amo la coerenza





Comunicato

APPELLO

Il Movimento
Sociale Fiamma Tricolore
(MS-FT), in privilegiata alleanza storica e
strategica con il Front National di Jean-Marie Le Pen ed in stretta sintonia,
intesa e cooperazione politica con la quasi totalit‡ dei movimenti, partiti e
gruppi Nazional-Popolari italiani ed europei,

constatato

che líItalia, líEuropa ed i paesi del bacino
mediterraneo, continuano – da pi? di 58 anni – ad essere direttamente o
indirettamente occupati, ricattati e soggiogati dalla presenza di centinaia di
basi militari e logistiche statunitensi, e che líinsieme dei cittadini che vi
vivono, operano ed agiscono, continuano indistintamente ad essere tenuti in
ostaggio morale, in stato di sudditanza politica e di colonizzazione economica
e culturale, senza per altro disporre di nessuna reale possibilit‡ di potere
liberamente esprimere ed applicare le loro effettive scelte politiche,
economiche, sociali e culturali, nÈ tanto meno tutelare i propri interessi, la
loro libert‡, indipendenza, autodeterminazione e sovranit‡.

Lancia
un appello sincero e determinato

allíinsieme delle forze politiche, economiche,
sociali e culturali indipendentiste della nostra Nazione, affinchÈ vogliano
dedicarsi al servizio dellíEuropa ed allíopera di recupero della sovranit‡ e di
risanamento delle strutture politiche e sociali.

Invita

tutte le forze Nazional-Popolari a raggrupparsi
senza indugi – e senza per altro rinunciare alle proprie peculiarit‡ e
sensibilit‡, nÈ sottomettersi o sottostare a nessun tipo di omologazione e/o di
massificazione ideologica, politica e pratica – aderendo al progetto di ´Cartello elettoraleª, di cui il MS-FT
ed i suoi alleati italiani ed europei si fanno promotori, in vista delle elezioni europee del 2004.

Il
´Cartelloª, politicamente,

Intende contrapporsi ai due blocchi politici di
destra e di sinistra che accettano di governare il nostro paese per ´conto
terziª, al servizio dei ´poteri fortiª che gestiscono la globalizzazione
mondialista, senza alcun rispetto per i Popoli, nÈ per le leggi che dovrebbero regolare
la convivenza internazionale.

Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore – conscio dellíimportanza delle
scelte che líEuropa dovr‡ affrontare per tutelare la sua cultura, il suo
autonomo futuro nel mondo ed i suoi interessi – ha chiesto a chi si Ë gi‡
schierato al suo fianco ed alle entit‡ politiche che aderiranno nei prossimi
mesi al sopraindicato ´Cartelloª, unicamente di battersi per líimmediato ed assoluto recupero
dellíindipendenza, dellíautodeterminazione e della sovranit‡ politica,
economica, culturale e militare, per líEuropa e per líItalia.
La politica
estera europea, in particolare nello scacchiere mediterraneo, dovr‡ muoversi
per garantire la libert‡ ai popoli oggi oppressi dallíimperialismo
statunitense.

La storia ci giudica. Le giovani generazioni dei
nostri paesi ci osservano e síinterrogano.

A noi, dunque, di non tradirleo deluderle.

Roma, lÏ 22 Luglio 2003

†††††† Il Segretario Nazionale del MS-FT

†††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††††
Luca Romagnoli††

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50 commenti

  1. Pur non condividendo affatto l’ideologia di base di chi scrive, mi trovo perfettamente d’accordo con il concetto espresso. Voglio fare i miei complimenti a chi gestisce il sito, che pubblicando un’appello come questo da prova di essere scevro da ogni pregiudizio e di dare voce a tutti coloro che, come dice il giusto motto di queste pagine, si sentono “servi di nessuno”. Ancora complimenti.

    SpitJo

  2. pazzesco. l’antiamericanismo spinge fino a pubblicare appelli dei fascisti. come se le borghesie europee (italia e l’imperialismo nei balcani e nel corno d’africa, germania con l’olocausto, francia e i massacri d’algeria e tutto il nord africa, regno unito e dominazione delle indie, tanto per afre qualche esempio) siano delle “buone borghesie”.

    scacciare le basi americane? va bene, ma se il risultato e’ semplicemente dare camp darby all’esercito italiano perche’ sia la “nostra” borghesia a scorrazzare per il mondo e’ solo socialsciovinismo, come diceva il buon vecchio Lenin…

  3. Penso che la storia qualcosa insegni, e non a caso chi oggi vorrebbe porre l’intero pianeta sotto il suo controllo è proprio chi di storia non ne ha, chi non puo guardarsi indietro cercando le radici culturali del proprio paese perche semplicemente non ci sono, e se ci sono appartengono alla nostra cultura, quella europea. Quella che ha dimostrato di avere ben chiaro cosa siano pace e democrazia, a differenza di chi usa questi termini solo come paravento per delinquere impunemente in tutto il mondo. Qui il problema non è ciò che di sbagliato è stato fatto in passato. Siamo tutti d’accordo nel condannare gli eventi di cui parli, e proprio per questo vorremmo evitare di vedere ripetrsi cose che, per noi europei, sono improponibili.

    SpitJo

  4. “La storia ci giudica. Le giovani generazioni dei nostri paesi ci osservano e s’interrogano.”

    Siete già stati giudicati e condannati è sarebbe ora di tornare nelle fogne.

    Ricordiamo ancora le voci dei celerini di Genova inneggiare al duce ed al fascismo,le vostre squadre di venti trenta persone picchiare selvaggiamente uomini di colore,i vostri volantini xenofobi e razzisti nelle università per salvaguardare l’inviolabilità della patria e dell’Europa unita.

    NON ABBIAMO NIENTE IN COMUNE,NIENTE DI CONDIVISIBILE PERCHE’ SONO DIVERSI NOSTRI PUNTI DI VISTA E I NOSTRI SCOPI.

    Non è tutto come sembra e mi dispiace che Antonella sia caduta ingenuamente in una delle tante trappole che questi topi di fogna tirano fuori per rendersi visibili.

    La loro linea politica è talmente idiota che vien da ridere.

    Italia sovrana- No all’aborto – Via gli stranieri – No all’imperialismo americano

    Sono solo monnezza,servi dei servi dei servi….

    e meritano solo il nostro disprezzo.

    RICCARDO – ANTIFASCISTA MILITANTE –

  5. … e tanto per non dimenticare, ci avviciniamo al centinaio di giorni da quando si verificarono i fatti, e, a meno che non mi sia sfuggita qualche clamorosa notizia

    1) il pericolosissimo IGOR MARINI é ancora in galera…IN SVIZZERA…?!?!?! PER RICICLAGGIO…?!?!?!

    Sono sicuro che neanche il più efferato assassino abbia mai fatto tanta custodia cautelare in svizzera…

    2) dei documenti che dovevano essere pronti subito (“…siii, come no, ve li diamo domani…”, “…siiii, aspetate che adesso ve li impacchettiamo…”, “…siiii, certo, fra qualche giorno lo avrete sui vostri tavoli…”) non si vede neache l’ombra, e, ribadisco, CREDO CHE NON LA SI VEDRA’ MAI!

    OCCHI APERTI, GENTE! E RICORDATEVI CHE CARTAGINE DEVE ESSERE DISTRUTTA…

    MARCO (più) PORCIO (che) CATONE (ma sempre) CENSORE KDK

  6. CHE TRISSHHTEZZA ANTONELLA…. (da pronunciare con la SHHH al posto della S).

    Davvero basta sputacchiare qualche cosa di antiamericano per farti dimenticare la totale assenza di proposte democratiche, o peggio, le posizioni totalmente inconciliabili con una mentalità libera e progressista di un gruppo politico?

    Certo, tu dirai di aver solo pubblicato una parte del loro pensiero nella quale ti riconosci.

    Allora sarà mio impegno farti pervenire qualche scritto di hitler inneggiante alla distruzione degli USA (é un’iperbole, lo so che tu non li vorresti distruggere gli odiati yankee: solo spazzarli via dal resto del mondo…).

    Chissà perché non mi aspetto che tu gli dedichi uguali attenzione e spazio.

    KDK

  7. Perchè no?

    A me farebbe paicere leggere qualcosa di nuovo…

    Comunque non capisco perchè nessuno di voi riesca a fermarsi a quello che legge ma dobbiate per forza ricordare che chi scrive sono fascisti ecc…

    Sfido chiunque abbia idee costruttive a non pensarla come quel comunicato, e vaffanculo non mi interessa chi lo ha scritto.

    E credo che Antonella quando ha deciso di pubblicarlo abbia pensato proprio questo.

    Criticate i fascisti ma siete piu intolleranti di loro…

  8. Apprezzo il coraggio di Antonella, c’è del buono ovunque

    e a volte perfino nella destra sociale

    MA:

    1) m’importasega di tirare giù Stars & Stripes per issare il biancorossoverde (sono antimilitarista…);

    2) m’importasega di un Terzo Polo, per di più Nazionalista (non voto…);

    3) m’importasega di recuperare la sovranità di/per qualcuno (voglio solo poter mantenere la mia…).

    Insomma: “Servi di nessuno”, certo. Ma ricordiamoci anche “Padroni di niente”

    -Asto-

  9. E già, ai fascisti non piace l’impero … altrui!!! L’Impero Romano si. Magari Sacro, che poi, in fondo, era l’europa primigenia, la bella nazione blindata, la sacra fortezza inviolabile, scrigno della cristianità etc. etc.

