento, che venne accordata.In questo modo, tutto il filone mafia dell’inchiesta Palermo venne stralciata e trasferita al tribunale di Brescia, dove tuttora giace dal 17 giugno 1984. Un altro imputato, la spia della Guardia di finanza Oberhofer, chiese ed ottenne la ricusazione del tribunale di Trento dal Procuratore generale Capriotti che gi‡ l’aveva negata nel 1981. Dopo il Procuratore generale Tamburrino, scese in campo anche il ministro Martinazzoli, il quale avviÚ un’inchiesta disciplinare nei confronti dei giudici trentini, investendo anche il Csm.Da quando, con la sua inchiesta, il giudice Palermo aveva chiamato in causa i massimi livelli politici del Psi, gli sono piovuti addosso attacchi di ogni genere e il suo lavoro venne smembrato in mille rivoli. Nel giugno 1984, Palermo chiese di lasciare l’inchiesta armi e droga. In suo appoggio intervenne il presidente del Tribunale di Trento, Rocco La Torre. Il presidente del Tribunale dichiarÚ: “Ci sono state velenose e virulente reazioni determinate dal processo a causa dei sudici, sotterranei, colossali interessi colpiti. Contro la persona di Palermo ci sono stati molesti, incessanti e frustranti attacchi”. Lo stesso Palermo denunciÚ che, da quando aveva imboccato la pista politica, erano stati riesumati provvedimenti gi‡ dati per archiviati. Nel giugno 1984, di fronte al magistrato di Venezia che lo interrogava, Palermo affermÚ: “Non pare fuori luogo notare fin d’ora che le pi? pesanti accuse mosse nei miei confronti da parte di avvocati, imputati e politici sono seguite al sequestro di documenti operato il 16 giugno 1983, in cui compariva, per la prima volta, il nome dell’onorevole Craxi in relazione al commercio illecito di armi con l’Argentina e sono proseguite con maggiore spinta, dando luogo a procedimento penale e disciplinare nei miei confronti allorchÈ, il 10 dicembre 1983, sequestrai la documentazione da me trasmessa alla Commissione inquirente”.Nel luglio 1984, il giudice Palermo inviÚ una memoria difensiva al Procuratore della Repubblica di Venezia dottor Naso, affermando: “Successivamente all’intervento del Procuratore generale Tamburrino (su sollecitazione di Craxi) il dottor Naso ha emesso comunicazione giudiziaria nei confronti del sottoscritto, dopo che egli stesso aveva chiesto l’archiviazione delle denunce degli avvocati Ruggiero e Giudiceandrea perchÈ ritenute infondate. Lo stesso dottor Naso mi riferÏ che anche la Procura generale di Milano aveva chiesto l’archiviazione dell’esposto presentato dall’avvocato Ruggiero perchÈ infondato”.Nonostante tutto ciÚ, nell’agosto del 1984, dopo che Palermo ebbe inviato alla Commissione P2 e all’Inquirente gli incartamenti sul coinvolgimento dei politici nell’inchiesta armi e droga, la Corte d’appello di Trento decise di accogliere la richiesta dell’avvocato Ruggiero, togliendo l’inchiesta al giudice Palermo.Recentemente, la Commissione parlamentare inquirente ha scagionato Bettino Craxi e il cognato Pillitteri. Ancora una volta, la rete protettiva attorno a Bettino Craxi ha funzionato; rimangono aperte le inchieste nei confronti delle finanziarie del Psi e di Ferdinando Mach, l’accusa di traffico d’armi nei confronti dell’avvocato Ruggiero ed il procedimento penale nei confronti del giudice Palermo.

    Da Trento a Trapani.Isolato, sottoposto a provvedimento disciplinare, espropriato dell’inchiesta armi e droga, il giudice Palermo chiese ‘spontaneamente’ di essere trasferito da Trento alla Procura di Trapani. La citt‡ dalle mille banche non ha un palazzo di giustizia funzionante, quello vecchio Ë cadente, quello nuovo Ë in costruzione dal 1958 e la Dc domina la citt‡. Carlo Palermo Ë andato a prendere il posto di Ciaccio Montalto, il Procuratore assassinato dalla mafia perchÈ stava seguendo la pista del traffico di droga internazionale.Anche Ciaccio Montalto, sentendosi completamente isolato a Trapani e a Roma, chiese di lasciare la Sicilia per trasferirsi a Firenze, da dove avrebbe voluto proseguire le indagini, seguendo una pista che collegava la famiglia Minore con uno dei cavalieri del lavoro, Carmelo Costanzo. Prima di andarsene, nel dicembre 1982, da una serie di intercettazioni telefoniche trovÚ le prove che un Procuratore della repubblica, Enzo Costa (attualmente in arresto) era un uomo della mafia, legato ai Minore. Un mese dopo, il 25 gennaio 1983, alcuni killer venuti dagli Usa, assieme ai trapanesi, assassinarono il giudice Montalto. In passato, Ciaccio Montalto si era scontrato coi politici locali, mettendo sotto accusa gli ex parlamentari dc Diego Playa, consigliere provinciale, Giuseppe Magaddino e il repubblicano Francesco Grimaldi. I fratelli Minore, accusati di essere i mandanti dell’assassinio di Montalto, opportunamente avvertiti, sono riusciti a fuggire e sono tuttora latitanti, dopo che furono assolti grazie all’intervento del Procuratore Enzo Costa.

    L’indagine innescata dal giudice assassinato era perÚ destinata ad avere un seguito. Le bobine delle intercettazioni telefoniche da lui ordinate (ben 26) furono fatte sparire dal commissario Collura. Le ritrovÚ, parecchio tempo dopo, il Procuratore capo di Caltanissetta, PatanË, che le consegnÚ a quello di Trapani, Lumia. Quest’ultimo, in procinto di essere trasferito per procedimento disciplinare dal Csm a causa dei suoi rapporti con il Procuratore Costa, probabilmente per rivalsa nei confronti dei politici, diede incarico al nuovo arrivato, Carlo Palermo, di occuparsi appunto delle intercettazioni telefoniche. Le conseguenze furono immediate: Carlo Palermo fece incarcerare Calogero Favata, un finanziere della mafia, Salvatore Bulgarella, presidente dei giovani industriali siciliani e legato al clan dei Minore. In galera finiscono anche un funzionario dell’Agip, Jano Cappelletto, ed un armatore di Messina, Antonio Micali, accusati di voler acquisire con tangenti l’esclusiva per i collegamenti con la piattaforma dell’ente petrolifero. Colpiti i personaggi minori, Carlo Palermo si trovÚ nuovamente sulla pista dei politici.Infatti, su Panorama del 15 aprile 1985, sono stati indicati i nomi di costoro, menzionati nelle intercettazioni che il giudice PatanË ha provveduto ad inviare alla Procura generale di Palermo. Essi sono: Francesco Camino, dc; Aldo Baffi, dc; Domenico Cangelosi, dc; Calogero Mannino, dc; Guido Bodrato, dc; Aristide Gunnella, Pri; Gianni De Michelis, Psi; Vincenzo Costa, Psdi. Le registrazioni avevano dormito per lungo tempo, con l’arrivo di Palermo si sono messe in moto le inchieste, anche quelle della Guardia di finanza sui fondi neri e le false fatturazioni dei cavalieri Rendo, Costanzo, Graci, industriali da tempo in odore di mafia, che nessuno aveva mai osato inquisire.Il Procuratore capo Lumia, in procinto di andarsene, avocÚ a sÈ l’inchiesta riguardante i cavalieri del lavoro che Palermo chiedeva di arrestare. Alcuni giorni dopo, il 2 aprile 1985, Ë avvenuto l’attentato contro Carlo Palermo. Il seguito lo conosciamo, sono partiti i mandati di cattura contro Rendo, Costanzo, Graci. Puntualmente, sono arrivati dal Palazzo gli inviti a Carlo Palermo perchÈ desista, arrivano anche le reazioni indignate della Confindustria e dei Cdf delle industrie di propriet‡ degli arrestati, preoccupati per l’economia dell’isola e per il posto di lavoro.Mentre il Tribunale di Venezia conferma l’istruttoria di Palermo contro 33 mafiosi italiani e turchi, rincarando la dose delle accuse ed emettendo nuovi mandati di cattura, e proprio in questi giorni viene scoperta un’importante raffineria di morfina base a Castellammare del Golfo (Trapani), gli avvocati dei pezzi da novanta, profittando del discredito buttato sul giudice, tentano di far saltare il processo. Dopo aver subito l’attentato, Palermo ha dovuto denunciare ancora una volta l’isolamento nel quale lo Stato lo lascia, riducendogli addirittura la scorta ed ha aggiunto che la mafia e i servizi segreti “hanno formato un potere parallelo pericolosissimo” per le stesse istituzioni. Fatto gravissimo, Bettino Craxi, spalleggiato dal ministro degli Interni Scalfaro, Ë nuovamente sceso in campo contro il neo sostituto Procuratore di Trapani, esprimendo preoccupazione per i mandati di cattura emessi da Palermo (contro i Rendo, Graci, Costanzo, Parasiliti) durante il suo discorso di fronte all’Assemblea regionale siciliana, il 30 aprile scorso (1985 ndr). Il gioco del segretario del Psi e presidente del Consiglio si fa sempre pi? scoperto e pesante, segno di nervosismo e difficolt‡. Lasceremo anche noi solo il giudice Carlo Palermo?

