Nessuna immagine

il morbo Telecom

30/03/2002 16

Sotto le feste metto solo un po’ di satira.. Anche se economico-politica ricordate che è solo satira, non vi ci accanite troppo.

Di Alex Garzi

Nessuna immagine

NETCHARTA: Tecnologia open source per i diritti del lavoro in Rete

29/03/2002 0

… una carta dei diritti che tutela le diverse forme del lavoro in Rete: dai dipendenti ai collaboratori, passando per le svariate forme di contratto che popolano il settore. Un punto di riferimento per vertenze locali e piattaforme collettive… un metodo: un documento collettivo aperto, in continua evoluzione, grazie al modello open-source, che permette a chiunque di cooperare…
il seguito su

Onnivora

Nessuna immagine

Siate pi? obbiettivi

28/03/2002 0

A dire la verit‡ non mi piace parlare di politica perchË spesso finisco per litigare con chi non la pensa come me (sempre civilmente), ma mi sembra effettivamente che nei vostri testi siate poco, anzi, per niente, obbiettivi. Scrivete ciÚ che volete, e non ciÚ che Ë.
Io sono lontano dall’ idea che Berlusconi sia uno stinco di santo, ma se disapprovo alcune scelte dell’ attuale governo (come ad esempio quello sui ticket sanitari o sui manicomi), non farei di Berlisconi e della “Banda bassotti” (come li chiamate nell’articolo che tratta degli atti del governo fino ad oggi) un manipolo di scagnozzi agli ordini del Berlusca che insegua solo i sui interessi. E poi vorrei trattare in particolare pochi argomenti che ritengo essenziali per motivi di spazio e tempo:
1) Non mi potete dire che l’attentato dell’ 11 sett non Ë un atto di guerra… e poi Bin Laden non Ë solo un sospettato! La guerra contro l’ Afghanistan ha avuto complessivamente pi? morti americani che talebani, e il fatto che l’ Italia abbia mandato un po’ di navi e di marinai senza truppe (come dite voi) non e’ stato un atto stupido che ha fatto fare la figura all’ Italia di chi prima si schiera con Bush e poi si tira indietro! Tutt’ altro, Ë stata una mossa politica molto sensata ed intelligente…se non ricordate un certo Cavour fece lo stesso in Crimea e tutti ne esaltano la brillantezza politica economica e militare. E infatti finalmente in Europa e nel mondo l’ Italia conta di nuovo qualcosa!
Inoltre se Berlusconi fa tutto per i suoi interessi, come fa Cofferati (che non Ë neanche un politico, anche se aspira a farlo) a presentarsi ai suoi convegni in Maserati? Forse quella serve al bene dei lavoratori?
Vi ringrazio sentitamente se farete comparire anche questo mio breve pensiero fra i vostri. Democrazia e’ anche questo….
Vi saluto e concludo dicendo che anch’io so che Berlusconi non ha tutte le soluzioni x tutto, ma per ora lasciamoli lavorare e fra qualche anno si vedr‡. by UN LAVORATORE

Nessuna immagine

Biagi e Cofferati

25/03/2002 103

Accuse di colpevolezza di cose che non saranno chiare neanche tra 30 anni. I responsabili della morte… tutte cose di cui non sapremo mai niente. Valerio Lo Monaco fa notare le accuse di Cofferati alla sinistra, un altro lettore di Censurati, fa notare quelle di Berlusconi. Mettiamole a confronto:

di Valerio Lo Monaco

Nessuna immagine

Lettera ai Ragazzi

24/03/2002 0

Premettendo che mal sopporto le categorizzazioni del tipo: ìle donneî, ìgli extracomunitariî, ìi gayî, ìle persone di coloreîÖ e cosÏ via. Semplificazioni superficiali e riduttive che fanno di tutta líerba un fascio e trasformano le persone appartenenti a gruppi omologhi, in minoranze ghettizzate.
CiÚ vale soprattutto per ìi giovaniî, anche perchÈ si tratta di una condizione assolutamente individuale, in continuo mutamento e per questo impossibile da omologare e categorizzare.
Eí infatti proprio a loro, ai ragazzi di ogni et‡ che conosco e non conosco, a cui mi vorrei rivolgere con una esortazione: non fatevi affascinare dalle soluzioni violente. La violenza non Ë mai la soluzione di un problema, Ë invece la faccia peggiore di tutti i problemi.
Il sintomo di una patologia dalla quale dovremmo imparare a curarci con tutto líamore che siamo capaci di produrre.

Cari ragazzi;

subito dopo líassassinio di Marco Biagi, gi‡ triste di per se, come lo Ë sempre la perdita di un essere umano, ho avuto occasione di rabbrividire ascoltando alcuni studenti e studentesse a bordo di un autobus che ci portava tutti a casa dopo una giornata di lavoro, ognuno di ritorno dalla sua fabbrica.
Un gruppo di ragazzi come voi, come i miei figli, come i figli della maggior parte di noi. Ragazzi del liceo o deglíistituti tecnici, ragazzi belli, sani, robusti, intelligenti, pieni di vita e di speranze ma anche di confusioni, di paure e di aggressivit‡ pi? o meno represse.
Una fanciulla ricciolina e con un allegro sexy pearcing sulla lingua: ìQuel Biagi lÏ se lo meritava; il solito servo del GovernoÖî Un marcantonio ìpettinatoî da Rasta risponde con atteggiamento tra il bovino e il nikilista: ìma chi se ne frega; tanto sono tutti uguali e fanno tutto quello che vogliono. Io non ci sto pi? dentroÖî
BrrrÖche gelo mi Ë passato per le ossa. Capisco che si possa e forse si debba essere arrabbiati o, per inverso cinici e distaccati; lo capisco, ma non lo posso accettare in questi termini.
Eí vero; il mondo in cui viviamo ci fa vergognare di esserne abitanti. Un mondo nel quale un canadese usa 350 litri di acqua al giorno e un bambino africano muore di siccit‡ deve far incazzare. Un sistema nel quale i patrimoni dei tre uomini pi? ricchi del mondo corrispondono al prodotto interno lordo dei 48 paesi pi? poveri della terra, deve far incazzare. Un modello che ammazza per fame tre quarti dellíumanit‡ e ne ammala il restante quarto per ipernutrizione, farebbe ridere se non facesse troppo schifo. E per questo deve far incazzare. Ma soprattutto deve far reagire.