    Intanto nella REALTA’ del nostro democraticissimo/modernissimo paese, le persone sono trattate come bestie, in fila per ore sotto il sole, compresi i bambini e le donne incinte, per il permesso di soggiorno. Immigrati, i nuovi schiavi, senza il lavoro dei quali la nostra bella società cadrebbe a pezzi. Mi vergogno sempre di più di essere italiano.

  10. Il gigante cinese sta uccidendo il sistema Europa

    Tremonti denuncia il pericolo dell’invasione dei prodotti cinesi non solo nel nostro Paese ma più in generale per le economie dei Paesi europei. Chi sottovaluta questo pericolo non è in grado, o non vuol capire, che Cina ed India hanno un potenziale produttivo (parlo di manodopera disponibile e capace) che è dieci volte quello di tutta l’Europa.I costi di produzione in questi due enormi Paesi sono oggi pari al 5-6% rispetto ai costi europei.

    Chi sostiene che bisogna farli crescere perché saranno i nostri futuri clienti, si sbaglia. Con quei salari potranno soddisfare a malapena i loro bisogni primari. Le materie prime che trasformiamo le paghiamo sui mercati internazionali in egual misura; in quanto a tecnologia si riforniscono da quella europeo-americana, i trasporti avvengono attraverso enormi navi container, a costi molto ridotti. I produttori asiatici non inventano nulla, non fanno ricerca. Non è noto un solo premio Nobel in quei due Paesi, non hanno brevetti e non riconoscono quelli altrui, non rispettano la legislazione commerciale internazionale.

    In Asia copiare un prodotto o una tecnologia vuol dire imparare e migliorare.

    Il professor Bernabé, durante l’ultima assemblea di Unindustria Treviso, ha pronosticato che Cina e India nei prossimi anni si riprenderanno il dominio del manifatturiero, che detenevano prima che l’Occidente avviasse la rivoluzione industriale. Sono d’accordo con Bernabé. Oggi i produttori asiatici che copiano i nostri prodotti, sono in grado anche di migliorarli. Fanno lavorare i loro operai dieci ore al giorno, sei giorni su sette, per una ciotola di riso. Le belle anime che dicono il contrario (studiosi, esperti, sociologi, frequentatori di studi televisivi), tutta questa brava gente il più delle volte non ha mai varcato il cancello di una fabbrica.

    Costoro non sanno cosa significhi costruire un nuovo prodotto, “ingegnerizzarne” la produzione, curarne la forma pagando costosi designer, lanciarlo sul mercato, portarlo in giro per il mondo a fiere ed esposizioni specializzate, ecc. Non sanno quanto sia frustrante rivedere dopo pochi mesi, e dopo tante fatiche, il proprio articolo rivenduto nel negozio sotto casa a metà prezzo.

    Ministro Tremonti, coraggio! Dopo la denuncia bisogna che l’Europa convinca il Wto a prendere decisioni concrete. Non è pensabile che le economie dei Paesi europei crescano i prossimi anni dello zero virgola qualcosa, mentre il gigante cinese si sta sviluppando a ritmi di due cifre percentuali, senza rispettare le regole che noi ci siamo dati e rispettiamo.

    Un’eventuale crisi economica derivante da questa perdurante situazione metterà quanto prima a repentaglio la pace sociale, il benessere dell’intero continente. Il costo di un nostro prodotto comprende una serie di costi sociali (sanità, pensioni, tutela della maternità, sicurezza del lavoro) irrinunciabili che sono il frutto di anni di lotta e di conquista della classe operaia. È ora di pensare a forme protezionistiche diverse dal passato. Potremmo stabilire dei dazi sui prodotti provenienti da quei Paesi, trattenerne una parte per le casse dei Governi europei; e stornarne il restante a beneficio dei Paesi asiatici. Sortiremo un triplice risultato: rimpinguare le nostre finanze, proteggere le nostre produzioni, obbligarli, con i dazi di ritorno, a realizzare un welfare compatibile. Cina e India si attrezzino a costruire scuole, ospedali, asili, pagare pensioni e tutele sul lavoro piuttosto che costruire bombe atomiche o pianificare viaggi spaziali.

    Giuseppe C.

  11. che succede? basta un appello fascista per far stare tutti zitti? Antonè, quando vuoi calmare gli insulti, ora sai il rimedio.
    Rocco

  12. no no, hai ragione, il forum è popolato come il caso Unac. Guarda un po’ il numero dei commenti? Vedo che quelli che chiamate sinistrorsi, non si accaniscono poi così tanto come invece accade negli altri casi quando si parla di burlesquoni. Io la chiamo civiltà, questa
    Rocco

  13. Io invece la chiamo fantascienza: i fascisti sono antiamericani per definizione e europeisti d’adozione. Solo che dicendo “No all’impero americano” pensano alla Fortezza Europa, chiusa a riccio contro immigrazioni e contaminazioni culturali, tutta cristianesimo e protezionismo … a voi piace? A me pochissimo. A Bush? Figuriamoci … nè a lui nè all’americano più “sinistrorso” che possiamo immaginare, tipo Noam Chomsky.

  14. voglio chiarire un discorso: non voglio essere antiamericana e basta. Naom Chomsky, come dice KID, è americano, come si fa a scagliarsi contro TUTTI gli americani? L’apertura alle nuove frontiere va bene sempre (lo dico sia in base alle etnie che in base alle religioni… io ho amici di tutti i generi, chi mi conosce lo sa). Non mi sta bene il discorso del servilismo. E’ solo quello che contesto. Il piegarsi a 90° davanti a Bush qualunque cosa faccia, quello mi da fastidio, perchè le culture del nuovo mondo hanno da insegnarci molto (i nativi d’America, per esempio, sono dei miti, per me), ma alcuni discorsi fatti nell’appello li approvo, e cioè

    Il «Cartello», politicamente, intende contrapporsi ai due blocchi politici di destra e di sinistra che accettano di governare il nostro paese per «conto terzi», al servizio dei «poteri forti» che gestiscono la globalizzazione mondialista, senza alcun rispetto per i Popoli, né per le leggi che dovrebbero regolare la convivenza internazionale.

    Se qualcosa di buono viene detto, non importa se lo dice la destra o la sinistra. Il mondo non si divide tra comunisti e fascisti.
    Il mondo si divide in onesti e disonesti, in liberi e schiavi. Dopo questo articolo 5 persone si sono cancellate dalla newsletter. Pazienza. E’ preferibile combattere per qualcosa, non contro qualcosa, altrimenti non si arriva a niente.
    Probabilmente queste parole deluderanno molti di voi, ma io non mi reputo anti-fascista. Preferisco essere Proletaria
    hasta siempre
    Serpico

  15. Da: Il Primo intervento nella IX sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU dell’11 dicembre 1964 di ERNESTO CHE GUEVARA

    L’ora della sua rivincita, l’ora che essa stessa si è scelta, viene indicata con precisione da un estremo all’altro del continente. Ora questa massa anonima, questa America di colore, scura, taciturna, che canta in tutto il continente con la stessa tristezza e disinganno; ora questa massa è quella che comincia ad entrare definitivamente nella sua storia, comincia a scriverla col suo sangue, comincia a soffrirla e a morire; perché ora per le campagne e per i monti d’America, per le balze delle sue terre, per i suoi piani e le sue foreste, fra la solitudine o il traffico delle città, lungo le coste dei grandi oceani e le rive dei fiumi comincia a scuotersi questo mondo ricco di cuori ardenti, pieni di desiderio di morire per ‘quello che è suo,’ di conquistare i suoi diritti irrisi per quasi cinquecento anni da questo o da quello. Ora sì la storia dovrà prendere in considerazione i poveri d’America, gli sfruttati e i vilipesi, che hanno deciso di cominciare a scrivere essi stessi, per sempre, la propria storia. Già si vedono, un giorno dopo l’altro, per le strade, a piedi, in marce senza fine di centinaia di chilometri, per arrivare fino agli ‘olimpi’ dei governanti e riconquistare i loro diritti. Già si vedono, armati di pietre, di bastoni, di machetes, dovunque, ogni giorno, occupare le terre, immergere le mani nelle terre che gli appartengono e difenderle con la loro vita; si vedono con i loro cartelli, le loro bandiere, le loro parole d’ordine, fatte correre al vento, per le montagne e lungo le pianure. E quest’onda di commosso rancore, di giustizia reclamati, di diritto calpestato, che comincia a levarsi fra le terre dell’America latina, quest’onda ormai non si fermerà. Essa andrà crescendo col passar dei giorni; perché formata dai più; dalle maggioranze sotto tutti gli aspetti, coloro che accumulano con il loro lavoro le ricchezze, creano i valori, fanno andare le ruote della storia e che ora si svegliano dal lungo sonno di abbrutimento al quale li hanno sottomessi.

    “Perché questa grande umanità ha detto basta e si è messain marcia. E la sua marcia, di giganti, non si arresterà fino alla conquista della vera indipendenza per cui sono morti già più di una volta inutilmente. Ora, ad ogni modo, quelli che muoiono, moriranno come quelli di Cuba, quelli di Playa Girón; moriranno per la loro unica, vera e irrinunciabile indipendenza.”

    Tutto ciò, signori delegati, questa nuova disposizione di un Continente, dell’America, è plasmata e riassunta nel grido che, ogni giorno, le nostre masse proclamano come espressione irrefutabile della loro decisione di lotta, paralizzando la mano armata dell’invasore. Motto che conta sull’appoggio e la comprensione di tutti i popoli del mondo e, soprattutto, del campo socialista, con alla testa l’Unione Sovietica.

    Questo motto è: Patria o Morte.

