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Comunicato stampa del blocco studentesco

29/10/2008 0

Blocco Studentesco: “L’aggressione degli antifascisti ha causato due feriti fra i nostri ragazzi”

“E’ stato il Blocco Studentesco ad essere aggredito dagli antifascisti universitari presenti al sit-in sotto il senato. Due nostri ragazzi sono rimasti feriti.” “Alcune agenzie riportano i fatti in maniera distorta, addossando addirittura la responsabilità al Blocco Studentesco” proseguono “ma abbiamo filmati che pubblicheremo su youtube e su facebook che come al solito dimostreranno una realtà ben precisa: gli scontri e le divisioni fra studenti sono fomentate dagli antifascisti che non accettano che nella protesta studentesca ci sia unità generazionale fra ragazzi di destra e di sinistra.”

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Mobbing e Giustizia

28/10/2008 admin 0

a cura di Lisa Biasci

In assenza di un quadro normativo del legislatore, il mobbing trova sempre più risposte davanti ai giudici: le ultime dalla Corte di Cassazione e dall’Europa

Il mobbing passa sotto la lente dei giudici di Cassazione e ottiene nuovo spazio rispetto all’impostazione iniziale.
La prima novità, clamorosa, consiste in uno slittamento del mobbing da “sindrome depressiva” a mera “lesione dei diritti del lavoratore”. Ciò significa che prima occorreva una diagnosi medica che appurava la sindrome del lavoratore e la responsabilità del datore di lavoro. Ora pare possibile avviare una causa per mobbing allegando –anche da sola- la violazione dei propri diritti senza più considerare l’accertamento medico come unica prova. Ciò potrà rendere esplosivo il fenomeno del mobbing e un contenzioso potenziale in crescita tra lavoratori e datori di lavoro.

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Cossiga confessa: ho fatto uccidere io Giorgiana Masi

24/10/2008 admin 4

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni.
Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il
movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una
decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle
macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso
popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello
delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero
massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non
arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà,
ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li
fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre
ragazzine sì»

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Giovanni Vallesi, l’uomo più truffato in assoluto dalla propria banca

23/10/2008 Antonella Serafini 2

“Magari avessi investito in tango bond argentini!”
Questa frase non la pensa nessuno. Nessuno tranne uno, in Italia. Si chiama Giovanni Vallesi, pescarese. Perchè? Perchè almeno con i bond argentini si perde tutto quello che hai, non anche ciò che non hai.
Un uomo normale, dipendente statale, quindi stipendio sui 1200 euro al mese. La sua rovina è stata essersi fidato di una Banca, che ha fatto “scommesse” con il denaro del suo conto corrente, fino a creare un buco di 3 milioni di euro.
Possibile che l’istituto bancario non si accorga che qualche operazione non va, prima di arrivare a un buco simile? Strano, perchè in tutto questo, oltre al signor Vallesi, chi ci rimette è l’istituto stesso, ben sapendo che un uomo con il suo stipendio non potrà mai coprire un debito tale. Come mai l’istituto non si è tutelato da questi rischi?
Domanda: si può scommettere senza garanzia che si va in rosso? Traduco: posso scommettere 30mila euro se ne ho 1000 sul conto? E se perdo questi 30mila posso continuare a scommettere fino ad arrivare ad un conto in rosso di 3 milioni di euro?
Non deve essere tanto legale se l’operazione è stata commessa su 73 correntisti di cui 72 risarciti. E indovinate di chi si sono dimenticati nella lista degli aventi diritto? In graduatoria nell’ordine del risarcimento il nostro uomo era al posto numero 9, ma è stato saltato a piè pari e hanno pensato a tutti gli altri. Perchè?

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La Catena di San Libero n. 373

22/10/2008 admin 0

Saviani

Anche oggi Marco ha preso il motorino, è uscito di casa e se n’è andato in cerca di notizie. Ha lavorato tutto il giorno e poi le ha mandate in internet a quelli che conosce. Fa anche un giornaletto (Catania Possibile) di cui finalmente anche i lettori hanno potuto vedere un numero (il primo solo i poliziotti incaricati di sequestrarlo in edicola) con relative inchieste. Non ci guadagna una lira e fa questo tipo di cose da una decina d’anni. Ha perso, per farle, la collaborazione all’Ansa, la possibilità di uno stipendio qualunque e persino di una paga precaria come scaricatore: anche qui, difatti, l’hanno licenziato in quanto “giornalista pacifista”. Marco non ha paura (nè della fame sicura nè dei killer eventuali) ed è contento di quel che fa.

