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il tradimento degli “amici”. La parola di Ultimo

19/10/2009 Antonella Serafini 0

Siamo abituati ad attacchi dei corleonesi sotto mentite spoglie, siamo abituati a uomini del potere che attaccano un servitore dello Stato, siamo abituati a processi mediatici, ma quando i colpi arrivano da chi, come Torrealta, ha scritto il libro su Ultimo e ne ha fatto ristampe fino al 2005 e poi, come è usanza in questo periodo, si schiera dalla parte di chi ha più potere rilasciando interviste infamanti, è importante a questo punto una replica del nostro capitano (il capitano dei senza RE e di chi è senza padroni).

buona lettura

La lezione che ha tratto Maurizio Torrealta su 17 anni di giornalismo l’ abbiamo capita.
La lezione che dobbiamo trarre dall’ articolo di Torrealta invece è molto più semplice, meno didattica e meno professionale.
Ci sono opportunisti che vanno dove tira il vento e ci sono combattenti che lottano fino alla fine per l’ unico esercito puro e imparziale: il popo lo italiano.

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Noi siamo quelli che un tempo ci chiamavano CRIMOR

15/10/2009 Antonella Serafini 0

Molte le critiche sul fatto che le notizie sulla revoca della scorta vengono mandate solo su Tgcom. In attesa che i bravi giornalisti indipendenti ne parlino, noi facciamo da cassa di risonanza alle parole dei ragazzi di Crimor, che hanno mandato una lettera all’Arma chiedendo di poter proteggere (del tutto gratuitamente) il loro comandante, rimasto “scoperto”.

LETTERA ALL’ARMA

Noi siamo quelli che un tempo ci chiamavamo CRIMOR, gli uomini dell’uomo che si chiamò Ultimo, quelli che oggi vengono accusati ed offesi. Il nostro Comandante viene colpito alle spalle da basse insinuazioni e viene privato della scorta, in un Paese dove la scorta viene concessa, come status symbol, anche a chi cannibalizza il Paese.

Noi ci offriamo, tutti noi, in congedo o in servizio, per scortare e difendere il nostro Comandante dalle insidie della Mafia. Una Mafia che arringa, tiene banco e spiega la storia, utilizzando come uditorio spettacoli televisivi grondanti falsità ed odio nei confronti di chi ha sofferto e combattuto.

Noi ascoltiamo e dentro cresce la rabbia, la stessa con cui abbiamo combattuto i nemici della Patria. Ma quelli erano più onesti, utilizzavano armi convenzionali e finivano in galera, non nelle trasmissioni… E chi ha vestito una divisa, e poi una toga ed ora siede tra i banchi del potere non può parlare senza cognizione di causa e condividere ciò che propagano certe persone con doppi fini.

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Revocata la scorta a Ultimo

11/10/2009 Antonella Serafini 0

In tanti tentano di sminuire, ma le intercettazioni ambientali fatte in case di affiliati parlavano chiaro, Ultimo doveva essere tolto di mezzo, e se non ci si riusciva a levarlo di mezzo da vivo, ricorrere alla forza. Non erano pentiti a parlare, ma un gruppetto di mafiosi ascoltati con intercettazioni ambientali (quindi nessuno che imbeccava nessuno su cosa dire o non dire). Eppure nonostante questi fatti siano stati provati da pentiti, nonostante dal 1993 al 1997 numerosi pentiti riferiscono di un progetto “aperto” da oarte dei vertici di Cosa Nostra (Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella), finalizzato all’ucciosione di Ultimo, e secondo Gioacchino La Barbera Bagarella avesse offerto un miliardo di vecchie lire a un carabiniere (mai identificato) per ottenere notizie utili all’identificazione dell’ufficiale, al Colonnello De Caprio è stata revocata la scorta. Un fatto che a ridosso degli ultimi avvenimenti di annozero appare piuttosto sconcertante, vista l’ormai credibilità affibiata a mafiosi, preferendo la loro versione dei fatti (seppure discordante in molte parti e alquanto anacronistica) alla versione dell’ufficiale dei Carabinieri, che addirittura dovrà giustificarsi dagli attacchi che gli arrivano su tutti i fronti. Un tribunale non è bastato, il processo continua (ma questo l’avevamo previsto e l’avevamo scritto ad assoluzione avvenuta).