  16. come disse il maestro e più grande rivoluzionario che sia mai esistito al mondo il “Vino nuovo non sta negli otri vecchi..perchè esploderanno” lo disse anche il fratello Marx oggi sconosciuto ai più della sinistra…che credono in lui come atei sensa conoscera la verità del suo pensiero filosofico legata al credo criostiano…

    comunque io credo che tutto ciò sia vero che le forze politiche nuove vermanet nuove faccinao fatica a stare negli otri vecchi come il vino nuovo esse faranno esplodere le botti per questo è il risultato della looro Natura della loro esistenza è un loro diritto naturale e rivoluzionario…

  17. Io sono un giovane di sinistra. Eppure condivido quasi del tutto l’appello di Fiamma Tricolore e di chi ha inviato l’email. Non sto’ a dilungarmi sul perchè, sarà che oggi sono stanco, ma do’ il mio appoggio totale a questa iniziativa. L’Europa deve essere pienamente autonoma, anche in campo militare, perchè a dispetto di quanto molti son portati a credere, il campo militare conta ancora tantissimo economicamente e politicamente.

    Ciao!

  18. on line l’email di Aquila nera, al link Fascismo e apertura mentale.

    giudicate voi se il tono della email è fascista o rispettoso delle idee di tutti.
    un saluto
    antonella
    p.s. riguardo il link di bastardidentro…. non mi meraviglia che l’immagine sia intelligente. Il sito è grande e le persone che lo fanno altrettanto.

  19. Antonella occhio perchè hai lasciato in evidenza l’e-mail del camerata

  20. Non riesco a crederci…

    ancora lì a credere alla “coerenza dei fascisti”?

    Vi fate abbindolare dall’idea qualunquistica della “terza posizione”?

    Ma che cazzo di concetto avete della politica?

    Avete idea di cos’è davvero il fascismo?E possibile che non lo sappiate distinguere dalla sinistra-anche quella italiana?

    Ma dove avete la testa,Cristo?

    Un mondo diverso,così,sarà possibile col c…

    Core’Ngrato

  21. Sono d’accordo con il precedente interlocutore: il Fascismo, è un vero «mostro»!

    Dopo 58 anni dalla sua caduta – e nonostante che di Fascisti veri non ce ne siano più in giro – il Fascismo è ancora visibile, visionabile e verificabile: le leggi (migliaia e migliaia di leggi), i Codici (civile, penale, militare, e rispettive procedure), la riforma dello Stato, della Scuola, provvedimenti economici e sociali (la Carta Nazionale del Lavoro, i primi Contratti nazionali del lavoro, le prime 8 ore e le prime vacanze pagate del mondo, la non licenziabilità – altro che articolo 18! – la Magistratura del lavoro, i regolamenti sindacali e padronali, ecc.),gli articoli 39, 40 e 46 dell’attuale Costituzione (che il legislatore antifascista non poté ignorare o negare di includere nella Carta fondamentale dello Stato, dopo che c’era stata la Socializzazione delle industrie, l’inclusione delle maestranze all’interno dei consigli di amministrazione e la ripartizione degli utili tra capitale e lavoro, durante la Repubblica Sociale Italiana, 1943-1945), le regolamentazioni civili, ecologiche e boschive (le prime del mondo!), il diritto all’assistenza medica gratuita, la Previdenza sociale, le colonie marine e montane gratuite per le categorie meno abbienti del paese, l’alfabetizzazione generalizzata, la distruzione del latifondo, le bonifiche, la distribuzione di terre, case coloniche, trattori ed attrezzi ai contadini poveri, l’Istituto Nazionale delle Case Popolari, gli acquedotti, la Scuola gratuita ed obbligatoria fino alla terza media, l’Opera Maternità ed Infanzia, l’INAIL, le pensioni, le liquidazioni, la tangibile e visibile edificazione di tutte le infrastrutture primarie e secondarie dell’Italia, nonché di quelle portuali, aeroportuali, industriali, della rete stradale, della rete ferroviaria, della rete idrica, della rete elettrica, senza contare le più di 100 città ristrutturate o edificate ex-novo durante un solo ventennio (dove stanno le realizzazioni concrete degli “altri”, a parte le belle chiacchiere di cui gli «antifascisti in S.p.e.» hanno l’abitudine di riempirsi la bocca da più di 58 anni?), ecc.

    Per il resto, basta avere la pazienza di leggersi, in proposito, l’Opera di Renzo De Felice (uno storico che in origine era socialista, antifascista ed israelita. E che sfogliando e studiando l’immensa documentazione sul Ventennio, si innamorò di Mussolini e delle realizzazioni del Fascismo!).

    Ma che dico: per rendersi conto della «mostruosità» del Fascismo, basta uscire di casa, aprire bene gli occhi ed avere l’accortezza e l’onestà di osservare o di contemplare ciò che ci circonda, e quindi riflettere!

    Quel «mostro» (come vi hanno insegnato a definirlo a scuola o a qualche sezione di Rifondazione), lasciatelo riposare in pace, per cortesia. Non esiste più. Ormai, fa semplicemente parte della Storia.

    E non dimenticate che chi tende a sbandierarvelo davanti agli occhi come un «mostro», è semplicemente per distrarre la vostra attenzione e distogliere le vostre energie dai problemi più veri e più seri, alla stessa stregua che gli organizzatori di corse di levrieri fanno correre davanti al muso di questi ultimi, il solito coniglio di pezza!

    Fatevi furbi. Non vi fate gratuitamente fregare. Non sprecate inutilmente le vostre fibre o le vostre tempre, le vostre qualità e le vostre capacità, la vostra volontà e la vostra determinazione .

    Il vero problema, oggi, è un altro. E’uscire o meno dalla «gabbia» in cui tutti – fascisti, antifascisti o agnostici – siamo rinchiusi da più di 58 anni.

    Vogliamo uscire dalla suddetta «gabbia» o vogliamo continuare a favorire la nostra individuale e collettiva prigionia, dando modo ai nostri comuni carcerieri d’oltre oceano ed ai loro scrupolosi e tirannici servi nostrani di assicurare – ad vitam aeternam – il loro predominio su di noi e di sghignazzare spensierati e felici alle nostre spalle, a causa della nostra costante, puerile e settaria stupidità?

    Scegliete voi.

    La gente come me ha già scelto: fuori gli USA dall’Italia, dall’Europa e dal resto dei paesi del mondo!

    Poi, vedremo, il resto.

  22. Buone borghesie cattive borghesie ? Non mi interessa , io so che gli Italiani (non gli italioti) nel mondo hanno portato cultura e civiltà , anche nelle ultime poche esperienze

    colonizzatrici, vedi l’Etiopia dove siamo andati

    a “conquistare” cosa….? Abbiamo costruito strade

    ospedali , scuole , queste le differenze .Qualcuno

    oggi mi dice cosa è successo nelle colonie anglosassoni ? Cosa hanno lascciato? Cosa hannocostruito? O forse è meglio dire cosa hanno preso?

  23. Il precedente interlocutore sbaglia quando dice che il fascismo è morto per sempre.Non è vero.Non può esserlo.Perché dimentica che il fascismo,la sopraffazione del più forte sul più debole,è frutto di una mentalità costante nell’uomo:la mentalità animale di chi non è nato con una conformazione mentale corrispondente alla reale natura umana.Il fascismo non è morto e ci metterà ancora un bel po’prima di morire.Il fascismo non l’inventò Mussolini,ma è nato con l’uomo.E nel 1945,Mussolini non l’abbiamo ucciso.I Mussolini sono ancora tanti e il liberismo che oggi regge gli equilibri mondiali è pronto a partorirne ancora.

    Del resto non vi ricordate il monito di Primo Levi?Altre Auschwitz sono possibili.E senza fare i colti,ci pensa la saggezza popolare a indicarci la strada giusta:LA MAMMA DEGLI IMBECILLI STA SEMPRE INCINTA.

  24. Hai proprio ragione tu: la «mamma degli imbecilli, è sempre incinta»!

    Ma dimmi: la storiella della «sopraffazione del più forte sul più debole», a proposito del Fascismo, l’hai letta sul «manuale dei nuovi giovani pionieri» di Rifondazione o sulle dispense scolastiche distribuite gratuitamente agli studenti dalla riforma Berlinguer (parlo di Luigi Berlinguer naturalmente, e non di Enrico Berlinguer che – oltre ad essere comunista e Segretario Nazionale del disciolto PCI – era anche intelligente!) ed a spese del contribuente?

    Il Fascismo (all’opposto del Liberismo classico, quello degli anni ‘20/’30 e quello attuale) – caro il mio male informato interlocutore – fu esattamente il contrario di ciò che pretendi: concesse libertà d’iniziativa e d’impresa all’interno dei limiti della «morale pubblica» e della «legge dello Stato» (in altre parole, non pose limiti all’iniziativa privata, purché quest’ultima non entrasse in contraddizione con l’interesse generale della società o fosse nociva a quest’ultima; oppure, creasse disoccupazione, disagio, disordini o malcontento tra la popolazione) e fece in modo che il danaro guadagnato in Italia, fosse obbligatoriamente rispeso o re-investito nel contesto dell’economia della nostra Nazione, e non – come avviene oggi e come avveniva prima del Fascismo – esportato legalmente o di straforo nei «paradisi fiscali», meno ancora convogliato pretestuosamente all’estero, per meglio andare a sfruttare e ad impoverire altre popolazioni. Allo stesso tempo: da un lato, introdusse delle Leggi sociali draconiane che impedivano giustamente al «più forte« di sopraffare il «più debole» e, dall’altro – per confermare quella sua volontà – istituì la Magistratura del Lavoro: uno speciale organismo della giustizia italiana che – non solo era incaricato di difendere e di tutelare d’ufficio e gratuitamente tutti coloro che avevano una qualunque vertenza amministrativa o sindacale con il loro «datore di lavoro» (il termine «padrone», abolito dalla Carta Nazionale del Lavoro Fascista, ritornerà in vigore nel 1946-1948 – ed è tuttora alla moda – con la nascita della neo-Repubblica italiana «fondata sul lavoro», sic!), ma – vegliava soprattutto a che «i più forti», «i più furbi», i «più ricchi» o «i più dotati della società» non avessero nessuna possibilità di sottrarre nessuna «biglia» dalle tasche o da sotto il naso dei più indifesi o dei più sprovveduti della medesima società.