    Il seguito (nota a cura di m.m.c.)

    Líassoluzione degli inquisiti in sede giudiziaria avvenne in passaggi successivi. In primo grado, il Tribunale di Venezia, cui fu assegnata la cognizione della causa dalla corte di Cassazione, dopo 30 udienze e 10 ore di camera di consiglio, mandÚ assolti 22 imputati, condannandone altri 9 : Glauco Partel, a 7 anni e 8 mesi pi? la interdizione dai pubblici uffici per associazione a delinquere e violazioni della legge sulle armi del 1967; con le stesse accuse Carlo Bertoncini a 6 anni, Ivan Galileos a 5 anni e 4 mesi, Renato Gamba a 5 anni e 8 mesi; a pene pi? lievi sotto il profilo delle sole violazioni di legge, lo spedizioniere Vincenzo Giovannelli a 3 anni, a 2 anni e 8 mesi ciascuno Vincenzo Corteggiani, il colonnello Massimo Pugliese, il turco ñ tedesco Ertem Tegmen e il siriano Nabil Moahamed Al Maradni (sentenza del 1 febbraio 1988, presidente Giuseppe La Guardia, p.m. Nelson Salvarani). Contro la sentenza di primo grado si appellarono i 9 condannati e la Corte díappello di Venezia assolse anche loro con la motivazione della insussistenza, per i primi 4, della associazione a delinquere e, per tutti, che ëil fatto non costituisce reatoí in merito alle violazioni della legge sulle armi ritenute in primo grado. La Corte accolse le tesi avanzate dallo stesso rappresentante dellíaccusa, Ennio Fortuna, secondo cui la intermediazione destinata allo smercio di armi non Ë prevista come reato dalla legge italiana se concerne gli stati esteri, senza transito in Italia, nÈ abbisogna in questo caso di autorizzazioni; alle tesi del p.m. si rimisero i difensori, rinunciando alle arringhe in aula (sentenza del 12 aprile 1989, presidente Giuseppe Di Leo). Mentre era in corso il processo a Venezia e nei giorni della sentenza, la stampa pur riferendone dava maggior risalto ad altri fatti, quali gli attacchi di Martelli a Leoluca Orlando che si apprestava ad aprire le porte di ëPalazzo delle Aquileí al Pci, e líesito del terzo processo contro ëCosa nostraí a Palermo, che il 15 aprile 1989 mandÚ assolti i componenti della cosiddetta ëcupolaí (fra cui i Greco, Provenzano, Riina) cosÏ che líesito del processo ëarmi e drogaí non suscitÚ particolare clamore. Esito peraltro quasi scontato in un Paese come líItalia che non criminalizza nÈ la intermediazione nÈ il commercio di armamenti ma li protegge in conformit‡ con i propri fini politici, non certo pacifici, e líinserimento nella Nato. Appena intervenuta líassoluzione, líex ufficiale dei carabinieri Massimo Pugliese che ha smentito di aver trafficato in armi, asserendo la non veridicit‡ del rapporto del servizio che lo indicava come personaggio centrale nel traffico e fu alla base della sua incriminazione, iniziÚ una lunga polemica contro il giudice Palermo, dai toni accesissimi, sia in sede giornalistica che giudiziaria, denunciandolo unitamente ai giudici che collaborarono allíinchiesta, con líaccusa di essere un ìsequestratoreî per aver fatto carcerare innocenti e financo della morte di Arsan, avvenuta in carcere per cardiopatia, il che definisce ìomicidio biancoî. CitÚ inoltre a giudizio gli allora ministri delle Finanze Colombo, della Difesa Zanone e il presidente del Consiglio De Mita, nellíintento di ottenere un risarcimento di 9 miliardi, giungendo per non aver trovato ascolto in Italia, fino alla corte di Strasburgo. Pi? interessante Ë líoggetto di una ulteriore denuncia, anchíessa archiviata dal Tribunale dei ministri, contro gli on. Spadolini e Capria per ì180 miliardi trasferiti a Zurigo, con líautorizzazione dellíon. Spadolini, come compenso di mediazione a M. Al Talal per le navi da guerra ëvenduteí allíIraq, che non le pagÚ e le lasciÚ sul gobbo di Pantalone per 2.500 miliardi di lireî (cfr. il suo volume PerchÈ nessuno fermÚ quel giudice editrice Adriatica e La rivincita del colonnello, ne LíEspresso 5 marzo 1989). Il giudice Palermo dal canto suo, continuÚ a difendere la sua inchiesta non nascondendo líamarezza per líesito finale, e a denunciare i traffici di armi e droga anche in sede politica (fu deputato della Rete) e giornalistica (cfr. fra gli altri i servizi pubblicati da Avvenimenti il 2 ottobre 1991 Ecco il cuore dei crimini di Stato. Le banche dei servizi segreti che prende spunto dallo scandalo della Bbci, e il 19 febbraio 1992); alcuni anni fa, egli si Ë ritirato dalla magistratura per esercitare la professione. La sua inchiesta Ë pubblicata per ampi stralci in Armi e droga. Líatto di accusa del giudice Carlo Palermo, Editori riuniti 1988, con saggio introduttivo di Pino Arlacchi ed Ë descritta nelle varie fasi fino alla vigilia dellíesito assolutorio, in Fermate quel giudice, di Maurizio Struffi e Luigi Sardi, Reverdito editore, Trento 1986. Sul traffico díarmi in genere, v. fra gli altri, Amnesty International, Armi, Sonda, Torino 1992; Leyendecker-Rickelmann, Mercanti di morte. Chi ha armato Saddam Hussein, Lucarini, Roma 1991; Stockholm International Peace Research Institute, Rapporto sugli armamenti, De Donato, 1983.

  23. Benito Mussolini diceva: “…molti nemici, molto onore!!! “; vedi C.I.A. e poi dimmi…..

    versione grafica di questa pagina

    INCROCIO DI GUERRA E BIODIVERSITA’

    C.I.A. COCAINA E SQUADRE DELLA MORTE

    a cura di Eco-Solidarity Working Group

    tratto da Covert Action Quarterly #68 (autunno-inverno 1999)

    tradotto da Tactical Media Crew

    Quaranta milioni di persone, e il pi? biologicamente diverso, compromesso ecosistema nel mondo, sono sotto attacco da parte della CIA e dei merceneari pagati dalle compagnie petrolifere.Questa guerra Ë combattuta con le bombe e i proiettili, cosÏ come con gli erbicidi e i media della misinformazione.

    La causa della guerra Ë sia la diversit‡ di territorio della regione che della sua diversit‡ etnica.La rapace avidit‡ delle multinazionali come le compagnie petrolifere occidentali, Shell, BP, Texaco e le loro controparti nell’elite colombiana sono il principale problema, ma l’uso della cocaina negli Stati Uniti Ë il carburante che fa bruciare questo inferno. L’esportazione di droga paga le armi delle squadre della morte che hanno alle spalle la destra al governo e dall’altra parte la guerriglia rivoluzionaria.Per anni la Cololmbia fu bandita dal ricevere aiuti militari e soldi per la lotta alla droga dagli USA, sia per il suo operato disastroso sul piano dei diritti umani, che per la sua fallita cooperazione nella guerra alla droga.Nel 1998 ricevettero 89 milioni di dollari, e quest’anno il totale raggiunto Ë stato di 289 milioni di dollari. Nonostante i continui abusi dei diritti umani la Colombia Ë ora il 3? pi? grande beneficiario, dopo Israele ed Egitto, di aiuti militari USA. Un diretto intervento americano, appare ora sull’orizzonte di questa regione che esporta pi? petrolio agli USA che l’intero Medio Oriente.Il Presidente Clinton sta dando l’assenso all’offensiva delle squadre della morte.

    Queste squadre lavorano strettamente con i militari colombiani e insieme a questi sono responsabili della morte di 25.000 persone solo quest’anno, e di 300.000 vittime dal 1945.

    Negli ultimi tre anni, a causa delle violenze, 1.200.000 persone sono disperse, (la maggior parte donne e bambini). Le squadre della morte stanno a guardia delle infrastrutture petrolifere e controllano la spedizione della cocaina.