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Ultimo risponde agli attacchi di Bolzoni

25/07/2009 Antonella Serafini 2

Le velenose insinuazioni e le offese che Attilio Bolzoni propala dal quotidiano La Repubblica contro le Istituzioni e contro valorosi servitori dello Stato sono l’ultima operazione di terrorismo giornalistico che lo contraddistingue da tempo come zelante scrivano al servizio del suggeritore e della lobby editoriale o giudiziaria di turno. Questa volta siamo di fronte ad una ignobile manovra eversiva il cui risultato più immediato è la riabilitazione e la legittimazione di un criminale del calibro di Riina Salvatore e dello stragismo corleonese. Ancora una volta, dopo un decennio di articoli falsi, dopo un processo pubblico e una chiara sentenza di assoluzione, Attilio Bolzoni infanga la trasparenza e l’efficacia dell’operazione con cui è stato catturato Riina e le azioni collegate e successive. E’ necessario che i giovani e i cittadini onesti sappiano che la lotta contro Cosa Nostra è un patrimonio del popolo e non lo scettro di potere e di privilegio di elite giornalistico-giudiziarie settarie e di parte, forse infiltrate da Cosa Nostra. Diffidate di questa antimafia salottiera e settaria, abbiate fiducia nello Stato e nei suoi servitori che con coraggio, mentre tutti rimanevano inermi e indifferenti, hanno affrontato, scovato e scardinato Riina Salvatore e i suoi Corleonesi, senza patti e senza ricatti. L’unica trattativa che io conosca, perché ammessa pubblicamente, è quella tentata dal quotidiano La Repubblica con i Talebani del latitante Osama Bin Laden per la liberazione di un giornalista italiano. Evidentemente quella della trattativa è la loro cultura. Non la mia. Vergogna!
Onore a tutti i combattenti caduti contro la mafia.

ultimo

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Il palazzo punisce il combattente – Parte seconda

26/03/2008 admin 3

Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Tempo fa, si parlava dell’impossibile cattura del boss di Cosa Nostra. Latitante per decenni, fu affidata alla squadra di Ultimo la sua cattura.

Dopo tre mesi di estenuante lavoro e di sacrifici, l’impresa riusci’. In tanti sono stati a sollevare dubbi su Ultimo, ma nessuno ha sollevato dubbi su chi per decine di anni, non ha neanche tentato la ricerca del pericoloso latitante. Questo, si sa, e’ lo Stato che premia “chi non fa”, e punisce “chi fa” il proprio dovere.

A distanza di 15 anni il fatto si ripete. Avviene un furto dall’entita’ colossale. Nessuno trova la refurtiva. Ci riesce un semplice maresciallo, che trova anche qualcosa in piu’ di quello che era stato trafugato. Medaglia al valore? Negativo! Una meritata punizione. Arrestato perche’ AVREBBE POTUTO con questa operazione avere un riconoscimento in termini di carriera. Nessuno ha voluto ascoltare le dichiarazioni del maresciallo, che non aspettava altro che essere ascoltato da un pm. Si e’ preferito passare direttamente al rinvio a giudizio. Così come è avvenuto per UItimo, adesso e’ il suo turno. In tanti ci chiediamo come mai in privato non e’ stato possibile spiegare come sono andate le cose (anche perche’ nulla e’ stato fatto senza il consenso della Procura).

Ci chiediamo se sia di utilità a Cosa Nostra, piu’ che a un tribunale italiano, sapere il modus operandi di questi uomini, che uno per uno sono stati puniti, umiliati, processati. Se dubbi vi sono stati, sarebbe bastato ricevere il maresciallo Ravera (nome ormai pubblico) e ascoltare le sue spiegazioni, piu’ che rendere note le tecniche investigative.

Pensiamo che questa operazione voglia essere un deterrente verso le persone che combattono contro la criminalità organizzata.

La chiarezza e la trasparenza ci sarebbero state comunque, senza portare in tribunale e di dominio “pubblico a TUTTI” le tecniche investigative usate, oltre che le generalita’ di chi ha combattuto Cosa Nostra in modo serio e non per apparire in talk show, ma per dovere morale.

Chiediamo che al più presto venga fatta luce sull’accaduto, con la certezza assoluta della totale estraneita’ dei fatti di cui è accusato “Arciere”, ma chiediamo anche che si cominci a indagare su chi sta facendo un favore a Cosa Nostra con queste operazioni punitive, atte solo a mettere un mirino intorno alle persone che hanno contribuito alla cattura di Riina.