    E’ il motivo per cui, ancora oggi, i veri nemici giurati del Fascismo, sono i «liberisti» alla Bush jr., alla Blair, alla Chirac, alla Berlusconi, alla Fini, alla D’Alema, alla Prodi, alla Veltroni o alla Rutelli.

    Questi ultimi, infatti – contrariamente a te – sanno benissimo che il Fascismo non permetterebbe mai loro di commettere impunemente i crimini che ogni giorno perpetrano a discapito ed ai danni dei più deboli; quelli, ad esempio, di «delocalizzare», «fusionare» o «ristrutturare» a catena le loro aziende e, quindi, licenziare senza alcun motivo migliaia e migliaia di dipendenti, per meglio abbassare i «costi fissi» delle loro imprese e far salire il loro valore azionario o borsistico.

    I «comunisti» ed i cosiddetti «no-global» (o «alter-mondialisti»: cioè, «mondialisti altrimenti»!) essendo semplicemente i proverbiali e benvenuti «utili idioti del sistema» liberista, a cui i vari Bush jr., Blair, Chirac, Berlusconi, Fini, D’Alema, Prodi, Veltroni, Rutelli, ecc., sbandierano furbescamente e sistematicamente – davanti ai loro occhi – lo storicamente inesistente «pericolo fascista» (come gli organizzatori di corse di levrieri, fanno correre davanti al muso di questi ultimi, una lepre o un coniglio di pezza, per meglio organizzare le loro corse e le loro scommesse – reperita iuvant!), per meglio reclutarli ed utilizzarli, in qualità di «questurini volontari» (e senza soldo), nella caccia al «neo-fascista» e nella lotta senza quartiere che i «liberal-capitalisti», da sempre, hanno votato, non solo al Fascismo come regime (1922-1945) ma addirittura, alla sua genuina e reale memoria storica. Soprattutto, per prevenire e scongiurare (a costo zero!) quelle famose «mine sociali» che presto o tardi – come predisse Mussolini nel suo testamento politico (1945) – scoppieranno inevitabilmente sotto il loro culetto!

    Ora, prima di rispondermi, rifletti. Pensa per un attimo alla confusione mentale che regna nella tua testa: confondi macroscopicamente il Fascismo con il Liberismo, ed invece di deciderti a fare la guerra al nostro comune e mortale nemico (gli Stati Uniti d’America ed i loro «Valvassori» e «Valvassini» di destra e di sinistra nostrani), ti affanni a volerla esclusivamente fare contro il Fascismo (che oltretutto – per il momento – non esiste più) e, magari, iniziarla a partire da me!

    Dopo aver riflettuto, non solo riuscirai a scoprire di chi è la «mamma» di cui parlavi e come mai quest’ultima «è sempre incinta», ma capirai ugualmente il motivo per cui, io e te (qualunque siano le nostre differenze ideologiche, politiche e pratiche), continuiamo, purtroppo, senza nessuna «mamma» che ci possa proteggere o tutelare, ad essere prigionieri – impotenti ed inefficaci – dello stesso aguzzino ed a subire – senza speranza di poterle evitare – le medesime prevaricazioni, sopraffazioni ed angherie che – a causa delle nostre cosiddette, imperiose, insormontabili e puerili “divisioni” ideologiche e politiche – continuano analogamente a subire, ogni giorno, i milioni e milioni (o miliardi?) di nostri compatrioti, sia in Italia ed in Europa che nel resto dei Paesi del mondo.

  25. l’email di quello che chiamate camerata è falsa. E il contenuto l’ho messo on line con il suo permesso. Tranquilli che la privacy è rispettata, qui. Sempre (a parte la mia, mi sembra)
    Un caro saluto
    Anto

  26. Dovresti leggere la storia così com’e’ no come l’avete scritta voi.Il Fascismo è un modo di vivere, di essere e se l’Italia ha delle infrastrutture devi ringraziare chi le ha costruite, elencami ciò che avete costruito voi?

    Quello che abbiamo fatto è visibile ogni momento.

    W il Duce.

  27. Antonella da spazio a tutti di esprimere le proprie idee e per questo va ammirata. (non a caso questo è un forum di discussione)

    Sei talmente convinto e fossilizzato nelle tue idee (giuste o meno, tutto da verificare) da non accettare nemmeno che altri esprimano le proprie.

    In questo sei uguale a quelli da cui prendi le distanze.

    Berserk

  28. […]la storiella della «sopraffazione del più forte sul più debole», a proposito del Fascismo, l’hai letta sul «manuale dei nuovi giovani pionieri» di Rifondazione o sulle dispense scolastiche distribuite gratuitamente agli studenti dalla riforma Berlinguer[…]

    Ti sei allargato un pochetto? Un po’ si, dai. La tua immagine (è un’immagine, e basta) del fascismo è un tantino troppo idilliaca: giustizia sociale, sviluppo tecnologico, tutte cose che una banale socialdemocrazia (alla scandinava, tanto per dire) garantisce senza istituire ministeri della cultura popolare, senza costringere l’individuo nella divisa fin da bambino, senza fare del conflitto (e della morte, frate, la tua bella amica morte) il principio e il fine dello stato. Tra le migliaia di leggi che partorì il regime, ce n’erano certe dette “razziali”, secondo le quali le persone erano discriminate in base alla nascita e alla discendenza. Quel bel regime che ci hai fantasiosamente illustrato, adottò una politica coloniale fondata sul genocidio, politica che di recente è stata indicata come fonte ispiratrice dell’olocausto nazista, la shoà, SHOA’, amico, la vergogna dell’Europa moderna, scritta a lettere di fuoco nella carne viva degli ebrei, dei rom, dei disabili e delle minoranze tutte: in calce due firme, e una era italiana. Ci provate in tutti i modi, da sempre, fate schifo, altro che apertura mentale. Vermi.

  29. Io, il Duce lo lascerei riposare in pace dov’è. I morti, purtroppo o fortunatamente, non resuscitano.

    Invece, per quanto riguarga una parte di ciò che il Fascismo fece nel corso di un solo Ventennio (1922-1943-45), e rendersene conto, consiglio (per gli increduli) di acquistare questo volume: (ho copiato tutto sul web: AAAriannaEditrice” ): con relativa introduzione di Lucio Caracciolo, direttore della rivista «Limes» (gruppo de l’Espresso/Repubblica):

    Segue ciò che ho copiato sul web:

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    VIAGGIO PER LE CITTA’ DEL DUCE

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    È finalmente in uscita per i tipi della ASEFI il “Viaggio per le città del Duce” di Antonio Pennacchi, che raccoglie i saggi di Limes e altri scritti.

    È un volume di 400 pagine e contiene anche le ultime cartine e l’elenco aggiornato delle nuove fondazioni in Italia a cavallo degli anni Trenta.

    Il libro si può richiedere anche direttamente a: http://www.asefi.it – e-mail: info@asefi.it

    In allegato, l’introduzione di Lucio Caracciolo, messa in rete dal bollettino della “Asefi”

    VIAGGIO PER LE CITTA’ DEL DUCE

    Di questi giorni si festeggia a Latina (olim Littoria) il settantesimo compleanno dalla fondazione e da quelle parti faranno festa. Quasi contemporaneamente, e certo tempestivamente, Asefi esce in libreria con “Viaggio per le città del Duce” di Antonio Pennacchi, che l’autore ed il prefatore Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes presenteranno, a Latina appunto, l’11 luglio prossimo. Vi saremo più precisi sul quando e sul dove. Intanto, a mo’ di anticipo, dopo la premessa dell’autore, pubblicata sul numero scorso di PA, vi offriamo anche questa premessa che Lucio Caracciolo ha voluto donare, a Pennachi ed a noi, naturalmente “aggratis”.

    VIAGGIO PER LE CITTA’ DEL DUCE

    di Antonio Pennacchi

    Introduzione aggratis di Lucio Caracciolo

    1. Avevo in classe mia una compagna un po’ camerata. All’epoca – primissimi anni Settanta – l’esimio liceo T. Tasso di Roma di fascisti ne contava pochini, anche se poi qualcuno ha fatto carriera. Non da fascista, non si usa più. Io e i miei compagni di scuola molto compagni la compagna un po’ camerata la snobbavamo assai. Anche perché non ci sembrava così carina com’è diventata dopo. E quando proprio dovevamo litigarci, lei non si lasciava corrompere dai nostri argomenti molto compagni. Alla fine, per stanchezza: “Vabbè, il Duce qui e là avrà pure sbagliato e la guerra l’abbiamo persa – mancò la fortuna non il valore. Ma volete mettere la bonifica della pianura pontina?”