    Il leader di queste squadre, Carlos Castano, Ë il personaggio chiave nel cartello della droga di CalÏ. Secondo la DEA (Drug Enforcement Administration) Castano Ë subentrato alla direzione delle squadre della morte da un altra copertura della CIA, l’Esercito Generale Colombiano Van Martinez.Il coinvolgimento della CIA in Colombia ebbe inizio nel 1950 e crebbe con il commercio di droga. Nel 1991 la CIA costituisce un gruppo dei servizi segreti della marina colombiana che diventa una parte importante delle squadre della morte, continuando le campagne di terrore contro la guerriglia e chiunque parli di cambiamenti o di pace. (Z Magazine, Mar. 1999)Molti leaders delle squadre della morte sono stati formati dalla School of the Americas di Fort Benning, Georgia, dove migliaia di soldati latino americani, sono stati addestrati alla controinsurrezione e alla tortura (dall’esercito USA).Castano ha orgogliosamente preso la responsabilit‡ dei suoi massacri. Ha sequestrato senatori colombiani, e ha rilasciato interviste radiofoniche sulla necessit‡ di aumentare le condanne a morte.I mandati di arresto per Castano, ufficiali e altri leaders delle squadre della morte, rimangono fermi sulla scrivania del Procuratore Generale, segno evidente della grande collaborazione tra i militari e le squadre della morte. (Progressive, Sett. 1999)In luglio, il maggior gruppo della guerriglia colombiana,(Forze ArmateRivoluzionarie Colombiane) FARC, hanno lanciato un attacco contro il quartier generale di Castano, ma sono stati respinti dall’esercito colombiano con l’assistenza dei servizi di intelligence americani. (Stratfor Global Intelligence Update, 29 luglio 1999)Centinaia di militari americani sono sul territorio coinvolti nell’addestramento di unit‡ di elite dell’esercito colombiano. Sofisticati aerei di spionaggio americano, come il U.S. RC-7B, informano e dirigono operazioni di combattimento. DynaCorp e East Inc. hanno una forza aerea privata che opera per sradicare le piante di papaveri e di coca, bruciando con diserbanti centinaia di chilometri quadrati di campagna.Il Monsanto Roundup Ë il diserbante scelto, ma gli USA hanno fatto pressione sulla Colombia affinchË usasse un prodotto chimico pi? letale prodotto da Dow Chemical (tebuthiuron).

    Nome commerciale Spike, viene usato in forma granulare ed Ë pi? facile da utilizzare. La Colombia Ë l’unico paese al mondo dove i raccolti di droga raccolte sono irrorati dall’aria. Nell’arsenale di questa “Guerra alla Droga” sono anche stati sviluppati dei virus in ingegneria genetica. Nonostante questa pioggia tossica, la produzione di coca Ë drammaticamente aumentata. In luglio, due impiegati del DynaCorp furono uccisi insieme a 5 militari americani quando un velivolo dei servizi di intelligence colpÏ una montagna o fu colpito da un missile delle FARC nel sud della Colombia.I media hanno confuso [insabbiato] la questione e tenuta segreta la colpevolezza americana in questa sporca guerra. Hanno dato l’impressione che le FARC e Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) altro grosso gruppo di guerriglia colombiana, avessero controllato a lungo la maggior parte del commercio di droga, ma nei fatti, “l’ELN fino ad ora Ë stata un attore minore…” (dal New York Times 17 gen. 1999). Comunque i guerriglieri sono presentati come riluttanti a deporre le armi come parte del piano di pace.

    Nel 1980 la guerriglia depose le armi per fare le elezioni. Essi ricevettero il voto di molte persone e una grandine di proiettili da parte delle squadre della morte.

    Almeno 5.000 membri del partito di opposizione politica, Unione Patriottica, sono stati assassinati dall’estrema destra dal 1989.Le compagnie petrolifere e il governo devono essere considerati responsabili per le violenze e l’inquinamento che Ë il sottoprodotto delle loro operazioni petrolifere. Il petrolio Ë l’esportazione legale pi? importante della Colombia (il 27% dell’esportazione totale). Il caffe Ë il secondo (15%). Gli USA importano 260.000 barili di petrolio colombiano ogni giorno. Nella sola regione degli U’wa, una quantit‡ corrispondente a 1.700.000 barili di petrolio sono stati dispersi sul suolo e nei fiumi negli ultimi 12 anni. La Colombia ha il peggior rapporto sui diritti umani in America, e l’area intorno alla regione dell’U’wa, ha il peggior record di tutta la Colombia.

    Robin Kirk, autore di “Guerra con la Colombia e la legge internazionale”, sostiene che le squadre della morte fanno i loro massacri il pi? possibile brutali e macabri per assicurarsi che il messaggio sia capito chiaramente. Spesso preparano liste [di gente che deve essere uccisa] di sindacalisti, preti cattolici, osservatori dei diritti umani e sostenitori della guerriglia.Un paradiso biologico, la Colombia ha il numero maggiore di specie di uccelli (1.780) di ogni paese nel mondo. E’ il secondo per piante e anfibi e il terzo per i rettili.

    Solo il Brasile, il quale Ë sette volte pi? grande, supera la Colombia nel numero totale di specie.La regione Macarena contiene la prima riserva biologica della Colombia, istituita nel 1942. Met‡ delle orchidee fioriscono qui, e spettacolari variet‡ di giaguari, delfini, primati, enormi lontre, orsi spettacolari e procioni del Messico, vivono qui… come le FARC.

    La Macarena Ë stata il loro quartier generale [delle FARC] per anni, e si sono guadagnate il rispetto da parte dei biologi per aver stabilito un ordine sugli agricoltori che sono una costante minaccia all’integrit‡ biologica della regione.

    Oltre la guerra, l’inquinamento con il petrolio, le dighe e gli erbicidi, c’È l’usuale devastazione portata dal bestiame, costruzione di strade, taglio del legname, estrazioni minerarie – le abitudini sociali e ambientali che vengono con il modello di sviluppo economico americano. Ci sono lamantini, tapiri e macachi, ma sono pochi esemplari, perche sono in via di estinzione in Colombia. La maggior parte delle specie animali non sono state ancora classificate qui.In questo ecosistema minacciato, i guerriglieri stanno lottando per la loro vita e per le decine di migliaia di parenti che hanno perso a causa degli USA e dalle narco-squadre della morte. Migliaia di giovani si sono uniti alla proposta della guerriglia per mettere fine ai 40 anni di collusione dell’estrema destra con lo sfruttamento delle compagnie petrolifere e le violenze delle squadre della morte. Il loro obbiettivo Ë fermare questo folle neo-liberismo che devasta le popolazioni e l’ambiente a caccia di profitti.Eco-solidarity cerca la fine della falsa guerra alla droga che gli USA intraprendono contro la terra e la povera gente della Colombia. Il maggior ecosistema delle diversit‡ biologiche nel mondo qui sono a rischio. Almeno 2 milioni di persone sono state spostate da una brutale guerra civile che Ë finanziata e diretta dagli USA e dalle sue operazioni coperte. Rifugiati, la maggior parte dei quali sono donne e bambini, sono affollati nei bassifondi o spinti pi? lontano nella foresta pluviale.Per maggiori informazioni, contattate: Jason Martin, Eco-Solidarity Colombia;

    tel. (520) 388-5514;

    e-mail: ecosolidarity@hotmail.com

    web: http://www.geocities.com/rainforest/andes/2185

    Chi comanda in Colombia?

    Carlos Castano Ë il leader dell’AUC – una squadra della morte colombiana forte di 5.000 uomini – e, anche secondo la DEA, Ë anche collegato ai pi? ricchi spacciatori di droga.

    Castano si vanta di come le sue atrocit‡ siano funzionali e fondanti al programma del governo CIA/Colombia di quitarle agua al pez, o asciugare il mare (uccidendo gli innocenti) per prendere il pesce (i guerriglieri).

    Quando gli viene chiesto perchË uccide contadini e bambini, Castano risponde, “Beh non posso aspettare che i guerriglieri si mettano prima l’uniforme per ucciderli… Quando noi ne facciamo fuori uno [un simpatizzante] salviamo molti che potrebbero essere uccisi in futuro”.

    Jason Martin

    Colombia: uccisi 3 bambini U’wa che difendono la foresta

    Oggi venerdi 11 febbraio 2000 c’e’ stata un’operazione poliziesco militare che ha colpito gli U’wa, una popolazione indigena che sta lottando in difesa della propria terra che viene devastata da una multinazionale del petrolio chiamata Oxy.Un azione congiunta di polizia ed esercito che ha provato a sgomberare 450 persone U’wa. Hanno tirato gas lacrimogeni e poi allontanati con la forza. Sono stati obbligati ad attraversare il fiume per fuggire. Nella fuga in questo attraversamento sono morti 3 bambini. Gli U’wa denunciano e condannano pesantemente questo atto, il governo colombiano e la Oxy corporation.

    Gli U’wa richiedono supporto e pressione internazionale per fermare la repressione e perche’ sia rispettato il loro diritto all’autodeterminazione ed a poter vivere sulle loro terre!!Per maggiori info contattate: rags@ran.org

    Patrick Reinsborough at +1-415-3984404

    Siti e argomenti correlati:

    FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane)

    Fuerzas Armadas Revolucionarios de Colombia – Ejercito del Pueblo (FARC-EP)

    Articoli e comunicati della pi? grande forza della sinistra guerrigliera in America Latina.

