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gli sciacalli

25/04/2006 admin 7

dalla e-zine di Riccardo Orioles

Miracoli. Eccolo qua: Andreotti presidente del Senato. Solo questo ci mancava. Giulio Andreotti, del quale una sentenza della Cassazione dice che frequento’ consapevolmente i capi di Cosa Nostra prima e dopo l’omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella. L’amico dell’antistato dovrebbe simboleggiare lo Stato. Un colpo simbolico alla mafia (Provenzano) e un colpo simbolico all’antimafia (che ci frega di Mattarella?). Gia’ trovo incredibile che egli sia stato fatto – da Cossiga naturalmente!- senatore a vita.
Ossia che di lui, con questi trascorsi, si sia stabilito che abbia “illustrato la patria per altissimi meriti”. Ora trovo stupefacente che, non paghi di averlo beatificato perche’ la prescrizione lo ha salvato dalla condanna penale, lo si voglia trasformare in un padre della patria, nel provvidenziale tutore di questa “Italia divisa”. Non mi stupisce che l’Udc che difende Cuffaro faccia una proposta del genere. Mi stupisce che nessuno se ne scandalizzi. Ma “il giorno della memoria” non serve proprio a niente? O lo si celebra per legittimare l’oblio 364 giorni all’anno?

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dalla Catena di San Libero di oggi

07/04/2006 38

L’ubriaco torna a casa aggrappandosi ai lampioni. Essi purtroppo non lo reggono e lo lasciano spietatamente scivolare giù. Lui, rialzandosi a fatica: “Coglione! – sbraita al lampione – Communista! Mostro, pubblico ministero, maggistrato!”.

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Sul numero speciale di Panorama (senza la scritta “Panorama”) distribuito in questi giorni in milioni di copie in tutte le case mancano due cose importanti: i communisti che mangiano i bambini (forse una dimenticanza) e la parola “mafia” (sicuramente non una dimenticanza). Stampato a grossi caratteri, senza firme negli articoli, con bandiere, sorrisi, banconote e ministri sorridenti dappertutto. Non manca il saggio ideologico sul “B. Pensiero”.

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Nando Dalla Chiesa. “Ho visto cose che voi umani….”

16/03/2006 admin 10

Se c’e’ un parlamentare che ha fatto muro in parlamento contro le leggi vergogna sulla giustizia, denunciando gli inciuci nascenti.che ha capitanato l’ostruzionismo.. che ha combattuto giorno per giorno in commissione la mafia, ha difeso l’indipendenza della magistratura, ha portato queste battaglie nelle piazze, sui giornali, nella societa’ civile, e’ Nando Dalla Chiesa.
Ma nelle liste della Margherita non c’e’. Non e’ stato ricandidato.

Marco Travaglio

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Gestell, democrazia e nichilismo

15/04/2005 2

segnalato da Valerio Lo Monaco

di Alessandro Amato

Sull’ultimo numero di Diorama è apparso un importante intervento di Alein de Benoist circa la nozione heideggeriana di Gestell. Il filosofo d’oltralpe, come sua abitudine originale e provocatorio, ha accostato la figura di Marx a quella di Heidegger, in riferimento alla critica che entrambi sferrano nei confronti della Forma-Capitale. Proprio il concetto di Gestell, ad avviso di de Benoist, spiega bene “l’impadronimento di tutti gli enti in vista della produzione generalizzata, ovvero dispiegamento planetario dell’inautentico� che caratterizza l’ideologia del libero mercato, contro cui Marx ha strutturato tutta la sua speculazione teorica. Lo spunto di de Benoist è stimolante, ma prima di “iniziare il dialogo costruttivo con il marxismo�, forse è bene soffermarsi su quel tanto discusso Gestell ed offrire di esso una chiarificazione politica.

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Delinquenza in generale

06/03/2005 0

Mi accingo a parlare, brevemente, di tema spinoso e ne parlerò in un modo che sicuramente si ritroverà fuori dai canoni stabiliti dai ben pensarti moderni (che sono ben pensanti perché ancora non gli è successo niente di così grave che possa far sì che il loro pensiero possa essere meno ben pensante) e che oggi si reputerà anacronistico, ma posso anche affermare, come penso possano farlo tutti coloro che vivono giorno per giorno in realtà dove il livello di delinquenza è tale che questo incida particolarmente sul proprio stile di vita, che oggi come oggi, il ben pensantismo non ci ha portato a niente di buono.

