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Lo Stato dimentica, la mafia no

31/03/2008 admin 0

L’imprenditore calabrese Giuseppe (Pino) Masciari, Testimone di Giustizia ha lasciato la località protetta senza scorta per recarsi in Calabria come forma estrema di protesta in attesa della risposta delle istituzioni e contemporaneamente chiede per la famiglia asilo politico o adozione ad altro Stato.

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Aggiornamento su Arciere

27/03/2008 admin 4

Abbiamo creato una Petizione perchè stare vicini a un combattente a vittoria finita è da codardi. Un esercito di straccioni e di sognatori, non si piega con queste intimidazioni di palazzo.
Firma la petizione anche tu

petizione

estratto dell’ordinanza
“…per Ravera ci si trova di fronte a un’unica spericolata manovra compiuta una volta saggiato il terreno dal quale poteva scaturire un’operazione che AVREBBE POTUTO FRUTTARE UN RICONOSCIMENTO RILEVANTE IN TERMINI DI IMMAGINE E DI CARRIERA“.

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Il palazzo punisce il combattente – Parte seconda

26/03/2008 admin 3

Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Tempo fa, si parlava dell’impossibile cattura del boss di Cosa Nostra. Latitante per decenni, fu affidata alla squadra di Ultimo la sua cattura.

Dopo tre mesi di estenuante lavoro e di sacrifici, l’impresa riusci’. In tanti sono stati a sollevare dubbi su Ultimo, ma nessuno ha sollevato dubbi su chi per decine di anni, non ha neanche tentato la ricerca del pericoloso latitante. Questo, si sa, e’ lo Stato che premia “chi non fa”, e punisce “chi fa” il proprio dovere.

A distanza di 15 anni il fatto si ripete. Avviene un furto dall’entita’ colossale. Nessuno trova la refurtiva. Ci riesce un semplice maresciallo, che trova anche qualcosa in piu’ di quello che era stato trafugato. Medaglia al valore? Negativo! Una meritata punizione. Arrestato perche’ AVREBBE POTUTO con questa operazione avere un riconoscimento in termini di carriera. Nessuno ha voluto ascoltare le dichiarazioni del maresciallo, che non aspettava altro che essere ascoltato da un pm. Si e’ preferito passare direttamente al rinvio a giudizio. Così come è avvenuto per UItimo, adesso e’ il suo turno. In tanti ci chiediamo come mai in privato non e’ stato possibile spiegare come sono andate le cose (anche perche’ nulla e’ stato fatto senza il consenso della Procura).

Ci chiediamo se sia di utilità a Cosa Nostra, piu’ che a un tribunale italiano, sapere il modus operandi di questi uomini, che uno per uno sono stati puniti, umiliati, processati. Se dubbi vi sono stati, sarebbe bastato ricevere il maresciallo Ravera (nome ormai pubblico) e ascoltare le sue spiegazioni, piu’ che rendere note le tecniche investigative.

Pensiamo che questa operazione voglia essere un deterrente verso le persone che combattono contro la criminalità organizzata.

La chiarezza e la trasparenza ci sarebbero state comunque, senza portare in tribunale e di dominio “pubblico a TUTTI” le tecniche investigative usate, oltre che le generalita’ di chi ha combattuto Cosa Nostra in modo serio e non per apparire in talk show, ma per dovere morale.

Chiediamo che al più presto venga fatta luce sull’accaduto, con la certezza assoluta della totale estraneita’ dei fatti di cui è accusato “Arciere”, ma chiediamo anche che si cominci a indagare su chi sta facendo un favore a Cosa Nostra con queste operazioni punitive, atte solo a mettere un mirino intorno alle persone che hanno contribuito alla cattura di Riina.

Distinti saluti

Gruppo Capitano Ultimo

aderiscono all’appello

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CAROVANA PER LA SICUREZZA SUL LAVORO CONTRO LA PRECARIETA’

16/03/2008 admin 0

A Roma il 15 marzo alle 15.00 è cominciata la Carovana per la sicurezza sul lavoro contro la precarietà, un’iniziativa che attraverserà le città d’Italia colpite da incidenti sul lavoro e malattie professionali. Arrivo puntuale all’appuntamento: Piazzale 4 venti, la manifestazione è all’aperto. Da subito respiro l’aria della contestazione di persone che chiedono il rispetto di diritti violati. L’affluenza è ancora timida.

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Votiamo perchè?

05/03/2008 admin 0

Decrescita. Parola chiave per definire oggi la situazione all’interno dei partiti in Italia. Però c’è una netta sproporzione fra gli iscritti ai medesimi (circa due milioni) e gli elettori che si recano alle urne (quasi undici milioni nel 2006). Il contatto più diretto per i cittadini con la classe politica dovrebbe essere quello locale, nei comuni. L’anno scorso in molte città ci sono state le amministrative e non importa in quale, ma ecco alcune motivazione che hanno determinato la scelta del voto.

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Lettera aperta di Paolo Barnard, giornalista e co-fondatore di Report

01/03/2008 admin 4

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell’informazione di cui non si parla mai. E’ la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell’appoggio dell’indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l’opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti ‘fuori dal coro’.