    ELN (Esercito di Liberazione Nazionale Colombiano) in italiano

    ELN

    Homepage of Colombia’s National Liberation Army guerrilla movement.

    Colombia Popular

    Information service of the Ejercito de Liberacion Nacional (ELN)

    Rainforest Action Network

    la rete di azione mondiale a difesa delle foreste pluviali

    Indigenous Environmental Network

    Proteggere la Madre Terra. La rete ecologista dei popoli indigeni – “Un alleanza tra i popoli indigeni, rafforza le comunit‡ per uno stile di vita sostenibile, la protezione ambientale delle nostre terre, acque, aria e mantenere il sacro Fuoco della nostra tradizione” – Campagne e notizie riguardo: inquinanti tossici, campagna miniere indigene, riscaldamento della terra e cambio del clima, biodiversit‡, nucleare… etc. Un sito molto curato, una voce che non trovate ne sui giornali, ne in TV, quella dei popoli indigeni su tematiche fondamentali

    Doppio gioco americano in Colombia – Archivio Chomsky.it (Le Monde Diplomatique)

    Questa pagina Ë prodotta e tenuta in piedi da World Wide Info, per ogni contatto tactical@tmcrew.org

    Questa pagina ha avuto 368 accessi

    Last update December 2000

  24. La CIA

    E’ stato calcolato che il consumo illegale di droghe negli Stati Uniti dalla fine degli anni ’80 Ë arrivato ad un giro finanziario di 110 miliardi di dollari ogni anno. ó Modern Times, p.782.PoichË (molte) droghe sono illegali, c’Ë grande profitto nel trafficarle e nel fornirle a chi le vuole o a chi ne ha bisogno. La legalizzazione potrebbe eliminare questi enormi profitti realizzati sul proibizionismo, nello stesso tempo sarebbe possibile realizzare un contesto nel quale l’educazione riguardo alle droghe sarebbe non solo rispettabile, ma sarebbe un obbligo sociale. Nel frattempo la cosiddetta Drug War non fa altro che arrestare qualche spacciatore e mantiene alti i profitti dei grandi trafficanti. Ma chi sono questi trafficanti? Ho chiesto a Dennis [Dennis Dayle, ex capo della DEA Centac; la DEA Ë l’agenzia antidroga USA], “Sottoscriveresti questa dichiarazione se fosse fatta ai cittadini degli Stati Uniti? ‘Organizzazioni criminali di enorme potenza controllano molti stati, ed in una certa misura controllano il mondo e controllano le nostre vite. Il tuo [U.S.] governo in qualche modo le sostiene e ti sta nascondendo questa cosa.'”” Io lo so che tutto questo Ë vero. Che non Ë una congettura. La mia lunga esperienza di vita mi dice che Ë cosÏ. E che ci sono grandi quantit‡ di prove convincenti. Ma credo anche che ciÚ che hai detto non si possa diffondere nella realt‡. Si potrebbe veramente contenere il traffico di droga con l’immobilizzazione dei pochi cartelli che realmente lo controllano. Ma deve essere una decisione consapevole, basata sui fatti, non sulla propaganda, deve essere un lavoro alla base della comunit‡ del mondo che deve capire che il traffico di droga non puÚ pi? essere tollerato.” — The Underground Empire, p.1161.Dai tempi della guerra del Vietnam la CIA Ë stata alla testa del traffico di eroina. Quando l’amministrazione Reagan doveva finanziare la sua guerra al Nicaragua la CIA ha applicato ciÚ che aveva imparato in Vietnam ed ha importato grandi quantit‡ di cocaina dall’America Latina per venderle alla Mafia, e ne ha usto i profitti per finanziare le sue “azioni coperte”, attivit‡ cosÏ contrarie ai valori professati esteriormente dall’America che debbono essere nascoste a tutti i costi alla popolazione degli USA.Altre informazioni riguardo alla CIA sono disponibili anche in altri media (vedi Audiocassette, Video, CD-ROM, Libri ed articoli), ma i media ufficiali ignorano deliberatamente questo tipo di informazione, e come molti dicono “se non Ë in TV per molti americani non Ë vero. Ma tutto ciÚ Ë vero, e ci coinvolge tutti.

    William Blum: I Veri Signori della Droga: Una breve storia del coinvolgimento della CIA nel traffico di droga

    La Cia e la Cocaina: alcune citazioni

    Come viene vista la “Guerra alla Droga” statunitense sui media europei

    Jim Hargrove: CIA “Documenti scottanti” al COPA ’97

    Celebrazione del cinquantenario: 50 anni di droga trafficata dalla CIA

    Annunciato il National ‘Clear Yourself’ Day !

    La duplicit‡ della Guerra alla Droga

    L’intento di queste pubblicazioni Ë quello di evidenziare che la cosidetta “War on Drug” Ë in realt‡ la prima campagna di psico-guerra contro la propria popolazione e che questi abusi di potere sono destinati a continuare.

    Sally Denton e Roger Morris: I CRIMINI DI MENA

    Su questo Michael Rivero ha scritto:

    Questo Ë l’articolo che era stato scritto e doveva uscire per il Washington Post. Dopo avere affrontato con i legali del giornale tutti i possibili casi di dichiarazioni inaccurate etc., l’articolo era stato messo in lista per la pubblicazione, quando, proprio mentre le macchine stavano per stamparlo, il manager editoriale del Washington Post Bob Kaiser (come George Bush, un membro della “infamous” Skull & Bones Fraternity — Confraternita del teschio e delle ossa –) “uccise”, cancellÚ l’articolo senza dare spiegazioni. Come scritto nella prefazione che apparve nella pubblicazione di questo articolo su Penthouse Magazine, Bob Kaiser rifiutÚ sempre di incontrare Sally Denton e Roger Morris, e si nascondeva nel suo ufficio, mentre la segretaria si scusava di ciÚ che accadeva.

    Mena, Arkansas, era (e probabilmente lo Ë ancora) uno dei maggiori centri del contrabbando e dello smercio di eroina e cocaina del Nord America. Questo articolo parla di Barry Seal, un agente della CIA che si Ë detto abbia smerciato tra 3 ed i 5 miliardi di dollari di droga negli Stati Uniti. E ciÚ in parte si basa su un aarchivio personale tenuto da Seal. Denton e Morris scrivono:Se i documenti di Seal dicono tutto, un lettore attento potrebbe concludere, che Ë quantomeno inquietante e che ci deve essere stata un autorizzazione ufficiale per tuttociÚ. Su tutto l’episodio si profila senza dubbio il coinvolgimento del governo in vasti traffici di droga e di armi, e la copertura di dieci anni di attivit‡ criminali.Il caso “Train Deaths”

    23 Agosto, 1987, in una comunit‡ rurale appena a sud di Little Rock, ufficiali di polizia uccisero due adolescenti [Kevin Ives e Don Henry] perchË erano stati testimoni di un contrabbando di droga protetto dalla polizia. Questo smercio faceva parte di un pi? vasto traffico che aveva come base un piccolo aereoporto a Mena, Arkansas. … Li c’erano agenti CIA che si avvantaggiavano della protezione offerta dalla loro funzione e ne approfittavano per inondare gli USA di droga. Kevin e Don sono state vittime di questo crimine atroce, e sono lÏ che accusano i colpevoli.

    Questo sito comprende Agenti della CIA e traffico di droga, Mena ed informazioni sul video Ostacolare la Giustizia.

    Jean K. Duffey: Mena, la droga ed il caso “Train Deaths”Alexander Cockburn: Capitoli di storia recente dello stato dell’Arkansas

    Lo scandalo di Mena

    Un sommario in ordine cronologico ed un archivio del Washington Weekly, con links a molti importanti documenti.

    Ace R. Hayes: La mafia di New York a Mena

    L’America sta perdendo la memoria. Il sistema bipartitico Ë stato completamente omogenizzato dalla corruzione. La criminalit‡ organizzata ed il Mossad hanno stretto un patto con Wall Street e la CIA per ridurre il mondo ad una piantagione, per il beneficio dei poteri forti del mondo. Solo la stampa povera e libera, come la PFP [Portland Free Press], qualche radio ed Internet sono ancora fuori dal controllo totale globale del fascismo delle multinazionali. Comunque quando i porci imperiali avranno successo nel condurre l’80% della popolazione in un nuovo regime di schiavit‡, dovranno sperare che le loro avide ghiande non corrano troppo. Quando anche la middle class si accorger‡ di essere parte degli imprigionati e dei poveri e non dei privilegiati, qauesta guider‡ la “sottoclasse” alla rivoluzione contro i padroni ed i loro guardiani armati. Il caso di Mena ha continuato ad erodere la poca credibilit‡ di una classe di governo corrotta ed allo stadio terminale.Ace R. Hayes: CIA lavanderia di Droga e Dollari… conoscenza dei traffici di droga attraverso Mena, Arkansas che era conosciuta al FBI e dai vertici della Polizia dello Stato dell’Arkansas sin dal Gennaio del 1988 … Il Procuratore Generale dell’Arkansas e lo “Special Prosecutor” Walsh ne avevano conoscenza dal Giugno 1991 … come diavolo hanno fatto i media ufficiali e le forze di polizia a tenere tutto ciÚ sotto silenzio per un decennio?Mena: la testimonianza orale di Richard J. Brenneke Investigazioni ufficio del Procuratore Generale dell’Arkansas e del Congresso U.S.A.