Ecco perchÈ dobbiamo lottare e fare fronte comune. Impegnarci a fondo, gradino dopo gradino per far raccogliere il fiore dellíequit‡ e della giustizia sociale a coloro che verranno dopo di noi. Altri ragazzi che lo raccoglieranno e lo risemineranno ancoraÖe ancoraÖe ancora. Senza fermarsi mai. Con caparbiet‡ e durezza ma evitando accuratamente le provocazioni e la violenza. Non solo perchÈ essa Ë moralmente ed eticamente esecrabile, ma soprattutto perchÈ inutile e dannosa. Una vera e propria carta in pi? che regaliamo a chi vuole mantenere il pi? a lungo possibile il proprio stato dominante. Altro che Imperialismo o impero, altro che globalizzazione e contro-globalizzazione; qui si tratta dei sempre meno contro i sempre pi? ed Ë una battaglia che si puÚ vincere solo con gli stessi strumenti dellíavversario e scendendo sul suo proprio campo: IL CONTRO CONSUMO E IL CONTROMERCATO.

Eí FINITO IL TEMPO DELLE AZIONI DIMOSTRATIVE
Non basta pi? indignarsi, mettersi contro, parlarne, fare girotondi e marce della pace. Eí venuto il tempo di agire e per piegare il ferro non serve una fortissima martellata ogni tanto, ma milioni e milioni di piccoli colpi che lo scioglieranno come il grasso di maiale al sole. Per questo la globalizzazione selvaggia deve essere combattuta con le sue stesse armi. La globalizzazione dei pochi ricchissimi che controllano tutto sulla pelle dei troppi poverissimi deprivati persino del diritto alla dignit‡. Una globalizzazione che deve essere combattuta e nel contempo cavalcata come strumento di lotta. La globalizzazione dei diritti per informare, coinvolgere, convincere e motivare i pi? ad unirsi per far vacillare e cadere i meno che governano quel gigante dai piedi díargilla che si chiama capitalismo. Un gigante che si puÚ vincere senza colpo ferire.

Parliamone se volete e scopriremo insieme che con qualche sacrificio e molta autodisciplina si puÚ far perdere líequilibrio a Golia senza neppure toccarlo con un dito. Baster‡ semplicemente smettere di finanziare i suoi giochetti di Societ‡ e fargli capire che senza pi? pesci da pescare persino il pescatore pi? ingordo dovr‡ contentarsi dellíinsalata.

Buona crescita a tutti
e a risentirci presto. Mario Morales

Nessuna immagine

Non vi Ë legge per i carabinieri

23/03/2002 0

Anche questa volta era prevedibile!!!!
In un “istituto di formazione”, come loro lo chiamano, i carabinieri non sono trattati come persone, ma come esseri viventi, forse animali.
Qualche esempio:
*Non Ë possibile per “l’allievo” parcheggiare il proprio automezzo (e stiamo parlando di un ciclomotore) all’interno di una caserma, spazio riservato solo agli ufficiali e marescialli….
*Tutti gli allievi devono correre all’interno della struttura militare, ovviamente messaggio non valido per coloro che sono effettivi a questa struttura…
*Si chiede lealt‡ e rispetto da chi frequenta questi corsi, ma non credo che venga trasmessa, come mai all’interno non Ë presente il numero verde contro i casi di nonnismo????

In futuro, libert‡ e “permessi” permettendo si avr‡ il seguito….

Nessuna immagine

Diritti di non tutti i lavoratori

20/03/2002 120

Il Globo, a Roma, e’ uno dei quei quotidiani-trash che si danno gratis nelle stazioni. Lo distribuiscono dei giovani immigrati pagati una miseria (qualche migliaio di lire a testa) e anzi, nel caso del Globo, non pagati per niente: si presentano al giornale per chiedere quando potranno essere pagati e il padrone prima s’incazza e poi chiama la polizia.

Nessuna immagine

Una orribile strage di religione

17/03/2002 0

Non sapevo a chi dirlo, no l’ho sentito in televisione.. vi sembra una notizia da far passare inosservata? 15 ragazze sono morte in un incendio in arabia saudita venerdi’. Le hanno lasciate morire chiudendole dentro.. non erano adeguatamente vestite per uscire dal palazzo in fiamme.

Nessuna immagine

Sfigati e pirati

17/03/2002 61

di Sefano Maero Fratelliditalia
Italiani all’estero quelli che non votano.

Nessuna immagine

abbasso la censura

15/03/2002 0

cos’Ë volgare? chi Ë immorale? a chi o a cosa la domanda deve essere posta? chi ha l’onniscenza per definire la decenza? chi decide quello che puÚ corrompere una coscenza? in quali casi, bisogna censurare, su quali basi, si opera per evitare che arrivi qualcosa all’orecchio della gente, qualcosa che offende, qualcosa d’indecente!
Cos’Ë la parolaccia, cos’Ë il buongusto, cosa provoca l’offesa, qual’Ë il linguaggio giusto? No! Nessuno puÚ rispondere lo so, nessuno fa le veci dei principi che io ho! Mi riferisco, anche a quelli sbirri incravattati che mi chiamano scurrile indignati, dal mio parlare chiaro, dal mio dire le cose come stanno, e che di tutto fanno per zittirci, incapaci di capirci, Ë un problema irrisolto, si chiedono ancora cos’Ë andato storto, difensori del fiato corto, di un perbenismo morto, solamente inquisitori, chi ha ragione o torto? chiaro, forte e chiaro mi esprimo, se per me sei stronzo, stronzo ti dico! Rifiuta i mezzi termini, combatti chi ti oscura, grida la tua rabbia e fotti la censura!
io ti dÚ la mia opinione, niente di pi?! Non sono un esempio di virt?, e di virt? non parlo tanto, canto, solo la mia vita, e questo Ë quanto.