    La pianura pontina? C’ero passato in mezzo decine di volte, sfrecciando con mamma papà e fratellino verso le vacanze di Formia e ritorno. Ma che stavo attraversando le malariche lande redente dal genio del Duce no, non ci pensavo proprio. Allora chiesi a papà, che di mestiere faceva lo storico e mi considerava uno sporco revisionista perché stavo con quei “pompieri” della Fgci (lo pensava pure mamma, anzi di più, però lei lo diceva invece di mugugnare). E papà concesse: “Bè, la tua compagna camerata in fondo non ha torto” – non disse, ci giurerei, “ha ragione”, sarebbe stato troppo per lui. Ora passo un po’ meno da quelle parti, ma quando capita penso alla mia compagna camerata e soprattutto al mio papà, che gli dev’essere costata assai quell’ammissione. Forse perché non sapeva che l’aveva già fatta Pertini – vedi seguente saggio pennacchiano sulla “bonifica fascio-comunista” – o forse proprio perché lo sapeva.

    Ci sono due altre ragioni per cui dobbiamo render grazie al Duce per la bonifica delle paludi pontine. La prima è che dopo non l’avrebbe fatta nessuno. Sicché adesso dovremmo ammirare il Cav. dietro la scrivania di ciliegio a spiegarci perché e percome il precedente regime comunista l’avesse trascurata e adesso ci pensa lui a risolvere il problema. Altro che passante di Mestre o ponte sullo Stretto! La Bonifica forzitaliota, quella sì che avrebbe fatto storia patria.

    La seconda è Pennacchi. No bonifica, no Pennacchi. Perché se non nasceva a Latina (Littoria) e non decideva di piantarci le radici, Pennacchi sarebbe (forse) stato un veneto del Veneto. Uno studioso revisionista di Caporetto, chissà. Delle città del Duce non gliene sarebbe importato nulla e questo libro non l’avrebbe scritto. Una catastrofe epistemologica.

    Mi spiace che papà non abbia fatto a tempo a leggere queste pagine, penso gli sarebbero piaciute. Così come sono sicuro che la mia compagna camerata, se mai le terrà in mano, scoprirà con gioia di aver avuto mille volte ragione – sulla bonifica “fascio-comunista”, il resto è a parte.

    2. Su un punto invece papà, e pure mamma, non hanno mai mollato. A loro Latina faceva schifo. La trovavano insulsa. Sicché la sosta per la bibita sul percorso Roma-Formia o Formia-Roma si faceva preferibilmente a Terracina. Entrare a Latina gli faceva senso. Così come non gli piaceva l’Eur e il Foro Italico e tutta l’architettura di età fascista – che invece a me è sempre piaciuta moltissimo, anche quella che fa schifo davvero. Peggio: nel profondo del mio cuore compagno e revisionista, pensavo che in fondo il Duce non doveva poi essere così malvagio, se aveva provveduto a innalzare l’Obelisco proprio lì in faccia allo Stadio. E la Palla, cento passi più avanti. I due riferimenti geocalcistici centrali della mia vita. Hic maneant optime.

    L’avrai capito, caro lettore: di questo libro non posso che dire bene. Primo perché sennò Pennacchi mi mena. E io a botte le ho sempre prese. Secondo perché l’ho pubblicato a puntate sulla nostra rivista Limes e intendo pubblicarne i seguiti (le città del Duce sembrano infinite – lui ne ha contate 130, dice, e se occorre ne inventerà qualcuna, visto che gli articoli glieli paghiamo e pure bene). Terzo perché a me Pennacchi piace davvero. Come scrittore, per carità. Tutta colpa di Palude, che l’autore dice che non è il suo romanzo preferito però se non è il mio poco ci manca. Quarto perché Pennacchi ha dissepolto una pletora di “città” di cui avevamo perso la memoria, che non sapevamo come si chiamassero (vedi Littoria) e che non capivamo. Oppure ci era stato detto che facevano schifo e dunque schifo dovevano fare – il che già me le rendeva simpatiche. E alcuni assicuravano che portassero pure sfiga. Ma io a quella cosa lì mica c’ho mai creduto.

    Altra caratteristica dell’autore è di essere un gran rompicoglioni. Nel senso che se non te le scassa sta male. Per fortuna tende a romperle alle persone giuste, non solo alla folta redazione di Limes. Agli accademici, per esempio. Quelli che sono pagati con i nostri soldi anche per studiare le città del Duce, per spiegarle ai loro studenti e invece non gliene frega niente – delle città e in specie degli studenti. O che si ricopiano ben benino l’un l’altro e quando hai letto uno hai letto tutti. Pennacchi essendo fra l’altro un filologo e un archeologo – un genio rinascimentale, dunque – ha scavato le fonti per stabilire verità nuove e definitive in dottrina. A cominciare dal fatto che Remo era laziale. E pertanto ha fatto la fine che meritava. Il mio preside – quello del T. Tasso d’antan – avrebbe concluso: “Il rigore e l’acribia dello scienziato si sposano in Pennacchi con la vena lirica del purissimo uomo di lettere”.

    3. Domanda: ma al Duce Le città del Duce di Antonio Pennacchi sarebbe piaciuto? Già qualcuna delle sue urbi non gli piaceva troppo. Forse gli mancava Pennacchi che gliela spiegasse. Però a Littoria col Duce continuano a parlarci. Quando lui scende dalla Guzzi su cui notturno solca il suo capolavoro pontino, su e giù giù e su tra Appia e Fettuccia. Dicono sia spesso di cattivo umore – niente da fare, i sindaci di Littoria gli pizzicano l’ulcera. Ma se gli chiedi di Pennacchi, s’accende: “Finalmente uno che m’ha capito! Se nasceva prima lo mettevo al Minculpop, con l’interim dei Lavori Pubblici! Davo un calcio nel sedere a Gentile e gli facevo rifare la Treccani dall’A alla Z!”

    Per sua sfortuna, e a sommo scapito della cultura e della vita pubblica nazionale, Pennacchi non è diventato ministro. E a occhio e croce non lo diventerà – almeno in democrazia. Nel frattempo, anche per colpa di Limes, che si preoccupa di non fargli mancare nulla, ha perso il predicato. Fino a un paio d’anni fa si firmava “Scrittore e operaio all’Alcatel di Latina” (sì, Latina, non Littoria – il fedifrago, ma pare che il Duce di Limes non legga la pagina degli autori e così non se n’è accorto). Oggi: “Scrittore”. Punto e basta. Definitivo. Una bella fregatura. Perché ora che non ha null’altro da fare, continuerà a scoprire città del Duce a rotta di collo – sicuro anche in Australia, tanto paga il Gruppo Espresso. E siccome non si butta niente, fra tre anni vorrà pubblicare Le città del Duce, tomo II – editore avvertito, mezzo salvato. Eppoi vai col tango, un serial come nemmeno Guerre stellari. Quanto a me, solennemente dichiaro a futura memoria che questa è la prima e ultima prefazione che gli faccio.

    A meno che il Duce, quando si stuferà di ingarellarsi in moto dalle parti di Borgo Grappa e si ributterà in politica col nuovo Psi (ma nuovo nuovo), non lo metta davvero al Minculpop. Allora il ministro Antonio Pennacchi renderà obbligatorio nei licei lo studio dell’Opera Omnia dello scrittore Antonio Pennacchi, al posto di quello sfigato di Manzoni. E imporrà all’Unesco di dichiarare le città del Duce patrimonio dell’umanità, con tanto di cerimonia di inaugurazione della correlativa mostra. Per il cui catalogo – compilato per direttissima per mano dell’Ecc.mo Signor Ministro – mi offro fin d’ora di compilare l’introduzione. Aggratis pure quella.

  30. Chi si permette il lusso di qualificare con l’appellativo «vermi» i Fascisti, dovrebbe dapprima riflettere sulla sua storia e fare il “bucato” in casa propria.

    Per capire chi fa più schifo, i Fascisti o gli amici Comunisti del suddetto dispensatore di qualificativi, mi permetto di accludere al mio intervento uno stralcio di uno studio pubblicato l’anno scorso dal politologo Mariantoni:

    _____

    (…) Non parliamo dei 13 milioni di vittime della guerra civile scatenata nell’ex Impero Russo dai bolscevichi; delle centinaia di migliaia di operai e di contadini russi fucilati dai rossi tra il 1918 ed il 1922; della deportazione e della liquidazione dei Cosacchi del Don nel 1920; dei due milioni di deportati e dei sei milioni di persone fatte letteralmente morire di fame tra il 1922 ed il 1924; dei quattro milioni di Ucraini sterminati tra il 1932 ed il 1933; dei 690’000 ufficiali e sottufficiali dell’Armata Rossa sommariamente giustiziati nel 1937-1938; Lo stesso dicasi dei milioni e milioni di contadini (koulaks o “accaparratori”) e di “borghesi” deportati e sterminati dal sistema comunista sovietico tra il 1930 ed il 1931, nonché delle infinite schiere di comunisti bolscevichi (tra i quali, leaders politici di rilievo come Trotski, Zinoviev, Kamenev, Boukharin, Rykov, Tomski, Tirov, Anokhin, Tukachevsky, ecc., senza parlare degli operai e dei marinai di Kronstad ex-eroi della rivoluzione selvaggiamente massacrati nel 1921, dell’intera “vecchia guardia” del partito e dei quadri dirigenti dell’Armata Rossa), per un totale di all’incirca 55 milioni di persone, barbaramente trucidate dal regime di Stalin tra il 1926 ed il 1940, come in parte già rivelato da Krusciov, in occasione del XX° Congresso del PCUS, nel 1956 ed attualmente confermato dagli storici russi ed occidentali..