    Daniel Hopsicker: Il cuore segreto dell’America: una nuova lettura del caso di Mena

    La mia opinione Ë che sia coinvolta la CIA od un operazione sporca condotta dalla CIA o da agenti operativi della CIA. Al fine di vendere droga proveniente dal Sud America negli USA attraverso il canale di contrabbando creato da Barry Seal a Mena. ó Linda Ives, madre di Kevin Ives, uno dei ragazzi uccisi nel caso “Train Deaths”.

    Lo scandalo di Mena.

    Due messaggi di Daniel Hopsicker:

    J’accuse

    La Dixie Mafia

    Lo scheletro nell’armadio di Bill Clinton link a molti articoli su Mena, Barry Seal, etc.

    Walter Pincus: La CIA aveva fatto una lista di 58 Guatemaltechi da eliminare

    Nel 1953, la CIA preparÚ i piani per i gruppi ‘K’, cioË delle squadre di assassini, per lavorare contro i gruppi di sabotaggio, ed iniziÚ ad addestrare all’omicidio degli oppositori. Il quartier generale della CIA di Washington spedÏ 20 silenziatori calibro 22 per il campo di addestreamento all’omicidio dei ribelli in Honduras, come scritto in un documento del 11.1.1954. Nella primavera del 1954, agenti della CIA fecero ufficiale richiesta al Dipartimento di Stato per aumentare le uccisioni. … Tre settimane prima il Presidente Arbenz rassegnÚ le dimissioni, nel frattempo un ufficiale locale della CIA si incontrava con i suoi superiori a Washington per approntare di persona la pianificazione degli omicidi.

    Ralph McGehee: La CIA e l’Operazione Phoenix in Vietnam

    Informazioni sul programma di assasini condotto dalla CIA in Vietnam.

    Squadroni della morte organizzati e sostenuti dalla CIA

    … dai documenti CIABASE sulle Squadre della Morte sostenute dalla CIA. Trovi anche … dettagli sulle liste di nomi preparate dalla CIA per facilitare il compito degli squadroni della morte.In una inchiesta condotta dal FBI le prove del piano della CIA per uccidere Saddam The Central Intelligence Agency ó la tana del demonio… in persona. (il sito della CIA)Stai entrando in un Sistema Ufficiale del Governo degli Stati Uniti, che puÚ essere utilizzato solo per fini autorizzati. Modifiche non autorizzate delle informazioni contenute in questo sistema saranno perseguite come attivit‡ criminali. Il Governo puÚ controllare e verificare gli utenti del sistema, ed a tutte le persone che utilizzano questo sistema ciÚ Ë noto.

    Suona come la CIA, non Ë vero. Dovremmo aspettarci ben altro da questi mostri del controllo.Se vuoi vedere cosa c’Ë sul loro sito, ma non vuoi attrarre la loro attenzione, allora parti da qui (i links sono anonimizzati). Benvenuti alla Central Stupidity Agency

    Il 19 settembre 1996 qualche hacker svedese ha modificato la home page della CIA rimpiazzandola con questa (molto pi? interessante) versione.

    Rodney Stich: Derubando l’America

    Una lettera di Rodney Stich

    MOCKINGBIRD — La sovversione della stampa libera da parte della CIA

    “Potete avere un giornalista a minor prezzo che una buona segretaria, per un paio di centoni al mese.” — Agenti della CIA discutono con Philip Graham, editore del Washington Post, sulla disponibilit‡ ed i prezzi dei giornalisti per poter piazzare la propaganda e le cover story della CIA.Questo sito contiene l’articolo “Storie dalla Cripta: Le spie corrotte della CIA nella Operazione MOCKINGBIRD” di Alex Constantine.

    Carl Bernstein: LA CIA E I MEDIA

    Repressione interna: La storia dell’operazione CHAOS

    Un articolo di Verne Lyon, un ex agente coperto della CIA. “Per oltre quindici anni la CIA … ha portato avanti una grande quantit‡ di azioni coperte illegali nel territorio USA all’interno di un piano chiamato “operazione CHAOS” … [durante la quale] la CIA ha spiato migliaia di cittadini americani.” Questo articolo si conclude cosÏ:Con il potere offerto dall’ufficio di presidenza e l’impunit‡ garantita ai servizi segreti, il dispiegrsi di operazioni illegali nel territorio interno Ë inevitabile. Noi, la popolazione, dovremmo ricordarci la storia e far si che non si ripeta. E’ altresÏ essenziale che la CIA venga riorganizzata e che le siano rese impossibili le sue azioni coperte. Una effettiva supervisione da parte del congresso Ë anche una importante condizione che puÚ arrestare l’uso distorto fatto degli apparati di intelligence, cosa che ha coinvolto qualsiasi amministrazione della Casa Bianca dalla formazione della CIA ad oggi. Una grande minaccia incombe sulle nostre libert‡ personali e sulla nostra societ‡. La CIA deve essere ridimensionata. Dobbiamo pretendere questo e niente di meno, altrimenti continueremo a rimanere vittime di questi abusi e rimanere a rischio di decadimento in una societ‡ senza legge destinata all’autodistruzione.

    Controllo dei campus universitari

    Un articolo di cornice al precedente.

    Le Guerre segrete condotte dalla CIA

    Estratti da un colloquio John Stockwell, che Ë stato ufficiale della CIA in Vietnam ed in Africa. E’ stato un comandante della guerra sporca in Angola nel 1975 e nel 1976.

    Crearsi le proprie crisi

    Philip Agee sulle connessioni tra le avventure militari di Bush nel Golfo e le avventure militari di Truman in Corea.

    La CIA e la Guerra del Golfo Una dichiarazione di John Stockwell.

    Ma la chiave per capire questo sistema Ë che queste NON SONO COMPAGNIE AMERICANE. Non pi?! Queste sono corporazioni multinazionali, che pesano sulle spalle dei contribuenti statunitensi, quando producono i missili MX che poi vegono messi in un buco sottoterra, e che non saranno mai usati; e che producono i missili Tomahawk e tutto il resto della roba che abbiamo tirato nel deserto a milioni di dollari a colpo… [la] strada che stiamo definitivamente intraprendendo, Ë quella che render‡ questo pianeta INABITABILE. Questo non succeder‡ in cinque o dieci anni. Ma eventualmente, dobbiamo profondamente cambiare ciÚ che stiamo facendo, non ci debbono pi? essere bagni di sangue su questo pianeta. Prima o poi, DOBBIAMO cambiare o ci autodistruggeremo.

    Nel numero 59 di CovertAction Quarterly c’Ë un articolo veramente molto interessante del giornalista neozelandese Nicky Hagar sulla Rete di Controllo Globale, che Ë il mezzo con il quale gli intelligence degli Stati Uniti e della Gran Bretagna (e con minore disponibilit‡ quelli di Canada, Australia e Nuova Zelanda, e questi sono i cinque paesi della “alleanza” spionistica UKUSA) sono in grado di controllare ogni messaggio telex, fax ed e-mail (compresi i tuoi). Si chiama ECHELON.

    C’Ë una quantit‡ di governi oltre a quelli USA e UK che sono fortemente interessati nello spiare i propri cittadini. La Germania (anche se non riceve informazioni dal sistema ECHELON) Ë uno di questi paesi.Estratti da L’impero sotterraneo – Dove crimine e governo si abbracciano, di James Mills (Doubleday, New York, 1986; Sidgwick & Jackson, Londra, 1987). Questo testo Ë stato messo sulla CIADRUGS mailing list nel giugno 1997.

    La CIA potrebbe argomentare che combattere il traffico di stupefacenti Ë comunque sporco in se, perchË Ë in queste situazioni che si possono trovare coinvolti leader di nazioni, che si possono coinvolgere o influenzare interi stati. In oltre cinque anni di coinvolgimento mi sono convinto della partecipazione al traffico di stupefacenti di alti ufficiali di almeno trentatre paesi: Afghanistan, Argentina, Australia … Francia, Haiti, Honduras, Italia … e Stati Uniti. — dall’Estratto 5

    Estratto 1

    Informazioni [riguardo al Centac] continuano ad arrivare. Arrivano telefonate da molto lontano, da Hong Kong, arrivano documenti riservati in buste senza indirizzo del mittente. E’ arrivato uno scatolone pesante 20 Kg. che conteneva documenti CIA recanti la classificazione SEGRETO.

    Estratto 2

    Non pi? di una decina di uomini nel mondo sono completamente a conoscenza di quello che il Centac Ë stato e di quello che ha fatto. BenchË il Centac fosse da una parte controllato dalla DEA [Drug Enforcement Administration], le sue operazioni ed il suo potere si estendevano ben oltre qull’agenzia.