Nessuna immagine

Appello Internazionale

15/03/2002 0

Un donna viene sotterrata fino al seno e lapidata.
Non importa se sia rimasta incinta dopo essere stata stuprata.
Un’altra viene frustata a sangue perchÈ Ë uscita di casa
senza portare un velo che per legge la deve ricoprire.
A un uomo vengono mozzate le mani perchÈ ha rubato per fame.
Tutto questo, in nome di una legge sancita dai codici e considerata
cosa giusta in quanto supposta emanazione divina.

In molti, troppi Paesi vige questa barbarie.
Molti, troppi vogliono far passare per cultura e tradizione
quello che semplicemente Ë crimine.

———————–

Appello internazionale

Prendendo spunto da questo 8 marzo 2002

Ricordando che il caso di Safya Husseini Tungar-Tudu
(la ragazza nigeriana condannata alla lapidazione per rapporti
extra-matrimoniali, in quanto violentata)
non Ë affatto un caso singolo

Ricordando che la violenza sulle donne e sui diversi
nei Paesi in cui vige la cosiddetta “legge islamica”
Ë sancita dai codici e considerata cosa giusta

Lanciamo questo appello internazionale,
affinchÈ l’applicazione della cosiddetta “legge islamica”
venga riconosciuta ufficialmente come
VIOLAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA E CRIMINE CONTRO
L’UMANITA’.

AffinchÈ le nostre figlie e i nostri figli possano vivere in un mondo
migliore.

Per favore copia questa e-mail in un nuovo messaggio,
firma in fondo alla lista e spediscila a chiunque tu abbia nella tua
rubrica.
Grazie!

Dichiarazione:
Nel firmare questa petizione noi conveniamo che negli Stati in cui vige la
cosiddetta “legge islamica” vengano apertamente violati per legge i diritti
fondamentali dell’essere umano, la condizione delle donne e di tutti gli
individui “diversi” sia assolutamente inaccettabile, pertanto urge un’azione
da parte delle Nazioni Unite, affinchÈ l’applicazione della cosiddetta
“legge islamica” venga riconosciuta ufficialmente come VIOLAZIONE DEI
DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA E CRIMINE CONTRO L’UMANITA’.

1.

2.

3.

4.

5.

Se il tuo nome Ë al numero 100 o multipli (200, 300, 400 ecc.) invia una
copia della presente anche ai seguenti indirizzi:
infoline9@libero.it
info@amnesty.it
e.bonino@agora.it

Chiunque sia in grado di comunicare il presente appello a personalit‡ della
cultura, della politica o dello spettacolo che siano favorevoli ad apporvi
la propria firma, lo faccia.
Chiunque sia in grado di tradurre il presente appello in altre lingue lo
faccia senza perdere tempo.
Grazie

Nessuna immagine

No alla Bossi-Fini

13/03/2002 0

La nuova proposta di legge sull’immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini che andrebbe a sostituire la Turco-Napolitano correntemente in vigore, introdurr‡ misure molto pi? restrittive e – secondo alcuni – ingiuste ed incostituzionali. Se anche secondo voi questa proposta non deve diventare una legge, potete far sentire la vostra voce inviando la lettera qui allegata oppure – se siete pigri – inviare direttamente una mail tramite il sito dei promotori.

Alla cortese attenzione
del Presidente del Consiglio

Silvio Berlusconi

Nessuna immagine

la chiesa sul preservativo o il preservativo sulla chiesa?/parte prima

12/03/2002 0

Sappiamo cosa predica la Chiesa Cattolica sul sesso e in particolare sulla sessualit‡ esercitata tra uomini e donne del medesimo orientamento sessuale, ma per questa madre e maestra il duemila ha segnato un punto di non ritorno, una svolta alla quale si Ë certamente trovata impreparata.
La vasta mobilitazione che si Ë realizzata attorno al problema del Gay Pride a Roma nellíanno del giubileo ha coinvolto persone gay e non, realt‡ italiane e straniere, ha toccato in profondit‡ moltissimi aspetti della nostra vita individuale e sociale ma soprattutto, ed Ë quello che ha noi interessa, ha messo in luce alcune realt‡ oscure allíinterno della chiesa stessa.
Tra le sue numerose verit‡ nascoste, si trovano preti ammalati díAIDS, suore molestate da preti e indotte ad abortire dagli stessi, preti gay in totale crisi esistenziale, ecclesiastici coinvolti sordide vicende di pedofilia. Situazioni umane di sofferenza che pochi conoscono ma che sono il risultato della contraddittoria morale sessuale cattolica e dellíipocrisia di facciata o tradizionale ìprudenzaî della Santa Sede che non nega i fatti perchÈ non puÚ, ma, ripete la prassi del ìsedareî, del ìsopireî. Sono avvolti nel mistero, nessuno ne parla, nessuno ne scrive.
Solo la polemica sul Gay Pride del 2000 Ë riuscita a far emergere il problema e, ormai, a quasi due anni di distanza cíË líesigenza di ricordare e riproporre una riflessione seria sul fatto che questi insegnamenti e le azioni che ne derivano hanno tragiche conseguenze nella vita di milioni di persone in tutto il mondo, cattolici e non.

Ma rinfreschiamoci le idee.

