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Palermo, the day after

18/01/2010 Antonella Serafini 1

Il cuore ha vinto ancora. Veder riunirsi dopo 20 anni un gruppo di persone che ha condiviso spazi, lavori, ritmi di lavoro, sudore, sacrificio, è stato emozionante. I giornali che hanno titolato “delusione della squadra per l’assenza di Ultimo”, non ha potuto vedere la gioia invece di ogni membro di Crimor quando finalmente hanno rivissuto un pezzo di storia insieme al loro comandante.

Un cuore solo all’unisono per le 40 persone della squadra, che quando parlano del loro “unico” comandante, si dichiarano disposti a tornare all’istante con lui, se solo ci fosse la possibilità di poter lavorare di nuovo insieme. Quello che non è stato possibile vedere sono stati gli occhi lucidi di tutta la squadra quando si raccontavano fatti di quel periodo magico, in cui si facevano turni di lavoro fino allo stremo delle forze, gli straordinari erano diventati ordinari, e la loro più grande soddisfazione e il loro sforzo lo sentivano ripagato dalle lenzuola appese dai balconi palermitani il giorno dell’arresto di Riina, con la scritta “grazie carabinieri”.

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La scorta a Ultimo è uno status simbol, lo dice un parlamentare

05/01/2010 Antonella Serafini 1

Non pensavo esistesse un simile grado di superficialità in parlamento (preferisco parlare di superficialità perchè l’alternativa è stupidità estrema). Molti sapranno della scorta tolta a Ultimo senza nessuna giustificazione, senza nessun segnale di scampato pericolo. Per far vedere quali sono i pericoli facciamo parlare i rapporti della DIA consegnati alla Procura di Caltanissetta, che forse sono più credibili di un giornalista qualunque.

PROCURA DELLA REPUBBLICA

Presso il Tribunale di CALTANISSETTA

Direzione Distrettuale Antimafia

Documentazione estratta dalla Richiesta per l’applicazioni di Misure Cautelari del 11 novembre 1998, inerente al procedimento contraddistinto con il numero 1902/98 R.G. modo 21, D.D.A.

2) Il progetto di attentato nei confronti del Capitano dei Carabinieri “ULTIMO”. Correlazioni con le dichiarazioni rese da Salvatore CANCEMI e da Gioacchino LA BARBERA: configurabilità del reato di istigazione di cui all’art. 302 c.p. nei confronti di Bernardo PROVENZANO.

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SERGIO DE CAPRIO: La rabbia del numero Ultimo

13/11/2009 Antonella Serafini 0

di ENRICO FEDOCCI (l’articolo che segue è stato pubblicato dal settimanale Panorama)

Carabinieri irrequieti Ha arrestato Riina, ha stanato la Duomo connection. Ma anche disobbedito ai suoi superiori. E l’Arma non l’ha perdonato.

È bastato che si riparlasse delle stragi di mafia (vedere anche l’analisi a pagina 39), che ritornassero alla mente le morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per far scattare Capitano Ultimo. Si è ribellato a chi (con le rivelazioni di Massimo Ciancimino) metteva in dubbio le sentenze e il lavoro di uomini che hanno sacrificato la loro vita per combattere boss e ha detto: «Le ultime dichiarazioni di Ciancimino sull’arresto di Riina sono l’ennesima aggressione di stampo mafioso. Ma la cosa più grave è che ci sia qualcuno all’interno delle istituzioni che legittima questo servo di Riina. Significa che i servi di Riina sono anche all’interno delle istituzioni».

È così Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo: lui non le manda a dire. Lo sanno bene milioni di italiani, perché lo hanno conosciuto con il volto di Raoul Bova in una fiction di successo.

Sul presunto accordo tra Bernardo Provenzano e lo Stato per la cattura del Capo dei Capi, evocato dal figlio di Vito Ciancimino, il colonnello dei carabinieri ha detto la sua, malgrado i suoi superiori l’abbiano “imbavagliato” anche davanti alla diffamazione.

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Ultimo, Ciancimino e noi

07/11/2009 Antonella Serafini 5

Insomma, ciancimino parla, parla, parla, non sta più zitto. Dal 2004, da quando Riina disse dall’aula bunker di Firenze “dovete sentire il figlio di Ciancimino”. E da allora un via vai di papelli finti, promesse ai magistrati e alle procure (che invece di arrestarlo, aspettano che sua maestà “figlio scemo del boss” si decida a parlare e a lasciare i documenti che promette da anni. Noi l’abbiamo chiamato peracottaro, inaffidabile, mafioso, e ci siamo quasi offesi quando ha querelato Ultimo che l’ha chiamato servo di Riina. Beh, noi crediamo (anzi, sappiamo per certo) che questo è l’inizio di un periodo di guerra tra mafia e antimafia, perchè chi fa il mafioso non può pretendere di fare l’antimafioso e il divo in tv. A ognuno il suo ruolo. Già troppe infiltrazioni nelle procure, non abbiamo bisogno di mafiosi bravi che ci riscrivano la storia d’Italia. Stasera sono uscite pesanti dichiarazioni del colonnello De Caprio, che non dovrebbero neanche servire per giustificare le infamie di Ciancimino, ma finchè i giudici non pensano da soli a vedere (rapporti alla mano) come si è arrivati a via Bernini, purtroppo le chiarificazioni di Ultimo sono necessarie. Basterebbe controllare i rapporti di tre mesi di lavoro dei ROS, per vedere passo passo tutta la storia, ma evidentemente è troppa fatica, ed è più comodo ascoltare un pentito sotto processo per riciclaggio e tante altre belle cosine. Anzi, facciamo così, per sicurezza, diamo la scorta al pentito e togliamola a Ultimo, che non sia mai succede qualcosa al mafioso..