    Non parliamo della deportazione e della decimazione di all’incirca 1 milione e 800 mila Polacchi (1939), nonché di migliaia e migliaia di Baltici, di Moldavi, di Bessarabici tra il 1939 ed il 1941 o il 1944 ed il 1945; della deportazione e del massacro dei Tedeschi del Volga (1941), dei Tartari della Crimea (1943), degli Ingusci (1944) e dei Ceceni (1944).

    Non parliamo dei crimini comunisti perpetrati in Spagna contro le Chiese, i preti, i monaci e le suore spagnoli, ma anche contro gli anarchici, i socialisti, i sindacalisti e gli altri anti-fascisti europei durante la Guerra civile, nel 1937-1939; né dell’eccidio di Katyn , all’incirca 25.700 ufficiali e soldati polacchi trucidati dal NKVD sovietico nel 1940 , con il classico colpo alla nuca, mentre per più di cinquant’anni – come abbiamo visto – gli stessi Comunisti hanno contribuito a far attribuire lo stesso crimine al III Reich.

    Non parliamo delle prime operazioni di “pulizia etnica” e dell’annessione degli Stati baltici, della Carelia, della Bessarabia e della Bucovina del Nord tra il 1939 ed il 1940, né delle deportazioni e delle fucilazioni in massa dei prigionieri “politici” di quei Paesi.

    Il “conto” è abbastanza lungo da elencare…

    Affinché non ci siano dubbi, citiamo a caso qualche esempio tra i più noti ed eclatanti: le stragi, i massacri gratuiti ed i sommari regolamenti di conti operati in Italia ed in Francia dai rispettivi partiti comunisti dopo il 1945 (all’incirca 50/70 mila morti); l’espulsione di circa 15 milioni di tedeschi e l’eliminazione fisica di circa 2,7 milioni di essi, in Prussia occidentale ed orientale, Poznania, Pomerania, Slesia, Boemia e negli altri territori tedeschi situati all’Est della linea Oder-Neisse, da parte dei comunisti polacchi, cecoslovacchi e sovietici, tra il 1945 ed il 1950; i 65.000 prigionieri anticomunisti “dispersi” o massacrati nei campi di concentramento della Repubblica Democratica Tedesca tra il 1950 ed il 1953; i 135.000 civili tedeschi (Volkdeutsche del Banat) ed i 280.000 soldati dell’esercito croato (prigionieri degli Inglesi in Austria nel 1945 e criminalmente rispediti in Iugoslavia dopo la guerra) sterminati tra il 1945 ed il 1948 dai partigiani di Tito, nonché le Foibe dell’Istria e della Dalmazia organizzate in Iugoslavia, tra il 1944 ed il 1946, contro la comunità civile italiana (all’incirca 10.000 morti) e slava anti-comunista (45.000 morti); i rapimenti e le deportazioni in massa di bambini ellenici verso l’URSS, il terrorismo indiscriminato e la politica della “terra bruciata” messi in atto in Grecia dal comunista Marcos e dai partigiani filo-sovietici dell’ELEAS, nel 1946; le stragi di oppositori e le “purificazioni etniche” anti-turche ordinate in Bulgaria dal comunista Dimitrov e dallo stalinista Valko Cervenkov, tra il 1946 ed il 1954; la feroce epurazione politica e l’eliminazione sistematica di ogni opposizione, perpetrate in Albania da Enver Hoxha e Mehmet Shehu, tra il 1945 ed il 1949.

    Ancora qualche crimine…

    Non dimentichiamo, inoltre, nel 1947, l’eliminazione fisica dei membri del Partito agrario ungherese (in quell’epoca, la maggioranza relativa del paese), da parte dei miliziani del filo-sovietico Rakosi; gli eccidi ed i massacri commessi in Romania dal tristemente celebre Generale Roman, al soldo di Mosca e del regime comunista di Gheorghiu Dej, tra il 1947 ed il 1953. Non dimentichiamo il blocco sovietico di Berlino, tra il 1948 ed il 1949 o il “colpo di Praga” comunista contro il Presidente Benès nel febbraio del 1948,. Questo, senza parlare della successiva e feroce repressione anti-nazionale e dei processi sommari orchestrati contro Slansky ed i “nazionalisti slovacchi” dallo stalinista Gottwald, tra il 1952 ed il 1954.

    Potremmo aggiungere, per la cronaca, la disperata rivolta dei Berlinesi nel 1953 e la dura repressione inflitta loro dal regime di Walter Ulbricht e di Otto Grotewohl; il sollevamento operaio di Poznan, in Polonia, selvaggiamente represso dallo stalinista Gomulka, nel 1956; l’insurrezione ungherese dell’ottobre-novembre 1956, sanguinosamente soffocata e repressa dai carri armati sovietici, coadiuvati dai miliziani comunisti di Kadar (con l’approvazione del Partito Comunista Italiano!); l’edificazione del Muro di Berlino nel 1961 e la successiva politica del terrore messa in atto nella Germania orientale dalla Stasi (polizia politica segreta est-tedesca) e dal regime comunista di Pankov; l’intervento militare sovietico e della maggior parte dei Paesi del Patto di Varsavia contro la “Primavera di Praga”, in Cecoslovacchia, nonché la feroce “normalizzazione” imposta a quel Paese dal filo-sovietico Husak a partire dal 20-21 agosto 1968; la rivolta e la repressione degli operai polacchi dei porti del Baltico, all’epoca del dittatore filo-sovietico Gomulka, nel 1970.

    Citiamo en passant, il fenomeno del boom del terrorismo Brigatista in Italia e del terrorismo RAF nella Germania Federale, largamente finanziati, organizzati e sostenuti dai Paesi dell’Est, a partire dal 1976; il colpo di Stato, l’instaurazione dello “stato di guerra” e la politica di annientamento ordinata contro i membri di Solidarnosc dal Generale comunista Wojciech Jaruzelski (contrariamente a Pinochet, quest’ultimo, non solo non è stato perseguitato, né inquisito per i suoi crimini e la sua dittatura ma, è stato addirittura qualche anno fa ricevuto in gran pompa ed insignito del dottorato honoris causa dall’Università di Bologna!), in Polonia, a partire dal 13 dicembre del 1981 fino al 1988; oppure, i reiterati inquinamenti messi in atto dall’ex-Urss e dai Paesi ex-comunisti, attraverso il mantenimento o la criminale proliferazione di centrali atomiche del tipo di quella esplosa a Cernobil nel 1986 o l’affondamento volontario di più di 8 reattori nucleari in disuso, nelle acque dei mari del Nord.

    Questo, però, non è tutto.

    Ancora qualche massacro…

    Altri crimini orrendi potrebbero essere elencati. Ad esempio, i milioni di Cinesi sterminati dal regime di Mao tra il 1945 ed il 1949; i successivi 65 milioni di cittadini internati, deportati, “fatti scomparirei” o fatti letteralmente morire di fame durante “l’epico” svolgimento della “gloriosa” Rivoluzione culturale cinese tra il 1966 ed il 1976; i ripetuti massacri di Tibetani tra il 1959 ed il 1980 (e ancora attualmente…), nonché le migliaia di studenti ed intellettuali cinesi eliminati “manu militari” dal regime del “mite” e “sorridente” Deng Xiaoping nel giugno 1989.

    Potremmo ricordare i circa 3 milioni di cambogiani sterminati durante la “rieducazione” politica voluta ed applicata in questo Paese, tra il 1975 ed il 1978, dai Khmer rossi di Pol Pot e di Khieu Sampan; i 2 milioni di coreani del Nord fucilati o fatti scomparire dal terrificante e sanguinario regime di Kim Il-Sung e il “pugno di ferro” che ancora impera su questo Paese dal 1945; la sorte riservata agli oppositori del regime del “ simpatico ” Fidel Castro a Cuba o del regime di Suphanuvong nel Laos; i “campi di rieducazione” (1 milione di morti…) o il fenomeno dei “boat peoples” nel Viet-Nam, tra il 1975 ed i giorni nostri; il colpo di Stato comunista del 1978 in Afganistan l’occupazione sovietica di questo Paese ed i 1,5 milioni di Afgani uccisi dal regime di Amin o di Nagibullah e le migliaia e migliaia di deportati o costretti all’esilio forzato tra il 1979 ed il 1989; senza contare gli attuali massacri di Armeni, di Tagik, di Crimei, di Ucraini, di Georgiani e di Ceceni perpetrati dagli ex-satrapi comunisti dell’ex-URSS e che vengono ogni volta regolarmente ignorati dai così sempre “bene informati” ed “umanitari” organi di stampa occidentali.

    Potremmo continuare all’infinito, parlando degli orrori filo-sovietici in Africa (1,7 milioni di morti…) tra l’Angola di Neto, lo Zimbabwe di Robert Mugabe e Joshua Nkomo, il Mozambico di Samora Machel, l’Etiopia di Meghistu, la Somalia di Siad Barre, il Congo di Kabila o di quelli poco dissimili perpetrati dalla guerriglia maoista del “Sendero Luminoso” nel Perù (150’000 morti…) o dai guerriglieri Sandinisti nel Nicaragua… (120’000 morti).

    Questo, però, non cambierebbe nulla all’immagine di terrore, di desolazione e di sterminio che il “comunismo & affini” sono riusciti a propagare nel mondo a partire dall’Ottobre del 1917… Dal giorno in cui, cioé, il signor Vladimir Ilianov Illic (detto Nicola Lenin) ed i suoi accoliti rovesciarono il governo provvisorio della Russia democratica ed istaurarono il potere totalitario dei Soviet. Un potere sfociato, poi, nel gennaio del 1918, nella prima Repubblica socialista federativa sovietica della Russia e, successivamente, nel 1922, nell’ultra conosciuta URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche), durata da allora, fino al suo recente crollo, nel 1991.