Distinti saluti

Gruppo Capitano Ultimo

aderiscono all’appello

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Il Capitano Ultimo al gioco al massacro non ci sta

04/12/2007 admin 13

di Ultimo

Marco Travaglio (e la lobby che lo sostiene) non ha gradito l’arresto di Riina Salvatore.
Si capisce dall’articolo pubblicato su l’Unità il 3/12/2007.
E leggendo quell’articolo ancora una volta bisogna riaffermare una verità sistematicamente ferita e tradita.
Non venne fatta la perquisizione all’abitazione di Riina perchè il capitano ultimo (e la Procura di Palermo) volevano seguire i fratelli Sansone per sgominare i circuiti politici ed imprenditoriali che sostenevano Riina.
Purtroppo una strana (e mai indagata) fuga di notizie permise ad Attilio Bolzoni e altri giornalisti di individuare e sostare davanti alla casa di Riina bruciando questa strategia investigativa che avrebbe distrutto il livello politico-imprenditoriale dei corleonesi.

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l’informazione tradita

12/07/2007 admin 1

Di Ultimo

L’aggressione unilaterale promossa da settori della stampa deviata ed al servizio del padrone di turno, meritano una risposta.

Le aristocrazie servili continuano l’attacco a chi combatte la mafia.

Il problema è capire chi arma la penna dei nuovi killer di giustizia. Chi arma le offese dei raffinati buoni maestri che insinuano, espongono alla vendetta mafiosa semplici soldati del popolo, carabinieri straccioni che non hanno nessuno alle spalle se non il loro amore per il popolo e per la giustizia. Chi arma la penna mozza di Attilio Bolzoni? Di Saverio Lodato? Di Rita Pennarola? Quali lobby sostengono questa campagna diffamatoria e denigratoria contro gente semplice che non si nasconde nella divisa? Perchè vogliono isolare chi è un bersaglio della mafia?

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23 maggio 2007. per Giovanni Falcone.

23/05/2007 admin 14

Email di Ultimo ai suoi ragazzi, agli studenti, ai lavoratori, ai disoccupati che credono a un sogno, a chi combatte ogni giorno contro le illegalità quotidiane. Non si rivolge ai giornali, ma a un gruppo di straccioni. Come sua usanza.

Combattere con le azioni quotidiane, con i gesti semplici di una solidarietà che non vuole apparire e non vuole essere ostentata, è la base della ribellazione degli ultimi.

Oggi vediamo gli emblemi del potere cavalcare la memoria dei caduti, cavalcare la rabbia e i sogni dei ragazzi, dei giovani che sognano la legalità e la libertà.

Oggi vediamo chi ha la responsabilità della lotta alla mafia sfilare con quelli che dovrebbero giudicare la sua efficacia e la sua efficenza.

La promiscuità tra potere e società civile tradisce la purezza, mischia le carte ed i ruoli. Diffidiamo dei buoni maestri; dai professionisti dell’ antimafia vogliamo risultati, azioni e non proclami o sfilate.

La ribellazione corre lungo i muri scrostati delle periferie, nei cortili sporchi dove l’ uguaglianza è solo nella miseria, nel vuoto, nella violenza che copre ogni dignità. Noi siamo la ribellione a quella violenza, a quel potere e a quella miseria, e quando dico questo, i nostri occhi sono splendenti perchè non hanno un padrone.

ultimo

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Ancora fango

04/05/2007 admin 7

Ancora fango sul Capitano Ultimo. Sta uscendo un film su Totò Riina, costato 15 milioni di euro. Un film basato su un libro di uno degli accusatori del capitano Ultimo, Attilio Bolzoni (ricordate? quello che non ricordava niente davanti al giudice? Lui! Evidentemente gli è tornata la memoria). Se davanti al giudice non parlava per tutelare le fonti, adesso parla tramite una fiction, che ri-insinua il dubbio su come andarono le cose. Ovviamente non hanno messo il dubbio ricorrendo in appello davanti a un tribunale (perchè si rischiava forse di riperdere la memoria). Il processo ora diventa mediatico (come da copione. Leggi I 4 processi del Capitano Ultimo )