Adesso in ordine: le dichiarazioni di Ultimo, la replica di ciancimino, e il commento finale.

Ultimo: Nell’udienza del 2004 nell’aula bunker di Firenze, Riina Salvatore pubblicamente esortò o meglio intimò all’autorità giudiziaria di sentire Massimo Ciancimino. Da quel momento secondo la mia esperienza, ma direi oggettivamente, Ciancimino ha assunto un ruolo strategico nell’interesse di cosa nostra,

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Ancora fango

04/05/2007 admin 7

Ancora fango sul Capitano Ultimo. Sta uscendo un film su Totò Riina, costato 15 milioni di euro. Un film basato su un libro di uno degli accusatori del capitano Ultimo, Attilio Bolzoni (ricordate? quello che non ricordava niente davanti al giudice? Lui! Evidentemente gli è tornata la memoria). Se davanti al giudice non parlava per tutelare le fonti, adesso parla tramite una fiction, che ri-insinua il dubbio su come andarono le cose. Ovviamente non hanno messo il dubbio ricorrendo in appello davanti a un tribunale (perchè si rischiava forse di riperdere la memoria). Il processo ora diventa mediatico (come da copione. Leggi I 4 processi del Capitano Ultimo )

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Tecniche di disinformazione. Come sgretolare il falso

11/10/2006 Antonella Serafini 46

Dopo la censura di Santoro all’avvocato di Ultimo (non a Ultimo, pero’ in tv fa piu’ effetto dire che chiama Ultimo in persona) nella puntata/processo che parlava di antimafia, ho pubblicato l’articolo “Santoro e Betulla pari sono”, che ha scaturito non poche polemiche sul forum di travaglio, frequantato da persone che stimano e ammirano Travaglio in quanto l’unico che sa parlare di verita’. Messo a conoscenza dell’articolo di censurati, Travaglio ha messo in prima pagina un articolo corredato da dichiarazioni mendaci che di seguito abbiamo sgretolato come un castello di carte. Operazione fin troppo facile per chi la sentenza se l’e’ vista tutta, e letti e sentiti TUTTI gli interrogatori ad ogni singolo testimone del processo. Tutti i dubbi che dicono esserci ancora, sono spiegati punto per punto, ma esiste chi non sa o non vuole leggere. A questo punto consigliamo un programma tipo “La pupa e il secchione”, non Annozero. Sono decisamente piu’ appropriati. Tralasciamo le frasi sprezzanti dette su chi gestisce questo sito dette all’interno di quel forum, adesso con la dovuta calma, ma senza il trono di Annozero, senza risatine sarcastiche e senza il tono saccente, cerchiamo di dare tutte le risposte che pare aleggino ancora nell’aria.
Il grassetto saranno i commenti miei, i caratteri normali sono le parole di Marco Travaglio.

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Santoro e Betulla pari sono

06/10/2006 admin 53

Mai avrei pensato in passato di dover scrivere che Santoro e Betulla pari sono.

L’argomento del programma di Santoro ieri e’ stato “la mafia”. Cosi’, tanto per far finta di parlare di qualcosa di serio. Non hanno detto che un giornalista antimafioso in sicilia che si e’ visto recapitare a casa un manifesto mortuario con il nome in bianco, non hanno parlato dell’altro collega carlo ruta che sta rischiando 8 mesi di carcere per aver detto verita’ scomode sulle mazzette tra banche e procure ecc ecc. No, hanno parlato del covo di Riina.

Un argomento attualissimo, quindi, che ha solo 13 anni, su cui e’ stato fatto un processo al capitano ultimo, assolto per non aver commesso reato.

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I 4 processi del Capitano Ultimo

20/02/2006 Antonella Serafini 20

Il giallo che non e’ mai stato un giallo, una storia che nessuno ha voluto ascoltare, un epilogo pressoche’ scontato, che vede il Capitano Ultimo l’unica persona processata quattro volte per aver svolto il proprio lavoro nonostante abbiano fatto di tutto per impedirglielo.

Il primo processo: dall’arma dei carabinieri

Ultimo ha subìto il suo primo processo dalla sua famiglia, l’arma dei Carabinieri che ha servito con la massima professionalita’, lealta’ e a rischio della propria vita.

Subito dopo l’arresto di Riina il suo gruppo fu sciolto e furono abbassate le sue note caratteristiche da persona “eccellente” a “superiore alla media“. Dopo una serie di richieste che Ultimo fatte all’arma per poter lavorare con il massimo rendimento, vedendo che l’unica cosa che otteneva era precariata’ e mancanza di strutture e di personale, il “capitano” chiede un trasferimento ad un altro reparto. In risposta ad Ultimo, un comunicato all’ansa dell’ex comandante del Ros Sabato Palazzo, replica di aver dato la massima disponibilita’ a Sergio De Caprio. Il nome di Ultimo fino ad allora era sconosciuto per ovvi motivi di sicurezza.

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ultimo

29/09/2005 Antonella Serafini 3

non dobbiamo,
non possiamo allontanarci dalla poverta’,
dall’assoluta semplicita’ che da sempre sono la nostra forza piu’ grande,
la nostra sfida piu’ grande alla leziosita’, alla rituale opulenta
apparenza che fa marcire i fiori piu’ belli,
alla raffinata complessita’ che alimenta le sovrastrutture che calpestano sogni e valori.
La lotta ci deve unire,
contrapporre l’esempio, l’azione alla celebrazione, e’ il nostro reato piu’ grave.
Lasciamo i salotti ai cortigiani,
lasciamo l’ambigua raffinatezza ai sofisti
lasciamo l’inganno a chi si logora nel potere per il potere
qualunque esso sia.