    Tutto perdonato

    I più di 120 milioni di morti , gli orrori, le devastazioni, le vessazioni di ogni sorta, inflitti ai diversi popoli del mondo caduti sotto la dominazione comunista, sembrano svaniti, oggi, come neve al sole… Perché?

    Come mai, in Occidente, nessuno ne parla più? Come mai, nessuno tra i più accaniti difensori e propagatori della democrazia occidentale e dell’ideale del “Mondo libero”, ha sentito il bisogno, fino ad oggi, di presentare una mozione per far processare (oltre a Pinochet…) e, magari, condannare dall’ONU i responsabili di quei Paesi e di quei regimi dove il comunismo è crollato o sta ancora imperando? Chi ha proposto, per esempio, di convocare un nuovo “Tribunale di Norimberga” per – magari – inventariare,, classificare e definire quei crimini e riabilitare le vittime?

    Per cinquantasei anni, i regimi capitalisti dell’Occidente ci hanno fatto credere che il comunismo era un nemico da abbattere ed una pericolosissima piaga che bisognava arginare, respingere ed estirpare con qualunque mezzo.

    Oggi, invece, gli stessi regimi capitalisti occidentali, fanno del tutto – dalla Polonia alla Bulgaria, dai Paesi dell’ex Iugoslavia alla C.S.I., dalla Cina alla Corea del Nord – per mantenere in carica o per favorire il ritorno al potere degli antichi tiranni comunisti e/o dei loro efficacissimi e mai smentiti “ sicari ” (Putin docet!)

    Inutile chiedersi il perché.

    E’ per lo stesso motivo che, dal 1945, continuano, insieme, a perseguitare il Fascismo ed il Nazional-Socialismo.

    Senza il Capitalismo, infatti, il Comunismo non avrebbe ragione di esistere e senza la paura che incute nei vili e nei codardi il comunismo, il capitalismo non potrebbe più, per lungo tempo, continuare a soggiogare e sfruttare i quattro quinti dell’intera umanità.

  31. E mentre gli “uni” e gli “altri” continuano a disputarsi sugli esiti felici o infelici della Battaglia di Zama (-202), gli USA ed i loro maggiordomi nostrani ne approfittano (e se ne sbellicano dalle risate) per seguitare a tenerci, tutti (fascisti ed antifascisti), con il guinzaglio e la museruola, come docili cagnolini da passeggio!

  32. Ma chi cazzo te l’ha detto che sono comunista? Ma prima di parlare, fatti il bidè, coglione.

  33. E a questo punto mi sa che c’hanno ragione e che dovremmo pure ringraziarli. Basta. Divento filoamericano. Adesso telefono a Ferrara e gli chiedo se mi trova un posto alla CIA …

  34. La gente che non ha argomenti, preferisce sempre degenerare il proprio discorso e riempirsi la bocca di insulti. All’indirizzo del prossimo, naturalmente!

    E’ più facile e comodo.

    Tuttavia, il problema dell’occupazione statunitense dei nostri territori, resta.

    Ed iscriversi alla CIA, non lo risolve. Lo aggrava.

  35. Caro figlio illegittimo del Duce,

    visto che m’accusi di non conoscere la storia,ti faccio notare come tutto ti sarebbe infinitamente più chiaro qualora mi sapessi dire da cosa deriva il termine “fascismo”.

    E già che ci sei,tu che parli di “fascismo sociale”prova a dirmi dove nacquero i Fasci di Combattimento…no,non la città,il luogo preciso.

    Da’un’occhiata e fammi sapere…

    ricordati che un atto buono mosso da motivazioni cattive non può avere valore!!!

  36. Il Fascismo conviene agli italiani perche’ e’ nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorita’.

    Il fascismo e’ demagogico ma patronale, retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della liberta’ e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta.

    Il fascismo e’ lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista.

    Non ama la natura perche’ identifica la natura nella vita di campagna, cioe’ nella vita dei servi. Ma e’ cafone, cioe’ ha le spocchie del servo arricchito.

    Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine ne’ rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui.

    Non ama l’amore, ma il possesso.

    Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere.

    Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des.

    E’ superstizioso, vuol essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o fastidio degli altri.

    Il fascista e’ disposto a tutto purche’ gli si conceda che lui e’ il padrone, il padre.

    Le madri sono generalmente fasciste.

    Ennio Flaiano

  37. Il solito eterno insulto Fascisti-Comunisti…

    Dimostriamo d’essere un popolo d’ignoranti, ottusi, ipocriti, se a cinquant’anni dalla fine della guerra non siamo ancora in grado di leggere il nostro passato.

    Capisco le posizioni del dopoguerra… E’ risaputo che la storia la scrivono i vincitori, ma a mezzo secolo di distanza, con tutto quello che il mondo oggi in fatto di cultura può offrire, si potrebbe iniziare a vedere ed aprire gli occhietti assonnati…

    Nei post sopra si fanno molti riferimenti…

    I fascisti invasori e colonizzatori…

    Mamma mia… E dovremmo vergognarcene? Direi proprio di si, ma ora, nell’anno 2003, non certo allora…

    Tutto ciò che è successo fa parte di un periodo storico preciso e definito: perchè stracciarsi le vesti davanti alle colonizzazioni italiane?

    Non sono stati colonizzatori i Francesi, Olandesi, Inglesi (questi ultimi poi…) e molti altri? Le loro battaglie e le loro conquiste non hanno occupato, mietuto vittime, creato orfani e vedove?

    Probabilmente, a sentire i compagnoni, no, solo quelle del fascismo!

    Son stato in Eritrea, ad Asmara, città costruita dagli italiani-fascisti-conquistatori-assassini…

    Siete mai stati lì… Provare l’accoglienza e l’ospitalità nei nostri confronti? Nessuno inviterebbe a tavola i figli d’un popolo d’assassini, perchè mai lo fanno allora?

    E ringraziano, avete capito bene, ringraziano chi ha costruito quella città in mezzo al nulla che ancor oggi vive tale e quale a cinquant’anni fa!

    Ma di cosa ci stupiamo, stanno ancora ad insultare un uomo morto nel 45 e a difendere uno shifoso dittatore irakeno al giorno d’oggi…

    Loro, cittadini del mondo…

    Tutti in piazza con la bandiera dietro a qualche coglioncello di turno (Moretti???) a girare girare girotondi fracassandoci i coglioni con le loro turpide cazzate…

    Ma oggi signori miei, oggi, si muore in Liberia!

    Dove sono questi coglioni a manifestare?

    Hanno ancora il cervello che gira dalle ultime manifestazioni?

    Ora tutti invocano l’intervento di Bush (ovviamente niente petrolio niente interessamento)…

    Questo periodo oscuro… Cari compagni che vi sciaquate la bocca parlando di sociale, guardate alla storia e guardate quando son state fatte le più grandi riforme sociali che oggi tanto difendete… nel famigerato ventennio!

    E salite su treni che calcano le rotaie costruite nel famigerato ventennio (perchè poi più nulla), utilizzate edifici costruiti nel famigerato ventennio, etc.etc.

    Questi son fatti, non i tanti bla bla bla con cui vi riempite la bocca al pari del vostro nemico Silvio da Arcore…

    Guardatevi allo specchio, aprite gli occhi, forse farete meno schifo anche a voi stessi.

    Har

  38. Mamma mia quante cazzate tutte in una volta…

    Cos’è il gioco dei record?

  39. Ma che cazzo scrive questo sopra?

    Il comunismo conviene agli italiani perchè non sanno cos’è e anelano verso un mondo immaginario perchè non sono in grado di costruirsi il proprio, cercando di restare tutti uguali per non far intravedere la propria inferiorità nei confronti di chi ha quel qualcosa in più.

    Ciò che dici riguardo al fascismo prendilo riguardo al comunismo che ci ha insegnato mamma russia: demagogico, retorico, xenofobo, opprimente della cultura, spregiatore della libertà e della giustizia e bla bla bla…

    Lo sai che tutte le cazzate che hai scritto succedevano in Russia, in Cina e in tutti i bei posti di colore rosso.

    Ma non capisco perchè mi perdo a rispondere a questi ottusi!

    Continuate a mangiare bambini

    Har

  40. ALLA FINE HANNO APPROVATO LA LAPIDAZIONE DI AMINA

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    Il Tribunale supremo della Nigeria ha ratificato la condanna a morte per la pidazione di AMINA; ha solamente posticipato l’esecuzione di due mesi per permetterle di allattare il suo bambino. Trascorso questo termine la sotterreranno fino al collo e l’ammazzeranno a sassate, a meno che una valanga di dissensi non riesca a dissuadere le Autorità Nigerian

    Amnesty International chiede il tuo appoggio tramite la tua firma nelle sue pagine web. Mediante una campagna di firme come questa si salvò in passato un’altra donna, Safiya, nella stessa situazione. Sembra che per AMINA abbiano ricevuto pochissime firme. Contatta subito:

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    http://WWW.amnistiapornigeria.org o http://WWW.amnistiaporsafiya.org

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    Non pensare che non serva a niente; all’altra donna salvò la vita. Fai circolare questo messaggio fra le persone che sai sensibili a questa orribile minaccia di morte.

    Fallo subito, e firmate per AMINA, io l’ho già fatto.

  41. Sarò breve perché altrimenti il discorso sarebbe lunghissimo…

    La più grande differenza è nell’imposizione del tipo di colonialismo.