    Estratto 3

    Ma i leader dei governi dei paesi produttori, cercano favori dall’estero oppure l’arricchimento personale, spesso partecipando al traffico [di droga] essi stessi, ed il Dipartimento di stato USA e la CIA, usano questo sistema per legarsi strettamente diplomatici, militari e servizi alleati che fossero restii ad eseguire gli ordini [dello Zio Sam].

    Estratto 4

    Un altro cablogramma segreto, lungo quattro pagine, della stazione della CIA delle Bahamas riportava elementi sulla corruzione dei governanti locali con una precisione sconcertante, specificando non solo i nomi di una mezza dozzina di tangentisti, ma l’esatto ammontare delle tangenti (da 50.000$ fino ad oltre 100.000$) ed anche quale favore era stato comprato. Alla fine un agente della DEA rimase impressionato, non tanto dalle rivelazioni, ma dalla precisione con cui erano consciuti questi dati. Era come se la CIA ci fosse in qualche modo “coinvolta”.

    Estratto 5

    Quando Noriega visitÚ per l’ultima volta Washington, la CIA provÚ ad evitare il suo incontro con l’amministratore della DEA Francis Mullen. … Evidentemente la CIA non voleva che il boss di Panama stabilisse realzioni dirette con i vertici della DEA. “PerchË no?” L’ho chiesto ad un agente a conoscenza dei fatti durante la visita di Noriega. “PerchË la CIA sosteneva questa tesi: Noi abbiamo la visione generale. “Noi vediamo cose che voi non potete vedere. Voi non sapete tutto”. E questo Ë sicuramente vero. Solo la CIA sa tutto.

    Estratto 6

    Non bisogna essere uno che odia la CIA per vedere che in giro per il mondo un guppo di trafficanti dietro l’altro cresce in corrispondenza del passaggio degli agenti dei servizi USA. Non puoi avere la certezza assoluta che siano appena stati li, ma hai perÚ la certezza che ti stanno mentendo. Le traccie sono ovunque.

    La CIA in Australia, Parte 1 Parte 2 Parte 3 Parte 4 Parte 5

    Una trascrizione in cinque parti del programma radiofonico sulla CIA ed i suoi coinvolgimenti in Australia ed in Nuova Zelanda, include delle considerazioni sul rovesciamento del governo Whitlam operato dalla CIA (originariamente a http://www.cia.com.au/vic/cia.html).

    Vedi anche questa trascrizione del programma australiano: A Spy’s Story del 23 maggio 1982 durato 60 minuti

    Giusto due giorni prima di un importante dibattito al Parlamento Federale avente come oggetto le basi satellitari americane, arrivÚ un telex della CIA a Canberra. Avvertiva il Primo Ministro Whitlam che si rischiava che si scoprisse il Pine Gap [base USA di tracciamento satellitare – segretissima – pare gestita dalla CIA]. Il giorno dopo il governo Labor condotto da Whitlam venne dimissionato [dall’Australian Governor-General].

    L’interesse dellla CIA per le droghe non si ferma all’eroina ed alla cocaina. Sono anche molto interessati al LSD e ad altri tipi di droghe per il loro potenziale uso in interrogatorio o per il lavaggio del cervello.

    G. J. Krupey: Il cielo e il mito: JFK, MPM, LSD e la CIA

    Sarebbe stato possibile che qualche fazione di agenti della CIA, con i loro cervelli di super patrioti della guerra fredda scoppiati di acido, realmente abbiano inondato il paese con l’ LSD, e non come parte di qualche trama per prevenire la ribellione, ma bensÏ per incoraggiarla, specialmente appena dopo l’assassinio dei Kennedy da parte della loro oscura controparte all’interno dell’agenzia?

    I ricordi perduti della camera del sonno

    “… come i pazianti psichiatrici di Montreal sono stati sottoposti, su richiesta della CIA, al lavaggio del cervello, ed all’uso inconsapevole (per i pazienti) di LSD e PCP.

    Infatti su questo tema Ë stato scritto un libro ó Padre, Figlio e CIA, di Harvey Weinstein. Qui c’Ë il capitolo 9 di quel libro, Fornitura e Richiesta, che riguarda le origini degli interessi della CIA riguardo le tecniche di lavaggio del cervello.

    Per saperne di pi? su questo argomento vedi La CIA, MKULTRA e Timothy Leary e Progetto Monarch.

    Commissione di Studio sulle Droghe illegali

    Questo Ë un documento su una legge sospesa presso la House of Representatives americana. Questo emendamento proposto e sostenuto da Ms. Maxine Waters, Democratica della California, vorrebbe instituire una commissione che si sarebbe dovuta chiamare “Clandestine Drug Study Commission” per investigare sul coinvolgimento della CIA nell’importazione della droga (in particolare tonnellate di cocaina) negli Stati Uniti e la successiva distribuzione di questa. L’emendamento ha trovato opposizione da parte dei rappresentanti Goss della Florida e Dixon dalla California. La discussione Ë terminata con il ritiro dell’emendamento da parte di Ms. Waters, probabilmente perchË non sarebbe passato al voto dell’assemblea. La discussione Ë interessante, rivela da una parte il coraggio di Ms. Waters ed il suo desiderio di farsÏ che gli americani conoscano questi affari, e dall’altra parte l’infaticabile sforzo di Goss e Dixon (malgrado il loro apparente accordo con lo spirito che anima Ms. Waters) per bloccare questa eventuale Commissione d’inchiesta e nel fare il tradizionale lavoro di copertura.

    La Senatrice Barbara Boxer richiede un’indagine sulla CIA

    Della cospirazione e delle teorie cospirative

    Qualcuno potrebbe credere che solo i paranoici credono alle teorie cospirative. Questo Ë quello che certe persone vorrebbero farci credere? E perchË?

    Storie di droga: Dubbi sul rapporto citato da Reagan riguardo ai legami dei Sandinisti con il traffico di cocaina

    Articolo di Jonathan Kwitney del Wall Street Journal sul tentativo dell’amministrazione Reagan di accusare l’amministrazione Sandinista di smerciare cocaina negli Stati Uniti.

    Tim Weiner: La commissione della Camera afferma che la CIA manca di competenza per eseguire questi compiti

    Michael Ravnitzky: 1996 Caso CIA FOIA evidenze dei registri dell’agenzia.

    Informazioni rese disponibili dalla CIA grazie alla legge sulla libert‡ di informazione.

    Cocaina, Politici, Droga, Armi e la CIA nell’America Centrale

    Un libro di un professore universitario e di un giornalista che evidenzia le ipocrisie le menzogne della Guerra alla Droga.

    Newsgroup e Mailing List

    C’Ë (o c’era) un newsgroup Usenet riguardante la CIA, alt.politics.org.cia. Qui trovi alcuni post a questo newsgroup.

    E c’Ë (o c’era) una mailing list riguardo all’attivit‡ di traffico di droga svolta dalla CIA: la CIADRUGS mailing list. Per iscriverti manda una email a: ciadrugs-request@mars.galstar.com scrivendo SUBSCRIBE nel soggetto. Questa Ë una unusuale mailing list vista la gravit‡ del soggetto della discussione e la sua rilevanza sulla attuale situazione sociale e politica Americana . Guarda alcuni messaggi nella lista.

    Link ad ulteriori documenti riguardanti la CIA

    Audiocassette, Video, CD-ROM, Libri e Articoli

    La Guerra alla Droga Serendipity Home Page

    Ultima modifica: 16-03-1998

    Questa pagina Ë prodotta e tenuta in piedi da World Wide Info, per ogni contatto tactical@mail.nexus.it

    Questa pagina ha avuto 7069 accessi

    Last update September 1998

  25. Fr· i tanti perchÈ eccone solamente alcuni: speriamo che ti siano di aiuto…..mia piccola ingenua ma dove vivevi fino all’ 11 di settembre 2001? In un’ odissea nello spazio?

