La pace nel mondo vista da un cameriere extra
Cernobbio – Villa d’Este (centro congressi e hotel 5 stelle lusso, conosciuto in tutto il mondo)
Ven.7/9: Un collega va a lavorare e quando torna non ritrova la sua macchina. L’aveva lasciata nel posto sbagliato. Rimorchiata. Multa. Per sua sfortuna l’aveva parcheggiata accanto il luogo di un vertice internazionale.
Sab.8/9: Andiamo a fare i camerieri extra a V. d’E. per un’iniziativa finanziata dal gruppo Ambrosetti. Appena arrivati sul incrocio di Cernobbio notiamo un posto di blocco di due pattuglie, un’ accoppiata finanza/vigili. Cercando parcheggio, ci rendiamo conto che sono tutti occupati da stazioni mobili di polizia e carabinieri oppure da limousine nere con vetri oscurati.
Lungo tutto il viale, che porta al ingresso del hotel passando dal centro della piccolissima cittadina di Cernobbio, ci accoglie un’esposizione di agenti in tutte le uniformi (da quella festosa da cerimonia con stelline e ghirlande a quelle meno fantasiose in giacca e cravatta a quelle standard bicolori unisex….) nei bar, sul lago -in barca, nelle edicole, per strada, fermi in mezzo alla strada, nelle piazze, veramente ovunque.
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E stato per me incredibile l’arrivo davanti al cancello del luogo di lavoro. (Io ero convinto che ci avrebbero entro breve arrestati o dato un sacco di mazzate, mi ricordava il tentativo di violare una zona rossa, violazione in questo caso assolutamente fisica e non simbolica.)
Al cancello ci aspetta un blocco stradale con vari mezzi e numerosi omini armati. Lungo tutto il viale alberato che porta al supervillone centrale del hotel e centro congressi, gruppi nullafacenti di 5-6 (nullafacenti) uniformati ogni dieci, venti metri. Oltre a loro decine e decine di esseri con sembianze umane microfonati in tutti i loro buchi, antenne paraboliche di varie misure e persone con occhiali da sole scuri. Infilati davanti (e dentro) ogni fessura del megaedificio polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigilanza privata, guardie del corpo, servizi segreti, digos, ucigos, letteralmente dappertutto. All’entrata della mensa dei dipendenti due sbirri e della strana gente sul tetto, che non sembrano turisti neanche loro, sorvegliano la situazione con ricetrasmittenti. Idem entrando in cucina dove erano raccolti una serie di distintivi con attaccate delle persone – per non parlare della sala e del terrazzone sul lago dove poi si sarebbe svolta la nutrizione dei personaggi illustri, clienti di quel meeting.
Giornalisti e caporedattori (RAI, mediaset, ansa, herald tribune, cbs, la7, le monde, el pais, ecc.) stressatissimi per la paura di non essere fra i primi a pubblicare le cosÏ attese notizie. Dozzine di cuochi svolazzanti in giro per ogni cm della cucina concentrati sulla preparazione minuziosa delle specialit‡ che sarebbero uscite dalla cucina. Per menzionare solo uno dei antipasti: Scampi e Capesante su Insalatina Novella all’Olio e Aceto Balsamico. Fiorai avevano preparato fantasiose creazioni floreali, qualcuno scolpito delle impressionanti statue di ghiaccio esposte in una delle sale del banchetto e un numero indefinibile di vari tecnici avevano allestito circuiti video, ricetrasmittenti con traduzioni simultanee delle discussioni, impianto audio, schermi video, ecc…. Camerieri, maitre e somelier in livrea con papillon, giacche bianche, nere, grigie, rosse, blu e bottoni d’oro, per ore avevano preparato la ‘mise en place’ per il banchetto.
Poco prima dell’inizio del banchetto un generale pluridecorato da due stelle dei carabinieri ha voluto incoraggiare me e un mio amico dicendoci: “Pronti per la battaglia, ragazzi?” La nostra risposta silenziosa lo indusse ad insistere per ottenere la nostra idiolatria con “Sciabola sguainata, eh!?”. Noi scoppiamo a ridere, per non piangere, e ce ne andammo in cucina a lavorare.