Il Magistero della Chiesa dichiara líorientamento omosessuale ìoggettivamente disordinatoî e i rapporti intimi tra le persone dello stesso sesso ìintrinsecamente cattiviî. Recentemente il Vaticano ha dichiarato le unioni omosessuali una ìdeplorevole distorsioneî e líadozione da parte di genitori gay ìun grave pericoloî. I documenti papali sostengono che alle lesbiche e ai gay dovrebbe essere rifiutato il diritto di adottare, condividere líesercizio della patria potest‡, allenare, essere ordinati o prestare servizio militare. I preti che difendono i loro parrocchiani gay sono ridotti al silenzio e persino allontanati dal loro ministero.
Se affrontiamo poi un problema come líAids, la Chiesa si manifesta, con la ferma condanna contro líuso del preservativo, un vero e proprio attentato alla salute pubblica. Líimpossibilit‡, in questo mondo complesso, di sostenere ancora i metodi cosiddetti naturali ha portato la Chiesa pi? radicale ad equiparare la contraccezione allíodio per la vita e quindi ad una forma di omicidio preterintenzionale e líAids come una sorta di castigo divino per omosessuali drogati e per chiunque viva una sessualit‡ disordinata.

Questo varrebbe anche per i preti malati di Aids?

Líemergere di questa realt‡ Ë avvenuta, in Italia per merito del Gay Pride del duemila dove si Ë iniziato timidamente a tirar fuori i tab? sessuali della Chiesa, ma la problematica Ë stata fatta emergere da un articolo del 1 febbraio 2000 del quotidiano americano ìKansas City Starî.
Diverse centinaia di preti cattolici sono morte di Aids dallíinizio degli anni Ottanta ad oggi vivono con il virus dellíHiv, sembra che siano proprio i sacerdoti quelli colpiti quattro volte di pi? della popolazione americana. E, dulcis in fundo, per nascondere lo scandalo la causa del decesso viene cancellata dal certificato di morte.
Líinchiesta svolta dal giornale americano si faceva forza oltre che dallíesame dei certificati di morte anche da un questionario confidenziale distribuito a 3.000 dei 46.000 sacerdoti statunitensi. I sacerdoti che hanno risposto sono stati 801: tra questi, sei su dieci hanno dichiarato di conoscere almeno un collega morto di Aids, un terzo di conoscere un sacerdote malato di Aids e alla domanda sul loro orientamento sessuale il 15% si Ë dichiarato gay e il 5% bisex.
Non si sa precisamente il numero dei preti morti di Aids o Hiv positivi, spesso, infatti, líunico loro compagno Ë il silenzio e i pochi che hanno il coraggio di confidarlo a un loro superiore vengono confinati e tenuti nascosti.
SuscitÚ scalpore il caso dellíarcivescovo Moore che lasciÚ líarcidiocesi di New York nel 1995 e andÚ nel Minnesota dove morÏ di AIDS. Nel suo certificato di morte fu definito operaio e il decesso attribuito a cause naturali sconosciute. La protesta di un gruppo gay costrinse i funzionari a modificare la causa in Hiv ma non la sua occupazione di ìoperaioî.
Il Vaticano di fronte a tale inchiesta non ha commentato, ha rimandato la risposta al vescovo del luogo che ha cosÏ commentato: ìIl numero di sacerdoti morti per aver contratto il virus dellíAids o che sono sieropositivi e continuano a vivere nel clero Ë solo una pallida percentuale rispetto la crescente onda esponenziale che Ë stata accertata in America e nel resto del mondo.î
Una risposta chiarissima su come il tema venga giustificato malamente e non affrontato.
Gli insegnamenti sullíomosessualit‡ e la dottrina da medioevo della chiesa cattolica sulle virt? del celibato hanno contribuito al dilagare dellíAids, nessun insegnamento riguardo alle tematiche sessuali: chi entrava in seminario nellíAmerica degli anni settanta non aveva nessun riferimento ed aiuto, etero o gay che fosse, líimperversare dellíAids anche tra i preti invece di far prendere sul serio il problema ha costretto preti a morire e a trascinare la loro malattia nel silenzio.
Questo clima di assoluta segretezza viene testimoniato da Joseph Barone, psichiatra ed esperto di Aids, che a Roma tra il 1983 e il 1993 diresse uno studio sullíAids con i seminaristi del North American College. IstituÏ di nascosto una ricerca sullíAids nel clero. EffettuÚ analisi e controlli su decine e decine di seminaristi del College. Ha fornito loro nomi fittizi. Venivano condotti bendati al laboratorio per le analisi. Vennero remunerati come volontari per la ricerca. Il risultato fu che uno su 12 era sieropositivo. La maggior parte era gay e aveva contratto líAids attraverso lo stesso rapporto sessuale. Lo stesso prete che aveva contratto il virus lo aveva trasmesso ad altri otto preti.
Nellíagosto del 2001 un altro articolo viene pubblicato questa volta in Australia, Ë scritto da Michael Kelly e apparso sul quotidiano australiano ìSydney Morning Heraldî. Kelly Ë un ex seminarista francescano autore di testi di spiritualit‡ e portavoce internazionale del ìRaimbow sash Movementî, organismo di cattolici gay.
Eí ancora un appello a riconoscere la presenza massiccia di preti gay allíinterno della Chiesa Cattolica e in particolare nella chiesa australiana, una denuncia contro un gruppo di preti definiti ìSpice Girlsî legati allíarcivescovo di Sidney nascostamente gay ma durissimi nei confronti dei cattolici gay dichiarati rifiutando loro la comunione durante le funzioni religiose.
Questo, racconta Kelly, Ë il mondo del segreto clericale, dove la mano sinistra rifiuta di sapere cosa fa la destra; dove i vescovi che condannano con forza líomosessualit‡, in privato sono noti per essere loro stessi gay, dove nessuno si stupisce realmente quando un parroco conservatore muore di infarto in un sex club di gay. In questo mondo molti preti conducono giochi coperti e complicati per il bene della Chiesa.

Ma in Italia qual Ë la situazione?