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La malauniversita’ : cronache di ordinaria ingiustizia

04/02/2005 admin 13

I finanziamenti del Fondo Sociale Europeo sono una fortunata forma di speculazione del terzo millennio.
Racconteremo qui una storia di spreco del denaro pubblico, voci piu’ sospettose la chiamerebbero forse indebita gestione del denaro pubblico, che sia il lettore a giudicare e a scegliere la propria morale. I protagonisti di questa storia sono 207.994,35 euro, 20 giovani disoccupati e un gruppo di persone, che d’ora in avanti chiameremo “l’Organizzazione”, formalmente facente capo alla pubblica Universita’ .

Ma cominciamo dal principio. C’era una volta (e c’e’ ancora) un master; si presentava con la sua veste di gala ed un nome pomposo: “Intercultural Competence and Management”, un titolo che neppure gli organizzatori erano in grado di pronunciare e che suscitava un certo ridicolo imbarazzo, quando poi si doveva tradurne il senso. Questo master veniva e viene finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Veneto, nonche’ dal Fondo Nazionale di Rotazione ed e’ volto alla creazione di figure professionali specifiche, che dovranno ricoprire posizioni offerte dal mercato e di cui il mercato del lavoro ha bisogno. Non diversamente dai corsi per saldatori, questo master dovrebbe rispondere ad una domanda e servire a stimolare la “produttivita’ “; queste almeno sono le motivazioni che spingono gli enti a finanziare corsi del genere. Il corso e’ gratuito, si dice, ci si aspetta che i lavoratori formati ne ripaghino il costo. Il master e’ gratis? I progetti FSE sono gratis? I servizi offerti dallo stato o dagli stati sono gratis? E noi che abbiamo sempre creduto che fossero “pubblici”, cioe’ appartenenti al pubblico, perche’ dalla polis pagati attraverso i contributi fiscali! Ma il concetto di “pubblico” in questo terzo millennio e’ in fase di revisione.

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un giorno di torture

21/01/2005 0

«Ci sarà anche la deroga, ci saranno anche norme particolari, ma non si può continuare a vedere spettacoli simili. Si deve fare qualcosa». Così si esprime, ad un certo punto del filmato messo in onda da TeleColor, Gianni Leani, che è andato a riprendere quello che è successo ieri in uno dei tanti macelli che hanno prestato le loro camere della morte alla ?festa del sacrificio? onorata dai musulmani. Leani era chiaramente sconcertato dalle risposte che il veterinario addetto all?ispezione degli alimenti nel macello di Manerbio (Brescia) gli aveva appena fornito. «Una volta l?anno – ha dichiarato il sanitario – viene concessa, per motivi religiosi, la macellazione senza stordimento degli animali. Non solo, ma le deroghe alla macellazione usuale comprendono anche la possibilità di trasportare gli animali in modi inconsueti ». Altro che inconsueti, caro dottore. Abbiamo visto decine di pecore e montoni dentro bauli di macc hine sgangherate, legati per le zampe e tirati giù, senza tanti complimenti, per le orecchie.

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la protesta culurale

16/12/2004 5

di Piero Ricca
La rivolta di Rivolta

Anche Carlo Rivolta ha detto no.
Non ce l’ha fatta l’attore Carlo Rivolta, giunto a oltre cento repliche dell’Apologia di Socrate sponsorizzata da Dell’Utri, a sopportare il clima vagamente cileno che regnava lunedì sera al Teatro Valle di Roma prima dell’ennesima replica. E ha dato forfait all’ultimo minuto.

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il regime

13/12/2004 31

Quando comincia a mancare la democrazia, e cio

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microsoft e censura

13/12/2004 0

debbo raccontarvi
questa storia che ha dell’incredibile. Circa una settimana fa ho
aderito alle restrittive clausole di microsoft per aprire un blog sul
loro nuovo servizio “spaces”. Incuriosito e attratto dall’integrazione