Mentre apparecchiavo vidi un ammasso di lardo, che si scopri fosse una persona di nome Giuliano Ferrara, e due enormi labbra siliconate che erano seguite dal resto di Lilli Gruber (che fra le altre cose È bassa, cosa che non si vede tanto in TV). Il giorno prima, mi raccontarono alcuni camerieri fissi, avevano cenato lÏ fra gli altri Gianni Agnelli (cammina con il bastone, ed Ë apparentemente piu agiato della Gruber) e il sempre pi? popolare Faustino Bertinotti.
Anche in quella giornata apparvero esponenti di alta finanza, politica, del judaismo e del vaticano da varie parti del mondo superindustrializzato uniti dal essere ricchi sfondati, dalla sete di potere e dal modo di vestirsi. Notevole il numero di puttane amatoriali di alta classe, portaborse e leccaculo presenti.
Molti ospiti arrivarono in elicottero, tra cui Berlusconi. Vera stella della giornata comunque fu un anziano che arrivÚ quasi correndo inseguito e circondato da un gruppo di facinorosi non tutti vestiti di nero. I facinorosi erano agitatissimi uomini-telecamera o -microfono e guardie del corpo. Il vecchio (come l’ho sentito essere chiamato da un agente della security e da un industriale presubilmente israeliano entrambi con un losco sorriso, che sembravano convinti che fosse un vecchio rimbambito) era Shimon Peres, che del resto sembrava sentirsi molto a suo agio per tutte le attenzioni da lui ricevute.
Era li per lavorare sul processo di pace nel medio oriente.
Durante la giornata, ho sentito parlare sopratutto francese, italiano, tedesco, americano e jiddish e un poí di giapponese ma sopratutto di business e potere. Dagli spezzoni di discorsi sentiti durante il pranzo ai tavoli del mio ‘rango’, mi era apparso che fossero stati spostati un infinit‡ di risorse e miliardi da una parte all’altra del tavolo durante pranzo e cena.
I contenuti delle sedute di discussioni (o monologhi, ma non ho fonti sicure) riguardanti la pace alle quali partecipÚ il ministro israeliano ovviamente erano top-secret , le porte erano chiuse perfino ai giornalisti.
Ho visto pochi arabi in giro quel giorno (sembrava che comunque fossero stati presenti all’interno delle sale sigillate), ma poco importa, perchÈ la sera c’era da festeggiare, ed il gala della pace da cinque stelle lusso si concluse con fiumi di vino e un’impressionante fuoco d’artificio, con tante strisce luminose ed esplosioni nella notte.
Rimane da menzionare, che in tutto questo non ci hanno mai chiesto un documento e non hanno mai cercato di identificarci. (A Varese ogni tanto mi succede quando vado a bere l’aperitivo…)
L’unica volta che sembravano volerci controllare era al cancello d’ingresso con uno sguardo minaccioso (collettivo) da persone veramente importanti e potenti. Dopo che li dicemmo “siamo camerieri”, continuammo senza ulteriori passaggi per la nostra via verso la mensa dei dipendenti.
Avevamo violato la zona rossa, e adesso?
Avrei potuto introdurre armi da fuoco, esplosivi, uova marce o volantini nonostante le incredibili misure di sicurezza anti terrorismo.
Sconcertante.
Bo…!?
Considerando il fatto che stavo lavorando in regola mi rendevo conto che li aiutavo a continuare di svolgere quei sontuosi incontri del mondo VIP sulle sorti del mondo reale di tutti quelli non invitati alla festa. E stato molto significativo osservare la classe lavoratrice (i camerieri in particolare modo) che leccavano il culo ai leader, e si contendevano i tavoli dei pi? importanti, per poi andare in cucina a litigare per mangiarsi i resti delle leccornie servite in sala. Non ho avuto l’impressione che si rendessero conto della simbolicit‡ della situazione.
E stata per me la prima volta di vedere personalmente le dinamiche interne in un summit ed i comportamenti della gente della classe del potere massimo. Devo dire che mi ha fatto assai schifo vederli decidere le sorti degli altri, con i loro falsi sorrisi, le facce abbronzantissime accompagnati da donne ristrutturate con abiti da sera da parecchi milioni. Rolex d’oro, guardie del corpo, limousine del costo di una casa e un modo di porsi di un’incredibile arroganza e superficialit‡ sottolineate dal loro linguaggio corporeo. Mai ho visto cosÏ da vicino la vera struttura del potere, nella quale i politici sono solamente delle pedine o al massimo dei bigotti doppiogiochisti.