Anche in Italia sono avvolti nel mistero. Ma ci sono.
ìPanoramaî in due articoli apparsi nel giugno e nel novembre del 2000 ci rivela come anche qui da noi ci siano centri specializzati per la cura dei sacerdoti omosessuali malati di Aids. La ricerca ne ha individuati due, uno a Trento, e uno a Genova.
E il problema Ë sempre lo stesso, un ritratto di preti sconfitti, lunghi tunnel di depressione, di quadri clinici complessi. ìLa Chiesaî, dice un sacerdote del centro di Trento, ìci vuole perfetti, non ci incoraggia a dire la verit‡. Molte deviazioni andrebbero individuate in seminario e curate subitoî.
La Chiesa Italiana, perÚ, per non smentire se stessa e la sua pi? intima essenza mostra il pugno di ferro; il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede nellí1986 invia una lettera pastorale condannando líomosessualit‡ come una inclinazione morale disordinata e nellíagosto 1999 sospende due religiosi americani impegnati per pi? di ventíanni in uníattivit‡ di accompagnamento pastorale rivolto agli omosessuali.
Come sempre avviene nella storia della Chiesa alla rigidit‡ della chiesa istituzionale fa fronte la chiesa di base, quella che nasce dallíesperienza umana diretta e spesso la sollecitudine di singoli pastori salva e aiuta a risolvere questi problemi.
Don Domenico Pezzini, prete da sempre attento alla realt‡ gay milanese e Don Mazzi sono solo alcuni dei sacerdoti impegnati a dare un senso umano alle sofferenze di questi preti o cattolici gay coinvolti anche in situazioni di malattia e di sofferenze.
Don Pezzini in un articolo sulla rivista ìCrescereî si esprime cosÏ: îIn Italia le cose sono pi? complicate perchÈ la morale cattolica dominante ha impresso alla cultura italiana la sua propria lettura della omosessualit‡. Eppure non vi Ë altro aspetto della vita umana come quello della sessualit‡ in cui il divario tra le regole morali dettate dal magistero cattolico e il comportamento delle persone sia cosÏ abissale. Una morale contraddittoria. Come si puÚ mettere realmente in pratica líindicazione pastorale del Catechismo della Chiesa Cattolica in cui si dice che gli omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza quando poi si afferma che in nessun caso possono essere approvati perchÈ contrari alle legge di Dio?î.
E Don Mazzi, sempre attraverso uníintervista a ìPanoramaî rincara la dose. Il fenomeno dei preti sieropositivi in Italia cíË, esiste e riguarda, per la sua esperienza diretta, preti eterosessuali. Preti morti di AIDS che Don Mazzi ha assistito fino alla morte.
Ma il dilemma riguarda sempre la domanda: ìE come affronta la Chiesa di Roma questo tipo di problemi?î
La risposta di Don Mazzi Ë questa: ìDelega ai vescovi. Ma se il mondo va male non Ë perchÈ nella Chiesa qualche sacerdote ha fatto líamore o un figlio ma perchÈ tutti gli altri sono poco preti. Anche quelli con la tiara in testaî.

Nessuna immagine

Inquinamento un problema di tutti

10/03/2002 0

Sono sempre dall’idea, che il vero voto lo si d‡ quando si acquista, se compro un prodotto NestlË, sicuramente supporto la politica di tale Multinazionale, se acquisto una macchina diesel o benzina che consuma in maniera spropositata, certo non sto dimostrando che sono preoccupato dell’inquinamento ambientale.
In base a queste etiche, dispongo le mie scelte, sicuramente, le mie scelte non faranno “ne caldo ne freddo”, ai colossi dei prodotti petroliferi, o a multinazionali come Del Monte, NestlË, Sandoz/Bayer, Monsanto e tutte le altre societ‡ che non rispettano i diritti umani, o non hanno premure per l’inquinamento ambientale o la malnutrizione umana o animale.
Fortunatamente questa “eticha” comincia a prendere piede nel mondo “sviluppato”, e anche in Italia troviamo molti gruppi, organizzazioni, individui, che seguono tale “etica”, il numero Ë ancora limitato, principalmente per pigrizia dell’individuo a non cambiare le sue abitudini.
Líesempio della Nike, la quale dopo un globale boicottaggio dei suoi prodotti ha rivisto le sue politiche aziendali in Indonesia e Thailandia son un buon esempio.

L’argomento Ë vasto perchË andrebbe, dall’abbigliamento, agli alimentari, ai medicinali, i prodotti per pulizia e igiene personale e dell’ambiente che ci circonda, prodotti per costruzioni e molti altri.
Focalizzo il discorso, per questa volta, sullíelettricit‡ e derivati dal petrolio usati per combustione.

L’elettricit‡ che consumiamo:
tutti oramai conosciamo centinaia di report a soluzioni alternative, ma mai nessuno ci ha ben spiegato che oggi esistono soluzioni alternative, che permettono la produzione, di propria energia elettrica per uso domestico.
I critici mi diranno che comunque rimane sempre il problema dellíuso industriale, la mia anticipata risposta rimane che líuso domestico Ë comunque un inizio che diminuirebbe il comsumo di energia prodotta da centrali idroelettriche, nucleari o il rimanente gran numero di centrali elettriche alimentate con prodotti derivati dal petrolio, che gravano tantissimo sulla qualit‡ dellíaria che respiriamo.
A riguardo riporto un bel documento trovato sul sito di http:www.treseizero.org http://www.treseizero.org/enter/frame.php?doc=scienza/docch/art019.htm