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La Catena di San Libero n. 372

22/10/2008 admin 0

“Parla, Santapaola!”, “Zitto tu, Fava!”

“Io, Vincenzo Santapaola, vi dico…”. Uno degli ultimi contenuti de La Sicilia di Catania, sotto forma di lettera, ma senza alcun intervento redazionale, è un vero e proprio editoriale di un boss mafioso. Contemporaneamente, e da oltre un anno, Ciancio vieta ai suoi cronisti di pubblicare dichiarazioni e notizie su Claudio Fava. Un episodio gravissimo, che segna un punto di non-ritorno. E la Magistratura? Ponzio. E l’Ordine dei Giornalisti? Pilato.

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La Catena di San Libero n. 371

22/10/2008 admin 0

4 ottobre 2008
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Minorenni

Gli abitanti di Catania hanno deciso che bisogna lasciare l’immondizia
per le strade, che bisogna tenere la città al buio, che non bisogna
pagare i comunali, che i politici si debbono prendere tutti i soldi
che vogliono e che bisogna vendere il teatro Bellini al Qatar e
Sant’Agata ai giapponesi. L’anno deciso in piena libertà due volte,
prima votando Scapagnini e poi dando l’ottanta per cento dei voti agli
amici suoi.

Poi si sono messi a piangere: “Siamo senza una lira! C’è buio! C’è
puzza! Aiuto, settentrionali!”. E il buon coglione di Bergamo (o di
Torino, o di Pescara, o di Bari: insomma, qualcuno che ci ha i soldi
perché lavora) commosso s’è impietosito, ha messo la mano in tasca e:
“To’, eccoti ‘sti centoquaranta milioni! E bada di non spenderteli
subito come al solito, bricconcello!”.

Che i catanesi, in quanto popolo, siano minorenni, non c’è il minimo
dubbio. Non i politici, proprio i cittadini. Purtroppo, un
quattrocento milioni se l’è beccati pure er Popolo de Roma, cor
centurione in testa. Eppoi, gli americani, che stanno strillando? Lo
senti? “Sono pieno di debiti! Non voglio pagarli io! Chin-chin-chin,
sceicco Hussein, Ivan, non mi lasciate fallire! Datemi una mano!”.
Vabbe’. Consolamoci così.

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La Catena di San Libero n. 370

22/10/2008 admin 0

Prima volta

Per la prima volta in Campania c’è stato un movimento di massa contro la camorra. Non l’hanno fatto i campani, l’hanno fatto i negri. Hanno fatto casino, hanno sfilato, hanno gridato frasi contro i camorristi e i loro complici. Hanno fatto disordine, hanno dato fastidio alle vetrine. E cos’altro potevano fare? La legge non gli concede nessun altro modo di esprimersi. E lo stesso a Milano: i neri, i senzaviso, i pochi bianchi umani e timorati di Dio hanno finalmente trovato il coraggio di scendere nella strada a dire “basta”.

I grandi giornali democratici, che avrebbero avuto un titolo facile facile da sbattere in prima pagina – “La rabbia e l’orgoglio”: se non qui, quando? – hanno preferito titolare sui “disordini al corteo” e roba del genere. I “disordini” consistevano in un paio di biscotti – non molotov, non pezzi di selciato: biscottini – lanciati contro il bar dei linciatori.

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La Catena di San Libero n. 369

22/10/2008 admin 0

Notizie vere, notizie false

Un avviso di garanzia ai sensi dell’articolo 656 del Codice Penale è stato inviato ieri dalla Procura di Catania al direttore del quotidiano locale La Sicilia, Mario Ciancio. La decisione dei magistrati catanesi sarebbe motivata dalla “notizia”, pubblicata con grande evidenza dal quotidiano catanese nel maggio scorso, di un presunto tentativo di rapimento perpetrato da zingari all’uscita di un supermercato.