    26 Settembre 2001

    Bush, Bin Laden, reali sauditi: fine di una love story

    Protestano i fedeli esecutori degli ordini finanziario-spionistici del re e della Cia. Basta cercare su Internet

    FRANCESCO PICCIONI

    Un’intera pagina di Le Monde, domenica, a pagamento. Per “smentire categoricamente” le voci di “complesse partecipazioni finanziarie” con Osama Bin Laden. Prima ancora che Bush rendesse pubblica la sua ridicola “guerra finanziaria al terrorismo”, Gaith Rashad Pharaon – aristocratico saudita e presidente della Pharaon Investment Group con sede a Parigi, tormentato da voci di stampa decisamente malevole – si Ë alzato per dire “Gi? le mani dal mio onore”, dai miei investimenti; dal “lavoro di una vita”, diremmo in Italia.Ha certamente le sue brave ragioni, il signor Pharaon. In fondo si Ë sempre mosso tenendo ben fermo lo sguardo su due stelle polari: la famiglia reale saudita e le covert operation della Cia. Un finanziere accorto, dunque, che da 30 anni si muove con disinvoltura e discrezione in mezzo alla spazzatura disseminata a piene mani da quei tangheri di texani che arrivano con il sigaro in bocca, il cappellaccio in testa e stendono gli stivali sui suoi preziosi tavoli. E danno ordini. Lui, secondo un rapporto della Federal Reserve, aveva accettato di buon grado di essere il front man, l’uomo di punta della Bcci nei tentativi d’assalto alla First National Bank. Ma del resto era entrato nella famigerata Bank of Credits and Commerce International per l’amicizia di famiglia con Agha Hassan Abedi e lo sceicco Kamal Adham, cognato di re Feisal. Faceva parte di quel consiglio d’amministrazione insieme a Khalid Bin Mahfouz (sposato con una Bin Laden, indicato come un fedelissimo di Osama), lo stesso Kamal Adham e addirittura Clark Clifford, ex ministro della difesa Usa e consigliere di ben quattro presidenti degli Stati uniti (da Truman a Johnson), amico dei fratelli Dulles, due “miti” nella Cia.Pharaon Ë una persona perbene, rispettata. In Arabia Saudita fa affari insieme allo sceicco Abdullah Bakhsh, altro finanziere accorto che sedeva addirittura nel consiglio di amministrazione della Harken Energy – nell’88 – insieme ad Alan Quasha (intimo dell’ex dittatore filippino Marcos) e George W. Bush. Una botte di ferro. I consigli di amministrazione della Bcci e della Harken sono composti dalle stesse persone, o comunque dello stesso giro. Gente che gestiva gli incassi provenienti da un ricco traffico di droga per finanziare i Contras nicaraguegni prima e la guerra in Afghanistan contro i sovietici, poi. Ma, anche lÏ, aveva obbedito agli ordini Usa. O della Cia? La domanda puÚ sembrare strana, ma proprio con quella serie di operazioni (passata alla storia come “scandalo Iran-Contras”) la Cia aveva preso a finanziare una propria “politica estera”, senza pi? passare attraverso il giudizio – e il controllo della spesa – del Congresso. Osama era cresciuto anche abbeverandosi a quella fonte, la Bcci. Ne aveva tratto tutto quanto serviva per lanciare alla grande la “guerra santa” antisovietica, inventando quasi di sana pianta un movimento integralista che solo nell’Iran degli ayatollah sembrava avere qualche seguito popolare.

    Ma di tutto questo la Cia, ovvero la famiglia Bush – padre, figlio, James Baker e Dick Cheney – erano perfettamente al corrente. Anzi: quel gioco l’avevano inventato loro. PerchÈ, ora, additarlo all’odio del mondo solo per la sua frequentazione con la famiglia Bin Laden? Come scrive nel suo appello francese, quella “Ë una delle famiglie pi? conosciute e rispettate del Medio Oriente”. Lo sanno tutti, lÏ, che i Bin Laden sono la faccia e la finanza pubblica della famiglia reale di Riad. E’ vero, per esempio, che in Francia controllavano la Banque Al Saudi, poi parzialmente integrata nell’Indosuez. Ma in quel CdA – che comprendeva come sempre Salem Bin Laden, Khalid Bin Mahfouz, lo sceicco Bogshan – il presidente onorario era il principe Muhammad Ben Fahd, figlio del re. Un nome che era una garanzia. E’ vero anche che Yeslam Bin Salem, nella Zurich company, si era trovato in societ‡ con la famiglia Shakarshi, noti soprattutto per il riciclaggio del traffico di droga. Ma anche questi lavoravano per la Cia e la guerra antisovietica in Afghanistan. Quindi era “tutto ok”, no? PerchÈ, altrimenti, i Bush ci avrebbero tenuto tanto ad avere i Bin Laden come soci in affari?Pharaon lo sa bene: le attivit‡ finanziarie di Salem, lo sfortunato socio petrolifero di George W. Bush morto in uno dei tanti “incidenti” aerei che tormentano la famiglia saudita; quelle un po’ pi? violente di Osama; quelle di Yeslam insieme agli Shakarshi – non avvenivano per iniziativa personale della famiglia Bin Laden. Erano “contratti” – politici o finanziari – che recavano la firma dei due membri pi? influenti della famiglia reale: i principi Muhannad Ben Fahd e Saud Ben Nayef. Una guerra ai Bin Laden bombarda direttamente anche il trono saudita.

    Compilation scandali-newflyer.pdf

    Chiaro? O.K. ……….

  26. In america le donne non vengono prese a calci.

    Non e’ necessario continuare.

  27. In america le donne non vengono prese a calci.

    Non e’ necessario continuare.

  28. Bisogna riuscire a guardare avanti, perché se si va avanti con i bombardamenti, questa inutile guerra continuerà in eterno. Bisogna riuscire a perdonare (e bada, ho detto perdonare, non comportarsi da vigliacchi), perchè questa guerra non porterà altro che distruzione. Non serve a niente vendicare la morte delle persone in America, con altre.

    Anonimo

  29. Bisogna riuscire a guardare avanti, perché se si va avanti con i bombardamenti, questa inutile guerra continuerà in eterno. Bisogna riuscire a perdonare (e bada, ho detto perdonare, non comportarsi da vigliacchi), perchè questa guerra non porterà altro che distruzione. Non serve a niente vendicare la morte delle persone in America, con altre.
    Anonimo

  30. LO sappiamo ma la guerra non pota benessere e cibo,ma ditemi una cosa come mai che ogni presidente americano ha fatto una guerra o la provocata,lasciamo da parte la 2 guerr mondiale ma cosa pensate che siano angeli questi americani ma (FBI) CIA ecc secondo voi sono ageli con le ali,intrighi traffici e furbizie, ma come vendono arni ai paesi arabi poi vogliono fare la guerra,le armi gli iteressi la borsa e magazzini pieni di armi da svuotare ecco i veri interessi.Io dico che 11settembre è stata una catastrofe molti dicono che il servizio segreto sapeva ora mi viene da pensare perchè l”umanità ha il seme del”odio

  31. io penso solo che tutte quelle persone che ridono quando avvengono degli attentati debbano andare i prima linea a combattere almeno possono farsi un’idea del dolore che un’attacco terroristico può causare

  32. evidentemente hai usato le >< per il discorso diretto anzichè le "". In questo modo non sono apparse le citazioni. Me le fai sapere?

  33. http://xoomer.virgilio.it/angelogaudenzi/ACQUA_E_TERREMOTO.html

    Home

    ACQUA E TERREMOTO

    VERITA’ E LIBERTA’

    Foto e Disegni

    CONTRO L’ABUSO DI DROGHE

    LA BATTAGLIA DEL CROCIFISSO

    ENERGIE VECCHIE E NUOVE

    Banche

    Massoneria e SCOMUNICA

    Spazio Web di Angelo Gaudenzi

    http://italy.indymedia.org/news/2002/09/85240_comment.php#125001

    Alla Procura della Repubblica di Perugia
    (Per Conoscenza) Al Comune di Gualdo Tadino.
    Alla Regione Umbria
    Al Comando Regionale Carabinieri Umbria.
    Al Comando Carabinieri di Gualdo Tadino.

    Oggetto : Pubblica Diffida e Denuncia.

    In relazione all’articolo pubblicato a pag. 39 del “Corriere dell’Umbria�di oggi giovedì 11 marzo 2004 e riguardante l’estrazione idrica della Rocchetta s.p.a.
    Vorrei far notare che non si fa il minimo riferimento alla pericolosità di estrarre grandi quantitativi d’acqua dal sottosuolo(La Rocchetta dichiara di prelevare in media 500.000 metri cubi annui d’acqua ;in pratica l’equivalente di una collina;per forza il terreno in superfice cede molto di più in caso di terremoto!)
    Questa pericolosità è documentata da autorevoli opinioni di esperti in campo idrogeologico(vedere allegato) e consiste nell’amplificazione dei fenomeni sismici collegati all’intenso sfruttamento delle acque sotterranee.
    Per quanto riguarda i permessi di ricerca che il sig.******** (sindaco di Gualdo Tadino) si vanta di aver già�preparato�anche nella zona di Rigali.

    Sporgo denuncia per abuso di potere(e per favoreggiamento dovuto a mancata
    adozione di cautela normalmente ed obbligatoriamente dettata da un ragionevole indizio sulla concausa umana di un devastante fenomeno naturale )contro il ******** medesimo e contro ogni altro soggetto,(intenzionato ad interferire tramite le menzionate attività di ricerca ed estrazione idrica arrecando danno oltre che alle zone globalmente intese,anche alle proprietà site in Rigali e luoghi limitrofi ,sulle quali ho responsabilità sia possessorie che di custodia )dell’Amministrazione Comunale Gualdese e Regionale Umbra.
    A causa del recente terremoto(che ora sappiamo con ragionevole certezza essere stato molto più intenso del solito proprio per lo stress idrogeologico provocato dall’eccessivo sfruttamento della falda acquifera);sto vivendo in una casa semidistrutta da molti anni insieme a due persone ultraottantenni ed invalide.
    Pertanto diffido chiunque,Rocchetta compresa(nella persona del Legale Rappresentante p.t. ******** ******* ) dall’ interferire ulteriormente con l’equilibrio idrogeologico del posto in cui viviamo tra numerosissime difficoltà e disagi.
    Attribuirò la responsabilità di ogni danno (materiale e morale); personale,familiare,economico e sociale derivante dall’amplificazione delle onde sismiche a chi continuerà ad estrarre acqua indiscriminatamente ed a coloro che lo agevoleranno in qualunque modo.
    Mi riservo il diritto di agire in caso di ulteriore inerzia della Magistratura con idonee azioni di legittima difesa commisurate all’offesa attuale e potenziale che stiamo subendo.
    Dott.Angelo Gaudenzi.