Il mio tetto prende il sole
Tratto dal settimanale Il Salvagente del 19/4/2001
di Adriano Gizzi
adattamento a cura di Treseizero
I Edizione Maggio 2001
Surriscaldamento del pianeta, scioglimento dei ghiacciai e aumento del livello dei mari non sono eventi naturali, ma disastri ambientali provocati dal continuo aumento dei gas serra (principalmente anidride carbonica) immessi nell’atmosfera. Con buona pace del presidente statunitense George W. Bush, che ha scatenato le proteste di mezzo mondo annunciando di non voler ratificare il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni globali di CO2 (un quarto delle quali, peraltro, sono “targate” Usa). Per ridurre le emissioni inquinanti occorre abbandonare i combustibili fossili, puntando sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, come l’energia solare. Il modo pi? semplice per trasformare la luce del sole in elettricit‡ direttamente utilizzabile per le esigenze domestiche Ë costituito dalla tecnologia fotovoltaica: senz’altro una delle pi? promettenti secondo l’Enea. L’Ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente fa notare infatti come ogni kilowattora cosÏ prodotto eviti il consumo di due etti e mezzo di olio combustibile alla centrale elettrica e l’emissione di oltre mezzo chilo di anidride carbonica nell’atmosfera.

Il generatore

Un generatore fotovoltaico Ë costituito da un insieme di moduli di circa mezzo metro quadrato, composti da celle fotovoltaiche realizzate con materiali semiconduttori (silicio). Ogni modulo Ë in grado di fornire, in condizioni ideali di irraggiamento, 60 watt di potenza a una tensione di 12-17 volt in corrente continua, e quindi puÚ ricaricare direttamente qualsiasi batteria a 12 volt (dall’auto al camper, dalla barca alla videocamera). Per poter essere immessa nella rete per l’uso domestico, invece, l’energia va prima convertita in corrente alternata 380/220 volt circa con un dispositivo chiamato inverter (Figura 1).

Esempio di Inverter

Se una famiglia media consuma intorno ai 3.000 kWh l’anno, con 20-30 metri quadrati di pannelli solari le esigenze energetiche domesticheverrebbero soddisfatte. Naturalmente il sole non Ë lo stesso a Trapani e a Varese. Anche se paradossalmente il solare sta prendendo piede proprio nel Nord Europa. E, in Italia, sono all’avanguardia proprio regioni come il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta.
Dice Alex Sorokin, progettista e consulente energetico, membro del comitato scientifico di Legambiente: “In Italia vi sono alcune migliaia di case del tutto prive di allacciamento alla rete Enel ed elettrificate in modo eccellente da impianti solari fotovoltaici. Oggi poi ci si orienta sempre pi? verso tetti e facciate fotovoltaiche che si integrano perfettamente negli spazi architettonici gi‡ esistenti”. Ma per Sorokin la carta vincente sta nell’abbinare le energie alternative al risparmio energetico: “Aiutati dall’architettura bioclimatica e da un uso razionale dell’energia (acquistando gli elettrodomestici con pi? basso consumo e pi? alta efficienza) si possono ridurre i consumi della propria abitazione fino a un quinto: da 10 a 2 kWh al giorno”.

Costi elevati

La tecnologia fotovoltaica non Ë ancora economicamente competitiva, ma la diffusione porter‡ inevitabilmente a un abbassamento dei costi. A questo scopo, il ministero dell’Ambiente, assieme a quello dell’Industria e all’Enea, ha avviato il Programma nazionale tetti fotovoltaici, rivolto sia agli enti locali che ai privati e alle imprese, per finanziare l’installazione di migliaia di impianti connessi alla rete elettrica pubblica con i quali “scambier‡” elettricit‡ in un vero rapporto di compra-vendita. Inizialmente si era parlato di “10.000 tetti fotovoltaici”, ma poi si Ë scelto di alzare il livello della sfida. Si pensi che la non assolatissima Germania completer‡ il suo programma “100.000 tetti fotovoltaici” entro il 2003. I tedeschi occupati nel settore delle nuove fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, solare termico e biomassa) sono 40.000, con un fatturato annuo di 3 miliardi di marchi. Anche il Giappone procede a grande velocit‡ in questa direzione.
Il 29 marzo scorso Ë stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto di impegno del ministero dell’Ambiente. Le Regioni che aderiscono partecipano anche al finanziamento. Per quanto riguarda i privati, un quarto della spesa sar‡ a carico loro e il resto sar‡ a carico di ministero e Regioni (rispettivamente 70 e 30 per cento della quota). Un impianto di 20 metri quadrati costa circa trenta milioni, ma con il finanziamento restano a carico del privato solo 7,5 milioni. A questi vanno aggiunti altri 3 milioni, il 10 per cento di Iva sul costo complessivo). Non Ë molto, se si considera che nel giro di una decina di anni si rientra delle spese e da quel momento si inizia a produrre energia elettrica a costo zero (e sempre, non dimentichiamolo, senza inquinare). Tecnicamente, si continuer‡ a comprare energia elettrica dalla rete ma al tempo stesso si vender‡ alla rete stessa quella prodotta dal proprio impianto. Non saranno invece possibili contratti “a scopo di lucro”, ossia di sola vendita. L’investimento previsto dal decreto Ë perÚ limitato (circa 60 miliardi) e c’Ë il rischio che non soddisfi tutte le richieste. Per le domande poi bisogner‡ aspettare il prossimo autunno, perchÈ le Regioni hanno tempo fino a 60 giorni dall’accoglimento della loro richiesta per emettere i bandi pubblici che conterranno tutte le istruzioni per i cittadini.

Per informazioni pi? dettagliate intanto c’Ë un numero verde: 800-466366.

L’idea del risparmio deve entrare in tutte le teste
Intervista a Beppe Grillo

Il comico genovese, in prima fila da sempre nell’impegno per difendere l’ambiente, riepiloga la sua vicenda. Cambiare mentalit‡, cioË diventare produttori e consumatori al tempo stesso. » questa la grande sfida.