Nel particolare clima di quel momento – si osserva negli ambienti della Procura etnea – una “notizia” del genere una (per altro priva di ogni riscontro) avrebbe potuto facilmente dar luogo a incidenti anche molto gravi, particolarmente ai danni di elementi della comunità rom; è pertanto da ritenersi largamente violato il disposto dell’art.636 che vieta la “pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l`ordine pubblico”.

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La Catena di San Libero n. 368

22/10/2008 admin 0

Ti delo? (“Che fare?”)

La cosa che dobbiamo fare è ingaggiare Bossi, fargli fare un movimento per l’indipendenza della Sicilia, levare la Sicilia dall’Italia e farla votare per conto suo. Questo sarebbe determinante. In Italia senza i voti dei siciliani non solo non avrebbe vinto Berlusconi le prime volte, ma neanche Andreotti sarebbe mai riuscito a diventare ciò che è diventato (in fondo la prima Repubblica l’ha ammazzata lui). Senza i dc siciliani (400mila negli anni ’60) la Dc sarebbe rimasta un pacifico partito perbene guidato da Fanfani e Moro, Andreotti sarebbe rimasto un notabile laziale e Berlusconi, più avanti, sarebbe finito in galera per reati minori o sarebbe rimasto al massimo una specie di Ricucci con più parlantina. E invece no. Nei momenti decisivi, i siciliani hanno votato in massa per il peggio che si trovava, inguaiando così non soltanto se stessi ma anche tutti gli altri italiani.

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Catena di san Libero n. 367

22/10/2008 admin 0

Ora

Io non credo che Falcone sia un cretino come dice l’autorevole giudice
Carnevale. Mi dispiace sinceramente che l’abbiano ammazzato, e così
per Borsellino, Livatino e gli altri. Io penso che i giudici siano
meglio dei mafiosi e per me l’eroe non è Mangano ma Borsellino. Mi
dispiace che un sacco di esseri umani siano annegati in mare dalle

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catena di san libero n. 366 del 9 giugno 2008

22/10/2008 admin 0

“Rauss! Schnell!”

La polizia è arrivata, ha circondato il campo, ha messo la gente in
fila, ha ritirato i documenti e ha cominciato a fare le perquisizioni.
Fra i messi in fila e i perquisiti c’è anche una medaglia d’oro,
Giorgio Bezzecchi. “Mio nonno è finito ad Auschwitz, col fascismo di
allora. Mio padre è scampato per caso alle retate. Noi siamo qui in

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La Catena di san libero n. 365

22/10/2008 admin 0

Il mio partito

La politica fa, la politica dice… “La politica”, in Italia, oggi è
costituita da circa cinquantamila persone (nomenklatura, Vip,
propagandisti, portaborse, qualche intellettuale) che assommano in se
stessi i poteri, l’etica, il “dibbattito” e la pubblica opinione. La
Seconda Repubblica è stata molto meno repubblicana della prima,

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San Libero n. 364 21 maggio 2008

22/10/2008 admin 0

Nel giorno di Falcone

I siciliani antimafiosi, nel giorno di Falcone, fanno manifestazioni e ricordi, dispiaciuti perché Falcone non c’è più. Sono circa un quarto della popolazione. I siciliani mafiosi, che sono più o meno altrettanti, festeggiano fra di loro e ne hanno buoni motivi: è stato cancellato il principale apporto giuridico di Falcone (l’unitarietà di Cosa Nostra, con tutto ciò che ne consegue), è stato riportato in Cassazione il giudice che dava a Falcone del credino (il giudice Carnevale), è stato trionfalmente eletto un governo che considera eroe, invece di Falcone, un “uomo di panza” che ha eroicamente rispettato l’omertà, il grande Mangano.

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catena di san Libero 14 maggio 363

22/10/2008 admin 0

Dialogo sui notabili

– Ma Schifani è mafioso?
– No, che io sappia.
– E’ un cittadino modello, tale da onorare una carica come – addirittura – la presidenza del Senato?
– No, non direi.
– E perché?
– Perché anni fa fu socio in affari con dei tizio che dopo si scoprì essere mafiosi.
– E questo che vuol dire? Mica era colpa sua, se quelli diventavano mafiosi!