    (Tratto dalla rivista�Attenzione rivista wwf per l’ambiente ed il territorio� n°16 del Giugno 2002)

    IL CONSUMO DELLE RISORSE DIFFUSE PROFONDE

    di Andrea Dignani

    La riflessione sul concetto di consumo delle risorse diffuse profonde abbisogna di alcune premesse di ordine tecnico-formale. In tale riflessione escludiamo, pur essendo presenti in profondità (da svariate centinaia a qualche migliaio di metri dalla superficie terrestre) le risorse minerarie propriamente dette (idrocarburi, metalli, pietre preziose,etc.) classificate da un punto di vista formale secondo quanto prescritto nell’articolo 2, comma 2, del r.d. 29 luglio 1927, n. 1443, tali risorse sono caratterizzate da particolari impatti ambientali soprattutto in fase di prima lavorazione successiva all’estrazione mentre da un punto di vista geologico si caratterizzano dal fatto che generalmente tali stesse risorse sono presenti nello spazio sotterraneo in modo confinato, circoscritto, geometricamente delimitato rispetto a delle formazioni geologiche circostanti.
    In tale riflessione escludiamo pure quelle risorse, che pur presenti sulla superficie terrestre in maniera diffusa, sono localizzate in superficie od al più a poca profondità (qualche decina di metri) rispetto alla superficie terrestre: le acque di sorgente ed i materiali lapidei di cava (articolo 2, comma 3, del r.d. 29 luglio 1927, n. 1443: p.es. calcari e ghiaie) coltivati superficialmente.
    La riflessione in oggetto riguarderà il consumo di due tipi di risorse diffuse: la prima che possiamo definire formalmente secondo quanto abbiamo descritto per i materiali di cava, in special modo i calcari, ad opera di coltivazioni sotterranee ed ad opera della realizzazione di opere infrastrutturali come tunnel e gallerie, il secondo tipo di risorsa diffusa sono le acque dei complessi ideologici profondi (da svariate centinaia a qualche migliaio di metri dalla superficie terrestre).
    Nella recente nuova tipologia di coltivazione di cave in sotterraneo, già sperimentate in alcune regioni del nord d’Italia ed in Toscana, si inserisce, almeno a livello di dibattito, anche la Regione Marche con il proprio Piano Cave, recentemente approvato, nel quale le coltivazioni in sotterraneo di calcari sono previste in una apposita direttiva. Tali opere sono delle grandi cavità o cameroni (p.es. 150 m di altezza x 500 m. di lunghezza x 50 m. di larghezza) affiancati e paralleli tra loro presenti in numero di 3-5 per coltivazione totale. Le ragioni di tale nuovo approccio industriale muovono essenzialmente da due precise esigenze: la prima di ordine economico in quanto tali coltivazioni si caratterizzano per i notevoli quantitativi di materiale estratto (nell’ordine di qualche milione di metri cubi), la seconda di ordine “sociale�, infatti la resistenza da parte dei cittadini all’apertura di nuove cave nasce da una prima valutazione visiva, paesaggistica dell’impatto della stessa cava, nella coltivazione in sotterraneo si rimuoverebbe (si presume) questo primo fattore di resistenza. Gli impatti delle coltivazioni in sotterraneo sono di ordine ambientale e sulla sicurezza degli addetti. Gli impatti ambientali sono principalmente connessi con il sistema di circolazione e di vulnerabilità delle acque profonde, sia in fase di ricarica della falda da parte delle acque superficiali meteoriche che di scioglimento delle nevi, e sia in fase di esposizione delle falda profonda a potenziali eventi di inquinamento. Il problema della esatta definizione di tali impatti consiste, in considerazione della complessità delle circolazioni idriche sotterranee soprattutto in ambienti carsici come quelli calcarei, nel mancato immediato riscontro tra le cause e gli effetti che potrebbero essere rilevati dopo diversi anni. Gli altri principali impatti, riguardanti ora anche la sicurezza degli addetti, sono rappresentati dalla stabilità dei fronti di escavazione, anche in considerazione che tali coltivazioni si realizzerebbero in 10-20 anni di attività, sia per le caratteristiche geomeccaniche dei calcari che a causa degli eventi sismici che caratterizzano una regione come le Marche o comunque tutto l’Appennino.
    La seconda tipologia di consumo di risorsa diffusa profonda lapidea come detto, è rappresentata dalla realizzazione di opere infrastrutturali come tunnel e gallerie, queste sono delle opere lineari funzionali per l’attraversamento o l’accesso di complessi montuosi. In queste opere l’impatto maggiore si realizza in fase di realizzazione sia sul sistema idrogeologico che sulla stabilità dei fronti di avanzamento, ma la vera peculiarità di tali opere, che le distinguono dalle cave in sotterraneo, consiste nel fatto la loro localizzazione è principalmente imposta dal progetto complessivo nel quale sono inserite, p.es. il percorso di una autostrada o linea ferroviaria, e non quindi (o comunque non in maniera prioritaria) dalle caratteristiche ambientali del sito. Il caso�esemplare� per questo tipo di impatto è rappresentato dalle gallerie sotto il massiccio del Gran Sasso in Abruzzo, con l’impatto di aver abbattuto la falda idrica dei calcari di qualche centinaio di metri rispetto alla condizioni preesistenti, comunque gli impatti non dovrebbero essere terminati, in quanto a fianco di queste stesse gallerie se ne costruirà addirittura una terza. Nelle Marche si ipotizza di realizzare il raddoppio della linea ferroviaria Ancona Orte in galleria nella Gola della Rossa, anche in questo caso potremmo ipotizzare di affrontare le simili problematiche ambientali di analoghe opere.
    Il consumo della risorsa diffusa delle acque dei complessi ideologici profondi (da svariate centinaia a qualche migliaio di metri dalla superficie terrestre) è rappresentato dal prelievo di acque di ottima qualità per scopo commerciali, per le acque minerali per il consumo umano ed acque industriali per l’industria della carta.
    Occorre premettere che attualmente non esistono conferme e sicuri riscontri sull’utilizzo commerciale di tali acque, ma da diversi anni la questione è dibattuta almeno all’interno della comunità scientifica anche marchigiana. Le acque profonde sono quelle da considerarsi non influenzate dallo stagionale o decennale ciclo idrologico, se non in minima parte, e devono la propria formazione ad eventi climatici passati come i periodi glaciale e perigraciale del quaternario. Un tale sfruttamento si realizzerebbe solo attraverso la tecnologia di perforazione tipica della ricerca di idrocarburi a qualche migliaio di metri di profondità con il conseguente irreversibile impoverimento della risorsa idrica profonda oltre che l’aumentata vulnerabilità per la nuova esposizione rispetto all’ambiente esterno. In questo caso, possiamo anche aggiungere, serve ricordare lo stato della non evoluta conoscenza dei sistemi idrogeologici profondi sia a livello locale che regionale anche in riferimento all’interazione con i terremoti o quantomeno con le amplificazioni associate alle inevitabili crisi sismiche.
    A conclusione di questa discussione si impongono alcune riflessioni: legislative, ambientali e culturali. La legislazione sulla tutela ambientale risulterebbe inadeguata per la salvaguardia degli ambienti profondi, si impone quindi una verifica approfondita e finalizzata ai singoli casi sulla necessità di dotarsi, anche a livello regionale, di normative per questi nuovi casi di impatto. Nel considerare gli impatti ambientali, come precedentemente discusso, risulterà estremamente importante dotarsi di strumenti per la previsione di scenari temporalmente proiettati per la gestione e la correlazione tra cause ed effetti. Dal punto di vista culturale ed etico dobbiamo considerare di consumare risorse non rinnovabili, come le acque profonde, le grotte carsiche, i calcari triassici, di realizzare quindi impatti irreversibili, senza prima aver attuato tutte quelle politiche e strategie di risparmio e tutela delle risorse come l’acqua, il suolo, i materiali inerti, senza valutare in definitiva fino in fondo le responsabilità di operare scelte forti e drastiche anche per le generazioni future.

    http://xoomer.virgilio.it/angelogaudenzi/ACQUA_E_TERREMOTO.html

  34. di codesti post sono davvero interessanti, ma con tutti quei ? è una faticaccia leggerli!

    santa antonella, pensaci tu!

    doc

I commenti sono chiusi.