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MUSICA, VITTIMA DELLA MEDIOCRITA’ CULTURALE

11/12/2004 admin 0

Falsità, presenza latente d’inizio secolo estende la sua patina nella società quotidiana, inglobando e modellando a sua immagine e somiglianza ogni aspetto dell’interiorità umana. Falsi interessi, falsa sensibilità artistica, falsi ideali, falsa coscienza culturale distorta nelle sue manifestazioni di confine tra storia , tradizione ed eventi mediatici. Ne abbiamo avuto conferma di recente, in occasione dell’inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano. Il teatro, simbolo della tradizione musicale italiana , dove l’arte trova la sua espressione più alta, è stato, suo malgrado, oggetto e soggetto di un’inconcludente mondanità pronta ad atteggiarsi in entusiastici quanto vuoti apprezzamenti. Opinioni che hanno spogliato il profondo significato della musica dalla sua concezione estetica e filologica riducendo l’evento ad un effimero spettacolo. Qualsiasi manifestazione si riduce di conseguenza, a semplicistiche banalità surrogate da un linguaggio superficiale e leggero nella forma e nel contenuto. Si rafforza così la tendenza ad alimentare il bisogno di sapere del pubblico con notizie di sicuro e immediato impatto, abituandolo a fermarsi all’apparenza senza andare oltre la superficie delle cose. Il restauro del teatro che ha saputo coniugare modernità, tecnologia e conservazione artistica, e l’opera di Salieri “ L’Europa Riconosciuta “ eseguita all’inaugurazione del 1778 e fortemente voluta dal maestro Muti, per rinsaldare le radici con un nobile passato, acquistano, in tal contesto, il sapore di un abbandono ai valori etici, al culto dell’estetica e al bello. Identità di un’arte superiore che ha avuto nel passato enormi influssi sul percorso educativo e formativo dell’uomo, ruolo disconosciuto oggi. Da questo strappo emerge l’immagine di un tessuto sociale dove il consumismo, la corsa al potere politico, la speculazione economica degenerano, sfuggendo completamente al rigore morale prima ancora di quello pubblico contribuendo, così a perfezionare ambigue e disoneste figure come i bagarini, che di certo non si pongono scrupoli a speculare sulla vendita dei biglietti. Ma a pagare il prezzo più alto è la musica, vittima e prigioniera dell’incapacità umana di saper ascoltare il richiamo suadente dell’arte nella mediocrità di riflessi culturali ostentati.

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Walter-Ego

30/11/2004 14

Multietnico, polifonico, plurioccupato, il Walter-Ego della sinistra italiana aspetta sornione, come Chirac quando era sindaco di Parigi, di salpare verso il timone nazionale del centro-sinistra prossimo venturo. Non gli manca neanche il dono dell¹ubiquità. Veltroni ha tutto, soprattutto una cosa, non è ancora stato triturato dall’inconcludenza che ha annientato tutti gli altri suoi compari.

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CRIMINALITA’ D’AUTORE PER FURTI D’ARTE

29/11/2004 0

La concezione materialistica e il solipsismo dei giorni nostri ci hanno reso alieni alla diffusione di uno tra i più deplorevoli fenomeni malavitosi ai danni del patrimonio artistico – culturale. I furti d’arte, negli ultimi anni, sono incredibilmente aumentati, registrando, di pari passo, un salto di qualità nella scelta dell’opera e della sua successiva gestione. Il traffico illecito delle opere d’arte è divenuto uno dei settori principali della criminalità, posizionandosi al quarto posto dopo il business delle armi, della droga e la pulizia del denaro sporco. Realtà che evidenzia la desensibilizzazione dell’opinione pubblica ai tesori trafugati. Un patrimonio artistico continuamente saccheggiato, profanato, considerato semplice merce di scambio se non addirittura oggetto di atti vandalici è il risultato di una progressiva decadenza dei principi fondamentali alla formazione etico – umanistica della società. Una società pronta a scandalizzarsi per un caso di rapina irrisolto, pronta a sentirsi vittima di uno stato assente e di un malessere generale, deve avere anche il coraggio e l’obiettività di sentirsi colpevole, per non aver saputo evitare la perdita di riferimenti culturali solidi , e di non aver saputo adottare un linguaggio preventivo e rieducativo al valore del bene artistico. La mancanza di una cultura di fondo sul tema del furto d’arte come danno, non esclusivamente economico, ma soprattutto, morale e collettivo, crea un a patina d’indifferenza che impedisce al problema di emergere e di essere continuamente sotto l’attenzione della stampa e di chi deve indagare. Cause ed effetti provocano così una situazione di ristagno che solo l’intenso lavoro svolto dai carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale riesce a sbloccare con successo, sono più di cento le opere recuperate negli ultimi due mesi. Gli occhi della società attuale, invece, subiscono solo una momentanea, frivola ed inconcludente meraviglia nell’apprendere sensazionali notizie come il furto avvenuto al Munch Museet di Oslo, quando due ladri si sono impossessati con estrema facilità, di altrettanti capolavori del pittore norvegese, una versione dell’Urlo e una versione della Madonna. Non ci dovremmo meravigliare quindi, se chi usurpa la memoria e la genialità creativa dei più grandi artisti del passato, dimentica cos’e l’Arte perché la nostra indifferenza è l’alibi migliore che possiamo offrire alla delinquenza.