    Gli italiani ed i francesi lo hanno soprattutto utilizzato come “nuove terre” in cui spostare popolazione mentre gli inglesi lo hanno utilizzato come “nuovi mercati”.

    Non a caso gli italiani ed i francesi hanno prima occupato (militarmente) e poi sviluppato infrastrutture (sviluppato per i coloni, non certo per gli indigeni!) mentre gli inglesi hanno quasi sempre prima posto “stazioni commerciali” e poi solo successivamente hanno colonizzato.

    In Algeria, fino all’indipendenza, erano presenti più di 1 milione di francesi, nati in Francia ed emigrati, (nuove terre da colonizzare: il vino algerino era rinomato prima che i fanatici locali distruggessero le coltivazioni perché “cattive” e coloniali!!) mentre probabilmente, fino alla fina della II Guerra Mondiale, non erano presenti così tanti inglesi in tutta l’Africa sotto dominazione britannica.

    Questo, tra l’altro si rifletteva anche sul tipo di legislazione: gli italiani ed i francesi imponevano la propria, mentre gli inglesi lasciavano che i “locali” si governassero da se e la legislazione inglese valeva solo se c’erano conflitti tra indigeni e cittadini britannici.

    Anche per quanto riguarda la costruzione di infrastrutture “intellettuali” gli inglesi erano orientati a costruire un élite che li aiutasse a governare mentre gli altri colonizzatori se ne fregarono altamente di esportare cultura: non a caso le Università che facevano studiare i colonizzati (India, Pakistan, Iraq, Palestina, Kenya, ecc. ecc.) erano inglesi mentre gli altri colonizzatori poco si sono preoccupati di questo.

    E anche per quanto riguarda la costruzione di infrastrutture sociali/politiche se andate a ben vedere, tralasciando l’Indocina, non è che i francesi, i belgi o gli italiani abbiano poi lasciato molto…

    Post Scrip.

    Tra le altre cose anche da un punto di vista prettamente legale (legale per l’epoca, dove anche la schiavitù era legale!!!) i francesi sbarcavano le truppe mentre gli inglesi cercavano accordi commerciali con gli indigeni locali: quando poi le colonie commerciali inglesi (spesso) venivano distrutte dalla popolazione locale (senza che i capetti locali facessero nulla per impedire questa violenza) gli inglesi avevano legalmente “la scusa” di far intervenire l’esercitò a difesa degli “interessi commerciali”; ovvio che poi l’esercito, già che ci stava, colonizzava pure…

  42. concordo pienamente con i missini, fuori gli ameri-kani dall’europa. alla loro egemonia dobbiamo rispondere NO!

    a prescindere dal passato. altrimenti significa che non ci sentiamo maturi e forti da camminare con le nostre gambe.

    l’europa va ringiovanita, il primo passo è renderla autonoma e libera, politicamente, economicamente e militarmente, al di fuori dei colori politici.

    gli americani che non firmano il protocollo di kyoto, che non ratificano la corte penale internazionale, che mantengono la pena di morte, che non rispettano le decisioni dell’onu, che hanno basi in tutti i paesi occidentali.

    è ora di dire BASTA! il debito è stato pagato, sin troppo.

  43. Telekom serbia…

    Di tutta la vicenda Telekom Serbia non è emerso in modo palese l’elemento politico.

    Nulla o, quantomeno poco, ci importa se qualcuno ha percepito tangenti, sarà la magistratura ad accertarlo, la cosa essenziale è la grave responsabilità politica che il governo Prodi ha nella questione.

    Nel 1997 la Telecom Italia, azienda di proprietà dello Stato, acquista il 29% del capitale azionario di Telekom Serbia per una cifra pari a 897 miliardi di vecchie lire. Dopo cinque anni, nel 2002, diventata azienda privata, la Telecom Italia si disfa di quelle azioni rivendendole per 377 miliardi.

    Il danno per l’azienda e per lo Stato è stato complessivamente di 520 miliardi di lire.

    Chi è responsabile di questo danno? Perché chi ha procurato questo danno al paese non paga o fa pubblica ammenda di fronte al popolo italiano, che rappresenta il sovrano dello Stato? Perché ogni qualvolta che avviene una vicenda, la quale risulta essere dannosa per il paese, non c’è nessuno che ha il senso di responsabilità di assumersene le colpe e le problematiche?

    A questa vicenda bisogna, però, necessariamente aggiungere che nel 1997, il Capo dello Stato serbo, Slobodan Milosevic, era già accusato dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea di genocidio etnico, di strage perpetuata nei confronti delle minoranze e di stupro nei confronti delle donne di quelle etnie.

    Le nefandezze criminose portarono, infatti, solo due anni dopo ad una guerra, che si risolse con l’arresto di Milosevic nel 2001 e con il processo alla Corte Internazionale dell’Aia in svolgimento.

    Il paradosso è stato che a quella guerra ha partecipato anche l’Italia con uomini e mezzi. E’, quindi, in tale contesto, incredibile come il centro-sinistra accusi, ad esempio gli Stati Uniti di aver prima finanziato l’Iraq (cosa per la verità non vera) e, poi di avergli fatto guerra, quando egli stesso si è reso protagonista di comportamenti analoghi.

    La prima responsabilità e il primo grande problema non è la perdita di denaro o l’affare in sé, ma il fatto che si sia condotto verso un paese, retto da un regime sanguinario, autore di omicidi di massa, fucilazioni sommarie e fosse comuni.

    Verso l’interlocutore principale di quell’affare avrebbe dovuto esserci un netto rifiuto, un forte veto.

    Chi doveva porre tale veto se non esponenti del governo italiano in carica all’epoca dei fatti?

    Anche se l’affare avrebbe fatto guadagnare allo Stato migliaia di miliardi ciò non avrebbe compensato l’onta che quel governo italiano ha fatto cadere sul paese, indicandolo tra coloro che hanno fatto affari con un nazi-comunista omicida.

    Non pensiamo affatto, infine, che quel governo italiano si sia comportato in modo illegale, ma le sue responsabilità politiche sono enormi, se si riflette che quel denaro può aver finanziato la pulizia etnica attuata da quel regime nella ex Iugoslavia.

  44. Il saggio Bocca

    Nella sua rubrica “L’Antitaliano”, comparsa su L’Espresso del 23/05/02, Giorgio Bocca si lascia andare ad un attacco senza pari, usando armi proprie ed improprie, contro il governo. “Il governo non esiste, al suo posto c’è un comitato di affari clientelari..”, dice Bocca. Il governo, dice il vecchio saggio, sta soffocando l’informazione, commemora i fascisti, fa vincere gli appalti pubblici alle aziende amiche (Datamedia). Si lascia andare a falsità dialettiche asserendo che il governo difende i protagonisti dei pestaggi a Napoli (Il governo difende i poliziotti, sempre; non difende i poliziotti condannati penalmente per pestaggi). Vi sono anche velate accuse di connivenza mafiosa. Mancanza di rispetto totale ed assurda verso quei 32 milioni di voti di italiani che hanno fatto vincere il centro-destra il 13 maggio 2001.

    Una volta i vecchi saggi erano quelli a cui si poteva chiedere un consiglio spassionato, una guida moderata. Oggi sono i più violenti capopopolo che la storia d’Italia ricordi. Oggi sono dei rivoluzionari con bandana e fucile. Bocca, Biagi, Montanelli, una volta divisi su tutto, oggi, insieme, rivoluzionari zapatisti, armati fino ai denti.

    In realtà il connotato “zapatista” si riferisce alla “zappa” del contadino, la quale i vecchi saggi farebbero meglio ad usare tra i campi amati d’Italia, come gli antichi consoli romani.

  45. Sergio Cofferati

    E’ un sindacalista da 30 anni. Questo dovrebbe chiudere qualsiasi commento: per trent’anni ha difeso gli interessi di qualcuno contro quelli di qualcun’altro. Non ha fatto altro… Oggi è Mister NO! Diventato, per la sua intransigenza opportunistica, il primo oppositore del governo e della sua maggioranza, aspira alla leadership del centro-sinistra. Ha speso decine di miliardi di vecchie lire, che i lavoratori e tutti i cittadini italiani gli hanno dato, per indire due manifestazioni politiche antigovernative. Grande operazione di marketing personale, i due scioperi generali sono stati la dimostrazione che la vecchia politica ideologica e non costruttiva è ancora viva. Vi sono due cose che lo accomunano a Silvio Berlusconi la prima è il 1994: lui diventa segretario Cgil e Berlusconi scende in politica, la seconda è l’antipatia tutta a parole per il “teatrino della politica”. Sappiamo che scelte farà Sergio Cofferati nei prossimi mesi, ed abbiamo visto quelle che ha fatto nei mesi scorsi: -rifiuto dell’accordo sul patto per l’Italia, quindi, rifiuto dell’aumento delle pensioni minime, rifiuto dell’aumento dell’assegno di disoccupazione, rifiuto dell’aumento dei contributi alle famiglie numerose, rifiuto dell’abbattimento fiscale per le famiglie più bisognose, rifiuto di un’ammodernamento del mercato del lavoro, rifiuto, infine, di una speranza di lavoro per i giovani. In definitiva per i suoi calcoli politici ha rifiutato di portare la sua esperienza nel tentativo di risolvere i problemi concreti che milioni d’italiani hanno.

  46. Tu pensa pure ad Auschwitz… che al tuo ed al nostro portafoglio ci pensano loro!

  47. A egregie cose il forte animo accendono

    l’urne de’ forti… (Ugo Foscolo).

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