“Una cosa Ë certa – ci dice Beppe Grillo – il petrolio Ë un fossile, quindi chi gestisce il petrolio generalmente diventa fossile. C’Ë bisogno, invece, di andare un po’ pi? avanti!”. Per il comico genovese l’impegno a difesa dell’ambiente non Ë una moda: da oltre un decennio lo mette al centro di tutti i suoi spettacoli, assieme alla denuncia contro lo strapotere delle multinazionali. Ed Ë stato tra i primi in Italia ad avviare lo scambio di energia elettrica.

Vendere energia all’Enel Ë un’idea originale. Come Ë nata?
Avevo un piccolo impianto fotovoltaico con il quale volevo ricavare sia energia elettrica che idrogeno. Inizialmente cumulavo l’elettricit‡ in batterie, ma bastava per far funzionare un cancello e poco pi?, poi l’anno scorso ho aggiunto altri pannelli fino a raggiungere quasi i due kilowatt. A gennaio scorso l’Authority ha obbligato l’Enel ad accettare corrente dai privati. Adesso, quindi, vado direttamente in rete. L’energia prodotta dai pannelli solari viene immessa in casa e consumata immediatamente. Quella che non consumo, perchÈ in eccesso rispetto alle esigenze del momento o perchÈ non c’Ë nessuno a casa, devia nella rete e viene venduta da me all’Enel. Mentre quando il sole non c’Ë o non Ë sufficiente, utilizzo l’energia della rete.

In che modo funziona questo meccanismo?
Ho un doppio contatore: uno per l’energia che compro dall’Enel e uno per quella che gli vendo. Alla fine dell’anno pago la differenza. L’autonomia totale Ë perÚ un obiettivo ancora molto lontano. Al momento ho circa 25 metri quadri di pannelli, ma voglio raddoppiare la superficie e arrivare a quattro kilowatt, cosÏ da essere autonomo almeno nelle ore di sole.

PuÚ essere una soluzione vera al problema ambientale?
Diciamo che Ë un modo diverso di interpretare l’energia. Si tratta di cambiare mentalit‡: diventare produttori e consumatori nello stesso tempo. Questa Ë la vera privatizzazione, perchÈ Ë fatta dal basso, dalla gente.

E l’Enel come l’ha presa?
Quando ho messo l’impianto, ancora non era obbligata ad acquistare la mia corrente, ma io l’ho fatto perchÈ era coerente con la mia visione del mondo. Per l’Enel, ricevere corrente dai privati Ë una seccatura: doppio contatore, doppia contabilit‡Ö Non si Ë mai posta veramente il problema ambientale, basti pensare che l’80 per cento delle sue centrali sono a olio combustibile: gli scarti del petrolio, roba marcia! Nei Paesi civili Ë lo Stato a incoraggiare l’uso di fonti alternative. In Germania non finanziano gli impianti, ma il kilowatt prodotto con il solare, che poi ti viene pagato il triplo dalla societ‡ elettrica.

Un giorno, grazie al solare, non avremo pi? bisogno dell’Enel?
Andando avanti su questa strada credo di sÏ. Bisogna perÚ che l’idea di risparmio energetico entri nella testa delle persone. Fino a pochi anni fa, dal punto di vista estetico, i pannelli erano considerati un obbrobrio, mentre adesso le cose stanno cambiando: per esempio ci sono mattonelle di ardesia con la cella fotovoltaica dentro e poi si stanno diffondendo dei pannelli quasi trasparenti, che fungono anche da finestre.

Insomma, ci sono buone speranze.
Ma sÏ, per fortuna iÖ “fossili” si stanno decomponendo. Speriamo nelle nuove generazioni.

Che strano vender luce all’Enel

Vendere energia elettrica all’Enel puÚ suonare strano, ma da gennaio scorso Ë possibile. Lo prevede la delibera n. 224/00 dell’Autorit‡ per l’energia elettrica e il gas, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 2001. Se avete gi‡ un impianto fotovoltaico sul tetto di casa, non dovete fare altro che presentare la richiesta al gestore della rete elettrica nella quale si trova il punto di connessione. Entro 30 giorni vi proporr‡ un contratto (detto di net-metering). Naturalmente ci sono condizioni tecnico-economiche e regole ben precise da rispettare. Innanzitutto occorre essere titolari di un contratto di fornitura. In parole povere, chi vuole vendere energia elettrica alla rete deve anche comprarla dalla rete stessa e comunque il saldo non puÚ mai essere a suo favore. Se in un anno ha consumato 100 lire di energia del gestore e gliene ha vendute 90, pagher‡ solo le 10 lire di differenza. Ma se, viceversa, ha consumato solo 90 lire di energia e ne ha vendute 100 al gestore, non ricever‡ alcuna remunerazione: le 10 lire verranno perÚ riportate a credito per la compensazione negli anni successivi.
Per la contabilizzazione dell’energia elettrica prodotta e scambiata con la rete, e la corrispondente riduzione degli importi della bolletta, dovr‡ essere installato un contatore aggiuntivo a quello normalmente in uso. Il costo di installazione, manutenzione e servizio di lettura del nuovo contatore Ë di 60.000 lire l’anno, a carico del privato.

Indirizzi utili

PerfettoSNC Solar Design

Dea S.r.l. (Societ‡ che ha montato il sistema fotovoltaico di Beppe Grillo)

Iter Burocratico

Azionisti ecologisti allíAssemblea ENEL Roma, 26 maggio 2000

Consigli sul montaggio e ubicazione

Dopo Líenergia elettrica passo, direttamente ai prodotti di combustione che usiamo per i nostri automezzi, e per il riscaldamento della casa, fresche sono ancora le memorie delle domeniche a piedi, di centri di grandi citt‡ chiusi al traffico, di colonnine che misurano qualit‡ dellíaria e polveri.
Soluzioni, incominciano ad esserci, in esempio la prima macchina ad aria compressa ìeoloî sar‡ disponibile prima dellíestate e mi pare intorno ai 18 mil di lire, bruttina estericamente, poca autonomia (solo 200 km), ma si ricarica con solo una presa elettrica o con delle pompe di aria compressa ( totalmente assenti nella distribuzione ), e principalmente non inquina.
Un altro provato e funzionante esempio Ë il Biodiesel.
Quanti trasporti sono attualmente a Gasolio, quanti hanno líautovettura a motore Diesel ?
Con una spesa minima si possono convertire tali autovetture, grandi mezzi di trasporto e caldaie per il riscaldamento di abitazioni, immobili civili o industriali, al biodisel, prodotto con i semi di colsa o di girasole, mischiato ad alcol in rapporto 90% il primo e 10% il secondo, questo prodotto Ë líattuale e immediata soluzione per alleviare tale inquinamento da polveri e CO2.
Come documentazione consiglio, di leggere líinchiesta fatta da la rivista televisiva Report di Rai 3, eseguita dalla giornalista Chiara Baldassari, “Un girasole nel motore” (biodiesel) news di: giovedÏ 25 ottobre 2001 reperibile in rete, al link http://www.report.rai.it/2liv.asp?c=n&q=8

Líesperienza del gruppo di ìalcatrazî ( http://www.alcatraz.it ) da ulteriore supporto a questa realt‡ confermando poi, che far funzionare a biodiesel al 100% normali autovetture con motore diesel Ë possibile.
Sfortunatamente il governo precendente e líattuale, nonostante i bei discorsi ecologici, che hanno fatto e che fanno, alle masse, non sembrano molto propensi a tagliare fuori dal giuoco le multinazionali del petrolio, infatti nella finanziaria approvata a Dicembre scorso, la finanziaria del 2001, questo contingente
defiscalizzato Ë stato di 300.000 tonnellate l’anno, che permetteranno di evitare di immettere nell’aria 700 milioni di chili di anidride carbonica, ma prima di gioire, bisogna fare due conti il consumo globale di gasolio in Italia, Ë nell’ordine di 22 milioni di tonnellate, che sono formati da 17 milioni di tonnellate per l’autotrazione e 5 milioni di tonnellate per il riscaldamento. L’attuale produzione del biodiesel Ë limitata da alcuni provvedimenti. dando la produzione di soli 300.000 tonnellate all’anno.
Viene da chiedersi cosa rappresenta questo quantitativo. Se lo comparassimo con la produzione di 22 milioni di tonnellate ci accorgiamo che Ë poco pi? dell’1% quindi una goccia nel mare di gasolio che oggi consumiamo.
Non contenti di questo il governo italiano chiede all’Unione Europea di stabilire che il biodiesel (90% olio di colza, 10% alcol) possa essere venduto senza sovratassazione solo se altamente miscelato con il gasolio. Poi, forse, si autorizzeranno sperimentazioni e deroghe. Intanto tutto passa sotto il controllo delle raffinerie di petrolio, le uniche in grado di miscelare e vendere gasolio e oli vegetali.
Attenzione: una simile scelta viene fatta in un momento di grande emergenza inquinamento nelle citta’ italiane. Che importa se ormai decine di comuni e aziende hanno adottato il biodiesel, di gran lunga piu’ pulito del gasolio, e molti altri, visti i risultati positivi, stavano attrezzandosi per farlo? Dovranno ritornare a bruciare questa miscela, piu’ inquinante e meno efficiente. La vendita dei carburanti derivati dal petrolio costa allo stato 1600 lire al litro in cure mediche, come sostiene il premio Nobel Rubbia.
Sovrattasando il Biodiesel lo si obbliga ad essere venduto intorno alle 2,700 lire.

» di ieri un appello lanciato da Dario Fo e Franca Rame, che invitano chiunque sente in problema dellíinquinamento dellíaria un problema suo, una petizione da mandare allí Unione Europea e al nostro Ministero dellíAmbiente, la riporto per chi indiscriminatamente dal voto dato, o dallíideologia politica, pensa che tale problema Ë serio, e va affrontato nel pi? breve tempo possibile.

LíAPPELLO

Petizione sul biodiesel
Vi invitiamo a firmare e inviare la seguente petizione.

Al Parlamento Europeo e al Ministero dell’Ambiente Italiano,

Chiedo che vengano modificate le disposizioni approvate dalla Commissione Consiglio d’Europa (protocollo numero 501PC0813) che negano la possibilita’ di commercializzare biodiesel puro (90% olio di colza, 10% alcol) per autotrazione nel territorio italiano senza che questo sia gravato da accisa.
Giudico sia scandaloso prendere una decisione simile in un momento nel quale l’inquinamento e’ ormai causa conclamata della morte di migliaia di persone ogni anno e l’aumento della quota di anidride carbonica nell’aria e’ causa universalmente riconosciuta del disastro climatico. Sono molte oggi le aziende, i comuni, le associazioni, le cooperative che fanno stabilmente uso di biodiesel puro e che verranno costrette da questa disposizione insensata a tornare a bruciare carburanti fossili.

(allega la tua Firma)

Copia e incolla la petizione in una mail e invia a:

Ministero dell’Ambiente
Ufficio stampa Capo.Ufficiostampa@minambiente.it
Segreteria ministro segreteria.ministro@minambiente.it

Parlamento europeo (Copia e incolla la petizione a questo indirizzo)
http://www.europarl.eu.int/petition/petition_it.htm

Inviare per conoscenza anche a:
Repubblica (larepubblica@repubblica.it), Carta (carta@carta.org), Diario (redazione@diario.it), Greenpeace (staff@greenpeace.it), WWF (wwf@wwf.it), Legambiente (legambiente@legambiente.com), Ansa (redazione.internet@ansa.it)

Ognuno Ë libero di cambiare le parole líimportante che sia specificato il concetto e il numero di protocollo.

Come gia detto e ripetuto, indiscriminatamente dalla tua ideologia politca, la salute non conosce ìpartitiî, pensa alle tue scelte che si aggravano su te stesso.